Grazie al blog di Paolo Pmc.Arte che ne parla in un suo post ho scoperto un blog interessantissimo Progetto Galileo dedito all'informazione scientifica, come si può leggere nel suo manifesto.
E il numero di pagine da leggere quotidianamente su internet si ingrossa...
9 luglio 2008
Fiction Fest Take Two
Le prime proiezioni iniziano alle 10 e le ultime finiscono tra l'una e le due (ritardi compresi). Per cui vedi i giovani ragazzi e ragazze assunti ad hoc per il Fiction Fest, distrutti, sopraffatti, annoiati, ammutoliti, circondarsi di quel che rimane dei gadget (già esauriti al secondo giorno) per tenersi un po' su. Sono giornate lavorative di 15 ore, in pieno schiavismo. Li capisco e solidarizzo con loro, però non fanno un bell'effetto a esser visti, non ti trasmettono entusiasmo ed energia (Wow un altro giorno di proiezioni!!!) ma un senso di ineluttabile incombenza (O mio dio devo stare qui fino alle due di stanotte!!!).
A parte questa mancanza di entusiasmo e i ritardi accumulati (ieri sera si viaggiava nell'ordine dei 35 minuti...) le proiezioni di ieri sono state proficue e interessanti.
Ho beneficiato delle anteprime stampa del mattino, così nel pomeriggio ho avuto una pausa e sono tornato a casa a riposarmi (questo mi ha permesso ieri sera di vedere gli ultimi documentari senza cedimenti...), e ho scelto, non intenzionalmente, una serie di documentari e solo una fiction.
Il documentario di ieri mattina Faut-il avoir peur de Google? (Francia, 2008) di Sylvane Bergère, rappresenta tutto quello che un documentario NON deve essere. Proposto con una grafica che vuole essere accattivante, risultando solo pacchiana, si spaccia per documento di informazione ma è un concentrato di spocchia francese e di gossip.
Si parte dalla domanda che dà il titolo al film (dura 77 minuti) Bisogna avere paura di Google? ma il documentario non spiega il perché della domanda e non fornisce nemmeno una risposta chiara. Si usano le affermazioni di (pseudo) esperti tra americani e francesi, tra giornalisti ed accademici, per parlare dei due creatori di Google (se ne raccontano la vita e le origini sociali, il temperamento e il profilo psicologico) procedendo nel descrivere caratteristiche e peculiarità di Google, che viene presentato come una sorta di grande fratello, pericoloso, mastodontico.
Se si riassume quel che viene detto in un'ora e 17 minuti di film sono quattro le "accuse" mosse a Google:
1) Google viola la privacy perché registra tutte le ricerche che si fanno sulla rete, quindi se volete tenere qualche cosa di segreto (e perché mai uno dovrebbe?) non fate ricerche su internet.
Ora chiunque usi la rete con un minimo di consapevolezza sa che lascia delle tracce facilmente registrabili e che se può parzialmente cancellare quelle lasciate sul pc che usa non può fare nulla per quelle che lascia sulla rete.
Peccato che nessuno parli del fatto che la nostra privacy è attaccata anche fuori da internet in maniera ben più perniciosa ogni volta che usiamo una carta di credito, o una tessera per gli sconti del supermercato o della libreria, o di un noleggio video, etc, e che questi dati sensibili vengono usati per catalogare usi e consumi di ognuno di noi...
Ma in rete la registrazione di informazioni sensibili non la fa solo Google. Quindi perché avere paura solamente di Google?
2) Google ha digitalizzato migliaia di libri, senza chiedere il permesso agli autori.
E qui emerge la spocchia fascista dei francesi inorriditi che chiunque possa accedere a un sapere che in Francia non è per tutti ma solo per gli studiosi. Almeno questo emerge dai commenti degli intervistati francesi che ne fanno un problema di commercio e non di cultura. Ma la Francia ha su questo argomento una posizione che nemmeno Re Sole...
3) Google ha accettato di comparire in Cina e ha autorizzato una forma di censura.
Ecco, questo è un fatto grave per cui Google andrebbe censurata. Però poi si scopre che è stata Yahoo a fornire i dati sensibili che, in base ai percorsi di ricerca, ha permesso al governo comunista (sic!) di individuare gli oppositori o dissidenti del regime (cioè chiunque non la pensa come loro...) e di arrestarli. NON Google... Ma allora?!?!
4) si critica il sistema di Page ranking di Google e anche il meccanismo economico che porta la pubblicità... Peccato che si dia per scontato che tutti sappiano cosa sia il page ranking e che non vengano date alternative né venga spiegato perché il page ranking basato sulle notizie più cliccate sia un male e non una forma autonoma di democratizzazione (ma si sa "il popolo è bue...").
Ecco qui il film, messo a disposizione da Google che è talmente cattiva che mette in rete, gratuitamente, un video in cui si parla male (ma non si capisce ...) di se stessa...
A parte questa mancanza di entusiasmo e i ritardi accumulati (ieri sera si viaggiava nell'ordine dei 35 minuti...) le proiezioni di ieri sono state proficue e interessanti.
Ho beneficiato delle anteprime stampa del mattino, così nel pomeriggio ho avuto una pausa e sono tornato a casa a riposarmi (questo mi ha permesso ieri sera di vedere gli ultimi documentari senza cedimenti...), e ho scelto, non intenzionalmente, una serie di documentari e solo una fiction.
Il documentario di ieri mattina Faut-il avoir peur de Google? (Francia, 2008) di Sylvane Bergère, rappresenta tutto quello che un documentario NON deve essere. Proposto con una grafica che vuole essere accattivante, risultando solo pacchiana, si spaccia per documento di informazione ma è un concentrato di spocchia francese e di gossip.
Si parte dalla domanda che dà il titolo al film (dura 77 minuti) Bisogna avere paura di Google? ma il documentario non spiega il perché della domanda e non fornisce nemmeno una risposta chiara. Si usano le affermazioni di (pseudo) esperti tra americani e francesi, tra giornalisti ed accademici, per parlare dei due creatori di Google (se ne raccontano la vita e le origini sociali, il temperamento e il profilo psicologico) procedendo nel descrivere caratteristiche e peculiarità di Google, che viene presentato come una sorta di grande fratello, pericoloso, mastodontico.
Se si riassume quel che viene detto in un'ora e 17 minuti di film sono quattro le "accuse" mosse a Google:
1) Google viola la privacy perché registra tutte le ricerche che si fanno sulla rete, quindi se volete tenere qualche cosa di segreto (e perché mai uno dovrebbe?) non fate ricerche su internet.
Ora chiunque usi la rete con un minimo di consapevolezza sa che lascia delle tracce facilmente registrabili e che se può parzialmente cancellare quelle lasciate sul pc che usa non può fare nulla per quelle che lascia sulla rete.
Peccato che nessuno parli del fatto che la nostra privacy è attaccata anche fuori da internet in maniera ben più perniciosa ogni volta che usiamo una carta di credito, o una tessera per gli sconti del supermercato o della libreria, o di un noleggio video, etc, e che questi dati sensibili vengono usati per catalogare usi e consumi di ognuno di noi...
Ma in rete la registrazione di informazioni sensibili non la fa solo Google. Quindi perché avere paura solamente di Google?
2) Google ha digitalizzato migliaia di libri, senza chiedere il permesso agli autori.
E qui emerge la spocchia fascista dei francesi inorriditi che chiunque possa accedere a un sapere che in Francia non è per tutti ma solo per gli studiosi. Almeno questo emerge dai commenti degli intervistati francesi che ne fanno un problema di commercio e non di cultura. Ma la Francia ha su questo argomento una posizione che nemmeno Re Sole...
3) Google ha accettato di comparire in Cina e ha autorizzato una forma di censura.
Ecco, questo è un fatto grave per cui Google andrebbe censurata. Però poi si scopre che è stata Yahoo a fornire i dati sensibili che, in base ai percorsi di ricerca, ha permesso al governo comunista (sic!) di individuare gli oppositori o dissidenti del regime (cioè chiunque non la pensa come loro...) e di arrestarli. NON Google... Ma allora?!?!
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