dal Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani
I Re Magi, mentre si dirigevano a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchina. Invitata dai Magi a unirsi a loro per far visita a Gesù, la vecchina di rifiutò di uscire di casa per accompagnarli. Ma poi si pentì di non essersi unita a loro. Preparò quindi un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, ma non li trovò. Decise allora di fermarsi in ogni casa che trovava lungo il cammino, per donare dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.
Da allora gira ancora per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.
La notte tra il 5 ed il 6 gennaio, a cavalcioni della sua scopa la Befana passa sopra i tetti delle case, si cala dai camini e distribuisce nelle calze lasciate appese dai bambini, giocattoli, cioccolatini e caramelle.
Oppure carbone e cenere per i bambini che hanno fatto troppi capricci...
E' tradizione lasciare per la Befana un piattino con un mandarino o un'arancia e un bicchiere di vino in modo che la vecchina possa rifocillarsi.
Il mattino dopo insieme ai regali i bambini trovando il pasto consumato e l'impronta della mano della Befana sporca di cenere lasciata sul piatto avranno la certezza che sia stata proprio la Befana a riempire la calza.
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte;
viene, bussa e scappa via,
la befana è mamma mia.
Con la Legge 5 marzo 1977 Numero 54 l'Epifania cessa di essere giorno festivo (eeeh l'austerity!!!). La festività viene ripristinata per il 1986 con Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985 Numero 792 in seguito all'intesa tra la Repubblica italiana e la Santa Sede ai sensi dell'art. 6 dell'accordo, con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984 e ratificato con legge 25 marzo 1985, n. 121.