In realtà si tratta di 3 racconti originariamente pubblicati dal Van Vogt fra il luglio 1939 ed il maggio 1943, poi rielaborati completamente con l'aggiunta di una quarta storia, edito nel 1950 in Canada con il titolo The Voyage of the Space Beagle.
I 3 racconti sono
"Black Destroyer", pubblicato nel luglio 1939 sulla rivista di fantascienza Astounding (in italiano col titolo Coerl)
"War of Nerves", pubblicato nel maggio 1950 sulla rivista di fantascienza Other Worlds (il racocnto scritto ad hoc per l'edizione in volume, in italiano col titolo Riim)
"Discord in Scarlet", pubblicato nel dicembre 1939 su Astounding — il secondo racconto di fantascienza in assoluto dato alle stampe da Alfred Elton van Vogt (ora col titolo Ixtl)
"M33 in Andromeda", pubblicato nell'agosto 1943 sempre su Astounding (ora col titolo Anabis),
Le 4 storie sono ambientate sull'astronave astronave Beagle come il brigantino che ospitò Charles Darwin nel suo celebre viaggio naturalistico che svolge una missione pluriennale alla ricerca di mondi sconosciuti e di forme di vita aliene (vi ricorda qualcosa?).
A bordo dell'astronave che ha migliaia di persone per equipaggio c'è anche Grosvenor, capo dipartimento del connettivismo (connexialism) cioè una interdisciplinarità ante litteram). Grosvenor cioè ha competenze in varie discipline e la capacitò di interconnetterle. Nel sistema gerarchico della nave (dove a seconda dell'importanza si ha una diversa priorità per comunicare con gli ufficiali di plancia), Grosvenor ha un livello basso (a significare il poco conto cui è tenuta sua disciplina) eppure è sempre lui a salvare l'astronave da situazioni diversissime di pericolo...
Van Vogt è un genio capace di pensare storie complicatissime con continui compi di scena e ribaltamenti narrativi, forse conosciuto ai più per le sue vicissitudini con Hubbard (sì proprio quello di Dyanetics) cui contribuì, credendo veramente nella scientificità delle premesse, al suo metodo,soprattutto per quanto riguarda una psicologia non aristotelica (una splendida trilogia detta del Non-A si basa propri su questi concetti).
Questa nuova edizione contiene la solita traduzione di Sebastiano Fusco che però presenta qualche differenza rispetto l'edizione Newton Compton del 1994 e quella di Fanucci (che mi regalò mia madre comperandola da Feltrinelli) del 1989 (che non riporta il traduttore ma è sicuramente di Fusco, la collana è a cura di Gianni Pilo che firma insieme a Fusco la collana Newton Compton).
Sul bel blog della Mondadori dedicato al mondo Urania c'è chi si lamenta per questa quinta ristampa in casa Mondadori del romanzo
non posso che constatare che si crea un “pericoloso precedente”: la quinta ristampa!
Crociera nell’infinito era infatti già apparso come Urania 27 (10/11/1953) e 312bis (7/1963), come Classici Urania 22 e nel Millemondi 19 (3/1999), con copie anche piuttosto facilmente reperibili nel mercato dell’usato.
Io sono felice che sia riuscito e vi invito a comperarlo e, soprattutto, a leggerlo!
Se non vi piace vi rimborso la spesa!
Le foto di copertina sono tratte dal sito www.mondourania.com