Ricordo i primi anni del Festival, quando era ancora una
Festa e non voleva
competere con Venezia (come ha affermato l'attuale ministro per i beni culturali
pro tempore Galan il quale, con questa motivazione non ha dato i finanziamenti statali alla manifestazione...). Io avevo ancora un accredito culturale, che mi permetteva di entrare alle anteprime stampa solo dopo che erano entrati tutti i giornalisti (concessione per la quale io ero grato mentre alcuni conoscenti, nemmeno giovani, si lamentavano di dover aspettare
dopo che fossero entrati certi
ragazzini solo perchè avevano l'accredito stampa e loro no, della serie l'invidia fa brutti scherzi...).
Ricordo l'umiliazione cattiva e gratuita infertami dal capo ufficio stampa (lei sa chi è, così come lo so io) la quale, quando ero andato a chiedere, al secondo anno di festival, se la concessione per i culturali era stata confermata anche per quell'anno, lei, notando un badge appeso al mio collo, mi disse con aria sprezzante che
con quello non potevo entrare alle proiezioni stampa, dimostrando non solo di non sapere nemmeno le regole generali degli accrediti (ti danno un foglio con tutte le facilitazioni, solo che a me non lo avevano dato...) nonostante il ruolo di capo ufficio stampa, ma, anche, di essere una deficiente, perchè quella che avevo appeso al collo era la tessera dell'Atac (celestina, ben diversa dall'accredito stampa, che era giallo...).
Oggi invece, anche io ho l'accredito stampa e con quello entro praticamente ovunque.
La stazza poi mi permette di prendere ascensori altrimenti non accessibili (le scale che ci sono da salire per accedere alle tre sale, ammazza!) così come di portare in sala la borsa quando qualche addetto disala troppo zelante vorrebbe che la lasciassi in guardaroba (
ho le mie medicine e l'acqua, la devo portare con me...)
Quest'anno il primo giorno di programmazione è stato davvero avaro, tre proiezioni la mattina (tutte allo stesso orario, perchè non sfalsarle?) un buco immenso di 5 ore (dalle 12 e 30 alle 17 e 30), e poi i film del pomeriggio sera, pochini anche quelli.
Devo ancora capire i criteri con cui decidono gli orari di proiezione che non prevedono mai una proiezione dopo le 12 o prima delle 14 e 30...
Così uno tra un film e l'altro aspetti anche 3 ore... Ma porc vaff!!!
Intanto per fortuna col badge si può entrare a tutte le altre proiezioni direttamente (fino a due anni fa si dovevano prendere i biglietti per ogni sala, dal giorno prima ed entro le 12 del giorni di proiezione e se i biglietti finivano dovevi riscrivere tutti gli incastri di programma...) e così quando arrivo, senza fiatone grazie all'ascensore, serafico e sempre ben disposto per i ragazzi e le ragazze dello staff elegantemente vestitti e carine (e carini) mi sembra di entrare
a casa mia, l'auditorium, in primis, una sala cinematografica, in secundis.
Il primo film che ho visto è statao
Hysteria (Gran Bretagna, Lussemburgo, 2010) di Tanya Wexler che ha molto poco di inglese, infatti regista e sceneggiatori sono americani...
Film superficiale e approssimativo, che si ammanta proditoriamente delle Verità (ribadendo che i fatti sono ispirati a una storia vera,
really)
Histerya affronta in maniera discutibile l'epoca vittoriana raccontando la
vera storia di Joseph Mortimer Granville l'inventore del primo vibratore elettrico, mostrando, con gli occhi di oggi, i pregiudizi e discriminazioni di ieri, quando le donne avevano meno diritti degli uomini, non votavano, e se avevano carattere erano considerate isteriche.
l film è una banale debole e
antica commedia che, in barba alla storia vera, presenta nei panni dell'inventore medico il bellissimo e affascinante
Hugh Dancy al quale la moda del tardo ottocento dona particolarmente, ma che è lontano anni luce dal sembiante del vero dottor Mortimer...
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L'idea che l'isteria sia curata manipolando con le dita la vagina delle pazienti viene raccontata nel film dal punto di vista degli uomini
manipolatori (il poverino arriva a soffrire di mano dello sdita... masturb... insomma avete capito no?) dove donne di ogni età si lasciano sfruculiare le parti più intime godendo come assatanate, presentando un vissuto del corpo e della sessualità che non è certo quello represso dell'età vittoriana (dove la masturbazione era considerata una aberrazione sessuale) e, soprattutto, raccontando la masturbazione femminile secondo l'immaginario maschile e non quello delle donne, facendo del piacere orgasmatico femminile un modo per mostrare come la donna
per godere lì abbia bisogno di una mano e che l'idea sia venuta agli uomini....
Un film inutile che fa più danni che altro confermando certi assunti maschilisti sulla fica (che senza il cazzo o succedanei non funziona: perchè mai le donne, una volta scoperta la pratica masturbatoria, non avrebbero dovuto continuare da sole invece di tornare dalle
mani esperte dei due medici? se non perchè, si sa, solo perchè solamente gli uomini sanno far funzionare
quella cosa lì?) mostrando un classismo che nel 2011 è veramente irricevibile. Quando il dottore costruisce un prototipo di vibratore su quale donna lo prova? Su una prostituta che la figlia maggiore del dottore anziano ha accolto in casa paterna come cameriera. Chi è meglio esperta di chi ha fatto dell'usare la (propria) fica una professione?
Insomma la fica nel film non è parte integrante delle donne ma
una cosa a sé solo casualmente posseduta dalle donne, che non la conoscono,
mentre gli uomini sì.
Così un film che poteva parlare della riappropriazione da parte delle donne della propria sessualità diventa un film dove le donne per emanciparsi hanno bisogno di medici uomini che le masturbino.
Anche l'anticonformista (pure troppo per i tempi) personaggio interpretato da Maggie Gyllenhaal alla fine vince perchè Moritmer la chiede in sposa (come dire il successo di una donna non è l'autonomia ma il diventare
sposa...). Insomma un film a dire poco MASCHILISTA e che il film sia stato diretto da una donna (e scritto da un fratello e una sorella) la dice molto sul livello di pressapochismo del cinema americano (anche se per legge sono i produttori a fare la nazionalità) o almeno di certo cinema americano.
Un inizio blando e che si dimentica subito tranne per le belle facce di Hugh Dancy e di Maggie Gyllenhaal (sorella di Jake).
Del tutto sprecato è invece il talento di Rupert Everett (irriconoscibile) e di Jonathan Pryce. Durante i titoli di coda vengono mostrati alcuni modelli di vibratori dal 1880 al 1980... Per tacere del mini vibratore, rigorosamente rosa..., dato in regalo alle signore (dono della BIM che distribuirà il film in Italia) prima della proiezione...
Dalla proiezione di
The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorn (Stati Uniti\Nuova Zelanda) di Spielberg, che ormai inquina il cinema con film inutili, sono fuggito via dopo nemmeno mezzora. Un film PESSIMO come solo il provincialismo americano sa fare: musiche francesizzate (anche se Tin Tin è belga) nome pronunciato con storpiatura dall'originale francese
Ten Ten (con la e che suona come una o) a
Tin Tin, (come Rin Tin Tin...). Un film inutile, in un inutile 3d, basato su riprese di attori in carne ed ossa dalle quali è stato ricavato un disegno animato realistico nei dettagli non umani ma con i corpi sproporzionati (teste e mani enormi) e poco, anzi per niente, somiglianti al disegno di Hergè (basta vedere le foto e confrontarle con il fumetto)
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Vi sembrano questi due ciccioni Dupont e Dupond ?
Per tacere di Milou che nel film diventa
Snowy...
Odio Spielberg ogni giorno di più e dello scempio che ha fatto di un fumetto meraviglioso che io conosco grazie alla Rai (aaaah
Gulp fumetti in tv!) lo riterrò per sempre responsabile.
Uscito dalla sala, vomitando, sono andato a vedere il secondo film della serata il norvegese
Få meg på, for faen! (Norvegia, 2010) di Jannicke Systad Jacobsen, che racconta del risveglio masturbatorio-sessuale di una giovane ragazza, proprio quanto quello maschile, innamorata di un compagno di classe il quale per esprimerle il suo amore se lo tira fuori (letteralmente e con tanto di dettaglio) e glielo struscia sul vestito, per poi negare tutto... E alla fine per mettersi con lei mette uno striscione a scuola nel quale ammette di averle strusciato il cazzo addosso.
Divertente (anche se le risate esagerate durante la proiezione di un gruppo di nerd dietro di me insospettiscono...), a suo modo romantico, ma il film non affronta davvero nessun argomento
vero, o
serio.
Carino il cazzo (scappellato) del ragazzo, ma basta per farne un film?
Interessanti le locandine (che qui al festival non si usano tanto...)
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Una che insiste sulla scoperta della masturbazione di Alma, la protagonista (sulle mutandine c'è scritto pikk-alma cioè
cazz-alma visto che lei racconta alle sue migliori amiche cosa le ha fatto lui...).
La seconda, più interessante, vede il primo piano di lei e, sfocato, il primissimo piano (anzi, un particolare) del volto di lui.
Ecco le altre locandine.
Proditoria quella di
Histerya visto che mette in risalto Maggie Gyllenhaalche non ha certo un ruolo principale