Ieri sera ho partecipato alla prima riunione aperta a tutti del gruppo autoconvocato
We have a dream.
Un gruppo composto da una compagine compatta negli orientamenti sessuali, moltissimi gay, poche lesbiche, una trans e un intersessuale, molto variegata nella provenienza politica, dal Pd a Sinistra critica, dalle associazioni di categoria ai collettivi universitari, ai singoli indipendenti come il sottoscritto, ma determinata nel partecipare a un movimento autoconvocato, spontaneo, dal basso, senza bandiera alcuna, oltre la rainbow...
Come anticipato in un commento a un post precedente (in risposta a Marco, anche lui ala riunione) io son andato per proporre al neonato movimento di estendere l'intervento politico ad alcuni
issue fondamentali nell'attuale quadro politico: violenza alle donne, tagli al FUS, precariato alla scuola...
Le risposte alla mia proposta divergevano di molto dal punto di vista ideologico.
C'era chi (appartenente al direttivo di una delle associazioni di categoria) faceva emergere la miope e perdente strategia politica ("sai, fuori di qui mi occupo di tante cose, mi sono iscritto anche al wwf, ma quando faccio politica la faccio sule questioni gay).
Miope e anche paternalistica, perché adduceva l'ecologismo come contributo importante ma marginale alla
causa gay facendo finta di dimenticare (o nascondendo apposta) come hanno fatto sempre le associazioni, che spesso la causa gay è facilmente estendibile anche ad altre categorie, come nel caso dei Dico o dei diritti civili che non riguardano solo le persone omosessuali ma anche quelle etero (osservazione alla quale in passato mi si è sempre risposto
a noi non interessano gli etero loro se vogliono possono sposarsi noi no... risposta che, in sostanza, per la sua miopia politica, mi ha sempre tenuto lontano).
Altri erano d'accodo con me ma a vedevano le cose dal lato opposto cioè, più o meno non andare "noi" da "loro", ma invitare gli altri a sostenere la nostra causa (c'era chi lamentava una scarsa affluenza di etero alla fiaccolata di venerdì 4). E' ovvio che lo scambio deve essere da entrambi i sensi. In realtà dicevamo la stessa cosa solo che lui preferirva perorare la nostra causa presso altri io preferivo perorare
chez nous cause
altre (non proprio la stessa cosa ma almeno due cose complementari...).
Le donne (poche) erano più d'accordo con la mia proposta anche se mi facevano giustamente notare che prima bisogna consolidare il movimento e poi quando avrà una sua fisionomia precisa far contare la nostra presenza anche in altri ambiti di protesta. E su questo si era tutti d'accordo. Quindi proposta accettata o meglio rimandata a consolidamento avvenuto...
Nessuno aveva posizioni dogmatiche e l'aria che si respirava era di un confronto diretto, onesto e mediatore tra persone che hanno voglia di fare politica nonostante le differenze ideologiche.
Un punto è stato ribadito con fermezza che il movimento nato da singoli cittadini e non da associazioni (coinvolte in una guerra feroce e
sororocida dissennata, che caratterizza noi italiani sin dai tempi di Dante) o partiti, e vuole distinguersi per la sua autonomia da ogni bandiera esistente, per costituirsi come gruppo dal basso che possa diventare un interlocutore delle varie associazioni.
Se le associazioni rappresentavano la comunità, questa delega è stata loro tolta, ora la comunità parla da sé, autonomamente, in un movimento senza gerarchia (non ci sono direttivi né presidenti) (il che non esclude una suddivisione dei compiti meramente operativa) che è capace di muoversi ed essere presente sul territorio in vari modi. Questo nel riconoscimento dell'importanza del lavoro svolto dalle associazioni (soprattutto in ambito di servizi offerti) che però d'ora in poi parleranno a nome dei loro iscritti e non di tutta la comunità.
Come per la riunione di ieri (aperta davvero a tutti anche a chi vuole solo ascoltare) la prossima riunione (salvo rettifiche) si svolgerà lunedì 14, dalle 20 alle 22 (anche se ieri abbiamo concluso in realtà alle 23 e 20) presso la sede romana dell'Arcigay in Via Nicola Zabaglia 14.
Anche alla fiaccolata stanziale di venerdì 11 ognuno avrà diritto di parola, senza alcuna censura (confidando nella intelligenza di chi interverrà).
Insomma un buon inizio che spero porterà frutti maturi da cogliere e assaporare con gusto. Tutti insieme.