25 marzo 2008
25 marzo 1940
Sono le otto di sera. E' estate, i primi di Agosto.
Fa ancora molto caldo, per strada non c'è nessuno.
Mi sento a mio agio anche se indosso solamente degli short cortissimmi e una canotta a righe bianche e rosse.
Ho in mano due buste dell'immondizia che mia madre mi ha mandato giù a buttare.
Sono eccitato perché questo è un momento tutto mio, da solo.
Per un attimo fantastico pure di andare chissà dove, da solo, scorrazzando libero per le vie deserte del quartiere.
E' il 1978, ho tredici anni.
Mi guardo intorno e mi pervade già la nostalgia, per il tempo, che scorre via, senza che io faccia niente per approfittarne, per tutte le potenzialità che la vita suggerisce e che io, ancora, no so cogliere, per tutte le persone che vivono nascoste nelle proprie case, della cui vita mi chiedo solo per un attimo, prima di essere invaso da una nuova emozione.
Non riconosco subito la canzone ma le sue note già mi procurano riverberi emotivi, echi emozionali difficili da gestire, da capire, da catalogare.
Poi riconosco le note di "Ancora ancora ancora" di Mina. Mi sorprende la coincidenza... E' già la terza volta, nel tempo, che una canzone di Mina mi sovrasta sovreccitando i miei sensi, stuzzicando la mia enorme capacità di provare nostalgia, di struggermi, disperando anche, con una fascinazione come fosse una cosa proibita, una ...masturbazione dell'anima che posso solamente subire, perché per avviare quel subitaneo cambiamento d'umore ho bisogno di una musica (più raramente può essere un profumo...)che mi sovrasta, mi stordisce proprio come l'eccitamento sessuale...
Non colgo il nesso lì per lì... Mi meraviglia solo il ricorrere di una voce, di un nome.
Mina la conoscevo perché piaceva a mia madre e provavo simpatia per lei, ma niente di più. Erano altre, all'epoca, le cantanti che mi piacevano: Loretta Goggi, Raffaella Carrà, Paola Tedesco, Ombretta Colli.
Di Mina mi aveva colpito quando ero ancora un bambino Dindi canzone della quale mia madre aveva il 45 giri (lo custodisco ancora gelosamente) e, di tanto in tanto, su mia richiesta, mi facevo cantare da lei, come una ninna-nanna...
Ma era stata pioggia di Marzo a entrarmi nell'anima rimanendovi indelebile per sempre, ancora oggi, dopo tanti anni ha la capacità di farmi struggere come allora.
Era la canzone però che mi piaceva, non Mina.
Ricordo che, quando mio padre mi chiedeva cosa mi sarebbe piaciuto farmi regalare, rispondevo sempre "Pioggia di marzo di Mina" che ad ogni ascolto mi emozionava, mi turbava...
Un pomeriggio del 1974, due ragazze, per strada, mi passarono accanto, camminando spedite, mentre cantavano all'unisono "la rosa allo Jo-jo, ninna-o ninna-a, è un dolore però tanto male non fa". Ecco! La sensazione di struggimento che Pioggia di Marzo mi faceva provare era un dolore, un dolore che non faceva tanto male...
Lo stesso mi era capitato due anni dopo quando, era luglio, scuola era finita, e io passavo il mio tempo in giro per la via dove allora abitavo, trascinandomi dietro un radioregistratore che mi era stato regalato per il compleanno, il mio orgoglio, e, mentre seguivo un quiz radiofonico condotto da Mike Buongiorno, dopo una domanda sul piloro, Mike aveva annunciato "La scala buia" di Mina. Era di nuovo la canzone ad avermi colpito e non avevo pensato ancora a Mina.
Ma quella sera di agosto, mentre ascoltavo Ancora, ancora, ancora, la verità mi colpì con un'evidenza che mi fece trasalire.
Come mai non me ne ero accorto prima?!?!
A ME PIACE MINA.
La constatazione mi colpì con la solennità di un'epifania e, all'improvviso, mi scopersi fan, alle prime armi, sì, perché conoscevo ancora ben poche canzoni della mia Dea, ma un fan di vecchia data, che la seguiva e la amava praticamente dai primi anni di vita.
Iniziò così la mia scoperta dei suoi dischi, del suo immenso repertorio; e per qualche anno, fino al 1983 fu una festa immensa. Appena racimolavo qualche soldo comperavo uno dei suoi innumerevoli lp e così, per me, era un po' come se uscisse un disco nuovo al mese...
Dal 1983 quando avevo comperato tutti i dischi disponibili sul mercato, dovetti accontentarmi della uscita, verso ottobre, del doppio album che puntualmente ogni anno pubblicava. La puntualità nelle sue uscite l'ha legata a doppio filo a praticamente tutti gli eventi della mia vita, belli e brutti (ricordo l'acquisto di Ti conosco mascherina nel 90, prima di correre al capezzale di mamma, che, morente e non più presente a se stessa, riuscì lo stesso a rispondermi "Ah sì?" quando le dissi che era uscito un nuovo disco di MIna...) dal 1979, quando comperai il mio primo lp, Attila ad oggi.
Sono passati 30 anni da quel giorno in cui un'epifania mi mostrò che la mia vita era già, a mia insaputa, quella di un fan di Mina.
Oggi, nell'occasione del suo 68 compleanno, voglio ringraziarLa per essermi stata sempre accanto e non averi deluso mai.
Tanti auguri Mina!
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