Alessandro Sperduti interpreta Valerio Campitelli ne I liceali, uno dei rari (unici?) personaggi omosessuali delle fiction italiane a non rientrare nel cliché dell'effeminato (anche se è l'unico gentile in una classe di trucidi).
Un personaggio poco credibile nella sua parabola da spericolato conducente di auto rubate, condannato per omissione di soccorso e guida senza patente (è ripartito senza soccorrere un ragazzo che ha investito) a gay dichiarato che pomicia (un po' imbarazzato a dire il vero) proprio col ragazzo che ha investito...
Però, pur restando in un cima di aura mediocritas, molto meglio del clima che si respira in casa Cesaroni.
La storia con Filippo è tenera e va a correggere quell'immaginario collettivo fatto ancora esclusivamente di checche (con tutto il rispetto parlando) dannatamente femmine.
Certo la vita da gay di Valerio è fin troppo facile (se la cava con un "Valerio Frocio" scritto alla lavagna e la solidarietà delle compagne di classe) e la confessione del prof. Cicerino che, gli dice, da giovane credeva di essere gay, e ne era pure contento perché, dato che i rapporti con le donne sono complicati, almeno tra uomini ci si capiva di più è fin troppo risibile (l'immaginario collettivo di Virzì e allievi, o almeno quello di Cicerino, è ancora quello del film Amici Miei...) e non affronta il problema centrale.
In Italia i gay vengano ancora accoltellati, picchiati, sprangati, derisi, accusati di essere ammalati, immorali, pedofili, sessuomani; la chiesa impone loro la castità, mentre loschi figuri come Paola Binetti, andando contro il consesso scientifico internazionale, continuano a considerarli persone psicologicamente disordinate, e un Ministro della repubblica italiana li considera addirittura costituzionalmente (sic!) sterili mentre molti (anche tra i gay stessi) ravvisano nell'omosessualità un'origine genetica (sic!!!). D'altronde l'affettività gay è tanto complicata quanto quella etero (per cui non si capisce a cosa pensava Cicerino da giovane...), aggravata però da un atteggiamento collettivo della società che non è mai di indifferenza come per la norma etero ma è sempre di sollecita attenzione, poco importa se positiva o negativa (cioè importa eccome, ma, per una volta, quanto mi piacerebbe che all'affermazione "Lo sai che tizio è gay?" si rispondesse con un semplice "E allora?" invece del solito, "Ma dai? Non si vede proprio...").
Però Valerio è dolce, ha il viso pulito del classico bravo ragazzo, e Filippo è davvero fortunato a baciarlo...
(riveduto e corretto il 3/6/08)