21 ottobre 2009
Cronache dal festival 5
Bancs publics (Versailles rive droite) (Francia, 2009) di Bruno Podalydès è un film corale, una commedia mesta e comica girata con molta classe e amore per il cinema, che racconta della solitudine e delle vite piccolo borghesi che tutti quanto conduciamo. Un film dal cast immenso (c'è pure Catherine Denevue) dai mille risvolti, da vedere e rivedere. Tra gli attori il bel (una volta) Hyppolyte Girardot (il terzo da destra) che ricordiamo nell'pera prima di Eric Rochant Un monde sans pitié del lontano 1989...
Poi è stata la volta di Tokyo Ningen Kigeki (Giappone, 2009) di Koji Fukada, che racconta, à la maniére di Rohmer, le vite di alcuni personaggi nella Tokyo di oggi. Tre episodi, il gatto bianco, la fotografia e ...non lo so perché sono uscito dalla sala alla fine del secondo episodio, in ognuno dei quali una verità, un fato imprevisto colpisce nell'apparente banalità del presente. Girato bene, ben costruito, mi dava fastidio solo il formato, un HD con problemi evidenti durante le panoramiche della mdp, pardon, telecamera.
Me ne sono uscito prima per seguire il mio intuito e andare a vedere un film svedese che mi solleticava.
Prinsessa (Svezia. 2009) di Teresa Fabik. Un film intelligente, come tutti quelli made in Svezia. Storia semplice (una ragazza grassa vuole fare l'attrice) nella sua essenzialità con finale a sorpresa... con tanto di coming out dell'amico (carino e fidanzato).
Il film è pieno di cura per i dettagli non propone lieti fini all'americana e invita tutti ad essere se stessi... Un film godibile che, ovviamente, non ha ancora una distribuzione italiana...
Poi è stata la volta di Tokyo Ningen Kigeki (Giappone, 2009) di Koji Fukada, che racconta, à la maniére di Rohmer, le vite di alcuni personaggi nella Tokyo di oggi. Tre episodi, il gatto bianco, la fotografia e ...non lo so perché sono uscito dalla sala alla fine del secondo episodio, in ognuno dei quali una verità, un fato imprevisto colpisce nell'apparente banalità del presente. Girato bene, ben costruito, mi dava fastidio solo il formato, un HD con problemi evidenti durante le panoramiche della mdp, pardon, telecamera.
Me ne sono uscito prima per seguire il mio intuito e andare a vedere un film svedese che mi solleticava.
Prinsessa (Svezia. 2009) di Teresa Fabik. Un film intelligente, come tutti quelli made in Svezia. Storia semplice (una ragazza grassa vuole fare l'attrice) nella sua essenzialità con finale a sorpresa... con tanto di coming out dell'amico (carino e fidanzato).
Il film è pieno di cura per i dettagli non propone lieti fini all'americana e invita tutti ad essere se stessi... Un film godibile che, ovviamente, non ha ancora una distribuzione italiana...
cronache dal festival 4
Lunedì è stata una giornata poco proficua. Alle 15 un film che aveva le sembianze e la durata di uno sceneggiato tv. Popieluszko. Wolnosc jest w nas (Polonia,2009)di Rafal Wieczynski, durata 149 minuti,racconta le sorti di padre Popieluszko che Nella sua attività pastorale portò la sua opera presso i lavoratori siderurgici, e si unì ai lavoratori del sindacato autonomo Solidarnosc avverso al regime comunista.
Fu inizialmente minacciato e invitato al silenzio da parte del ministero dell'interno polacco, e il 13 ottobre 1984 fu coinvolto in un incidente stradale dal quale però uscì illeso. Il 19 ottobre 1984, di ritorno da un servizio pastorale, fu rapito e ucciso da parte di tre funzionari del ministero dell'interno, e il suo corpo fu ritrovato il 30 ottobre nelle acque della Vistola vicino a Włocławek. La notizia dell'assassinio causò disordini in Polonia, e gli autori dell'omicidio furono giudicati colpevoli e condannati a 25 anni di carcere. Ai funerali parteciparono più di 250000 persone, compreso il leader di Solidarność Lech Wałęsa. (fonte Wikipedia
Ora il film è avvincente nel ricostruire le vicende di Don Jerzy, manca però il contesto politico, sociale, storico. Si sa solo che i cattivi sono i comunisti e i buoni i preti. Tanto per dire una il pubblico ministero che va contro gli scioperi èp fatto interpretare a una cozza come a dire i cattivi sono brutti e si vede (magari fosse così semplice).
Volevo sapere di più di Solidarność e della storia recente della Polonia ma il film non va al di là dell'agiografia, quindi, quando avrò tempo, dovrò documentarmi altrove.
Proiezione importante, con alta presenza di prelati e dello stesso Lech Wałęsa...
Sono corso via prima della fine (mancavano 5 minuti di film) per non perdere quello successivo, che è iniziato appena mi son seduto in poltrona (Cari, aspettavate me?!?!).
Bunny and the Bull (GB, 2009) di Paul King è un film a basso budget che racconta una storia on the road (e in flash-back) in digitale ricostruendo scenografie con modellini e disgeni dando al film un preciso stile grafica giustificato dalla storia (il FB è un "delirio" del protagonista talmente traumatizzato da qualcosa, che scopriremo solo ala fine, da non riuscire più ausicre di casa da un anno).
Lo stile e l'arredamento della casa ricordano certi film dei Monty Phyton (o di Terry Gilian) parte ala grande poi si banalizza un po' quando comincia la storia d'amore. Ma il film è coerente,e girato benissimo, recitato altrettanto bene ed è un spasso vederlo.
Una anteprima assoluta. In patria uscirà a Novembre.
Poi avrei dovuto vedere un film italiano ma in sala non c'è più posto (se solo ce lo avessero detto 10 minuti prima vorrei potuto vedere un altro film...) e invece di aspettare due ore e mezzo l'ultimo film della giornata richiamo Silvio dal quale mi ero appena accomiatato e siamo tornati a casa insieme. Un po' di relax e una cena vera, al calduccio di casa. Ed ecco andato un altro giorno di questo festival.
Fu inizialmente minacciato e invitato al silenzio da parte del ministero dell'interno polacco, e il 13 ottobre 1984 fu coinvolto in un incidente stradale dal quale però uscì illeso. Il 19 ottobre 1984, di ritorno da un servizio pastorale, fu rapito e ucciso da parte di tre funzionari del ministero dell'interno, e il suo corpo fu ritrovato il 30 ottobre nelle acque della Vistola vicino a Włocławek. La notizia dell'assassinio causò disordini in Polonia, e gli autori dell'omicidio furono giudicati colpevoli e condannati a 25 anni di carcere. Ai funerali parteciparono più di 250000 persone, compreso il leader di Solidarność Lech Wałęsa. (fonte Wikipedia
Ora il film è avvincente nel ricostruire le vicende di Don Jerzy, manca però il contesto politico, sociale, storico. Si sa solo che i cattivi sono i comunisti e i buoni i preti. Tanto per dire una il pubblico ministero che va contro gli scioperi èp fatto interpretare a una cozza come a dire i cattivi sono brutti e si vede (magari fosse così semplice).
Volevo sapere di più di Solidarność e della storia recente della Polonia ma il film non va al di là dell'agiografia, quindi, quando avrò tempo, dovrò documentarmi altrove.
Proiezione importante, con alta presenza di prelati e dello stesso Lech Wałęsa...
Sono corso via prima della fine (mancavano 5 minuti di film) per non perdere quello successivo, che è iniziato appena mi son seduto in poltrona (Cari, aspettavate me?!?!).
Bunny and the Bull (GB, 2009) di Paul King è un film a basso budget che racconta una storia on the road (e in flash-back) in digitale ricostruendo scenografie con modellini e disgeni dando al film un preciso stile grafica giustificato dalla storia (il FB è un "delirio" del protagonista talmente traumatizzato da qualcosa, che scopriremo solo ala fine, da non riuscire più ausicre di casa da un anno).
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