Mi rifiuto dii seguire la tv, la sua opera impunita di spettacolarizzazione sul sisma, i suoi morti, i suoi sfollati. Ho solo visto per caso, mentre facevo zapping, San Silvio Berlusconi aggirarsi tra le vittime del sisma, il giorno dei funerali di stato (con la minuscola, non mi sembra sia da rispettare neanche un po' questo stato) che abbracciava, toccava gli astanti, e tutti contenti, come fosse Padre Pio o Gesù in persona, e ho capito che la trasformazione antropologica del PAese iniziata all'incirca nei primi anni 80 è giunta a compimento.
Mai con un presidente del consiglio del passato ci sarebbe stato un rapporto così personale. Quel che accalorava le persone non era la presenza del capo del governo, figura istituzionale della Repubblica, un cittadino come gli altri scelto dai rappresentanti del popolo a guidare il governo repubblicano, ma la persona di Silvio Berlusconi in quanto tale. Non più un cittadino come altri, ma una personalità. non per la carica istituzionale che ricopre. ma per quello che è, quello che fa prima e dopo essere presidente del consiglio.
Un personalismo da Unione Sovietica, quel culto della persona condannato dai partiti comunisti degli anni 50.
Berlusconi fa bene solo con la sua presenza non per quel che può fare come capo del governo. L'atto simbolico politico che una alta carica istituzionale può avere quando presenzia i luoghi di una sciagura è ora sostituito dalla concretezza della presenza fisica di qualcuno considerato importante.
Anche in passato c'erano persone amate dalla folla ma quelle erano amate per quello che facevano, Bartali, Coppi, Mina, lo stesso Padre Pio erano amati perchè facevano qualcosa e la fama mediatica era un tramite tra quello che facevano e la gente.
Ora invece la fama mediatica si è sostituita, meglio, ha inglobato quel che queste persone fanno. Non importa quel che Berlusconi fa, Berlusconi è e questo ai miei connazionali basta.
Nessuno si è sentito libero di sottrarsi a quell'abbraccio, a quel contatto con un uomo di 70 anni e più, non alto, da vent'anni sotto continui processi ai quali è finora scampato per prescrizione o con leggi ad hoc.
Se una volta si poteva accusare la tv, i media, di proporci una realtà parallela, semplificata, edulcorata, oggi la realtà è stata sostituita da quella rappresentata, confezionata dai media. Pensiamo nei termini dei media, facciamo considerazioni in base a quel pensiero leggero cui i medi ci hanno cresciuti.
L'errore di tutti gli apocalittici che preconizzavano un futuro mal informato dai media è stato quello di mostrare tv che ci ipnotizzavano (come se, sparita miracolosamente, liberi dal suo influsso nefasto, potessimo tornare al pensiero della complessità). Hanno sbagliato.
La tv ha cambiato i nostri processi cognitivi, il nostro modo di pensare. Potrebbe anche essere spenta, ormai cha trasformato le nostre menti.
E' tutto semplificato, come in una fiction.
E' sempre più difficile fare un discorso complesso con le persone, dicono che non ti capiscono, che cavilli, che sei polemico (o, come dicono a me, che certe cose le vedo solo perchè ho scavato tanto).
Siamo diventati tutti zombie e non ce ne rendiamo conto.
E nemmeno un terremoto ci riscuote da un sonno della ragione che ha generato il peggior mostro possibile: NOI.
(foto tratta dal sito Metaforum.it)
11 aprile 2009
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