3 dicembre 2010

Piscosi per il cineclub Detour

Di solito non amo le proiezioni in dvd diserto cineclub e cineforum che non siano rigorosamente in pellicola. Sono snob e devo mantenere la nomea no? Eppure l'altra sera ho deciso di andare a vedere un film proiettato in dvd, in un cineclub romano, il Detour. Il supporto originale del film è digitale e dunque non ho infranto la mia regola fino in fondo... L'occasione è particolare. La proiezione romana del documentario + o - il sesso confuso Racconti di mondi nell'era dell'Aids (Italia, 2010) di Andrea Adriatico e Giulio Maria Corbelli.
La proiezione è gratuita ma il Detour non accetta prenotazioni. Basta venire prima rispondono solerti alla mia mail. Così con Antonio ci diamo appuntamento una buona ora prima per avere il tempo di bere un caffè al bar dove Peppino e Totò girarono la scena del "Ragionier Casoria" ne La banda degli onesti (Italia, 1956) di Camillo Mastrocinque,

e incamminarci per la prospiciente via Urbana, numero vattelappesca, ma tanto ho visto su google map non è lontano dal bar...

Invece del Detour non c'è alcuna traccia!!! E, per quanto chiediamo a bar, alimentari, Saint Louis Jazz Club, passanti, nessuno sa dirci dove sia (o cosa sia a vedere dalle facce che fanno) il Detour.
Io mi innervosisco, Antonio, più serafico, già pensa a cosa fare in alternativa, entrambi, sudiamo.
Dopo esserci fatti TUTTA via Urbana in su e in giù mentre Antonio commenta sardonico ecco un esempio di lotta all'aids in italia, nessuno sa cos'è, chiamo casa, Giovanni mi dà il loro numero di telefono, chiamo il Detour e quelli mi dicono il numero, 107, dove c'è il negozio di commercio equosolidale. A me e ad Antonio cadono le mascelle a terra. Siamo passati 3 volte davanti quel negozio che avevamo escluso automaticamente anche perché attraverso le ampie vetrine si vedevano avventori e merci eque e solidali non clienti del cineclub.... Invece, quando lo raggiungiamo notiamo anche, incastonata nella vetrina, la scritta Detour, che prima non avevamo notato...
Entriamo, districandoci tra clienti che non si spostano di un millimetro per fati passare, facciamo la tessera, gratuita anche quella, entriamo in sala e un tizio occhialuto ci dice che i posti sono prenotati. Io commento ma come ? mi avete risposto che non ce n'era bisogno?!?!

Il tipo mi risponde:
1) che non dipende da loro perchè la serata non l'hanno organizzata loro
ma allora perché non mi hanno risposto così alla mail ?

2) che non posso pretendere niente visto che la serata è gratuita (!?!?!)

3) che non sono posti prenotati ma riservati agli ospiti.

Gli faccio notare che mi ha detto prenotati mi risponde (letteralmente, giuro)
Ho detto prenotati ma intendevo dire ospiti... Poi mi guarda e mi dice anzi sa che le dico le chiamo l'organizzatore!!!
Intanto ci siamo trovati un posto su un divano a fondo sala, così quando l'organizzatore arriva offrendoci dei posti noi siamo sistemati e il suo intervento è inutile. Ci garantiscono che il posto è libero e invece non lo è ma chi credeva di averlo preso è gentile e ci concede due dei 4 posti che aveva preso (solo per questo non la zittirò quando commenterà tutto il film con il suo amico...).

Finalmente inizia il film, io e Antonio, sudatissimi, ci leviamo giubbotti e maglioni e ci godiamo il documentario che è molto interessante e ben fatto. Un excursus storico e non sull'aids detto da diversi punti di vista toccando temi diversissimi, forse a tratti con poco approfondimento, ma preciso e intellettualmente ineccepibile.

All'uscita del film penso proprio che non metterò piede al Detour per almeno dieci anni.
Anche se l'idea del tornarci per dare dello stronzo al nervoso occhialuto, visto che, secondo lui, solo pagando il biglietto posso lamentarmi, è molto invitante...

Ma fuori dal cinema mi dimentico di lui e non del film...
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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