...da un bel viaggio, da una vacanza, dal sogno che stai facendo...
Il principio di realtà è sempre troppo duro e più vai avanti con gli anni più è difficle, no, non riprenderti dalla cocente delusione del tuo sogno infranto, ma lasciarti convicere dal mondo ideale che riesci a costruirti, sempre per meno tempo, in maniera sempre meno convincente, con un entusiasmo lento ad accendersi (forse come il desiderio sessuale... ma non sono ancora così vecchio...).
Insomma, tutto questo po' po' (o popò?) di introduzione per dirvi che le feste sono (quasi ) finite, che è lunedì mattina, che sto aspettando che il caffè americano sia pronto (ma quand'è che mi decido a comperare una macchinetta col timer?!) e tornare alla routine (da pronunciarsi come è scritto...) di tutti i giorni (altrimenti che routine è? Eh!).
Ho trascorso (il week-end del)l'ultimo dell'anno a Otricoli (TR), in Umbria. Un week-end un po' moscio, a tratti, nel quale mi pare di avere imparato qualcosa (in più) sullo scarto generazionale che divide me e alcuni amici miei, coi quali mi tolgo dieci anni e qualcosa di più.
Ci divide una certa sensibilità per la storia, per il fatto cioè, semplice e banale, il mondo com'è oggi deriva dai cambiamenti di un mondo pregresso differente. Avevo pensato finora, che, essendo io più vecchio, riuscissi ad andare più indietro nel tempo e a ricordarmi cose, fatti e persone che mi erano capitate nel mondo solo perchè ero lì quando erano successe. Un patrimonio di memoria storica che ognuno si porta con sè per il quale non avevo alcun merito, se non quello di essere al mondo da (un po') più (di) tempo, una conquista dell'età adulta rispetto a una adolescenza (meno spensierata di quel che si creda) più concentrata su se stessi...
...però i miei amici più giovani di me di 5-10 anni, sono entrati nella fase "adulta" da un bel pezzo, eppure mi sembrano egotistiamente incentrati su un parametro storico che dipende solo dalla propria persona, unico agente "storico" che si staglia su di un mondo immutabile (almeno se si prende come misura la propria vita...). Come si può, a 25 anni, credere davvero che il mondo sia solo quello che si conosce, senza avere il dubbio (e la conseguente curiosità, come fa non venire?!) che c'è tutto un modo intorno al di là del proprio naso?
Sarà che io a 5 anni stavo col naso all'insù a guardare le stelle e sentivo dentro una fitta allo stomaco mentre mi chiedevo chissà quante persone c'erano su quei puntini a porsi le mie stesse domande o magari delle altre del tutto differenti...
Il principio di realtà è sempre troppo duro e più vai avanti con gli anni più è difficle, no, non riprenderti dalla cocente delusione del tuo sogno infranto, ma lasciarti convicere dal mondo ideale che riesci a costruirti, sempre per meno tempo, in maniera sempre meno convincente, con un entusiasmo lento ad accendersi (forse come il desiderio sessuale... ma non sono ancora così vecchio...).
Insomma, tutto questo po' po' (o popò?) di introduzione per dirvi che le feste sono (quasi ) finite, che è lunedì mattina, che sto aspettando che il caffè americano sia pronto (ma quand'è che mi decido a comperare una macchinetta col timer?!) e tornare alla routine (da pronunciarsi come è scritto...) di tutti i giorni (altrimenti che routine è? Eh!).
Ho trascorso (il week-end del)l'ultimo dell'anno a Otricoli (TR), in Umbria. Un week-end un po' moscio, a tratti, nel quale mi pare di avere imparato qualcosa (in più) sullo scarto generazionale che divide me e alcuni amici miei, coi quali mi tolgo dieci anni e qualcosa di più.
Ci divide una certa sensibilità per la storia, per il fatto cioè, semplice e banale, il mondo com'è oggi deriva dai cambiamenti di un mondo pregresso differente. Avevo pensato finora, che, essendo io più vecchio, riuscissi ad andare più indietro nel tempo e a ricordarmi cose, fatti e persone che mi erano capitate nel mondo solo perchè ero lì quando erano successe. Un patrimonio di memoria storica che ognuno si porta con sè per il quale non avevo alcun merito, se non quello di essere al mondo da (un po') più (di) tempo, una conquista dell'età adulta rispetto a una adolescenza (meno spensierata di quel che si creda) più concentrata su se stessi...
...però i miei amici più giovani di me di 5-10 anni, sono entrati nella fase "adulta" da un bel pezzo, eppure mi sembrano egotistiamente incentrati su un parametro storico che dipende solo dalla propria persona, unico agente "storico" che si staglia su di un mondo immutabile (almeno se si prende come misura la propria vita...). Come si può, a 25 anni, credere davvero che il mondo sia solo quello che si conosce, senza avere il dubbio (e la conseguente curiosità, come fa non venire?!) che c'è tutto un modo intorno al di là del proprio naso?
Sarà che io a 5 anni stavo col naso all'insù a guardare le stelle e sentivo dentro una fitta allo stomaco mentre mi chiedevo chissà quante persone c'erano su quei puntini a porsi le mie stesse domande o magari delle altre del tutto differenti...
E' da allora che mi sento rispondere che mi pongo troppe domande, che dovrei concentrarmi su cose più concrete e che riguradano più da vicino la vita mia e di quelli che mi stanno intorno... D'altronde non è forse questo il principio di realtà?
Per questo non posso non dirmi eversivo, rivoluzionario, protestatario...
Per questo non posso non dirmi eversivo, rivoluzionario, protestatario...