Certo tante cose sono cambiate da allora: nuovi modernissimi treni per il Lido di Ostia (e non più quei treni anni 50 dove io e mia madre, negli anni 80 ci dannavamo di caldo e di sale, al ritorno da una giornata al mare), recinti con cartelli di raccomandazione e avvertimento per le zone naturiste della spiaggia, dove puoi prendere la tintarella integrale, senza costume, senza niente come mamma ti ha fatto, tutto nudo... Una volta tutto il litorale era anche per i nudisti, che convivevano con altre realtà (ricordo un sabato mattina di mare con Mariù, nel 1984 dove, a poche decine di metri di distanza convivevano coppie etero e gay, insieme a nonne coi nipoti, ragazzi che fumavano canne e sigarette, tutti insieme, tutti legati dalla sororanza di chi non aveva bisogni di ghetti e di recinti ma si sentiva espresso nella propria individualità proprio in mezzo a un coro vario, diversissimo ma non per questo antagonista). L'autobus che una volta si fermava ai cancelli, costringendoti a una passeggiata di un paio di km sulla spiaggia per raggiungere quella di Capocotta, detta dai frequentatori "il buco" adesso arriva fino al villaggio Tognazzi e passa con una frequenza impressionante (allora se lo perdevi ti mettevi a fare l'autostop, il prossimo era capace di passare dopo 40 minuti...). I chioschi costruiti abusivamente sulle dune sono ora autorizzati ma anche omologati, uniformati, allora era una gara a chi era più fantasioso, e poi ogni zona era caratterizzata da una musica diversa (se volevi sentirla, bastava rimanere vicino al chiosco, altrimenti di allontanavi di qualche centinaio di metri i chioschi erano più radi all'epoca) ora niente musica e tanta uniformazione...
Ricordo di un articolo terribile di repubblica, del 1993, dove la spiaggia di Capocotta era descritta come un losco girone di prostituzione maschile (!!!):
Sulla spiaggia di Capocotta, seminascosto dal labirinto ondoso delle dune, il via vai è incessante sin dalla mattinata: ci sono già uomini nudi perché è luogo di nudismo, ma anche per accelerare gli incontri; ci sono i tossici, gli "strafattoni", c' è un arabo accampato sotto una tenda arancione e blu; ci sono giovanotti con pranzo al sacco, sia quel che sia.(l'articolo, pessimo, è di a Laura Laurenzi, Repubblica - Venerdì, 2 aprile 1993).
Oggi nessun viavai, le dune sono chiuse al pubblico, per "preservare la flora locale" anche se qualche ardito, a chiappe al vento si inoltra dietro i meandri della macchia mediterranea. L'impressione non è di un girone infernale ma di una strana fauna, innocua, pittoresca e un po' naif.
Io non bado a nessuno e rimango sul mi asciugamano verde pisello (ehm...), nuovo di zecca, a prendere il sole, a leggere una bellissima introduzione al Sogno di una notte d'estate di Shakespeare e non mi manca nemmeno la musica che, allora, usciva copiosa dalle cuffie del mio walkman... E solo come la vita sa fare ritrovi le abitudini di allora e ti sembra che il tempo non sia passato.
Grazie Silvio!