Non sono mai stato d'accordo con le piattaforme di rivendicazione delle e degli omosessuali italiani che fanno dell'omossesualità una condizione oggettiva dalla quale dovrebbero derivare diritti particolari.
E' una visione miope, egoista e borghese, come ho già avuto modo di spiegare su questo blog.
Se questa volta vado in mezzo ai froci e alle lesbiche, oltre che per ritrovare amici e amiche carissime, è perché i Dico non sono un diritto dei soli gay e lesbiche, ma di tutti quei cittadini e cittadine che, a prescindere dal loro orientamento sessuale e della loro affettività, decidono di condividere un pezzo importante della loro vita con un lui o una lei speciali e che queste unioni abbiano diritto a certi benefici per ora appannaggio dei privilegiati, di quelli\e che si sposano.
Evidentemente il problema non è il matrimonio altrimenti non ci sarebbe il milione e oltre di etero, con o senza bambini, che, pur potendolo fare, non si sposa.
Si vuole cambiare l'idea di famiglia ampliandola oltre lo zoccolo duro di chi confonde chiesa con laicità (e che crede che il matrimonio vero sia quello ecclesiastico e non quello al comune) verso un'idea di famiglia che non vuole sperimentare sulla pelle delle cittadine e dei cittadini chissà quali strane alchimie omocomuniste, ma prendere atto di una situazione di fatto che nel paese già esiste da almeno 20 anni, dando alle coppie di fatto una dimensione legale, una tutela giuridica, come ogni stato moderno dovrebbe fare e come infatti il resto d'Europa sta facendo...
Perché in italia né l'omosessualità né la convivenza eterosessuale more uxorio sono reati e i diritti non sanzionano questa liceità che è già garantita dalla costituzione italiana...
I diritti di cui si parla non sono il diritto di essere ma il diritto di poter accedere come le coppie etero sposate a una seria di privilegi.
Ma che ipocrisia nella chiesa che spara a zero contro i dico in nome della famiglia ignorando belluinamente le famiglie etero con figli che hanno deciso di non sposarsi ma non per questo non debbono godere di alcuni diritti che non possono passare esclusivamente tramite il matrimonio....
Quando per sostenere le proprie idee (sic!) si adducano motivazioni irrazionali, non scientifiche, discriminanti e oscurantiste, come fa Paola-Cilicio-Binetti, come fanno la chiesa e alcuni parlamentari di diversi schieramenti politici, la malafede di posizioni ideologiche che nascondono, dietro una vacuità di valori, una lotta esclusiva per il mantenimento del potere appare evidente, almeno a tutti qui cittadini che sono stufi di sentirsi dire sempre dagli stessi cosa sia lecito e cosa no.
Per cui oggi andrò alla manifestazione pro Dico indetta dalle associazioni GLTB per salvaguardare la democrazia in un paese che ha sempre più nostalgia del duce...
Chi mi accompagna?
E' una visione miope, egoista e borghese, come ho già avuto modo di spiegare su questo blog.
Se questa volta vado in mezzo ai froci e alle lesbiche, oltre che per ritrovare amici e amiche carissime, è perché i Dico non sono un diritto dei soli gay e lesbiche, ma di tutti quei cittadini e cittadine che, a prescindere dal loro orientamento sessuale e della loro affettività, decidono di condividere un pezzo importante della loro vita con un lui o una lei speciali e che queste unioni abbiano diritto a certi benefici per ora appannaggio dei privilegiati, di quelli\e che si sposano.
Evidentemente il problema non è il matrimonio altrimenti non ci sarebbe il milione e oltre di etero, con o senza bambini, che, pur potendolo fare, non si sposa.
Si vuole cambiare l'idea di famiglia ampliandola oltre lo zoccolo duro di chi confonde chiesa con laicità (e che crede che il matrimonio vero sia quello ecclesiastico e non quello al comune) verso un'idea di famiglia che non vuole sperimentare sulla pelle delle cittadine e dei cittadini chissà quali strane alchimie omocomuniste, ma prendere atto di una situazione di fatto che nel paese già esiste da almeno 20 anni, dando alle coppie di fatto una dimensione legale, una tutela giuridica, come ogni stato moderno dovrebbe fare e come infatti il resto d'Europa sta facendo...
Perché in italia né l'omosessualità né la convivenza eterosessuale more uxorio sono reati e i diritti non sanzionano questa liceità che è già garantita dalla costituzione italiana...
I diritti di cui si parla non sono il diritto di essere ma il diritto di poter accedere come le coppie etero sposate a una seria di privilegi.
Ma che ipocrisia nella chiesa che spara a zero contro i dico in nome della famiglia ignorando belluinamente le famiglie etero con figli che hanno deciso di non sposarsi ma non per questo non debbono godere di alcuni diritti che non possono passare esclusivamente tramite il matrimonio....
Quando per sostenere le proprie idee (sic!) si adducano motivazioni irrazionali, non scientifiche, discriminanti e oscurantiste, come fa Paola-Cilicio-Binetti, come fanno la chiesa e alcuni parlamentari di diversi schieramenti politici, la malafede di posizioni ideologiche che nascondono, dietro una vacuità di valori, una lotta esclusiva per il mantenimento del potere appare evidente, almeno a tutti qui cittadini che sono stufi di sentirsi dire sempre dagli stessi cosa sia lecito e cosa no.
Per cui oggi andrò alla manifestazione pro Dico indetta dalle associazioni GLTB per salvaguardare la democrazia in un paese che ha sempre più nostalgia del duce...
Chi mi accompagna?