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Sono andato a vedere Stella (Francia, 2008) di Sylvie Verheyde, uno dei rari film francesi che arrivano, di tanto, in tanto, in Italia, presentato alla 65° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Giornate degli Autori – Venice Days.
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Tra gli attori, in un ruolo minore, c'era Guillaume Depardieu, dal viso scavato e provato nonostante i suoi 37 anni a causa delle droghe e dell'alcool che assumeva.
Guillaume è morto il 13 ottobre dello scorso anno e nonostante sia stato consigliato da Tamcra di non parlarne, perché rischio di trasformare il mio blog in una serie di post-necrologi, non posso non esprimere il mio sconcerto per questa morte improvvisa, a soli 37 anni, e non posso non esprimere pietà e dispiacere per una vita tormentata fatta di droga, di galera (a 17 anni per possesso di eroina), per incidenti di moto (nel 95, in seguito al quale aveva contratto una infezione da stafilococco che lo farà soffrire fino a costringerlo nel 2003 a prendere la decisione di amputare la gamba sopra il ginocchio...) ma anche di impegno per denunciare la malasanità francese (10 mila casi di infezioni all'anno..) e di lavoro come attore, fino alla fine (è morto di polmonite fulminante durante le riprese di un film).
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Me ne resto basito a pensare a lui che non c'è più e che è una gran fortuna per ogni attimo che strappo alla morte che incombe, è dietro l'angolo e ci aspetta tutti, prima o poi...
Perché come dice va Totò oggi a te, domani a lui! (Grazie Tam!)
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