17 luglio 2006.
La quinta sezione penale della Suprema Corte presieduta da Bruno Foscarini, nella sentenza 24.513, ha ravvisato
nel termine frocio un chiaro intento di derisione e di scherno, espresso in forma graffiante1
e dunque ci sono gli estremi di reato.
Alla sentenza molti froci (ehm) hanno esultato (Grillini in testa2). Inutile dire che non hanno capito niente.
La sentenza della Corte non ravvisa in chi usa la parola "frocio" come insulto una forma di omofobia o di non rispetto per le minoranze ma un insulto tout court. L'ingiuria, secondo i giudici dell'Alta Corte, non sta nel pensare che essere froci sia una cosa negativa di cui vergognarsi, ma sta nella parola: se ti do del frocio ti sto offendendo davvero.
Dare del ladro, o del mafioso è un'offesa, perché essere ladri e mafiosi è di per sé qualcosa di negativo.
Ma dare del frocio no.
Se mi danno del frocio mi giro verso chi crede di insultarmi e gli rispondo: "Sì, sono frocio e sono fiero di esserlo!".
Chi si incazza se gli danno del frocio è lui il vero omofobo, tanto quanto chi crede di insultarlo con quella parola.
Ma questo Grillini non l'ha capito (e come potrebbe... E' solo un frocio!)
Il reato che si compie, quando per insultare qualcuno gli sì dà del frocio (oppure della puttana a una donna), non sta nella volontà di insultare ma nell'aver scelto per insultare quella parola e non un'altra.
Non così per la corte di Cassazione.
La stessa corte però (un'altra sezione) aveva stabilito nel dicembre del 2005 che l'espressione "sporco negro" non è indice di razzismo, ma solo di ingiuria3 (per poi ripensarci4 l'anno successivo affermando il contrario).
Oggi leggo di Paolo , un ragazzo di Palermo accoltellato dal padre perché, essendo frocio, lo disonora e capisco che nel nostro paese c'è ancora bisogno di tanti gay pride perché è opinione comune, sia tra i cittadini che tra i magistrati, che essere froci è una cosa infamante.
Ecco cosa è che disturba del pride! che si va in giro a testa alta a dire:
Noi siamo froci e lesbiche e siamo fieri di esserlo
(i trans per me rientrano nella problematica etero, ma questo è un altrodiscorso).
Dà fastidio ma ce n'è invece un drammatico bisogno.
Lo dimostra un'altra sentenza, quella del 30 novembre 2004 del Tribunale penale di Roma che ha condannato l'editore Fabio Croce per aver alluso a una relazione omosessuale tra il popolare attore Nino Castelnuovo e Giovanni Battista Montini (Papa Paolo VI). Secondo la sentenza tale affermazione costituirebbe grave offesa, peraltro causa di perdita di lavoro per l'infamia che provoca nell'ambiente di lavoro stesso5.
C'è ancora tanto lavoro da fare...