29 ottobre 2007
ma voi lo sapevate che...
...Agostina Belli si è sposata con Fred Robsahm, un attore norvegese niente affatto male?
Che hanno girato dei film insieme (Sepolta viva)?
Che poi lui ha smesso perché preferiva avere una barca e girare i mari?
Che dopo anni di matrimonio lui si fa un anno di carcere perché coinvolto (innocente) in un giro di droga (hashish)? Che in carcere si prende l'aids?
Che era dagli anni 80 che non rimetteva piede in Italia?
che è ritornato l'anno scorso perché vendere la casa che aveva acquistata insieme ad Agostina? che oggi lei ha 59 anni e sembra ancora una bambina con qualche kilo di troppo ma distribuiti così uniformemente che non si notano quasi? Mentre lui ne ha 63 ma sembra suo padre?
Tutto questo (e altro ancora) viene raccontato nel documentario Natural Born Star il più onesto, schietto e informativo tra i documentari presenti alla mostra?
Io no lo sapevo...
...la festa appena cominciata è già finita...
quelli che... non è giusto fare la fila per prendere (gratuitamente, con l'accredito) i biglietti per le proiezioni aperte al pubblico (da 10 a 3 euro, contro i 20-15 euro delle proiezioni di Venezia)... meglio fare solo proiezioni per la stampa e gli alti accrediti "come a Venezia" (come suggerisce il mio amico Silvio G, dimenticandosi di dire però che a Venezia ci sono proiezioni blindate per la stampa, e altre per i culturali, i quali, possono assistere a quelle dalla stampa solo facendo la fila... ehm)
quelli che ...non è giusto che con l'accredito si può vedere un film solo una volta (come ha detto un ragazzo giovane, ma brutto e, come dire, "già vecchio") perché se il film i è piaciuto e voglio vederlo una seconda volta (basta mettersi in fila alla rush line ("che vuol dire rush ?"si chiede qualcuno che ha l'accredito come giornalista....) ed entrare senza biglietto, solo con l'accredito, lo si è potuto fare per tutte o quasi le proiezioni) ma lui il ...vecchio giovane vuole il biglietto per sé due volte che importa se, come gli faccio notare, se lui prende il biglietto due volte qualcuno non lo prende per niente?
"Ah certo se c'è posto..." mi risponde. Eh no caro se hai il biglietto il posto ce l'hai comunque va a fare la fila va...
quelli che ...ci cono due film che parlano delle gite che fa Veltroni all'estero (e uno dei due film è il terzo documentario che viene girato sulla visita di alcune classi scolastiche di Roma ad Auschwitz, viaggio organizzato dal comune il cui sindaco è si Veltroni ma non parlerei di gita, (è sempre il mio amico Silvio G a dirlo e per fortuna che, come gli faccio notare, lui nega che fa critica politica e non sui contenuti dei film ("non mi permetterei mai") appunto.
quelli che ...applaudono ai film più buonisti, che non contemplano la storia, ignorandola, imbalsamandola in un santino apologetico dei bianchi che sono ben disposti nei confronti dell'Africa (War Dance) o della storia americana (Across the Universe) rimasticata come una caramella all'aspartame (che si sa in grandi dosi è un lassativo)...
La festa è finita, è mi permetto un semplice commento a caldo, citando Silvestri che, ieri, sul manifesto diceva cose sulle quali non si può non essere d'accordo ("Bilancio della kermesse? Più pubblico, più star, più copertura media per i film «minori» e più mercato. Manca però, un'idea di cinema").
Il sospetto che si aveva lo scorso anno e che quest'anno si è purtroppo confermato in pieno è l'idea di cinema (e di cultura) che questo centrosinistra ha. La cultura come ancella del mercato, il pubblico come luogo centrale di una piazza nella quale ognuno ha il suo ruolo, i produttori di ammannire prodotti e gli spettatori (che vengono incentivati a rigurgitare giudizi di pancia, in stile pollice verso pollice retto di romana memoria) di consumarli in loco senza tornarci tanto sopra.
Si capisce allora perché gli studenti invitati alla festa vedono i film senza alcun apparato critico, senza nessuno che glieli introduca, un esperto di linguaggio cinematografico (non necessariamente il sottoscritto ma almeno con la stessa impostazione didattica...) che li faccia ragionare sul perché sono al cinema a vedere un film in lingua originale invece di fare latino o matematica (o inglese).
Questo governo pensa di aiutare il mercato non a coltivare lo spirito critico dello spettatore.
Si limita a fare quel che fa ogni buon governo conservatore europeo (mentre il nostro centro destra è goebbelsiano e quando sente la parola cultura mette mano ala pistola...).
la sinistra una vola preparava il pubblico a una fruizione critica, non passiva, non da consumatore ma da esperto degustatore.
La festa del cinema deve cambiare rotta in questo senso come il governo tutto nei confronti della scuola della cultura etc etc.
Intanto è sempre più difficile dire che prodi meno peggio di Berlusconi...
quelli che ...non è giusto che con l'accredito si può vedere un film solo una volta (come ha detto un ragazzo giovane, ma brutto e, come dire, "già vecchio") perché se il film i è piaciuto e voglio vederlo una seconda volta (basta mettersi in fila alla rush line ("che vuol dire rush ?"si chiede qualcuno che ha l'accredito come giornalista....) ed entrare senza biglietto, solo con l'accredito, lo si è potuto fare per tutte o quasi le proiezioni) ma lui il ...vecchio giovane vuole il biglietto per sé due volte che importa se, come gli faccio notare, se lui prende il biglietto due volte qualcuno non lo prende per niente?
"Ah certo se c'è posto..." mi risponde. Eh no caro se hai il biglietto il posto ce l'hai comunque va a fare la fila va...
quelli che ...ci cono due film che parlano delle gite che fa Veltroni all'estero (e uno dei due film è il terzo documentario che viene girato sulla visita di alcune classi scolastiche di Roma ad Auschwitz, viaggio organizzato dal comune il cui sindaco è si Veltroni ma non parlerei di gita, (è sempre il mio amico Silvio G a dirlo e per fortuna che, come gli faccio notare, lui nega che fa critica politica e non sui contenuti dei film ("non mi permetterei mai") appunto.
quelli che ...applaudono ai film più buonisti, che non contemplano la storia, ignorandola, imbalsamandola in un santino apologetico dei bianchi che sono ben disposti nei confronti dell'Africa (War Dance) o della storia americana (Across the Universe) rimasticata come una caramella all'aspartame (che si sa in grandi dosi è un lassativo)...
La festa è finita, è mi permetto un semplice commento a caldo, citando Silvestri che, ieri, sul manifesto diceva cose sulle quali non si può non essere d'accordo ("Bilancio della kermesse? Più pubblico, più star, più copertura media per i film «minori» e più mercato. Manca però, un'idea di cinema").
Il sospetto che si aveva lo scorso anno e che quest'anno si è purtroppo confermato in pieno è l'idea di cinema (e di cultura) che questo centrosinistra ha. La cultura come ancella del mercato, il pubblico come luogo centrale di una piazza nella quale ognuno ha il suo ruolo, i produttori di ammannire prodotti e gli spettatori (che vengono incentivati a rigurgitare giudizi di pancia, in stile pollice verso pollice retto di romana memoria) di consumarli in loco senza tornarci tanto sopra.
Si capisce allora perché gli studenti invitati alla festa vedono i film senza alcun apparato critico, senza nessuno che glieli introduca, un esperto di linguaggio cinematografico (non necessariamente il sottoscritto ma almeno con la stessa impostazione didattica...) che li faccia ragionare sul perché sono al cinema a vedere un film in lingua originale invece di fare latino o matematica (o inglese).
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