Leggete se non mi credete.
ROMA - "Spostati, il marciapiede è nostro e tu, da qui, non passi". Stavano ascoltando una musica rap a tutto volume e ballavano scatenati tre adolescenti della Roma bene quando un anziano cardiopatico, colpevole di passare sul "loro" marciapiede, è stato bloccato e picchiato selvaggiamente. Storia di bullismo metropolitano nel cuore del Flaminio, quartiere bene della capitale, davanti ad un liceo artistico. Una storia di violenza, quasi la fotocopia [quasi la fotocopia?!?!] di quello che è successo ieri all'Aquila, dove però ad incappare nella furia di due baby teppisti, armati di frustino da cavallo fuori da un istituto, sono stati degli studenti.
A Roma tutto è iniziato intorno all'ora di pranzo. I tre giovani, uno di 15 e due di 16 anni, erano fuori dal liceo artistico di piazza Mancini, a due passi dallo stadio Olimpico, e aspettavano che dei loro amici uscissero da scuola. Danzavano e scherzavano al centro del marciapiede quando un ex carabiniere in pensione di 75 anni ha tentato di passare. "Di qui non si passa, attraversa la strada e cammina da quella parte", così i giovani hanno iniziato a prendere in giro l'uomo, parandosi davanti a lui e impedendogli fisicamente di proseguire la camminata.
L'uomo, energico nonostante l'età [ma non era cardiopatico?!?!], non si è lasciato mettere i piedi in testa e ha risposto a tono. E i ragazzini [erano tre giovani poche righe sopra] hanno alzato il tiro: lo hanno accerchiato, insultato e spintonato. L'anziano ha cercato di farli desistere, arrivando addirittura a supplicarli di lasciarlo tranquillo: "Sono malato di cuore, lasciatemi in pace". Ma la reazione del gruppo è stata violenta e improvvisa: uno di loro l'ha spinto, un altro lo ha colpito al volto con pugni e schiaffi, il terzo lo ha preso a calci sulle gambe.
La vittima è caduta a terra e, prima di perdere i sensi, è riuscita a dare l'allarme al 113. Gli agenti del commissariato Villa Glori, diretti dal vicequestore Loredana Del Tosto, si sono subito messi sulle tracce dei tre teppisti, fuggiti dopo il pestaggio. Una pattuglia della polizia a cavallo che si trovava nelle vicinanze ha invece prestato i primi soccorsi all'uomo in attesa dell'ambulanza. Per lui, fortunatamente, solo un ematoma alla tempia sinistra.
I tre - la cui descrizione fisica era stata molto accurata - sono stati rintracciati dagli investigatori non lontano dal luogo del pestaggio. Portati in commissariato sono stati denunciati per aggressione e lesioni. Il capo branco, a quanto dichiarato dalla madre agli investigatori, è impegnato nel sociale.
Ed ecco che rifanno capolino i "cessi".
"Questo episodio rappresenta una ferita ancora più grave perché mina alla base uno dei pilastri della nostra società, la terza età - ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno - Chiedo che le punizioni per questi delinquenti in erba siano le più severe possibili". "I tre bulletti da strapazzo - suggerisce Luigi Camilloni, presidente dell'Osservatorio Sociale - dovrebbero meditare sulla parola "rispetto" per gli anziani non in riformatorio, bensì facendo loro svolgere dei servizi civili quali ad esempio la pulizia dei servizi igienici in qualche ospedale geriatrico".
A parte quel bulletti da strapazzo, che non fa parte certo del lessico scientifico che il ruolo di "presidente dell'osservatorio Sociale" richiederebbe, questo signore non sa di cosa parla. Qui non bisogna punire, ma educare. Il riformatorio non va visto come punizione ma come strumento rieducativo. Purtroppo questo strumento raramente funziona e normalmente il riformatorio costituisce l'anticamera di una vita a delinquere ma a Camilloni questo non interessa. Lui vede il riformatorio come una punizione insufficiente e si augura che i tre vengano umiliati pulendo i cessi di un ricovero per anziani.
Niente di più ridicolo, e questo signore è presidente di un osservatorio sociale?
Con queste idee?
I tre giovani dovrebbero prestare servizio sociale gratuito in un centro per anziani non per essere umiliati pulendo i cessi di quelli che precedentemente hanno picchiato ma per rendersi conto contro quale categoria hanno agito e imparare a conoscerla e a rispettarla.
Uno studente al primo anno di sociologia lo saprebbe ma Camilloni no.
Pensare che l'umiliazione sia una forma giusta di punizione e che la punizione serva a rieducare fa parte della stessa cultura che ha i spinto i tre giovani ad aggredire il vecchio.
D'altronde basta andare a vedere la committenza politica dell'osservatorio sociale (il cui sito è fermo al 2003...) per capire di che pasta sono fatte le persone, Luigi Camilloni in testa, un presidente da strapazzo.
Già tempo fa avevamo avuto a che fare con i cessi e, in quel caso, avevo aspramente criticato l'autore dell'infelice equazione. Ma in quel caso si trattava di un giornalista che, soprattutto in Italia, sono persone qualunque alle quali è capitato per caso di esercitare quella professione.
Ma che sia il presidente di un'agenzia parlamentare a commettere lo stesso errore preoccupa, indigna e indurrebbe alla richiesta si dimissione. Ma Camilloni occupa quel posto da parecchi anni in barba a qualunque democratico avvicendamento...
Se volete scrivere lettere di protesta ecco l'email osservatorio.sociale@osservatorioparlamentare.it