Il diritto di parola
che riporto di seguito
(potete leggere l'originale sul sito di Repubblica.
Fossi stata ieri sera a Bologna, sarei stata dalla parte di Giuliano Ferrara, contro coloro che, con la violenza, gli hanno impedito di parlare.
FOSSI stata ieri sera a Bologna, avrei difeso il diritto di
Giuliano Ferrara di esporre in pubblico le sue idee, che non condivido, che combatto e continuerò a combattere scrivendo su questo giornale e partecipando a incontri e manifestazioni in difesa della legge 194, della libertà delle donne e della laicità dello Stato. Fossi stata ieri sera a Bologna avrei difeso Giuliano Ferrara dalla insensata aggressione di cui è stato vittima perché non credo, non ho mai creduto, nemmeno in tempi assai più torbidi di quelli che attraversiamo, che sia lecito aggredire e togliere con la forza la parola a qualcuno di cui non condividiamo le posizioni.
La scena alla quale abbiamo assistito ieri sera a Bologna mi appare una sorta di grottesca replica di altre aggressioni che abbiamo visto in anni lontani contro militanti e manifestazioni di opposti schieramenti. Una replica grottesca, ma non per questo meno pericolosa. I ragazzi e le ragazze che lanciavano contro il palco e l'oratore insulti, pomodori
e qualche corpo contundente avevano facce allegre, divertite.
Ne abbiamo viste facce così, altrettanto allegre e divertite, in altre manifestazioni e cortei, che hanno dato luogo poi, in breve volger di tempo, ad aggressioni e violenze di cui noi, e tutto il paese, abbiamo conosciuto le conseguenze.
Può essere infatti molto breve la strada che, dal gusto un po' infantile del dileggio, conduce al più robusto piacere della violenza con lo stesso obiettivo. Quello di costringere l'avversario politico, trasformato in nemico,
prima all'umiliazione e poi al silenzio. E' intollerabile. Non solo in nome della famosa ed abusata massima volterriana che vuole che io difenda fino alla morte il diritto di un avversario a sostenere una tesi che non condivido, ma per una esperienza recente. Perché conosco, come tutti coloro che hanno attraversato la storia degli ultimi anni di questo paese, il pericolo di una esasperazione, non più controllabile, dei contrasti politici.
La democrazia, nella quale crediamo, è fatta - lo sappiamo tutti ma va forse ripetuto - di opinioni diverse, opposte, contrastanti e del diritto di ognuna di
queste di esprimersi in pubblico, raccogliendo consensi e dissensi. Giuliano Ferrara incarna in questo momento una posizione politica e culturale che mi offende come donna e che rischia, se fosse vincente, di far tornare centinaia di migliaia di donne alla vergogna ed alla sofferenza degli aborti clandestini. Ma non saranno i pomodori e le uova o i corpi contundenti lanciati contro un palco e un oratore a sconfiggere quelle posizioni. La democrazia non viene messa in pericolo dalle posizioni di Ferrara, ma rischia di essere messa in pericolo da quei pomodori, da quelle uova, da quel dileggio esibito e feroce e da quella violenza.
Resto basito da tanta ingenuità e chinarsi al potere (maschile) e decido di scriverLe una lettera,che ho appena inviato.
eccone il testo:
Cara Miriam Mafai,.
mi dispiace leggere che nel tuo articolo “Il diritto di parola” rimproveri a quei giovani che con i loro fischi coprivano quel che Ferrara aveva da dire le loro facce sorridenti e i pomodori lanciati (e uova… Mi risulta invece che gli oggetti contundenti siano stati lanciati contro la macchina e non contro la persona) mentre non rimproveri a Ferrara la provocazione, l’ecolalia delle sue argomentazioni, l’insostenibilità delle sue posizioni, come se la posta in gioco sia quella che si decide ogni giorno nel normale agone della cosa pubblica.
E’ Ferrara ad attaccare la libertà e la democrazia.
La libertà della donne di autodeterminarsi, la democrazia che permette loro di scegliere autonomamente come gestire il proprio corpo.
Ferrara conciona su decisioni che mai in nessun caso riguarderanno il suo corpo, perché lui, in quanto uomo, non dovrà mai preoccuparsi di gestire una gravidanza, desiderata o no che sia.
La reazione dei giovani contestatori è, almeno, comprensibile, ma tu non vedi nel gesto di quei giovani nessuna eccezionalità commisurata alla gravità dell’azione politica reazionaria, fascista e patriarcale di Ferrara. Ci vedi invece un attacco alla democrazia da parte dei giovani contro Ferrara . E citi Voltaire dicendo che in democrazia ognuno ha diritto a dire la sua.
Ne se proprio sicura?
Qualunque cosa?
Posso dire che le donne sono inferiori agli uomini?
Che i gay sono malati mentali?
Che i “negri” sono stupidi?
Che Hitler ha fatto bene a uccidere gli ebrei?
Credo proprio di no, penso che queste “idee” debbano essere censurate e che il diritto di opinione di ogni singolo cittadino debba interrompersi se le idee espresse contraddicono i cardini della nostra carta costituzionale.
Voltaire ha detto quel che ha detto 300 anni fa quando la democrazia non c’era ancora in nessun paese ed era reato anche avere un’opinione, figuriamoci poterla esprimere.
Ma la democrazia da allora ha fatto molta strada e ha conquistato, a fatica, col sacrificio, non dei politici, ma delle persone, molti dei diritti inviolabili della donna e dell’uomo che nessuno può più portar via.
Ci sono valori incontrovertibili nella democrazia che non possono essere messi in discussione e sui quali non vale alcun diritto di opinione, perché una democrazia che si dice tale non può annoverare tra le opinioni certe idee come quelle di Ferrara. Ferrara poi non è un comune cittadino che esprime le sue idee ai suoi amici ma un uomo politico di televisione che diffonde le sue “idee” (sic!) tramite molti mezzi di comunicazione cui i normali cittadini non possono accedervi.
Perché difendi Ferrara che ha molto più potere e facoltà di esprimere la sua “opinione” di quel pubblico di giovani che è stato anche picchiato (anche una madre in cinta oltre ad alcuni tuoi colleghi giornalisti…)
Tanti anni di berlusconismo hanno forse minato anche Te, che stimo e seguo da tanto tempo, e ti hanno indotta a cadere nell’equivoco politico che il dissenso sia roba da comunisti, e in nome di una visione della democrazia naif e astorica apri la porta al cavallo di Troia di Ferrara e ti schieri dalla sua parte.
Ferrara sa difendersi bene da solo senza che anche tu ti schieri dalla sua parte. Chi difende invece i comuni cittadini? Chi ha il coraggio di schierarsi dalla loro parte? Io mi schiero dalla parte di chi crede che la democrazia debba porre dei limiti alle idee che si possono esprimere, altrimenti non è democrazia ma propaganda.
Se mi risponderà, come al solito, pubblicherò la risposta su queste pagine.