14 marzo 2014

Alessandra Mussolini e il marito pedofilo. Quando il linciaggio mediatico diventa menzogna

Sarà che Il fatto quotidiano sta rubando il primato di peggiore giornale a Repubblica, il che è tutto dire, ma le illazioni di un articolo che non ha nemmeno il coraggio di una firma (se non un generico la redazione) dimostrano l'ignoranza discriminatoria, maschilista, ignorante e fascista della redazione (e del giornale).

Tra tutti i clienti delle baby prostitute dei ParioliMauro Floriani è quello che il cui nome ha fatto più scalpore perché marito della senatrice Alessandra Mussolini che, più volte, aveva invocato per i pedofili la castrazione chimica.
Esordisce così l'art.. quqsto scritto infamante, facendo un parallelo inesistente tra pedofilia che è l'abuso sessuale con bambini e bambine in età pre o parapuberale (fino ai 13 anni e normalmente ben al di sotto di quell'età purtroppo), e sfrutamento minorile della prostituzione cioè sesso apagamento con minori dai 14 anni in su che la legge italiana non vieta per principio se consenziente... (tranne alcune comprensibili restrizioni, quando cioè il o la maggiorenne non ha un rapporto di autorità con il o la minore: corpo insegnate, allenamenti sportivi, clero, etc...).

Quello che conta prima di tutto per la redazione del Fatto  non è la sfera privata, cioè una donna che si ritrova il marito indagato per sfruttamento della prostituzione minorile, con tutto quello che questo sul dire per la donna, moglie, madre, Mussolini ma la figuraccia d'incoerenza di chi vuole la castrazione chimica dei pedofili e poi il pedofili se lo ritrova in casa.

Un ragionare da bar, da autobus, da persone prive di competenza alcuna, umana, legale, culturale, politica, e che invece ritroviamo online, in tutta la sua ingombrante e fastidiosa arroganza che non ha nemmeno il coraggio di metterci una faccia, cioè un nome, ma sinasconde dietro una anonima redazione, nella migliore tradizione della delazione...

Un articolo surrettizio e allusivo che dice una cosa quando la realtà è un'altra come quando si dice
(...)la nipote di Sofia Loren avrebbe buttato fuori di casa il marito, con cui ha passato una vita e ha sposato nel 1989. Tutto sarebbe successo una settimana prima che scoppiasse lo scandalo, quando l’uomo si è presentato spontaneamente agli inquirenti per chiarire come mai il suo numero fosse tra quelli intercettati. (...)  Ora Floriani avrebbe trovato una sistemazione non lontano dalla ex casa coniugale, mentre la Mussolini si sarebbe trasferita dalla madre per tutelare i tre figli.
Avrebbe, cioè non si sa... E Mussolini (senza quel la sessista ma tant'è) ha lasciato anche lei la casa quindi non lo ha cacciato di casa, hanno entrambi lasciato la casa per proteggere i figli... Ma proteggerli da cosa? Non certo dal marito pedofilo... Forse da una stampa invadente che oggi non trova niente di meglio che pubblicare le foto del matrimonio di Alessandra Mussolini col marito? Lo fa il Messaggero manco fosse novella duemila...

L'articolo del Messaggero cui fa riferimento il Fatto arriva a fare una illazione surrettizia e discriminatoria


Invece di riconsocere a Mussolini di non aver difeso pubblicamente il marito ma di essersi tenuta in un silenzio pubblico il Messaggero scrive:
Perché meravigliarsi, quindi, se ora non è scesa in campo, lancia in resta, per difendere il marito?
Quel che le dovrebbe essere riconosciuto come coerente scelta etica prima ancora che politica diventa una estravaganza, una delle tante intemperanze per cui Mussolini si è distinta negli anni. 

Quale donna avrebbe difeso il marito sfruttatore della prostituzione minorile? Forse Cristina Mangani che firma l'articolo del Messaggero? Non si sa.

Si tratta a ben vedere di una bieca strategia retorica per dimostrare che Mussolini quel che combatte ce lo ha in casa...
Come se la responsabilità del marito che sfrutta la prostituzione minorile sia sua.
Come se, insomma, la scelta incauta di Mussolini la renda colpevole quasi quanto il marito.

D'altronde l'ultima campagna istituzionale sulla violenza contro le donne usa proprio questa argomentazione retorica.
Donne scegliete bene. Come si trattasse di scelta incauta e non di un comportamento da contrastare sempre dove le donne sono le vittime e non le colpevoli.

Alessandra Mussolini in così vittima due volte.
Come moglie che ha un marito che, se sarà convalidata l'accusa, sfrutta la prostituzione minorile, e come donna che viene attaccata politicamente in maniera meschina (e irrilevante ) per una vicenda personale usata come argomentazione politica che politica non è. Perchè Alessandra Mussolini sarà tante cose ma non è una sfruttatrice della prostituzione minorile e non lo diventa solo perchè, se sarà così provato, lo è il marito.

Perchè l'idea di Mussolini che predica bene e razzola male non serve a niente se non a mantenere lo status  quo di un paese schifosamente misogino e maschilista.

Io so che nei confronti della difesa delle donne su Mussolini posso sempre contare. Anche nei confronti dell'infanzia sessualmente sfruttata visto che se l'Italia ha recepito la convenzione di Lazarote lo dobbiamo anche a lei, come ricorda il Messaggero ma NON Il fatto.

Su tanti compagni di orientamento sessuale (i cui commenti da checche isteriche potete leggere su faccialibro) non solo so di non poter contare ma devo smarcarmi continuamente per sottrarmi a un odio contro le donne che non mi appartiene e che mi offende in quanto gay e in quanto uomo.

E non mi importa se Mussolini dice di me che, se l'ha mai detto, in quanto gay sono un pedofilo.

Io non userò mai l'argomentazione che lei di pedofilo c'ha il marito per criticare questa sua affermazione offensiva.
Perchè due mostruosità rimangono due mostruosità anche se io lo faccio "per difendermi".

Troppo comodo.

Il rispetto per le persone ci deve essere a prescindere.

Tutta la mia solidarietà ad Alessandra Mussolini dunque.

Tutto il mio ludibrio a quelle persone che usano il privato di Mussolini come argomentazione politica.


VERGOGNATEVI



bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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