28 febbraio 2011

26 febbraio 2011

Suan: Annamaria Baratta

Mentre mi documentavo per il post precedente ho scoperto questa cantate che è rimasta attiva per un decennio senza sfondare mia come avrebbe dovuto, morta giovanissima,a a 49 anni.

Ne ripercorriamo la carriera seguendo le notizie di Wikipedia le uniche che sono riuscito a trovare sulla rete.

Annamaria Baratta (Roma, 1 ottobre 1950 – Roma, 5 dicembre 1996) è stata una cantante e doppiatrice italiana.

Comincia la sua carriera per caso, dopo aver incontrato Don Lurio nel 1967 al Piper Club di Roma. Il ballerino-coreografo la vede ballare e vorrebbe lanciarla come l'anti-Mita Medici ma la ragazza non ne ha nessuna voglia. In realtà sta facendo la controfigura a Raquel Welch in una serie di film che l'attrice americana sta girando in Italia. In più lavora come attrice, facendo la protagonista in parecchi fotoromanzi e nel frattempo continua ad andare a scuola di lingue.
Dopo averla sentita cantare, decide di farle fare un provino alla RCA Talent e i dirigenti dell'epoca, dopo averla "provinata" decidono di metterla sotto contratto.

Debutta come cantante nella sigla del programma Vengo anch'io nell'estate 1968. Il brano, intitolato Stanotte sognerò, avrà un buon successo



Il passo successivo della giovane interprete dovrebbe essere il festival di Sanremo del 1969. Alla RCA serviva un personaggio nuovo rispetto alla ragazza acqua e sapone di qualche mese prima e si inventano una diva anni trenta, con tanto di parrucca bianca-grigia e sigaretta con bocchino.

Lei non è molto contenta di questo cambio di immagine sebbene la RCA faccia stampare cartoline pubblicitarie con il nuovo look, ma la macchina si era messa in moto.
Lo stesso look appare anche nell'album di figurine dei cantanti del 1969.
La propongono per Ma che freddo fa ma viene mal consigliata da un famoso compositore che in pratica le propone di rescindere il contratto con l'etichetta romana. Evita di pagare la penale lavorando gratis al CantaPiper del 1969, insieme a Mal, I Four Kents e altri.

Nel 1969, però, decide di fare anche la mamma a tempo pieno, dato che nel frattempo le era nato un figlio.

Nel 1970, si riaffaccia alla ribalta con Ciao, devo andare, sigla di "Senza Rete" di quell'anno, ma il disco esce in poche migliaia di copie per via di una controversia con la First, etichetta dell'Ariston, che senza alcun avviso, aveva deciso di immettere sul mercato una particolare versione del brano ad opera di Bruna Lelli, cantante arrivata alla notorietà qualche anno prima.
Non ce n'è traccia sulla rete. Però una versione cantata da (indovinate un po'?) Mina, quella sì...


Anche Paola Orlandi, che canta la sigla nell'edizione televisiva, era intenzionata a lanciare il pezzo, ma venne bloccata dalla sua casa discografica a causa di questo singolo che incautamente l'Ariston era fermamente decisa a produrre. E così fu, tanto che di questa simpatica canzone (scritta da Pino Calvi e Giorgio Calabrese) che poteva essere un successo, ne abbiamo un ricordo sbiadito.

Annamaria, occupata soprattutto dal mestiere di mamma (una seconda gravidanza) lascia il mondo della canzone per un certo periodo per ritornare ad incidere nel 1972 un 33 giri per la Fonit Cetra. L'album, dal titolo Di tanto amore, è un lavoro di alto livello, con testi e musiche al di sopra della media (Calabrese, Bindi, Ballotta, Donaggio) e un compendio di stili nel quale fa capolino anche un fado; la fortuna commerciale di questo disco sarà tuttavia scarsissima, a causa della mancata promozione da parte della stessa casa discografica.


Nel 1974, cambia il suo vero nome con quello d'arte di Suan, parola che ricorda il termina inglese swan, ossia cigno.
Incide due cover per un disco che avrà vita difficile perché legato contemporaneamente a due edizioni musicali.
I brani sono Pazzia (versione italiana di Il ne pense qu'a toi di Nicole Croisille)


e Canto di ringraziamento (Partido Alto, di Chico Buarque De Hollanda)



Nel 1975 torna ad incidere per la Yep dove registra due 45 giri: A lui e Donna libera.

Donna libera è un classico brano nello stile della casa discografica romana, con il quale partecipa al Festival di Tokyo del 1976 prodotta da Christine Leroux, famosissima produttrice francese che ha avuto la fortuna di avere sotto mano anche Lucio Battisti. Donna libera verrà utilizzata da parecchi disc jockey della riviera romagnola e ligure diventando in breve tempo uno dei pezzi "lenti" più ballati dell'estate del 1976.

Il disco risulta pressoché introvabile perché nel frattempo la casa discografica lo ritira in vista della partecipazione al Festival di Tokyo. In realtà Annamaria aveva partecipato anche alla manifestazione giapponese sponsorizzata dalla Yamaha dell'anno precedente, il 1975, ma il brano non venne edito in Italia.

Nello stesso anno, dopo aver lasciato la YEP per vertenze contrattuali (e per aver ritirato il singolo dai negozi nel momento di maggior successo senza il consenso dell'interprete) passa alla CAM, dove incide la colonna sonora del film L'anatra all'arancia con Ugo Tognazzi e Monica Vitti.

Le musiche sono di Armando Trovajoli e i testi (in inglese e francese) di Giorgio Calabrese.


La traccia You Keep On Turning Me On è una delle più passate nelle discoteche nell'inverno 1976.

Passa un anno e nel 1977 incide una sigla per la trasmissione Auditorio A, nell'estate di quell'anno.

Nel 1978 durante una tournée estiva in Calabria insieme ai Santo California, "sente" improvvisamente il desiderio di lasciare tutto e, pagando una penale molto salata, torna a Roma lasciando definitivamente il mondo della musica.
Nel frattempo si afferma come conduttrice radiofonica, dopo aver frequentato gli auditori della RAI come cantante, come nel caso del programma del 1971 Cominciamo subito, trasmesso da Radio Milano, ideato da Giorgio Calabrese e condotto da Gianfranco Funari, con la partecipazione di Gorni Kramer e del fisarmonicista Peppino Principe.

Per tutta l'estate del 1975 è la voce-guida di Alphabete, rubrica domenicale dedicata al mondo dello spettacolo nel suo complesso. Tre anni dopo figura tra gli animatori del varietà Quando si mangia non si parla ma si può benissimo ascoltare, in onda il mercoledì all'ora di pranzo.

Ma chi è, cosa fa? Da Chico a Mina (passando per Suan)

Ho sempre creduto che Ma chi è, cosa fa?cantata da Mina in Ti conosco Mascherina, l'album uscito una settimana prima che mia madre morisse (ogni disco di Mina dal 1979 in poi segna la mia vita...) fosse stata scritta da Chico Barque De Hollanda (da pronunciarsi scicu barque gi ollanda). MA tra la versione di Mina e quella originale c'è una lontana parentela...

Ecco la versione di Chico.



Di questa canzone esiste anche una versione italiana Canto di ringraziamento cantata da SUAN (nome d'arte di Anna Maria Baratti)



La versione di Mina, su testo di Giorgio Calabrese, e arrangiata da Massimiliano Pani, stravolge l'armonia prima ancora che la melodia della canzone facendone una cosa a parte, una canzone particolare e nello stile di Mina molto più della canzoncina originale che nel 1990 sarebbe parsa anacronistica.
Tanto di cappello a Massimiliano che, è evidente, non fa solo schifezze.

Inutile dire che una settimana prima che mia madre morisse, sconvolti come eravamo io e mia sorella questa canzone avesse per me un significato particolare.

25 febbraio 2011

I Am, Je suis, Yo Soy: MINA

E mentre aspettiamo con impazienza l'uscita di tre compilation EMI con molte (ma non tutte) le versioni estere, in francese, inglese e spagnolo) di brani di Mina inedite in Italia, facciamo un po' di confronti:

nel 1975 Nicole Cioisille fa uscire questo brano brasilianeggiante (soprattutto nel finale):
C’est comme un arc en ciel



Mia la incide l'anno dopo (in italiano col titolo Racconto) trasformandola in un'altra canzone.



Mina la incide anche in francese per il mercato d'oltralpe sullo stesso arrangiamento pur con alcune differenze.


Il brano è di Giraud-Rashied-Delanoe-Lemesle in entrambe le versione minesche l'arrangiamento è del futuro Premio Oscar Gabriel Yared. La versione italiana è di Bruno Lauzi.

Quello che nella versione di Nicole Croisille è un canto vemloce e di saudade per Mina diventa (più nella versione italiana che in quella francese) una malinconia in atto di diversa portata...

Ecco perchè Mina e Mina!

23 febbraio 2011

Sanctum 3d


E così ho visto Sanctum in 3D al The Space (ex Warner Moderno), film spacciato per un film da James Cameron (che è solamente uno dei produttori esecutivi) ma diretto dallo sconosciuto regista australiano Alister Grierson.

Il film è girato usando la tecnologia 3D sviluppata da Cameron per Avatar. Film a low-budget (solamente 30 milioni di dollari) vede come protagonisti un padre speleologo (Richard Roxburgh, sì, proprio il duca di Moulin Rouge) e di suo figlio (Rhys Wakefield, classica faccia da asutraliano slavatino).
Classico film claustrofobico che coniuga gli abissi con le grotte. Nulla di nuovo nel film, non che lo prometta, ma qualche ripresa in 3d vale la pena di esser vista. due le cose che ho notato.
1) i due personaggi femminili del film, nonostante siano esperte, la prima in immersioni, la seconda in scalate montanare, in quando donne, vanno in panico e muoiono.
Commettono cioè degli errori che il loro status di esperte non dovrebbe far commettere loro, ma, sembra dire il film, si sa, sono donne.
Così quando la scalatrice deve attraversare uno stretto passaggio sott'acqua, lo speleologo le dice di passare per ultima perchè se passi prima e ti fai prendere dal panico chi sta dentro di te è destinato a morire. Il panico non le prende in quel frangente, ma dopo, quando, mentre scende con una corda (se è scalatrice dovrebbe saperlo fare a occhi chiusi...) le se impigliano i capelli (ah queste donne e i loro lunghi capelli) e lei, non sopportando il dolore (sic!) mette mano al coltello e invece dei capelli taglia la corda che la tiene sospesa (ma che distratta!!!) e precipita nella pozza d'acqua, morendo.
La morte. Già
La prima che si vede, per annegamento è quella dell'esperta in immersioni la quale, rimasta senza respiratore, condivide quello dello speleologo, ma il panico glielo fa tenere tutto per sé e l'uomo è costretto ad allontanarla. La donna allora prova a respirare l'acqua, fa due tentativi e poi rimane così, con la bocca aperta, morta, come un pesce.
Una scena di una certa efficacia nonostante sia girata con un certo gusto per il macabro.
Inutile dirvi che si salverà solo il figlio dello speleologo (OPS SPOILER!). ci sono altre due morti ...eutanasiche. Prima quella di un autoctono delle caverne che si fa rimbalzando quattro pareti rocciose e finisce sott'acqua per rispuntare vivo (!?!?) qualche minuto più tardi. E siccome non c'è morfina e ha una guancia dilacerata (e dunque non può usare il respiratore) e tutte le ossa rotte  gli si alleviano le sofferenze annegandolo!!!
Stessa sorte toccherà alla fine allo speleologo, affogato per mano del suo stesso figliolo (che peccato, proprio quando questi si era reso conto che il padre non era il pezzo di merda che credeva che fosse).
Insomma Fantozzi direbbe una merdaccia di film. O no?

16 febbraio 2011

Addio alla malafemmena: muore suicida Maria Luisa Mangini, in arte Dorian Grey


Maria Luisa Mangini, in arte Dorian Graym 75 anni, si è suicidata a Torcegno, in Trentino, con un colpo di pistola.
Nata a Bolzano nel 1936 debuttò nella rivista Votate per Venere a soli 14 anni con Erminio Macario e Gino Bramieri e proseguì la carriera nel teatro di rivista al fianco di Wanda Osiris, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello.

Poi passò al cinema, recitando in numerosi film negli anni Cinquanta e Sessanta con grandi registi. Federico Fellini la volle per il ruolo di Jessy, l'amante di Amedeo Nazzari ne Le notti di Cabiria, Michelangelo Antonioni le fece fare la benzinaia Virginia ne Il grido e Luigi Comencini nel 1958 la scelse per Mogli pericolose, film per cui ricevette un Nastro d'Argento come migliore attrice non protagonista.
Tra gli altri titoli, due film di Mastrocinque, entrambi del 1956, con Totò, Totò, Peppino e la malafemmina di Camillo MAstrocinque, (dove era doppiata da Andreina Pagnani) e Totò lascia o roddoppia? dove invece essendo il film in presa diretta, sentiamo la sua vera voce.

Lavora anche con Dino Risi ('Il mattatore', 1960) e Mario Camerini ('Crimen', 1960).
L'ultimo suo film e' stato ''Fango sulla metropoli'' del 1965. Poi, a soli 30 anni, rimasta incinta si ritira dalle scene, trasferendosi a Torcegno dove fa costruire una sontuosa villa. Qui cresce il proprio figlio conducendo una vita lontana dai riflettori e dalla mondanità del mondo dello spettacolo. Fino al suicidio.

A me piace ricordarla così, bella e con la sua bella voce, in una scena indimenticabile di Totò, Lascia o raddoppia nel celebre Dica duca che non sono mai riuscito a fare con nessuno...

LXI Festival di Sanremo

La mia professoressa di Antropologia culturale Ida magli ci consigliava sempre di vedere il festival di Sanremo in quanto grandioso laboratorio antropologico italiano.
Anche se mi sono laureato tanti anni fa ogni anno seguo Sanremo con un occhio anche antropologico. E quest'anno non pensavo proprio di dover assistere a questa barbarie.


Ti sputtanerò, sulla musica di In Amore, che Morandi portò a SAnremo nel 1995 insiema a BArbara Cola,  è un capolavoro di qualunquismo, maschilismo e patriarcato.
E' un'operazione furbissima pro potere (e quindi pro Berlusconi).
Ecco il testo:
ti sputtanerò al giornale andrò
con in mano foto dove tu
sei con un trans
le consegnerò le intercettazioni
e alle prossime elezioni sputtanato sei
ti sputtanero’ con certi filmini
che darò alla boccassini
dove ci sei tu
e le mostrerò
donne sopra i cubi
e ci metto pure ruby e ti fotterò

e se Emilio (Fede)
non si (vede)
ce lo aggiungo con photoshop
ho gia’ sentito Lele (Mora)
che dichiara (cosa?) tutto

ti sputtanerò
sarà un pò il mio tarlo
con la casa a montecarlo
dei parenti tuoi
mogli e buoi tutti tuoi

io ti sto sputtanando (dove?)
in questura (pure!)
porto anche la Santanchè
i ragazzi stanno dalla parte mia
e so che mi sostengono
se l’affitto in via olgettina è intestato a me
tuo cognato già lo sai
io lo dimostrerò
che la casa al principato appartiene a lui lo sooooooooo
ti sputtanerò
farò l’inventario
con Noemi e la D’addario
dei festini tuoi
ti sputtanerò
dirò a d’agostino
che tua suocera e Bocchino c’han gli inciuci in rai
e se tu intercetti la Nicol Minetti
c’è Ghedini che intercetta te
ti sto sputtanando (dove)
da santoro (quando?) ora (chiamo)
ti sputtanerò
non mi butti giù
si ma il 6 aprile in aula ci vai solo tu

Le volgarità del testo sono tante: dallo sputtanare al fottere perchè fottere in Italia non vuol dire scopare come fa Berlusconi con le sue escort, ma più semplicemente fregare qualcuno, si trasla l'atto fisico, quello per cui Berlsuconi è messo moralmente alla gogna, con quello metaforico del fottere, fottere analmente off course perchè è l'unica scopata che conta come ricorda bene Marziale.
C'è il trans e non la trans perchè siamo tutti così transfobici che quando parliamo di loro invece di sottolineare quel che vogliono essere e sono o stanno per diventare dobbiamo sempre ricordarci che erano uomini (tra l'altro metricamente una trans lega meglio di un trans... con una trans fai pausa solo tra la a e la t mentre con un trans fai pausa per ogni parola).
Prove naturalmente taroccate con photoshop (che sappiamo tutti usare e che secondo l'autore di questo testo non si vede...)

Che una canzone con parolacce così evidenti e volgari sarebbe un giorno potuta arrivare su Raiuno, in Eurovisione (anche se è andata in onda dopo le 22...) non l'avrebbe mai detto nessuno.
Il funzionario Rai (della dc) che nel 1968 non voleva far cantare a Mina (a canzonissima) Sacumndì Sacumdà perchè le parlava il diavolo sarà stato ridicolo ma ad averlo avuto oggi ci saremmo evitati un aiuto a Berlusconi (e alla delinquenza in genere) immenso.

Aiuto sì, perchè da questa canzone (che solo due lavoratori di mediaset come Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu potevano prestarsi  a cantare), come si dice a Roma, la butta in caciara  fa cioè capire che i processi a Berlusconi sono le scaramucce tra due amici-nemici che si fanno le scarpe a vicenda come due quindicenni, perchè sì sa, ognuno ha qualche scheletro nell'armadio, son cose che facciamo tutti dalle raccomandazioni agli inciuci (e nel testo quelli in Rai sono inciuci e non appalti...) e che denunce e processi sono effetto di ricatti e delazioni usati anch'essi per ottenere qualcosa non il segno del controllo democratico di chi viola la legge. Mentre i giudici, la legge, la giustizia sono visti come dei gran cacacazzi, come gli studenti guardano ai professori. Che insomma Berlusconi è un po' come tutti gli italiani, il che è anche vero, almeno per buona metà, ma a differenza di tanti italiani che lo votano, che al massimo possono avere un usciere al ministero, Berlusconi e Fini sono tra le più alte cariche dello Stato e le loro azioni sono allora più gravi data la posizione di potere che ricoprono.

Insomma una canzone all'altezza dei tempi, che serve a digerire, in diretta, mentre i fatti stanno ancora avvenendo, ogni residuo di gravità istituzionale per quel che Berlusconi sta facendo, quel poco che è rimasto e non è stato già spazzato via dalle pagine di giornali e minuti dei tg quotidianamente dedicati alla vicenda di Berlsuconi e delle escort vista sempre e solo al punto di vista del gossip di chi ce l'ha più lungo (e più duro) e mai da quello delle implicazioni politiche, etiche e democratiche.
Berlsuconi viene criticato ipocritamente da un punto di vista morale, non politico, e questo è talmente grave per la salute democratica del paese che sarebbe quasi meglio restasse al suo posto che venisse condannato per questo perchè così facendo si dice al Paese che puoi fottere la Costituzione ma non le minorenni...
E tutto questo coi soldi nostri e quelli degli sponsor sempre più numerosi mentre su facebook anche persone impegnate politicamente  stano lì a dire che Anna Tatangelo non ha più voce o che il Festival è un festival di cadaveri resuscitati.
No mie cari, i morti siamo noi, che non siamo andati a milioni a Sanremo, non abbiamo irrotto nel teatro Ariston e impedito a quei due servi di Berlusconi di cantare l'ennesimo insulto alla democrazia e all'Italia...

7 febbraio 2011

You've Made Me So Very Happy (for Tamcra)

Quel gran genio della mia amica Tamara mi scrive a proposito del post precedente ricordandomi la versione originale di Un colpo al cuore, di Mario Zelinotti:



Zelinotti è all'apice della carriera quando presenta questo brano nell'estate del 68 a Un disco per l'estate e al Cantagiro 1968.

Mina sente la canzone, le piace, ma chiede ad Augusto Martelli di riarrangiarla. Più che un nuovo arrangiamento si tratta di una vera e propria riscrittura, trasformandola da canzoncina per adolescenti sfigati che non hanno fatto il 68 a un pezzo di eleganza e di bravura:


Tamara (ecco il genio) suggerisce la fonte del nuovo arrangiamento nel pezzo dei (per me) sconosciuti Blood, Sweat and Tears You've Made Me So Very Happy



In realtà il brano è successivo all'arrangiamento di Martelli pubblicato già nel 68 nell'album Canzonissima 68 mentre You've Made Me So Very Happy è del 69. Ma poco conta. Quelle sonorità si vede che erano nell'aria.
Quel che conta è che anche Mina canta dal vivo questa canzone nel 1972 (potete sentirla nello splendido album Dalla Bussola) e, come nel caso precedente, l'arrangiamento da lei presentato (di quell'altro genio di Gianni Ferrio) è migliore dell'originale.
I Blood, Sweat and Tears sono un gruppo Jazz-rock con influenze blues (almeno secondo wikipedia, io non li conosco) eppure rispetto Mina sono mosci, algidi, vecchi.

In questo caso la struttura della canzone è la stessa ma l'esecuzione è molto più energica, sentite:



L'inciso, la chiusa, il ritmo, il coro... ecco perchè Mina è la più grande cantante di tutti i tempi perchè è un vero animale musicale.

Grazie Tam!

3 febbraio 2011

Pauline Ester, encore!

Nel 2007 (!!!, mi sembra ieri!!!) parlai, in un post, di questa cantante francese e di un brano che mi aveva accompagnato, nel 200o, durante la preparazione della mia tesi.
Allora la canzone in questione Oui, j'l'adore ! non era disponibile in youtube. Oggi sì.



Il brano è del 1989!!!
Pauline Ester, vero nome Sabrina Ocon, nata il 18 dicembre 1963 a Toulouse, dopo i successi del primo album (del quale è anche co-autrice dei brani) Le monde est fou, che dal 1989 arrivano fino al 1991 Oui je l'adore, Il fait chaud e Une fenêtre ouverte pubblica un secondo album De l'autre côté nel 91 e poi sparisce dalla scena musicale(ma leggete le note biografiche sul suo sito ufficiale).
Vi fa ritorno nel 2006 pubblicando un best-of cin tre brani inediti.


Nel 2008 quel brano torna come Jingle di un gruppo assicurativo francese...




L'anno scorso Pauline ritrova Fred Loizeau col quale ha scritto i brani del primo album e decidono di fare un nuovo tour (dopo quello del 2006 per lanciare il best of) stavolta acustico.

Ecco qualche chicca video...









1 febbraio 2011

Venerdì 4 febbraio progetto iGarbage al Rising Love di Roma

Esattamente un anno fa mio fratello Silvio tornava a casa.
Da lui, tra le tante altre cose, ho imparato a dare una forma concreta al mio amore per la natura e per l'ecologia.

Quindi è anche grazie a lui se mi sono accorto di questa serata speciale e se ci andrò.



Il 4 Febbraio dalle 19,30 al Rising Love, in via delle Conce 14 l'associazione Elisso in collaborazione con Binario Etico e RisingLove, organizzerà un’intera serata per conoscere il progetto iGarbage, raccogliere fondi e soprattutto far girare stili e messaggi.

Un percorso inedito di coinvolgimento e sensibilizzazione sui temi del riciclo e riutilizzo responsabile di materiale tecnologico di cui oggi siamo onnivori e, spesso, inconsapevoli consumatori.
Durante la serata saranno presenti con il banchetto informativo i ragazzi di Greenpeace e altri banchi con prodotti artigianali realizzati con materiali di riciclo.
Il riciclo etico e responsabile di materiale HiTech diventa l’idea per un vero mash-up (=un'applicazione che usa contenuto da più sorgenti per creare un servizio completamente nuovo) che proporrà un mix di suoni, immagini, performance.

Aprirà la serata l’aperitivo di inaugurazione per la mostra iGarbage, scatti di Tommaso Galli per raccontare una tra le più grandi e pericolose discariche di materiale HiTech di tutto il mondo.

Massimo Carrano e i Drum Circle proporranno poi la ricerca di suoni e armonie attraverso l’utilizzo di strumenti e percussioni derivati da materiale riciclato: il pubblico diventerà protagonista trovando la musica in vecchi pc, vecchie tastiere o mouse inutilizzati!

Lo sapzio del Rising Love diventerà per una sera lo spazio del riciclo e riuso responsabile grazie agli allestimenti di Elisso e Binario Etico e i mercatini di vintage, usato e riciclato.

Chiuderanno la serata i live Ska degli SHoots in the dark, Skardellas e Nafta Red e il dj set by Groove Style Vs On My Radio.

Un progetto in progress, i Garbage, che nasce unendo diverse tematiche, sicurezza ambientale, sicurezza per l’uomo, riciclaggio e riutilizzo responsabile attraverso software open source, denuncia.
Un'occasione ghiotta per rimettermi in carreggiata (in tanti sensi).  Una serata da seguire, con curiosità e attenzione. Ci andrò e poi vi racconterò.
Chi viene con me?

L'ingresso dalle 19,30 con aperitivo è di 10 euro.

Ciao Silvio!
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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