E' stato amore a prima vista. I loro spettacoli sono un'esperienza e vi fanno cambiare il modo in cui considerate il teatro.
Da allora ho visto (e recensito) tre loro produzioni.
Undo
Remeber Me
e
Eresia [1- la fabbrica delle Parole]
Il terzo è un primo studio per uno spettacolo che se è solo un decimo di quel che promette lo studio sarà da vedere almeno 3 volte per apprezzarne tutta la complessità.
Adesso su Facebook vengo a sapere di questa loro iniziativa: IO CO-PRODUCO SINEGLOSSA, nel quale chiedono agli spettatori cittadini di co-produrre il prossimo spettacolo cui stanno lavorando da adesso (Agosto). Un contributo anche minimo (10 euro, nemmeno una pizza fuori ormai) per permettere a un gruppo di ottimi artisti (perchè di questo si tratta) di poter continuare a produrre spettacoli che, vi prometto, vi cambieranno la vita come l'hanno cambiata a me. Lascio spiegare aloro il come e il perchè di questa co-produzione.
Vi garantisco che ne vale la pena. Vi esorto dunque a co-produrre il loro prossimo lavoro, con un contributo non importa quanto piccolo (ma insomma possiamo ben rinunciare a un libro, uan cena fuori, un cd o dvd e devolvere qualche euro al teatro, no?) ma non proprio un obolo se potete, come segno tangibile di una cittadinanza attiva che visto che lo Stato e il Governo tagliano e basta decide di fare le cose da sé.Questa idea nasce dai continui tagli alla cultura, sia materiali che di pensiero.Un Paese senza cultura non può andare avanti.Noi crediamo di lavorare per affinare in maniera critica lo sguardo nostro e del nostro pubblico. E, visto che fare l’artista è un lavoro soggetto alle stesse leggi degli altri, per continuare a farlo abbiamo bisogno di soldi.Se vi piace quello che sperimentate con noi a teatro, o se comunque credete si...a importante che continui ad esistere, vi chiediamo di cambiare posto: non essere in balia delle scelte degli altri, ma di decidere in prima persona che Sineglossa debba continuare a produrre visioni.Per questo vi proponiamo di diventare i nostri co-produttori per il prossimo spettacolo che cominceremo a creare da agosto. Il denaro pubblico non è sufficiente, gli incassi dei biglietti non coprono neanche le spese di gestione di una serata.Occorre inventarsi qualche altro modo, senza rinunciare alla qualità: per questo vi chiediamo di investire in bellezza, se ne vedete. È un investimento che non produce PIL, ma aumenta la qualità della vita. Di tutti, anche di chi non viene.
Se deciderete di investire sul nostro lavoro, con una cifra di almeno 10 euro, il vostro nome sarà inserito nell’elenco dei co-produttori. Ogni volta che presenteremo lo spettacolo che avrete contribuito a finanziare nei teatri, porteremo la vostra firma e la vostra scelta con noi, nel foglio di sala.Diventare co-produttori significa anche partecipare allo sviluppo creativo, poter assistere alle prove, interagire con Sineglossa per un confronto stimolante da entrambe le parti.Spendere i propri soldi è sempre uno sforzo, soprattutto un atto di fiducia nei confronti di uno spettacolo che ancora non esiste e di cui non sapete nulla. Vi chiediamo di accettare con noi questa scommessa e di seguirne da vicino le evoluzioni, se pensate ne valga la pena, perché le cose belle hanno bisogno di rischio e cura per nascere.
Per versare la vostra quota di co-produzione potete direttamente firmare al banco informativo o intestare un bonifico a:Compagnia SineglossaBanca Monte dei Paschi di SienaIBAN: IT 84 O 01030 14405 000001072281Indicando nella causale ‘IO CO-PRODUCO’ e il vostro indirizzo e-mail
www.sineglossa.eu
Se non avete la fortuna e l'onore di conoscere i loro spettacoli dovete fidarvi delle mie parole, ma sapete che raramente faccio endorsement, anche a un progetto culturale.
Stavolta ci metto tutta la mia facciona. Sineglossa merita. Fidatevi.
Al punto tale che mi impegno a risarcire quanto verserete loro se, una volta visto lo spettacolo (beh andrete a vederlo poi, che produttori siete altrimenti?!) non vi sarà parso degno del vostro contributo economico.
Diamoci noi stessi quel che lo Stato ci toglie e non ci dà più.
Si può anche con soli 10 euro.
E chi non ha 10 euro da dare alla cultura?