Il 26 p. v. s'inaugura Centottanta lune di differenza la mostra di Pittura, Incisione Calcografica e Acquarello, di Giulia Tulino, Markus Fonte e Paolo Cipriani.
Una new entry, almeno per il sottoscritto, quella di Giulia Tulino che ci proporrà una selezione dei suoi acquerelli a detta di Paolo una perfezione di tratto e scelte cromatiche, parola d'artista! Di Markus Paolo dice sorpreso dalla sua creatività che sulla TELA lascia il suo indelebile segno ASTRATTO, lo stesso che ritroviamo nelle Incisioni, vedo una scelta Cromatica che sembra essere proiezione di me stesso. Delle nuove opere di Paolo posso solo dire che l'avvicinarsi a nuove tecniche artistiche ha confermato l'eclettismo della sua arte, un'ispirazione rinnovata da una tecnica costretta entro regole ferree, che dimostra la giovinezza della sua arte, l'entusiasmo, la creatività e l'energia che sembrano quelle di un giovane che si avvicina con entusiasmo all'arte per la prima volta e invece è il frutto di una incessante ricerca che ha visto Paolo sempre coinvolto anche in periodi nei quali, almeno apparentemente, sembrava facesse altro.
La scelta del titolo della mostra si riferisce proprio alla differenza creativa Paolo, Giulia e Markus. Tre persone con espressioni ed età differenti.
Venerdì 26 Settembre 2008 dalle ore 18.00 alle ore 20.30
Ass. Cult. L'isola felice via Tiburtina, 8 Roma (San Lorenzo)
Versione italiana (di Paolo Limiti) di Balada de otoño di Joan Manuel Serrat, pubblicata nell'album Altro del 1972.
Ballata d'autunno Piove, là dietro la finestra piove, piove sopra quel tetto rosso e spaccato sopra quel fieno tagliato sopra quei campi piove. Si gonfia di grigio il cielo e il suolo è già grondante di foglie si è profumato d'autunno. Il tempo che si addormenta mi sembra un bimbo in braccio al vento come in un canto d'autunno. Una ballata d'autunno un canto triste di malinconia vien dietro al giorno che va via, una ballata in autunno pregata a voce spenta soffiata come un lamento che canta il vento. Piove, là dietro la finestra piove, piove sopra quel tetto rosso e spaccato sopra quel fieno tagliato sopra quei campi piove. Io ti racconterei che sta bruciandosi l'ultimo legno al fuoco e poi che lamia povertà è anche di un sorriso ché sono sola ormai ma io da sola son finita e ti racconterei che i giovani son giovani perché non sanno mai che no, non è la vita la bella cosa che, che loro gira in mente io questo lo so. Magari si potesse del domani e del passato dire quello che ho sognato. Ma il tempo passa e ti canta, pian piano con voce sempre più stanca una ballata d'autunno. Piove, là dietro la finestra piove, piove sopra quel tetto rosso e spaccato sopra quel fieno tagliato sopra quei campi piove.
...un post dove dove è spiegato in modo chiarissimo l'attentato all'istruzione dei nostri bambini...
Il maestro unico
Il decreto 137 emanato il 1°settembre contiene anche la norma sulla restaurazione del maestro unico nella scuola elementare.
Il ministro Gelmini ha “saggiamente” dichiarato: “In passato è stato introdotto il modulo, che prevedeva tre maestre, per cercare di creare occupazione attraverso la scuola. Ora dobbiamo mettere al centro gli studenti. Avere un maestro unico nella scuola primaria risponde non solo all’esigenza di razionalizzare ma anche ad un’esigenza pedagogica. E’ un modo non per tornare al passato ma per centrare la scuola sull’esigenza d’apprendimento del ragazzo”.
No, ministro Gelmini, lei toglie ai bambini e alle famiglie di questo Paese, al Paese stesso, un modello di scuola che dà tante cose in più e che dal prossimo anno non darà più.
Ci stiamo ponendo tante domande sul futuro della scuola elementare. Proviamo ad elencarle e a dare alcune risposte:
Come funziona attualmente il tempo scuola nell’elementare? Nel modulo tre docenti lavorano su due classi, con un orario per gli alunni di 30/34 ore a settimana (variabili se gli alunni consumano i pasti a scuola nelle giornate di tempo più lungo);nel tempo pieno due insegnanti coprono 40 ore di attività settimanali dei bambini di una classe.
E gli insegnanti? La legge 148 mantiene 22 ore di lavoro settimanali, più 2 dedicate alla programmazione e circa 4 di riunioni e lavori di team docente. Oltre a queste ore, c’è il lavoro di studio e preparazione della didattica Le poche ore di contemporaneità, nelle, quali due docenti della stessa classe sono presenti entrambi a scuola con i bambini, servono a realizzare percorsi individualizzati per alunni o gruppi che hanno bisogno d’attenzione specifica.
Quante ore di scuola avranno i bambini dal prossimo anno scolastico? 24 ore a settimana con un solo insegnante, cioè 4 ore per 6 giorni o 5 ore e 20 minuti per 5 giorni.
Che cosa insegnerà l’unico maestro della classe? Tutte le materie, forse esclusa la Religione Cattolica.
E l‘insegnamento della lingua straniera ? Il ministero sta spingendo perché tutti i maestri in servizio insegnino l’inglese nella propria classe, con le competenze già possedute (a volte non adeguate) o corsi annuali.
E le competenze specifiche acquisite dagli insegnanti nel corso degli anni, permettendo loro di specializzare la didattica, mantenendo sempre un approccio integrato tra discipline? Sarà tutto vanificato dalla necessità di insegnare poco di tutto in tempi ristretti.
Quante attività di ricerca e di approfondimento, quanto gioco finalizzato all’apprendimento attivo si potranno realizzare con 24 ore di funzionamento settimanale? Nulla: queste attività richiedono tempo, presenza di più docenti e tempo per la programmazione.
Quali laboratori (scienze, pittura, musica, teatro, danza, cinema...) potranno essere attivati? Nessuno, durante le 24 ore.
Quante uscite sul territorio, quante gite culturali, quanti campi-scuola si potranno fare? Nessuna.
Come si potranno aiutare i bambini che hanno più carenze o assistere quelli diversamente abili in mancanza di docenti di sostegno, fortemente ridotti in tutta Italia, e delle ore di compresenza? Ai bambini non potrà essere garantito l’insegnamento individualizzato.
Chi si occuperà dei bambini stranieri che affrontano le difficoltà di un ambiente estraneo anche per la lingua? Nessuno.
E le mense e il tempo scuola? In molti comuni le famiglie dovranno riorganizzare il proprio tempo per far fronte alla mancanza di mense, oppure esse verranno gestite dal personale comunale, diverso dai docenti, personale estraneo alla relazione didattica. Torneranno probabilmente i doposcuola e le mense, pagate però dalle famiglie o dagli enti locali.
Cosa significa che le scuole diventeranno fondazioni? Le scuole - fondazioni non risponderanno più al dettato Costituzionale ma ad un Consiglio di Amministrazione privatizzato che finanzierà le attività e sceglierà gli insegnanti. Sarà la fine della scuola che opera secondo indirizzi unitari su tutto il territorio nazionale e forma la cittadinanza italiana.
Immaginiamo la giornata scolastica del 1° settembre 2009: I bambini in classe sono sempre con lo stesso insegnante che potrà svolgere solo lezioni “frontali”. Niente gruppi di lavoro, niente pause, niente laboratori. Nelle 24 ore sono comprese 2 ore di Religione Cattolica, informatica, inglese, attività motoria, musica e forse qualche disegno. Quanto resta per l’apprendimento d’italiano, matematica, scienze, storia, geografia e studi sociali (che la ministro ha ribattezzato educazione Civica e ha pensato di aver reintrodotto?).Forse due ore al giorno. Niente interdisciplinarietà, la conoscenza non si costruirà in modo collettivo, ma con l’acquisizione di nozioni sul libro e con molti esercizi a casa.
Dunque ministro Gelmini, sono proprio gli studenti che si stanno mettendo al centro dell’attenzione? Ma di quali esigenze pedagogiche si parla? Questa “innovazione” è basata solo su esigenze di cassa, ma distrugge la ricchezza di una scuola pubblica che è considerata tra le migliori del mondo.Così c’impedisce di pensare ad un futuro migliore per i nostri figli.In quanto poi all’occupazione nella scuola, una tale ristrutturazione porterà alla perdita di 87.000 posti di lavoro. Il Tempo pieno, oggi presente in maniera molto diseguale sul territorio nazionale (90% delle classi nelle grandi città del Centro Nord e 4% di quelle del Sud , dove ce ne sarebbe più bisogno, soprattutto per colmare i disagi sociali e culturali) verrà probabilmente azzerato nei territori "deboli” e mantenuto, ma a spese delle famiglie e degli Enti Locali, nelle zone più ricche. Il dimagrimento imposto alla scuola elementare servirà in realtà per distribuire alle regioni, in un’Italia federata, un servizio poco costoso che poi solo le regioni più ricche potranno rendere migliore e più qualificato, ovvero per privatizzare la scuola.
Il coordinamento Genitori-insegnanti Scuola Iqbal Masih - Roma
Me lo ha segnalato la mia amica Daniela Catelli che ringrazio.
Mi permetto di pubblicare anche la mail con la quale ha segnalato questo post perché le sue preoccupazioni sono anche le mie condivido ogni singola parola da lei scritta.
Carissimi, vi mando il blog della scuola di mia figlia dove è spiegato in modo chiarissimo l'attentato all'istruzione dei nostri figli - a partire dalla fondamentale scuola primaria - che è in atto nel nostro paese. E' una cosa agghiacciante, di cui la maggior parte della gente, troppo occupata ad arrivare a fine mese e ormai deprivata di ogni senso critico da un governo demagogico e massmediatico, non si rende conto o se ne frega. Io sto pensando seriamente di emigrare, ma per ora penso sia importante formare qualche nucleo di resistenza, finché possiamo. Vedo che le elementari come sono adesso sono ottime, e il pensiero che bambini svegli e intelligenti come i nostri figli si trovino di fronte severità, insegnamento unico, voti e nessuna chance per sviluppare le proprie qualità mi dà i brividi. Ma che è successo a questo paese se è bastato così poco per smantellare TUTTE le lotte e le conquiste democratiche del dopoguerra? Viene da pensare che non fossero poi così solide... Chiudo con questa frase di 58 anni fa, per gli inguaribili ottimisti che pensano che non siamo tornati indietro di mezzo secolo:
Facciamo l’ipotesi che ci sia al potere un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione. Non vuole fare la marcia su Roma ma vuol istituire una larvata dittatura... Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. Allora il partito dominante comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. E comincia a favorire le scuole private. Piero Calamandrei. Discorso al III congresso dell’associazione a difesa della scuola nazionale a Roma l’11 febbraio 1950. (da Internazionale)
Un abbraccio Daniela
Un appello a tutti i mie e le mie Lurkers... Scrivete, commentate, diffondete, contribuite alla lotta per la resistenza...
Questa volta potremmo davvero arrivare a una guerra civile!
Alla veneranda età di 82 anni Florestano Vancini è morto, il 18 settembre u.s. (ma la notizia è stata data solo il 20, a esequie avvenute, per sua volontà).
E' stato uno dei più importanti registi del cinema italiano di ricerca storica e testimonianza civile, come Bronte, cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato del 1971, su un episodio dimenticato dell'impresa garibaldina in Sicilia, nel quale mostra come aveva detto Antonio Gramsci che il Risorgimento fu una rivoluzione agraria mancata.
Un regista molto apprezzato ma poco studiato. I suoi film poco visibili i giovani che ignorano la sua opera... Un altro pezzo di storia del cinema italiano condannata al dimenticatoio senza che nessuno in questo paese se ne preoccupi. D'altronde in chi crede alla scuola come azienda coma può importare del cienma come cultura...
Leggo su Repubblica di ieri dell'aggressione di un pensionato romano da parte di tre ragazzi giovanissimi. L'articolo ha i soliti toni reazionari da adulti che dipingono i giovani come dei deficienti che ascolta musica disdicevole. Leggete se non mi credete.
ROMA - "Spostati, il marciapiede è nostro e tu, da qui, non passi". Stavano ascoltando una musica rap a tutto volume e ballavano scatenati tre adolescenti della Roma bene quando un anziano cardiopatico, colpevole di passare sul "loro" marciapiede, è stato bloccato e picchiato selvaggiamente. Storia di bullismo metropolitano nel cuore del Flaminio, quartiere bene della capitale, davanti ad un liceo artistico. Una storia di violenza, quasi la fotocopia [quasi la fotocopia?!?!] di quello che è successo ieri all'Aquila, dove però ad incappare nella furia di due baby teppisti, armati di frustino da cavallo fuori da un istituto, sono stati degli studenti.
A Roma tutto è iniziato intorno all'ora di pranzo. I tre giovani, uno di 15 e due di 16 anni, erano fuori dal liceo artistico di piazza Mancini, a due passi dallo stadio Olimpico, e aspettavano che dei loro amici uscissero da scuola. Danzavano e scherzavano al centro del marciapiede quando un ex carabiniere in pensione di 75 anni ha tentato di passare. "Di qui non si passa, attraversa la strada e cammina da quella parte", così i giovani hanno iniziato a prendere in giro l'uomo, parandosi davanti a lui e impedendogli fisicamente di proseguire la camminata.
L'uomo, energico nonostante l'età [ma non era cardiopatico?!?!], non si è lasciato mettere i piedi in testa e ha risposto a tono. E i ragazzini [erano tre giovani poche righe sopra] hanno alzato il tiro: lo hanno accerchiato, insultato e spintonato. L'anziano ha cercato di farli desistere, arrivando addirittura a supplicarli di lasciarlo tranquillo: "Sono malato di cuore, lasciatemi in pace". Ma la reazione del gruppo è stata violenta e improvvisa: uno di loro l'ha spinto, un altro lo ha colpito al volto con pugni e schiaffi, il terzo lo ha preso a calci sulle gambe.
La vittima è caduta a terra e, prima di perdere i sensi, è riuscita a dare l'allarme al 113. Gli agenti del commissariato Villa Glori, diretti dal vicequestore Loredana Del Tosto, si sono subito messi sulle tracce dei tre teppisti, fuggiti dopo il pestaggio. Una pattuglia della polizia a cavallo che si trovava nelle vicinanze ha invece prestato i primi soccorsi all'uomo in attesa dell'ambulanza. Per lui, fortunatamente, solo un ematoma alla tempia sinistra.
I tre - la cui descrizione fisica era stata molto accurata - sono stati rintracciati dagli investigatori non lontano dal luogo del pestaggio. Portati in commissariato sono stati denunciati per aggressione e lesioni. Il capo branco, a quanto dichiarato dalla madre agli investigatori, è impegnato nel sociale.
Ed ecco che rifanno capolino i "cessi".
"Questo episodio rappresenta una ferita ancora più grave perché mina alla base uno dei pilastri della nostra società, la terza età - ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno - Chiedo che le punizioni per questi delinquenti in erba siano le più severe possibili". "I tre bulletti da strapazzo - suggerisce Luigi Camilloni, presidente dell'Osservatorio Sociale - dovrebbero meditare sulla parola "rispetto" per gli anziani non in riformatorio, bensì facendo loro svolgere dei servizi civili quali ad esempio la pulizia dei servizi igienici in qualche ospedale geriatrico".
A parte quel bulletti da strapazzo, che non fa parte certo del lessico scientifico che il ruolo di "presidente dell'osservatorio Sociale" richiederebbe, questo signore non sa di cosa parla. Qui non bisogna punire, ma educare. Il riformatorio non va visto come punizione ma come strumento rieducativo. Purtroppo questo strumento raramente funziona e normalmente il riformatorio costituisce l'anticamera di una vita a delinquere ma a Camilloni questo non interessa. Lui vede il riformatorio come una punizione insufficiente e si augura che i tre vengano umiliati pulendo i cessi di un ricovero per anziani. Niente di più ridicolo, e questo signore è presidente di un osservatorio sociale? Con queste idee? I tre giovani dovrebbero prestare servizio sociale gratuito in un centro per anziani non per essere umiliati pulendo i cessi di quelli che precedentemente hanno picchiato ma per rendersi conto contro quale categoria hanno agito e imparare a conoscerla e a rispettarla. Uno studente al primo anno di sociologia lo saprebbe ma Camilloni no. Pensare che l'umiliazione sia una forma giusta di punizione e che la punizione serva a rieducare fa parte della stessa cultura che ha i spinto i tre giovani ad aggredire il vecchio.
D'altronde basta andare a vedere la committenza politica dell'osservatorio sociale (il cui sito è fermo al 2003...) per capire di che pasta sono fatte le persone, Luigi Camilloni in testa, un presidente da strapazzo.
Già tempo fa avevamo avuto a che fare con i cessi e, in quel caso, avevo aspramente criticato l'autore dell'infelice equazione. Ma in quel caso si trattava di un giornalista che, soprattutto in Italia, sono persone qualunque alle quali è capitato per caso di esercitare quella professione. Ma che sia il presidente di un'agenzia parlamentare a commettere lo stesso errore preoccupa, indigna e indurrebbe alla richiesta si dimissione. Ma Camilloni occupa quel posto da parecchi anni in barba a qualunque democratico avvicendamento...
Ero molto piccolo quando si sentivano le sue canzoni alla radio. All'epoca magari mi colpivano più le chiappe nude che gli spinelli (che per me non significavano ancora nulla, magari chissà, pensavo a un vino, a un piatto sofisticato...) però sentivo che nelle sue canozi semplici c'era attenzione per le cose della vita, per la gente, per quello che di solito si diceva nella vita di tutti i giorni ma non in tv o nelle canzoni.
Canzoni popolari che sapevano unire intelligentemente lo stornello romano con la tradizione folk e il cantautorato americano
Lo avevo perso di vista, come molti credo. Ma lui aveva continuato ad incidere (vedere il profilo su wikipedia). E' morto giovane e ora ne parlano tutti anche con toni retorici (come il servio coccodrillo del tg3).
...la vignetta è troppo divertente per non riportarla.
Certo, non si critica Carfagna dandole della puttana, né chiunque altro. L'idea che dare della puttana sia una cosa offensiva è un'idea gretta e maschilista, l'ho scritto già tante volte, ma come si fa a non ridere (con la mano davanti la bocca, come faceva Mina) dopo averla letta?
Certo il DDL Carfagna che pensa solo a togliere le puttane dalla strada a relegarle in casa (senza che il DDL preveda alcuna norma o tutela), rispendendo le minorenni stranierenei loro paesi d'origine in barba all'attuale normativa che prevede invece un permesso di soggiorno speciale per sottrarsi allo sfruttamento della prosituzone (pensano davvero che quelle ragazze sono diventate puttane solo una volta giunte qui in Italia?) fa di Carfagna una vergona per tutte le donne, per tutti i ministri della Repubblica per tutte le italiane\i...
Assassini così brutali che il pm milanese Roberta Brera (il magistrato titolare del fascicolo aperto alla Procura di Milano sull'omicidio di Abdoul Guibre) ha formulato l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi che comporta la pena massima prevista dal Codice Penale cioè l'ergastolo, questa pena non ha permesso l'applicazione dell'aggravate per odio razziale prevista dall'articolo 3 della legge Mancino, perché si applica solo ai reati punibili con sanzioni diverse dall'ergastolo. L'aggravante per odio razziale non avrebbe quindi potuto comportare una pena più pesante.
Antonella, invece, che da oltre vent'anni gestisce una edicola lungo la strada, racconta di un «clima di esasperazione dovuto alla violenza e alla delinquenza che ci sono qua in giro. Quel padre e quel figlio hanno semplicemente reagito, sì forse sono andati troppo oltre, ma c'è d'aspettarselo, quando si vive sempre nella paura». L'edicolante spiega di aver subito «diverse rapine. C'è sempre qualcuno che cerca di portarti via qualcosa e devi difenderti». Secondo lei, non centra nulla il razzismo, «anzi spesso sono proprio gli italiani che si mettono a compiere piccoli furti e fare a botte».
Quel padre e quel figlio hanno semplicemente reagito, sì forse sono andati troppo oltre, ma c'è d'aspettarselo, quando si vive sempre nella paura. Nella paura di essere derubati di un pacco di biscotti o dell'incasso della sera? Questo giustifica l'aggressione con una spranga di ferro? Perché i giornalisti (vaffanculoooo) si permettono di pubblicare queste opinioni così assurde, illogiche, immorali, illegali,s tuie e idiote? Quale competenza aveva la donna per parlare? Lei è responsabile delle sue opinioni ma il giornalista non lo è di più nell'averle pubblicate?
Per tacere del giornalista (vaffanculoooo) del Giornale che non spiega i motivi che hanno costretto il pm a non applicare le aggravanti per odio razziale si limita riportare che
Roberta Brera, il pm della procura di Milano, non contesta l'aggravante dell'odio razziale ai responsabili dell’omicidio di Abdul William Guibre, 19 anni, originario del Burkina Faso, cittadino italiano residente a Cernusco sul Naviglio. Per Fausto e Daniele Cristofoli, baristi, padre e figlio, l’accusa è di omicidio volontario.
MILANO Un ragazzo originario del Burkina Faso ma cittadino italiano è morto oggi in conseguenza di un'aggressione alla periferia di Milano. (...)
Per il fatto sono state fermate due persone, padre e figlio, di 51 e 31 anni, originari di Legnano, in Lombardia, con l'accusa di concorso in omicidio volontario.
L'aggressione è avvenuta intorno alle 6 di stamani nella zona nord di Milano, poco lontano dalla stazione centrale, quando il giovane di 19 anni, Abdul Salam G., insieme ad altri due amici -- un ruandese e un italiano -- è stato accusato da due uomini a bordo di un furgone-chiosco di aver rubato della merce, secondo quanto riferito dalla polizia.
Ne è nato un diverbio, trasformatosi poi in aggressione quando i due uomini sono scesi dal camioncino con una spranga di ferro e una di legno.
Il più giovane -- secondo quanto riferito alla polizia dagli altri due ragazzi che sono riusciti a fuggire -- si sarebbe poi avventato su Abdul Salam, fracassandogli il cranio con la spranga di ferro.
[Abdul Salam] (...) è stato portato all'ospedale Fatebenefratelli in coma, dove è stato dichiarato morto intorno alle 13:30.
La polizia ha fermato nel pomeriggio i due presunti colpevoli, che hanno spiegato che i tre ragazzi avevano sottratto loro alcuni pacchetti di caramelle. Nel timore che avessero rubato anche l'incasso, li hanno seguiti. I due, ha aggiunto la polizia, hanno spiegato che i tre giovani avevano con sè un bastone di legno.
Un nero, un diverso, accusabile per la sua diversità di qualunque crimine, ucciso a sprangate per qualche caramella e l'incasso di una serata da un padre e un figlio improvvisatisi poliziotti.
Piazza Navona, studente inglese pestato da una banda di 20 bulli Accerchiato e picchiato da un gruppo di giovani bulli la scorsa notte a piazza Navona. Un´aggressione immortalata dalle telecamere che si affacciano sulla piazza, i cui filmati sono ora al vaglio degli investigatori. A finire in ospedale con il setto nasale spaccato dopo che, senza un apparente motivo, venti adolescenti dai 15 ai 18 anni (fra loro anche alcune ragazze), lo hanno aggredito, è un ventenne inglese, ospite di una famiglia romana per una vacanza studio.
Erano le tre e un quarto del mattino quando la comitiva, che già era stata notata da turisti e passanti per gli schiamazzi in piazza e i lanci di bottiglie e lattine di birra vuote a terra, è partita all´attacco dello straniero, anche lui alticcio. Pugni, calci, sputi, insulti. Durante il pestaggio, alcuni testimoni hanno sentito gridare che quella era la meritata punizione per aver guardato troppo insistentemente una ragazza della comitiva.
Una "lezione" insomma, per aver adocchiato una del gruppo. Di fronte alla violenta aggressione, alla quale hanno partecipato anche le ragazze, due uomini, 39 e 43 anni, che passeggiavano per piazza Navona hanno deciso di intervenire in difesa dell´inglese. Anche loro però sono stati picchiati selvaggiamente tanto che dopo, al Santo Spirito, sono stati medicati e dimessi entrambi con 10 giorni di prognosi. Lo studente inglese invece è stato giudicato guaribile in 25 giorni.
Sul posto sono intervenute diverse gazzelle dei carabinieri, arrivate dalla vicina stazione di piazza Farnese e dalla compagnia Roma Centro. Al suono delle sirene i bulli sono scappati, disperdendosi per le vie del centro e facendo perdere le loro tracce. Ma i militari, grazie alla descrizione fornita dall´inglese e alle immagini dei filmati sequestrati dalle telecamere dei locali che si affacciano sulla piazza hanno buone possibilità di poter risalire agli autori del pestaggio.
Uno straniero (aggettivo usato anche nell'articolo di Repubblica), un altro diverso da aggredire, con la superiorità vigliacca del branco, che non risparmia nessuno si permetta di interferire, irritato da sguardo di troppo.
Due vittime di aggressioni, purtroppo la prima con esito mortale, la cui radice è nella stessa "cultura" (sic!) fascista insita negli italiani e coltivata dal clima di allarmismo dei tre tg mediaset (e anche di quelli rai) di diffidenza per l'altro, qualunque esso sia.
Abdul e il turista inglese sono vittime allo stesso modo dei due ragazzi bolognesi aggrediti vicino al Colosseo.
Ma sono sicuro che per queste aggressioni l'Arcigay se ne rimarrà zitta...
ciao Alessandro, il tuo blog ci piace proprio! ..quindi ci onora il fatto che tu abbia voluto inserire qui il nostro player!
continua così, le tue ire, gioie eccetera fanno sentire meno soli..hai capito bene di cosa parliamo ;)
Giovanni - Scarlet Balanga
Non sapete quanto piacere mi fa che mi abbiate scritto. Che ci troviamo in sintonia su tante cose del mondo che ci circonda mi rende ancora più contento. Volevo ringraziarVi per la vostra musica perché mi piace proprio tanto, mi emoziona, mi fa sentire speciale perché è come se parlasse solo a me, fosse fatta solo per me.
Non vedo l'ora di vederVi in concerto. Fino ad allora consumerò il mio player a furia di ascoltarvi (almeno finché non metterò le mie mani sul vostro BELLISSIMO disco).
Un grazie va ad Augusto che una mattina mi ha detto con nonchalance che sua sorella cantava in un gruppo...
Più volte annunciato, ora è realtà. E' infatti pronto il duetto tra due grandi interpreti della musica italiana, Mina e Ornella Vanoni, pronte a contendersi, nel brano "Amiche mai", l’amore di un uomo.
La registrazione è avvenuta pochi giorni fa, l’8 settembre, in sedi separate, Lugano e Milano. Un incontro dunque virtuale tra le due regine, ma di grande impatto.
Recentemente la Vanoni aveva espresso il desiderio di lavorare con la sua storica rivale. "Il duetto lo vogliamo fare, solo che abbiamo deciso di non incidere un pezzo classico né mio né suo, ma di cercare un inedito che piaccia ad entrambe. E ci stiamo lavorando, abbiamo alcuni pezzi che potrebbero andare bene".
Alla fine la scelta è ricaduta sul lavoro del cantautore bolognese Andrea Mingardi che ha superato i brani dei più noti Gianni Bella e Mogol, Tiziano Ferro, Gianna Nannini ed Eros Ramazzotti.
Il pezzo avrà una doppia collocazione: sarà infatti pubblicato sia nel cd della Vanoni in uscita il 17 ottobre – con lei, tanti colleghi storici come Lucio Dalla, Gino Paoli, Claudio Baglioni, Gianni Morandi, Fiorella Mannoia - che nel nuovo album di inediti di Mina, atteso per Natale.
In occasione del duetto il 19 OTTOBRE 2008 a Milano nella mostra permanente "IL SALOTTO DI MADAMEX" Fabio e Madame x organizzano un piccolo raduno per festeggiare l'incontro delle due DIVE.
Bisogna riconoscere il merito alla GS di aver messo i nomi estesi degli additivi e non le sigle che normalmente leggiamo in altre etichette.
L'estere Glicerolico da resina di legno E445 (Gomma Ester)è un additivo alimentare utilizzato come stabilizzante.
Gli esteri della glicerina della resina del legno sono una miscela complessa di esteri di tri- e diglicerolo di acidi di resina provenienti dalla resina del legno. La resina si ottiene mediante estrazione con solvente dai ceppi di pino stagionati seguita da un processo di raffinazione con solvente liquido-liquido. Sono escluse da queste specifiche le sostanze derivate dalla colofonia, l’essudato di pini vivi e le sostanze derivate dalla tallolio, un sottoprodotto della lavorazione della pasta Kraft (carta) Il prodotto finale è composto per circa il 90% di acidi di resina ed il 10% di neutri ( composti non acidi ). La frazione di acido di resina è una miscela complessa di acidi monocarbossilici isomerici diterpenici aventi la tipica formula molecolare empirica di C20H30O2, principalmente di acido abietico. La sostanza è purificata mediante distillazione in corrente di vapore
Fino a oggi credevo che la lettera A seguita da un numero indicasse esclusivamente i coloranti. Invece tutti gli additivi alimentai hanno un codice analogo. ecco di seguito una tabella con tutti gli additivi tratti dal bel blog Bioblog, al quale rimando per ulteriori apporfondimenti
E100 - E199 COLORANTI E100 - E109 – Giallo E110 - E119 – Arancione E120 - E129 – Rosso E130 - E139 – Blu e violetto E140 - E149 – Verde E150 - E159 – Marrone e nero E160 - E199 – Altri E200 - E299 CONSERVANTI E200 - E209 – Sorbati E210 - E219 – Benzoati E220 - E229 – Solfuri E230 - E239 – Fenoli e formiati E240 - E259 – Nitrati E260 - E269 – Acetati E270 - E279 – Lattati E280 - E289 – Propionati E290 - E299 – Altri E300 - E399 ANTIOSSIDANTI E REGOLATORI DI ACIDITÀ E300 - E309 – Ascorbati E310 - E319 – Gallati e eritorbati E320 - E329 – Lattati E330 - E339 – Citrati e tartrati E340 - E359 – Malati e adipati E360 - E369 – Succinati e fumerati E370 - E399 – Altri E400 - E499 ADDENSANTI, STABILIZZANTI ED EMULSIONANTI E400 - E409 – Alginati E410 - E419 – Gomma naturale E420 - E429 – Agenti naturali E430 - E439 – Derivati del poliossietilene E440 - E459 – Fosfati E460 - E469 – Derivati della cellulosa E470 - E489 – Derivati degli acidi grassi E490 - E499 – Altri E500 - E599 REGOLATORI DI ACIDITÀ E500 - E509 – Acidi e basi inorganiche E510 - E519 – Cloruri e solfati E520 - E529 – Solfati e idrossidi E530 - E549 – Sali dei metalli alcalini E550 - E559 – Silicati E570 - E579 – Stearati e gluconati E580 - E599 – Altri E600 - E699 ESALTATORI DI SAPIDITÀ E620 - E629 – Glutammati E630 - E639 – Inosinati E640 - E649 – Altri E900 - E999 ADDITIVI VARI E900 - E909 – Cere E910 - E919 – Glasse E920 - E929 – Agenti ausiliari E930 - E949 – Gas per confezionamento E950 - E969 – Dolcificanti E990 - E999 – Schiumogeni E1100 - E1599 AROMATIZZANTI Sostanze non classificate
Sempre da Minafan51 altre due chicche, le versioni comparate di due cover (per lungo tempo per me canzoni inedite di Mina...). Da capo, incisa prima da Mimì, e poi da Mina nell'album Mina con bignè del 1977 e Un po' di più incisa da Patty nel 1972 e da Mina nel 1979 in Attila. Belle le note di Minafan51, cui rimando.
L'arrangiamento della versione di Mimì è più incisivo, più rock, più duro di quello patinato di Mina. Nel fraseggio della prima parte Mimì risulta molto più convincente di Mina, ma nel crescendo finale Mina è più coinvolta, più emotiva, mentre Mimì rimane un po' troppo di testa (parlo naturalmente dell'interpretazione non delle loro voci...). Mimì dice Mina sente.
Che "Un po' di più" fosse una cover lo scoprri per caso, una sera di primavera del 1991, a casa di Niki Vendola (sì, "quel" Niki Vendola), l'album di Patty era una delle sue cassette... Il commento di Minafan51 è perfetto pe cui non aggiungo altro...
Ecco cosa è bastato agli 8-10 ragazzini (la definizione, peregrina e vagamente autoritaria, è costato un brutto scherzo a Momento sera che ha reso i "ragazzini" direttamente di 8-10 anni!!!) per dare ai due ragazzi aggrediti dei froci: Froci via dall'ItaliaFate schifo e giù a tirare sputi, sassi e bottiglie.
Ecco la bella immagine pubblicata dal sito Pupia, la parte per il tutto. Basta quello a dire di due ragazzi che sono gay? Guardiamo le altre immagini che corredano i servizi sulla rete.
Basta un abbraccio ed è fatta. Un gesto d'affetto tra due uomini e sei gay. La parte per il tutto e sei fregato. Non tanto perché bollato come finocchio, ma perché qualcuno per quello può menarti, prenderti a bottigliate, magari anche ucciderti. Meglio allora la foto del Corriere con la sua ridicola didascalia Due omossessuali alla Gay Street di Roma. Sembra un documentario sulla natura, ma almeno i due si baciano, segno inequivocabile che sono froci doc... (ma che esibizionisti!!!). Invece la foto di Repubblica è una foto vera che mostra il luogo vicino al quale si è svolta l'aggressione, quel "Coming Out", già mira di altre aggressioni... Anche la foto del Messaggero è più sobria...
E mentre, sempre Repubblica, pubblica un link con le altre recenti aggressioni della Capitale contro gli omosessuali, non si sono fatte attendere le dichiarazioni di Arcigay nella persona di Aurelio Mancuso, suo presidente nazionale, che chiede
Chiediamo al governo, in particolare al ministro Mara Carfagna, che sembra caduta in catalessi, quali interventi s’intendano assumere a difesa della sicurezza di gay e lesbiche italiane.
Il fatto accaduto a Roma, ai danni di Christian e Federico, assaliti in via dei Fori Imperiali da una decina di giovani, è solo l’ultimo di una lunga serie che ormai ci viene segnalata, quasi quotidianamente, da tutta Italia.
Visto che il ministro competente dorme sonni tranquilli, chiediamo al responsabile degli interni Roberto Maroni, di garantire la sicurezza e l’incolumità di milioni di cittadine e di cittadini omosessuali.
Commettono tutti lo stesso errore, quotidiani e Arcigay. Il medesimo errore commesso dai 10 ragazzi aggressori.
Finchè due ragazzi che si tengono per mano saranno visti come due froci, finché le foto esornative sui giornali riguardanti i gay mostreranno maschioni abbracciati, finché le associazioni di categoria chiederanno leggi e provvedimenti ad hoc solo per sé (tutti i gay o solo gli orsi? E i cacciatori? E i sadomaso ? E le trans? E le velate? E i gay di destra? E i gay credenti? E quelli vegetariani? E i gay che non sanno vestirsi?!?) gli aggressori avranno vinto senza muovere un dito, perché le loro idee (sic!), i loro pregiudizi sono dentro tutti noi, sono gli stessi. Chiunque poteva essere aggredito dai 10 ragazzi al grido di "froci via dall'Italia". Due ragazzi che si prendono per mano, un ragazzo coi capelli lunghi (ricordate Tomassoli?) un ragazzo con i vestiti "troppo" o "troppo poco", tutto quelli che cercano una via meno conformista con la quale affermare se stessi. Quei due ragazzi sono vittime non già del pregiudizio omofobico (che comunque c'è e i primi responsabili di questi tempi a Roma sono la Chiesa con le sue posizioni da medioevo e il sindaco di Roma che nega il patrocinio al gaypride) ma del pregiudizio tout court di chi odia ogni forma di diversità, ogni forma di difformità, ogni dissenso.
SIAMO TUTTI GAY.
Finché due ragazzi che vanno in giro per mano saranno considerati gay e non due ragazzi che vanno per mano E BASTA avremo un'arma in meno per combattere il fascista che c'è in ognuno di noi, quello che campa di luoghi comuni e di pregiudizi e ne alimenta la propria paura e quell'altrui.
Per lei il fascismo fu il male assoluto? «Non lo penso e non l'ho mai pensato: il fascismo fu un fenomeno più complesso. Molte persone vi aderirono in buona fede e non mi sento di etichettarle con quella definizione. Il male assoluto sono le leggi razziali volute dal fascismo e che ne determinarono la fine politica e culturale».
In che senso? «Fu un cedimento al nazismo e al razzismo biologico, che non era nelle corde iniziali del fascismo». (...)
Fini parlò anche di epoca del male assoluto. Su questo è d'accordo? «Sì. È un periodo che comprende comunismo, fascismo e nazismo. Con il totalitarismo di destra che fu una risposta a quello di sinistra. Però ci sono stati due pesi e due misure: per quello di sinistra c'è stata l'assoluzione».
Questa è l'idea che del fascismo hanno i miei giovani studenti, che di Storia ancora non ne sanno nulla, o i miei connazionali più dissennati, che di Storia dovrebbero saperne invece ne ignorano l'abc.
Ma che così cerchino di metterla anche chi (e sono molti oggi) è fascista (storia vecchia) senza vergognarsene più (storia nuova) è inammissibile. Trovo assurdo che questi fascisti non vengano zittiti da chiunque abbia a cuore la Storia, la verità,la decenza.
Per tacer del fascismo e nazismo come "reazione" al comunismo! Solo che il comunismo è stato assolto!
Di cosa parla Alemanno? Chi è entrato a Berlino? Chi ha combattuto contro Germania, Giappone e Italia? Ci sono due regimi che hanno caratteristiche nazionali (e nazionaliste) Fascismo e Nazismo e c'è un regime che è stato un punto di riferimento internazionale per milioni di proletari, di pariti rivoluzionari, vittime non solo dei governi fascisti, ma anche di quelli borghesi-liberali.
Dire che il nazifascismo è come il comunismo solo perché sono dei regimi è come dire che fare l'amore con un uomo con una donna è la stessa cosa, tanto si tratta sempre di sesso... E quel vaffanculato del giornalista che non batte ciglio e non interviene, non controbatte*...
Trovo poi davvero inefficaci le risposte e le osservazioni degli unici che hanno preso le distanze da queste affermazioni FALSE (almeno va loro riconosciuto di essersela presa).
Veltroni si limita a dire:
"Vorrei ricordare a chi la storia non la conosce perché l'ha letta sulla base di una considerazione parziale, che prima delle leggi razziali il fascismo aveva cancellato la libertà dei cittadini che non la pensavano allo stesso modo, al Parlamento c'era un solo partito, erano stati cancellati i sindacati, sono stati uccisi Antonio Gramsci e Giacomo Matteotti".
Possibile che Veltroni pensi di rivolgersi a dei cittadini civili ai quali basta ricordare che il fascismo aveva cancellato la libertà? O citi Matteotti e Gramsci (sai che gliene frega agli italiani...) Ma Veltroni sa con chi ha a che fare?
Ad Alemanno bisogna rispondere, e ai cittadini ricordare, che durante il fascismo non si poteva andare all'estero, il passaporto rosso veniva dato solo in rare occasioni. Che durante il fascismo nei locali quali bar e ristoranti c'erano cartelli con scritto "in questo locale non si parla di politica". Durante il fascismo infatti chi aveva idee diverse da quelle del regime veniva arrestato, picchiato, ucciso e, più tardi, negli anni trenta, una volta consolidato il potere e divenuto da fascismo delle squadracce a quello in doppiopetto, mandati al confino. Bastava poco per essere considerati antifascisti bastava avere un pensiero critico proprio. Il fascismo ti diceva che non dovevi pensare proprio, altro che idee politiche, non dovevi avere idee su nulla ché tanto ci pensava il governo a pensare per te.
Durante il fascismo gli scapoli pagavano una tassa (come oggi i single che non possono permettersi di pagare da soli un affitto le bollette o sostenere le spese per il vitto), le donne non potevano andare all'università e alle superiori pagavano una retta maggiore di quella degli uomini. Il posto in cui la società fascista relegava la donna (non molto dissimile da quello che vorrebbero molti italiani di oggi, fascisti e non, la donna occupasse ancora) è una delle più grandi vergogne della cultura (sic!) di allora. Ancora, durante il ventennio, il sempre più fanatico nazionalismo portò a una chiusura culturale con l'estero che si costituì come vero e proprio gap culturale in tutti campi (non venivano tradotti saggi né romanzi e non c'erano scambi culturali con l'estero) che venne recuperato solo nel dopoguerra.
Checché ne dica Alemanno il fascismo era razzista già da prima dell'avvicinamento alla Germania, basta vedere come abbiamo trattato i neri durante la guerra d'Abissinia.
Insomma non c'è un fascismo buono, come ricorda purtroppo solo Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma.
Ma Il fascismo dei nostro nuovi governanti non si ferma qui.
A Marco Pomarici, presidente del Consiglio comunale capitolino che ha avuto la faccia come il culo di affermare:
«Nel fascismo ci sono stati anche diversi elementi positivi, e dunque le affermazioni di Gianni Alemanno sono frutto di una riflessione oggettiva e condivisa da da molti storici»
vorrei chiedere che cosa di buono ci sia stato nel fascismo e su quali libri di storia abbia studiato, mentre a Ignazio la Russa,che nel corso del suo intervento durante la cerimonia per il 65esimo anniversario della difesa di Roma, dal'8 al 12 settembre 1943 ha ricordato anche i militari della Repubblica di Salò, dicendo:
"Farei un torto alla mia coscienza se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettivita' alla storia d'Italia"
(Corsera dell'8 sett.) vorrei chiedere di quale patria sta parlando. I repubblichini, per quanto giovani, per quanti ignari (che non è mai una giustificazione) hanno combattuto e sono morti per un'idea sbagliata di patria fascista la stessa che aveva condotto l'Italia ad allearsi con la Germania e il Giappone (cazzo! ERAVAMO NOI I CATTIVI!!!), e hanno continuato a insistere con quel disastro quando anche il Gran Consiglio del fascismo aveva destituito Mussolini ricrescendolo responsabile della guerra. In una democrazia La Russa sarebbe già in carcere per attentato alla Costituzione. Io come singolo cittadino non ho nessun mezzo per impedrigli di agire (perché chi dice bugie deve essere fermato, sopratutto quando riveste una carica istituzionale), posso solo mostrare a lui e a tutti quelli che si sentono legittimati a una riabilitazione del fascismo la fine che gli Italiani, i partigiani, i liberatori dell'Italia dall'invasore tedesco, e dai repubblichini che a loro erano rimasti schierati, hanno fatto fare a Mussolini. Stiano sicuri che ci sono molti pronti a fare altrettanto con i tanti, troppi, Mussolini di oggi. Già non sopportai che quegli inetti degli Israeliani permisero a Fini di costruirsi una verginità filo sionista (ma come?!?! L'erede dell'MSI, l'erede politico di chi firmò le leggi razziali in Italia?!?!). Ma che adesso quella stessa ricreata verginità serva per traghettare nel dna democratico di questa nazione quei fascisti dei repubblichini è un'idea che mi fa vomitare, capace da sola a far risorgere dalle tombe i tanti partigiani che, come zombie, spazzeranno via questi fascisti furbetti e vigliacchi. Solo che stavolta spazzeranno via anche noi visto che ce ne stiamo con le mani in mano indifferenti a tanto scempio della storia della giustizia, della verità.
Non mi sono mai vergognato quanto oggi di essere italiano.
La canzone dell'estate, l'album dell'estate, il video dell'estate (lo davano prima di onguno dei film proiettati al Village di quest'anno...), da continuare a ballare anche in autunno, in inverno... fino all'estate prossima...
What are you waiting for? Nobody’s gonna show you how Why work for someone else To do what you can do right now?
Got no boundaries and no limits If there’s excitement, put me in it If it’s against the law, arrest me If you can handle it, undress me
Don’t stop me now, don’t need to catch my breath I can go on and on and on When the lights go down and there’s no one left I can go on and on and on Give it to me, yeah No one’s gonna show me how Give it to me, yeah No one’s gonna stop me now
They say that a good thing never lasts And then it has to fall Those are the the people that did not Amount to much at all
Give me the bassline and I’ll shake it Give me a record and I’ll break it There’s no beginning and no ending Give me a chance to go and I’ll take it
Don’t stop me now, don’t need to catch my breath I can go on and on and on When the lights go down and there’s no one left I can go on and on and on
Give it to me, yeah No one’s gonna show me how Give it to me, yeah No one’s gonna stop me now
[Pharrell:] Watch this
Get stupid, get stupid, get stupid, don’t stop it (what?) Get stupid, get stupid, get stupid, don’t stop it (what?) Get stupid, get stupid, get stupid, don’t stop it (what?) Get stupid, get stupid, get stupid, don’t stop it
Get stupid, get stupid, get stupid, don’t stop it (to the left, to the right, to the left, to the right) Get stupid, get stupid, get stupid, don’t stop it (to the left, to the right, to the left, to the right) Get stupid, get stupid, get stupid, don’t stop it (to the left, left, right, right, left, left, right, right) Get stupid stupid stupid stupid stupid stupid stupid… (left, left, right, right, left, left, right, right)
Don’t stop me now, don’t need to catch my breath I can go on and on and on When the lights go down and there’s no one left I can go on and on and on
Give it to me, yeah No one’s gonna show me how Give it to me, yeah No one’s gonna stop me now
You’re only here to win Get what they say? You’re only here to win Get what they do? They’d do it too If they were you You done it all before It ain’t nothing new
You’re only here to win Get what they say? You’re only here to win Get what they do? They’d do it too If they were you You done it all before It ain’t nothing new
Give it to me, yeah No one’s gonna show me how
Give it to me, yeah No one’s gonna stop me now Give it to me, yeah No one’s gonna show me how Give it to me, yeah No one’s gonna stop me now
Questa volta vi propongo la versione francese de "Un colpo al cuore"
che diventa "Un coeur en larme". "Un colpo al cuore" è stata incisa e interpretata dal vivo da Mina innumerevoli volte. La mia preferita è quella da "Senza rete" .
Sentite che fiato ha Mina in questo brano e la calma con la quale affronta l'esecuzione. Notate come allunga la parola "cuore" in "cuo-uo-u-reeee, subito prima del ritornello, come le fece notare una volta Sandro Ciotti in un'intervista...
Mina è un vero animale del canto e prende pozione contro il playback, una delle poche, allora come ora, a poterselo permettere... Da notare, infine, che Massimiliano Pani rompeva i maroni già all'epoca...
E visto che parliamo di interviste, vi propongo quella, famosissima, fatta a Mina da Mario Soldati, un reazionario che è sempre piaciuto a tutti, anche a sinistra, tranne a me. Sentite come redarguisce Mina, come la considera una ragazzina che canta canzonette, in un mondo disgustoso... L'intervista è quella famosa sulla lettura (o come dice Soldati, sbagliando, sul "leggere").
Soldati le dà del lei, le chiede che studi ha fatto (a una cantante? Ma come ti permetti!!!). Mina fuma e gioca con la sigaretta, pronta a difendersi dagli affondi del padre-padrone... Quando Mina gli dice che lei legge esclusivamente Paperino (sic!) a Soldati iene un coccolone (poteva anche rimanerci per quanto mi riguarda) e le dice "come proprio quello contro il quale ci siamo scagliati!!!" Il deficiente (detto con l'inflessione di Patty Pravo nella canzone Autostop) infatti si era scagliato contro quella cultura bassa cui, pochi anni dopo, darà il giusto peso (senza esagerare) Umberto Eco...
Come mi ricorda Tamara, qualcun altro si era già accorto della pedanteria di Soldati e aveva fatto una splendida parodia delle sue interviste. Sto parlando (grazie Tam!) di Tognazzi e Vianello nel celebre sketch del "Troncio" in Uno, Due, Tre! (e non Stasera Rita, come erroneamente riportato nella clip).
Ma passiamo ad altre chicche, sempre in francese, questa volta grazie a Minafan51 che su Youtube ha uplodato dei video fantastici.
Conoscevo l'origine francese (Comme un arc-en-ciel) di Racconto ma non ero mai riuscito ad ascoltare la versione originale. Ora scopro che la stessa Mina la ha incisa in francese... Ed è una gioia ascoltargliela cantare...
Minafan51 ci regala altre perle rare.
Duex pout-etre trois, versione francese di Due o forse tre, grandiosa canzone è tratta da uno degli album da me preferiti di Minona nostra, quel Mina "R" che già ho citato tante volte. Altro brano, per questo magnifico album in francese che adorerei possedere, del quale Minafan51 ci riporta la track list.
1.Comme un homme (Come un uomo) 2.Pour en finir ... (L'importante è finire) 3.Cigarette 4.Ensemble (Distanze) 5.Et puis.. (E poi) 6.Deux peut etre trois (Due o forse tre) 7.Comme un arc-en-ciel (Racconto) 8.La chiromancienne (Caravel) 9.Lumière (Nuur) 10.Rien que vous (Solo lui)
E mentre, come un'onda inarrestabile, basata su un'eco emotiva coltivata sul pressoché totale analfabetismo scientifico di chi scrive (cazzate) sulla rete (per tacer dei giornalisti e di sedicenti scienziati), a proposito di uno degli esperimenti (sono sei) che verranno effettuati quando il LHC (Large Hadron Collider) entrerà in funzione, leggo da più parti la stessa domanda, fatta già 9 anni fa da una voce autorevole, una vera giornalista che, ahilei, è digiuna di qualunque conoscenza scientifica.
La domanda è: ma a cosa servono questi costosissimi esperimenti? Non contribuiscono a salvare dal cancro o dal buco dell'ozono, o dall'inquinamento...
E mentre gli scienziati più giovani del CERN (Centro europeo per la ricerca) hanno messo in rete un video che a tempo di rap racconta l'esperimento e rassicurare la gente (fonte La repubblicadel 5 sett)...
...e Marco nel mio post precedente dedicato al LHC risponde nei commenti a questa domanda, dimostrando che anche in passato esperimenti apparentemente privi di effetti pratici hanno avuto effetti positivi per l'Uomo, volevo riflettere su questa domanda, sulla sua natura profondamente reazionaria, misoneista, oscurantista, antiscientifica.
A che serve una canzone? O un quadro? Un film? Contribuisce alla ricerca sul cancro un romanzo? E un nuovo videogioco? Una consolle di gioco? Una bella fotografia? La divina commedia? Una scultura di Rodin? Allora rinunciamo a tutte queste cose?
Che cosa significa questo ipocrita e ridicolo utilitarismo?
La ricerca teorica produce Conoscenza, che dovrebbe essere il massimo fine dell'uomo, perché la conoscenza emancipa.
Se tutti quelli che, leggendo le ecolalie di qualche "giornalista" si sono lasciati convincere dalle sue cazzate, avessero avuto un minimo di conoscenza scientifica, si sarebbero sottratti all'umiliazione intellettuale di scrivere sciocchezze, non si sarebbero fati prendere per i fondelli, sarebbero stati più liberi, perché avrebbero saputo.
Invece non solo non sanno nulla ma vorrebbero far sprofondare la Terra nella stessa ignoranza in cui vivono loro, più o meno ignari, più o meno fieri di non sapere...
Trovo davvero umiliante dover rispondere alla domanda di chi, come Milena Gabelli, apre bocca senza aver collegato prima il cervello e chiede: Ma quali benefici usciranno da queste collisioni? Riuscirete a trovare il modo di sconfiggere il cancro? O di risolvere il problema energetico?.
L'unica risposta seria che mi viene in mente è: e tu, cara Milena, col tuo programma Report riuscirai a trovare il modo di sconfiggere il cancro? O di risolvere il problema energetico?
Se questi sono gli esseri umani del 2000 varrebbe davvero la pena che un buco nero ci risucchiasse tutti quanti...
Era il 1985. Dopo scuola, nell'unico giorno in cui avevo il turno di pomeriggio, mi ero recato al Pantheon. Avevo appuntamento con un mio omonimo, per andare a cena da lui, in quel di Boccea. Ricordo un viaggio interminabile, un autobus affollatissimo, l'entusiasmo di Tamara, una ragazza bella e strana, intelligente e sofisticata, che mi ricordava Audrey Hepburn, minuta come lei. A casa di Alessandro una madre molto giovane, poco convenzionale, come quelle di certi film, che nascondono qualche segreto agli occhi dei bempensanti, più alcuni strani amici. Strano agli occhi di un parvenue delle frequentazioni amicali come il sottoscritto. Manuela, una ragazza altissima e massiccia, con un viso irregolare, enormi occhialoni e un osceno ombretto celeste che non permetteva di essere preso sul serio. Adriano il ragazzo di lei, nero, vistosamente effeminato (non esattamente checca semplicemente costantemente esageratamente platealmente eternamente sopra le righe).
Una cena informale, un piatto di pasta, un amico ritardatario, arrivato un attimo prima che mettessimo mano alle forchette, l'imbarazzo dei nostri ospiti, madre e figlio, un piatto in più ricostituito da qualche forchettata generosa cui tutti contribuimmo per il ritardatario, il cui nome era, indovinate? Sì, Alessandro!
Un gruppo di amici che frequentai tutte le sere da ottobre a dicembre di quell'anno. Tutte le sere, SEMPRE, tranne la vigilia di Natale.
Manuela abitava dietro casa mia (toh, la coincidenza...) mi riaccompagnava in macchina, nonostante fosse più grande di me aveva il coprifuoco a mezzanotte, per quell'ora rientravo in casa...
Una pletora di conoscenze lì, alla piazza del Pantheon, uscite da un romanzo pretenzioso e stereotipato, la figlia minorenne di un plenipotenziario del petrolio, che esce in incognito dall'albergo, vestita da uomo ("cheeee?" Fa Adriano, "sei una donna?!?") un giovane gigolò per signore che girava in Ferrari (all'epoca si poteva raggiungere la piazza in macchina...) che veniva a trovarmi di tanto in tanto perché mi trovava "simpatico", una vecchina che vendeva rose, cui, a turno, ogni sera, offrivamo un caffè e, più raramente, un tramezzino, noi perennemente a corto di soldi, quei pochi che avevamo messi in cassa comune per le sigarette, qualche caffè per noi (si veniva in piazza presto, verso le 20.00, ma dopo cena...) e rari hamburger e patatine che mangiavamo in un piccolo locale vicino al Corso. I metallari che occupavano un altro lato della scalinata che circonda la fontana di fronte il Pantheon, dove un paio di volte incontrai Sibilla, la mia amica compagna, quella che odiava il jazz perché "borghese" e pensava che mandare qualcuno a fare in culo fosse offensivo per gli omosessuali (!!!).
Una sera che i due Alessandri mancavano all'appello e Tamara non era potuta venire, una sera particolarmente grigia, non fredda, ma già invernale, essendo ancora in pieno autunno, in una piazza vuota e dall'aria dimessa, come un teatro chiuso, un palcoscenico vuoto che porta solo l'eco di quel che normalmente lì prende luogo, ci ritroviamo soli io, Manuela e Adriano. C'è il ragazzo solitario, che qualche volta si mette in un angolo della scalinata a leggere dei libri in francese, che piace ad Alessandro "mio fratello", il ritardatario di quella cena di un mese prima, soprannominato così per distinguerlo dall'altro Alessandro, detto "quello alto", ("mio fratello" perché ci somigliavamo davvero e tutti ci chiedevano se fossimo fratelli), io sono "il cappellaio" per via della collezione di cappelli che sfoggio) e, visto che "Mio fratello" quella sera non c'è, non è proprio a Roma, è tornato a Stia, un paesino nel toscano, quel ragazzo francese è un po come se sopperisse alla sua mancanza, testimoniasse la sua assenza, me lo facesse sentire un po lì con noi... Vorrei conoscerlo, eventualmente parlargli, ma data la mia timidezza cronica mi limito a esprimere quel desiderio a Emanuela, che lo dice ad Adriano il quale, senza battere ciglio dice:"che problema c'è?" e va da quel ragazzo, seduto a 10 metri da noi, e gli dice: "Ciao, il mio amico ti vuole conoscere ma è troppo timido per attaccare bottone". Io sono abbracciato a Emanuela e devo fare uno sforzo per girarmi verso di loro e dire, con un filo di voce "ciao" invece di correre verso largo Argentina, come nei cartoni animati, le braccia protese in avanti. Dice di chiamarsi Patrick (con l'accento sulla a e non sulla i sebbene sia un nome francese), di essere belga, "conosci Bruxelles? La sede della Comunità europea?". Patrick parla l'italiano senza il minimo accento. Mi racconta di Bruxelles, dei suoi studi di cinema, della sua ragazza di origini italiane, della rivista che sta per pubblicare in Italia. E' l'inizio di una grande amicizia, di una fonte inesauribile di cultura mitteleuropea, di film francesi e belgi, di politica, di storia e di musica (cui fino a quel momento aveva contribuito Tamara). Grazie a Patrick (che abita vicino casa mia, non quanto Manuela, ma a poche fermate d'autobus) conosco Michel Jonasz e Maurane.
Ricordo l'alba di una mattina di maggio, eravamo a bordo della sua Colt Mitsubishi (una delle 15 immatricolate in Europa, d'importazione nipponica) bianca, dall'abitacolo fantascientifico (e dal sedile posteriore con un buco da sigaretta da me causato...). Eravamo usciti la sera prima (gli incontri al Pantheon erano ormai un ricordo lontano, "Quello alto" era scomparso, "Mio fratello" era tornato a Stia, Tamara era alle prese con i suoi problemi familiari, Emanuela, lasciata da Adriano, dato che vedere me le ricordava troppo lui mi aveva dato il benservito), e stavamo così bene insieme a parlare di tutto, dalla letteratura al cinema, dalla politica ai sentimenti, dall'essere vegetariani (Patrick lo era io lo sarei stato per qualche mese tempo dopo...) all'imminente rivista che stava per uscire che non eravamo rinetrai ma avevamo deciso di proseguire la serata girando per Roma, cercando tutti posti che alle 4 del mattino possono offrirti quacosa di caldo e venderti un pacchetto di sigarette. Eravamo finito al Gianicolo. Immaginatevi Roma che si risveglia e in sottofondo Danser di Maurane che fa da colonna sonora di un film che può sentire anche il protagonista e gli sembra la cosa più naturale di questo mondo. Io, che non so più se devo considerare quel momento ancora come la sera precedente o un nuovo giorno, chiedo, faceto: che giorno è oggi? Ieri o domani?.
Uno degli attimi più belli della mia vita.
Ero giovane, mi sentivo cosmopolita, affrancato da una Roma ancora un po' provinciale e da una vita misera da studente liceale tropo cresciuto (al quinto anno, ma in realtà al settimo) ancora irrimediabilmente timido. Eppure avevo trascorso la note a discorrere di tutto e ascoltavo musica che in Italia non era distribuita.
Ogni volta che ascolto Danser mi fa tornare ancora in quellos tato d'animo. Mentre la riascoltavo ieri sera, facendola sentire a Silvio sul quale non sortiva lo stesso effetto che aveva sortito, all'epoca,a su di me, mi sono ritrovato a pensare, grazie a dio (è un modo di dire...) sono ancora vivo e posso ancora ascoltare questa canzone. E mi sono reso conto che mi ero dimenticato di quanto fosse bello essere al mondo...
Siamo già arrivati alla settima stagione. Non ricordo quando abbiamo iniziato, mi sembra ieri, ma un po' di tempo dobbiamo avercelo messo, anche perché Silvio non supera il dosaggio di un episodio per sera mentre io, l'ingordo, ero abituato a ben altri dosaggi...
Ogni volta che riguardo la serei maledico sempre di più l'adattamento italiano dei dialoghi, che ha fatto del telefilm un vero e proprio scempio. Stasera abbiamo visto il quinto episodio nel quale, in un FB, Anya canta una nuova canzone che va a unirsi al corpus di quelle del magnifico episodio della sesta Once More, With Feeling. E' un brano splendido, più classico rispetto quelli dell'episodio-Musical.
Mi ha fatto uno strano effetto riascoltarlo. Di nostalgia. Ma non so di cosa. Di accettazione di fatti accaduti, che non si possono modificare... Chi mi conosce bene può arrivare a capire quello che, per la prima volta dopo tre anni e più, mi sono finalmente rassegnato a constatare. Anche dopo Da. ho continuato a vivere...
ROMA - Un sedicenne di origine romene è stato arrestato dai carabinieri di Ostia con l'accusa di estorsione. Il giovane chiedeva soldi alla sua ragazza di dodici anni per non diffondere le foto che la ritraevano a seno scoperto. La denuncia è arrivata dai genitori della giovane, accortisi della sparizione del denaro.
Secondo le prime ricostruzioni il ragazzo, che vive a Roma con genitori entrambi regolari e occupati, avrebbe scattato delle foto con il cellulare alla sua ragazza. Gli scatti, in cui la giovane è immortalata a seno nudo, sono stati poi usati come arma del ricatto: o la dodicenne gli portava regolarmente dei soldi, oppure le foto sarebbero state rese pubbliche, fatte vedere agli amici della giovane e forse addiritura pubblicate su internet. Ad accorgersi del crimine sono stati i genitori della minorenne, che hanno notato dei continui ammanchi dalla cassa della loro attività commerciale ed hanno subito presentato denuncia ai carabinieri.
Il romeno, su decisione del Tribunale dei Minori, è adesso sottoposto a misura cautelare e si trova in una comunità per minori. Dovrà rispondere dell'accusa di estorsione.
Ecco che le origini ritornano in auge, appena si tratta di un fatto negativo...
La repubblica peggio di Leggo che dà sul caso maggiori informazioni.
Il ragazzo, un 16enne romeno abitante ad Acilia, figlio di genitori che sono regolari lavoratori e incensurati (...) è in stato di arresto per estorsione e si trova in un centro di prima accoglienza. Lo hanno bloccato i carabinieri di Ostia su esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice del Tribunale dei minorenni, al termine di un’indagine avviata a seguito di una denuncia da parte dei genitori della 12enne. (...) Gli inquirenti hanno verificato che il romeno non è un nomade e che i suoi genitori, pur se non benestanti, gli permettevano di avere uno stile di vita dignitoso e il più possibile alla pari rispetto ai coetanei.
Anche se i toni razzisti dell'articolo sono peggiori di quelli di Repubblica
Quelle fotografie, aveva spiegato la 12enne ai genitori, il romeno gliele aveva scattate a inizio estate con il telefonino e lei aveva ceduto fino a quel momento al ricatto per il terrore di diventare lo zimbello della zona. La ragazzina e il romeno, infatti, avevano amici in comune e si erano “fidanzati” ad aprile proprio dopo essersi conosciuti frequentando la stessa comitiva.
Odio i giudizi impliciti dati dall'uso proditorio di aggettivi e parole virgolettate. Ieri i "fidanzatini" (ma lui aveva 19 anni) oggi fidanzati (e lui ne ha 16). Ieri i giostrai oggi il romeno.
Con la divisa ha fatto la sua fortuna, vincendo a New York il concorso gay del "più bello in divisa" e posando in uniforme per la rivista Clubbing. Ma il comportamento Fabrizio Caiazza, vigile milanese 33enne, non deve essere proprio piaciuto ai suoi superiori. Caiazza sarà infatti giudicato dalla commissione disciplinare.
L'omofobia, però, qui non c'entra nulla. «Nessuna discriminazione perché gay - ha spiegato il vicesindaco Riccardo de Corato commentando la notizia -. L'intervento della commissione è inevitabile anche per l'uso di materiale fotografico del Comando senza permesso».
Poi De Corato ha aggiunto: «Un agente della Polizia Municipale, come qualsiasi altro dipendente comunale che voglia partecipare a una pubblica manifestazione con la divisa deve prima chiedere l'autorizzazione al proprio superiore. Pertanto il comportamento del vigile che ha partecipato in divisa ad un concorso di bellezza senza il permesso del suo superiore sarà valutato in sede di commissione disciplinare comunale».
Fabrizio Caiazza ha comunque ammesso la sua «leggerezza» nel farsi fotografare in divisa senza l'autorizzazione e ha smentito di avere sfilato a New York: «Il concorso non richiedeva la presenza fisica». «Per non creare problemi - ha aggiunto - ho anche rifiutato una partecipazione all'Isola dei Famosi. Il mio lavoro non è fare il modello ma il poliziotto e la mia professione non la metterei a repentaglio per nessun motivo».
Nulla da eccepire. Ma perché, allora, ieri il corsera pubblica inopinatamente l'opinione di una "collega" del vigile
«Ognuno è libero di avere le tendenze sessuali che più gli aggradano — spiega una vigilessa che conosce bene Fabrizio — ma quando si è un pubblico ufficiale non si può andare a un concorso per gay con addosso la divisa. È un modo per screditare l'intero corpo».
senza commentare in alcun modo quelle affermazioni?
E perché oggi su quella testata non c'è traccia della rettifica?