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Come non sapete e non solo perchè di recente ho disertato questo blog ma perchè fondamentalmente non ve ne frega niente (e non vedo perchè dovrebbe), ultimante sto soffrendo di problemi economici non indifferenti e sono dunque alla ricerca di un lavoro (magari non da mac donald come mi ha suggerito mia sorella o il barista come mi ha suggerito una preside, di scuola privata, durante il colloquio, ma la preside parlava al plurale quindi forse si riferiva a se stessa...) che paghi con una certa regolarità.
Durante uno di questi colloqui ho forse (e sottolineo forse) trovato qualcosa. Preso dall'entusiasmo chiamo mia sorella per darle la probabile buona notizia e lei invece di rallegrarsi, magari avvertendomi fraternamente (sororamente?) di non contarci troppo e di continuare a cercare, non si scompone, non reagisce in nessun modo al concitato entusiasmo con cui le sto parlando e mi risponde a monosillabi. Non solo non si rallegra, ma, senza nemmeno prendere in considerazione che forse (e sottolineo forse) qualcosa ho trovato, si informa subito se ho preso altri appuntamenti per altri colloqui (e gli altri che hanno detto? Perchè... hai preso altri appuntamenti, vero?) dando quasi per scontato che questa possibilità NON possa andare in porto.
Badate non mi lamento di un sano scetticismo, ma di una insopportabile indifferenza per quello che in me suscita entusiasmo e in lei solo la preoccupazione (che, intendiamoci, attesta sicuramente affetto ma dà anche la misura della considerazione che mia sorella ha di me e delle mie capacità) se ci sia o meno qualcosa d'altro.
C'è di che spegnere gli entusiasmi di uno scemo ottimista figuriamoci quelli labili e improvvisi di un depresso per circostanza come il sottoscritto eppure durante la conversazione (nella quale dall'entusiasmo iniziale mi attesto a mia volta su un conversare monosillabico) mia sorella chiede dettagli secondari (come si chiama la preside?), dei chiarimenti (non ho capito) sulle dinamiche dell'incontro (ti ha dato un altro appuntamento? Ma non ne avevi già uno?) il tutto con il tono di chi deve capire l'assunto centrale della relatività di Einstein e sta avendo qualche difficoltà.
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Sempre a proposito di Napoli. Mi chiama sabato al cellulare (era arrivata a Napoli col marito per vedere uno dei dibattiti che conducevo al festival? Naaaaaaah, per vedere i presepi napulitani) e mi chiede: Dove sei? Sto andando al cinema le rispondo e lei trasecolando come le avessi risposto sono appena arrivato su Plutone con l'astronave Enterprise del capitano Kirk ripete basita al cinema?!?!?!? (Su plutone?!?!?!). Pescando da un altro bacino semantico aveva capito che stavo andando a vedere un film (cioè a divertirmi invece di essere rimasto a Roma a cercare di farmi assumere in un bar, ah no, quella era la Preside!) senza pensare che, essendo a Napoli per un festival di film, il fatto che andassi al cinema fosse più probabile si riferisse a quello (pensavo ci andassi più tardi, si è giustificata)...
Non so se lo faccia apposta, in fondo non lo credo possibile, ma sembra proprio che per mia sorella sia difficile riconoscere una conquista altrui, per quanto piccola e insignificante, perchè non c'è tempo per rallegrarsi a vedere il bicchiere mezzo pieno, la metà vuota incombe sempre, come la morte sulle nostre vite.
Per fortuna che alla veneranda età di 46 anni, avendo un pochino più di self confidence di prima, riesco a non farmi smorzare troppo gli entusiasmi e ripeto a me stesso (mentre istintivamente vorrei staccarle la testa con un morso) negative feedback! Negative feedback!! She is a negative feedback giver.
Il giorno che mia sorella sosterrà l'entusiasmo che le sto comunicando in una conversazione con un Ma dai?!? Che bello!!! probabilmente morirò.
Ed ecco che mia sorella non è l'unica negative feedback giver della famiglia!