19 aprile 2008

Augelli Aspri



Leggo sul sito di Grillo la sentenza preliminare nel tribunale di Fermo (AP) del processo per omicidio colposo che vede come imputati l'amministratore delegato dell'Asoplast Giuseppe Bonifazi e l'amministratore delegato della ditta Mag System Srl con sede in Schio, Mario Guglielmi, costruttrice della macchina modello T A 1000/S C/8.
La macchina ha ucciso, il 20 giugno 2006, Andrea Gagliardoni, presso la ditta Asoplast di Ortezzano, schiacciandogli il cranio.

Bonifazi è accusato di non aver messo a disposizione di Andrea un'attrezzatura idonea, e di aver disattivato l'unico sistema di sicurezza, per velocizzare la produzione.

Guglielmi, è accusato di aver costruito ed apposto il marchio CE ad una macchina non conforme ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dall' allegato 1 del D.P.R. 459/96, delle norme UNI e comunque inadeguate ai fini della sicurezza.

Eppure, grazie al patteggiamento accettato dal pm Antonio Bartolozzi, ai due imputati sono stati dati 8 mesi con la condizionale. Quando nel corso dell’udienza ha illustrato i termini del patteggiamento per i due imputati, Graziella ha (giustamente) dato in escandescenza. (fonte, Il resto del Carlino)

Andrea aveva 23 anni, tutti i giorni faceva 80 km per recarsi al lavoro presso la ditta Asoplast di Ortezzano in provincia di Ascoli Piceno.
Quel fatidico 20 giugno 2006, Andrea si alza alle 4 del mattino per essere sul posto di lavoro alle 5. Alle 6,10 la pressa si ferma come una grande bocca spalancata, Andrea d'istinto si sporge e guarda dentro, ma all'improvviso la macchina si rimette in moto lasciandogli solo il tempo di lanciare un urlo lancinante, e il cranio di Andrea viene schiacciato da quella maledetta pressa.....
Graziella Marota dal sito della provincia di Ascoli Piceno



La madre di Andrea ha scritto a Grillo che ha pubblicato la sua lettera denunciando la sentenza scandalo.
Quel che nel blog di Grillo non si dice è che Graziella Marota si è candidata come indipendente nella Sinistra Arcobaleno alle ultime politiche.
Insomma non proprio una mamma qualunque (il che non intasca di un atomo la legittimità del dolore, della rabbia, né l'azione politica intrapresa dalla donna oltre quella giudiziaria).

Mi sarebbe però piaciuto leggere cristallinamente nel sito di Grillo che la signora non è una mamma qualunque ma una politica in erba.

Il punto è un altro però.
Se il governo di centrosinistra non ha saputo garantire niente, nemmeno una tutela dal lavoro insicuro e se di questa notizia non c'è stata rilevanza nazionale ma solo locale (solo Grillo ne ha dato la giusta enfasi) cosa succederà ora che s'insedia un governo padronale, confindustriale? Chi parlerà di queste morti bianche ora che il presidente del consiglio vende anche giornali, dischi, film libri, ha banche, assicurazioni, è il primo a vendere pubblicità in Italia?

Chi ha votato PdL ha già detto e nemmeno tanto indirettamente alla madre di Andrea: tuo figlio è morto? chissenefrega!

A noi invece ce ne frega.

Grazziella Marota ha ricevuto dal Presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca la “Stella al merito del lavoro alla memoria” con il titolo di “Maestro del Lavoro", onorificenza concessa dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un'occasione per i politici, presenti in massa, di ricostruirsi una verginità pro sicurezza sul lavoro. Uno sciacallaggio al quale, suo malgrado, la mamma di Andrea non ha potuto sottrarsi (ma che non leniscono lo smacco di aver ricevuto dall'Inail un risarcimento di 16.000 euro...). Una borsa di studio alla memoria di Andrea è stata istituita per sensibilizzare gli studenti della sicurezza sul lavoro (ma perché non si sensibilizzano le industrie con una legge che al primo incidete fa chiudere la fabbrica, per sempre e mette in galera, senza processo, i padroni della medesima?).

Ciao Andrea... almeno non devi vedere più lo sfascio che sta per travolgere, speriamo definitivamente, questo paese di fascisti di merda.

Bollettino ufficiale sullo stato del mio umore n° 13

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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