Era il 1968. Avevo 3 anni e questa canzone, cantata da Dionne Warwick mi atterrò come un treno in corsa.
Non cantavo altro (oltre A chi di Leali), seduto per terra, in cucina, mentre, per mimare il giradischi, facevo ruotare pentole e tegami agganciandole con un dito per uno dei due manici...
Poi, crescendo, questa canzone ha smesso di comunicarmi quel che mi diceva alora. Non più birvidi, non più emozione, quasi nulla.
Così quando la sentii cantata da Mina non mi mosse granché e capii che, crescendo, i gusti cambiano.
Poi mi è capitato per caso di ascoltare la versione di Gilda Giuliani
e grazie alla sua voce, grazie alla sua interpretazione mi sono ritrovato di nuovo bimbo di tre anni.
13 agosto 2010
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