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Entro in libreria da quando avevo 12 anni.
Ai tempi del liceo conoscevo a memoria gli scaffali di Rinascita, Feltrinelli (prima della gestione del management di
Esselunga e di Declathlon... che l'ha fatta diventare
La Feltrinelli), Croce, Gremese, Mondandori, Bulzoni, Anicia e tante altre...
Capii la prima volta che differenza c'era tra un libraio e un venditore di libri quando andai alla cartolibreiria dietro casa alla ricerca dei
Dialoghi di Luciano e mi sentii rispondere
e chi è, scusa?!?!. Capii allora (avevo 14 anni, andavo in prima Liceo e avevo sentito parlare di Luciano come riferimento alle
avventure del barone di Munchausen...) che vendere libri non significa solo avere tanti libri ma conoscere almeno l'abc della letteratura, saper aiutare un giovane cliente timido, capirne i gusti e tendenze letterarie e saperlo aiutare a camminare con le proprie gambe come fece la libreria Anicia il cui LIBRAIO mi fece conoscere Isherwood.
Da ottobre Rinascita
è chiusa, e non aprirà più.
Anche Babele, mitica libreria GLBT di Roma, sta per seguire la stessa sorte. I motivi sono bene espressi dal comunicato stanpa rilasciato dalla libreria e che potete leggere
quiQuella di Milano, ha già chiuso.
E pensare che in rete c'è chi si permette di dire:
Trovo inutile spaccare mezza Roma per comprare un libro lì se posso trovare lo stesso alla Feltrinelli sotto casa ed a meno prezzo. Il senso della Babele poteva essere necessario alla comunità anni fa, ma ora non più.
(dal blog
pinkandthecity)
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Ecco se c'è chi scrive così senza rendersi nemmeno conto di quel che sta scrivendo (tant'è che aggiunge subito dopo
La realtà è che forse neanche io so cosa pensare al riguardo, ma sicuramente non credo che questa sia un’enorme perdita, almeno a livello commerciale. e se non sai cosa pensare taci no?!?!) vuol dire che gli effetti dell'assenza di questi piccoli centri di cultura sono già evidenti.
I giovani di oggi trovano Antonioni superato (vero Tomassacci?), e non hanno mai visto un suo film, e si limitano a comperare tutto da Feltrinelli (quel che non trovano lì non esiste...).
Io ho deciso che smetterò di comperare libri da Feltrinelli e mi rivolgerò solo a librerie piccole con persone prima che librai amanti dei libri prima che commercianti.
Nel nostro piccolo possiamo fare molto quel poco di risparmio che perdiamo lo conquistiamo in cultura, in pluralismo e in librerie più a dimensione di lettori e non di clienti.
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Le bellissime immagini per questo post sono tratte dal sito
I love Roma che a Rinascita ha dedicato
un bell'articolo.