10 dicembre 2009

SCIOPERO GENERALE del MONDO DELLA CONOSCENZA

SCIOPERO GENERALE del MONDO DELLA CONOSCENZA

11 DICEMBRE - ROMA -ore 9 e 30 Piazza della Repubblica

Abbiamo ripreso la parola, stiamo rilanciando il movimento. E l'11 dicembre saremo tutti a Roma per dimostrarlo. Lo sciopero generale studentesco del 17 novembre e l'assemblea nazionale della ricerca e dell'università del 20 hanno ottenuto l'effetto sperato: dare la scossa a un mondo universitario che sembrava totalmente inerte e incapace di rispondere all'attacco globale portato dal governo con il nuovo ddl Gelmini.
L'assemblea nazionale ha finalmente chiuso la stagione delle ambiguità, dei tatticismi e delle sottovalutazioni, ponendo il ritiro del ddl di riforma dell'università come primo obiettivo del movimento nel suo complesso, al di là degli steccati ideologici e categoriali. Studenti, dottorandi e ricercatori hanno accettato l'invito della Federazione Lavoratori della Conoscenza della Cgil a scendere in piazza l'11 novembre a Roma, per costruire insieme un grande sciopero generale della conoscenza. L'organizzazione di piazza rifletterà da una parte l'autonomia del movimento studentesco da ogni collateralismo e dall'altra la volontà di costruire davvero una mobilitazione unitaria di tutto il mondo della conoscenza, contro il ddl Gelmini sull'università, contro il pdl Aprea sulla scuola, contro i tagli alla ricerca, contro la precarizzazione del lavoro della conoscenza.
La strada è quella che abbiamo inaugurato il 17 novembre, con una mobilitazione coordinata su tutto il territorio nazionale tra studenti medi, universitari e accademici, in grado di parlare al mondo della ricerca e in generale a tutto il paese. L'11 novembre saremo in piazza per porre la questione della conoscenza come centrale per la vita democratica e lo sviluppo economico e civile dell'Italia, per aprire una vertenza generale sul futuro, per costruire dal basso l'alternativa democratica ai provvedimenti governativi, rivendicando un nuovo welfare studentesco che garantisca a tutti l'accesso al sapere e l'autonomia di vita, nuovi modelli di partecipazione democratica nelle scuole e nelle università, una didattica di qualità per tutti e per tutte, una ricerca libera dalla precarietà e dall'invadenza dei privati. Fermiamo la Gelmini, costruiamo la riforma dal basso.

Da Isa Barzizza a Helen Martins

Nasce in Sudafrica nel 1897 nel piccolo villaggio di Nieu Bethesda nel deserto del Karroo.

Si sposa nel 1920 con Willem Johannes Pienaar un collega insegnante (lei era maestra) col quale viaggia per il Transvaal, a Cape Town, e Port Elizabeth apparendo in produzioni teatrali, finché lascia il marito in diverse occasioni prima di divorziare nel 1926, dopo che il marito l'aveva lasciata per un'altra donna. Ritornata nella usa amata Nieu Bethesda accudisce per i successivi 17 anni ai genitori. La madre muore nel 1941, il padre nel 1945. Rimasta sola con poche prospettive in un villaggio di Calvinisti bigotti fa una vita da reclusa isolata dalla comunità.
Si dà alla scultura (anche se lei non si considera un'artista) e crea delle opere magnifiche, uniche, surreali, poetiche. Considerata dai vicini più che altro un'eccentrica, continua nella sua opera finché, nel 1976, semi cieca,  si suicida bevendo della soda caustica.
Sto parlando di Helen Martins, della quale nulla sapevo fino a ierlaltro, quando sono  andato a vedere lo spettacolo (che ho recensito per teatro.org) Verso la Mecca con Isa Barizizza incentrato proprio su di lei. Non tanto sul suo essere scultrice ma sull'essere donna, in una società che relegava il femminino in angusti schemi sessisti e maschilisti, come oggi insomma.
Sul sito di teatro vi parlo dello spettacolo e della donna, qui, oggi voglio parlarvi  della scultrice.
Helen vvisse in solitudine dedicandosi alla sua arte. Pur senza fare mai mostre e accettando raramente visitatori nella sua casa (così come non fu mai influenzata dall'arte ufficiale, vivendo sempre in solitudine) anzi meravigliata che qualcuno potesse interessarsi alla sua opera, soffrì del pregiudizio dei vicini Calvinisti e bigotti che la consideravano una senza dio nonostante le sue sculture fossero ovviamente prodotte per mano di una donna religiosa. Applicò il cemento ai cavi elettrici dipingendo il tutto poi o ricomprendo il tutto con vetri colorati costruendo così nel suo giardino oltre 200 tra Cammelli, Gufi, Pavoni, ma anche personaggi biblici, Budda e Boscimani quasi a dimensione intera nella casa e intorno alla casa come un gigantesco esercito.
La Bibbia,  Omar Khayam, William Blake tra i suoi ispiratori. Quando sentì che la sua vita artistica era alla fine bevve la soda caustica  e morì da sola dopo tre giorni di agonia. Oggi la sua casa è un museo.
La sua opera ancora oggi parla per lei, di lei. Una donna Libera, fino alla fine. E a me sembra già di conoscerla da sempre anche se l'ho incontrata solo due giorni fa...
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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