L'articolista (chiamarlo giornalista mi pare troppo) sciorinava le cifre del contagio aids (si era nella seconda metà degli anni novanta, le cifre erano ancora alte e, nel mondo occidentale, di aids ancora si moriva) con tanto di tabella.
Tra i viatici del contagio c'erano anche le pratiche sessuali e nella tabella si distingueva tra coito anale eterosessuale e coito anale omosessuale!!!
Come se, scusate la volgarità, il virus, prima di entrare nel pertugio chiedesse: "scusate ma è il sedere di un uomo o quello di una donna?!"...
Non si tratta di una semplificazione indotta da un equivoco lessicale ma di un inganno perpretato dalla stampa come minimo per analfabetismo scientifico (ma anche logico e sintattico...), che per anni, nel decennio precedente, aveva cavalcato l'onda emotiva della peste dei froci condannando le donne, nel decennio successivo, a comparire in cima ala lista della contagiate (non perché loro avessero un comportamento promiscuo ma perché contagiate da compagni e e mariti che, in quanto etero, si sentivano immuni dal contagio).
I dati italiani
Oggi sono circa 4mila le nuove infezioni da Hiv che si registrano ogni anno in Italia il 65% delle quali trasmesse per via sessuale.
La mortalità è ancora in diminuzione ma il numero delle infezioni è di nuovo in aumento. Dall'inizio dell'epidemia a oggi in Italia si sono registrati 58.400 casi di Aids, e 35.300 decessi. Il picco dell'epidemia è stato registrato nel 1995 (5.600 casi di aids conclamata), mentre oggi sono 1.200. I malati conclamati che vivono grazie alle nuove cure retrovirali sono 23.000 mentre i sieropositivi sono 120.000, In quanto ai decessi, dopo il picco raggiunto nel '95 (4.581), dal 1997 si inizia a registrare un calo, che continua fino ai 200 morti registrati nel 2007.
Il dato più allarmante è quello sulle modalità del contagio.
Se nel 1997 la percentuale di tossicodipendenti era del 58,1%, contro il 20,7% quella per rapporti etero e il 15% per quelli omo-bisessuali, nel 2007 i casi tra i tossicodipendenti sono scesi al 27,4%, mentre quelli tra gli eterosessuali sono saliti al 43,7% e quelli tra omo-bisessuali al 22%.
Un dato che si commenta da sé. Se i gay ancora sanno prendersi cura di sé, l'aids è sempre più percepita come malattia dei gay se i contagi etero rispetto 10 anni fa sono raddoppiati.
Forse bisognerebbe smetterla di fare una distinzione sull'orientamento sessuale dei malati di aids (la distinzione infatti ha solo un valore sociologico e non medico) e parlare solo di contagio sessuale e basta... Ricordando che nessuna pratica sessuale è immune dal rischio di contagio, dalla fellatio in su (...on in giù!!!)
Intanto il Ministero della Salute ci prova a fare una campagna di legittimizzazione dell'uso dei profilattici (ma i fatti recenti del preside che li considera volgari la dice lunga sulla nostra società...).
Uno spot, per la regia di Francesca Archibugi, bellissimo, che vedremo in tv a partire dal 2008 (ma lo vedremo davvero?...).