20 luglio 2011

HALF DIE FESTIVAL: e per qualche ora non sei più in Italia.

Tutto inizia in Belgio nel 1989. Potrei anche dire che tutto inizia qualche settimana fa quando su Facebook scovo la pagina dell'Half Die Festival. Invece no. Tutto inizia a Bxl

più di vent'anni fa.
Mentre come un bimbo in estasi nel più grande negozio di giocattoli del sistema solare mi perdo tra gli odori i sapori e i colori e gli odori di Bruxelles. E tra le mille scoperte incontro Lei Isabelle Antena, che il mio amico Patrick mi fa ascoltare su cd nella sua casa-locale-esempio di alto design d'interni.


Isabelle è per me una voce e lo rimarrà praticamente fino fino a domenica scorsa. La copertina del disco che ascolto non contiene alcuna sua foto ma poco importa. E' la sua voce e le sue canzoni che mi colpiscono, non il suo viso che non conosco.
Il disco è Jouex le cinque e la canzone che mi colpisce con una marea emotiva è proprio la canzone che dà il titolo all'album che oggi vi propongo in un video mai visto prima, né tanto meno allora.

Come tutti i pezzi di Isabelle sono un mix di funky, jazz, bossa nova e pop cioè basically la musica che io adoro di più.
Un altro brano dell'album Domine toi

mi ricorda da vicino un brano di un'altra cantante belga (fino a domenica ho creduto che anche Isabelle lo fosse, invece è francese) Viktor Lazlo (anche lei di origini francesi ma più conosciuta in Belgio che in Patria) con la sua Premier Rôle che sulla rete trovo solo in versione inglese (l'album uscì in due versioni, una per il mercato francese e una per il mercato internazionale la con gli stessi brani cantati in inglese, io possiedo il vinile originale belga in francese...)

Insomma allora ascoltavo queste cantanti con le loro canzoni che promettevano una felicitò futura ancora da venire...
Nel 1992 esce un altro album di Isabelle Carpe Diem nel quale vedo finalmente come è. In copertina c'è lei con un cappello dalla tesa larghissima, lo sguardo basso e gli occhi truccati.
Le Sydnrome de Peter Pan mi attanaglia il cuore adesso come allora

Prolificissima (tra l'86 e il 92 ha fatto uscire ben 8 album, in sei anni) Isabelle mi ha sempre parlato direttamente come facesse dischi solo per me.
Poi dopo il 92 perdo di vista Patrick e anche Isabelle i cui dischi in Italia, manco a dirlo, non arrivano mai. E' il mio amico Paolo (belga d'adozione) a riportarmi un suo disco diversi anni dopo e scopro che Isabelle ha compiuto una svolta acid jazz in quegli anni assai di moda) che non mi piace, simplement.

Isabelle passa al dimenticatoio dal quale riemerge nel 2005 quando trovo da Revolver, un doppio, sempre in stile acid Jazz e mi rammarico della sua conversione definitiva.
Non che la nuova proposta muisicale non sia interessante, tutt'altro,

Ma è questo lo sitle che preferisco...


Arriviamo finalmente a qualche settimana fa quando su faccialibro leggo di un festival che si tiene in un terrazzo condominiale, provato e accogliente. COme si legge sul profilo myspace
L'Half Die (...il nome ha una storia troppo lunga per essere raccontata..) nasce nel 1997 sul "Morpurgo Roof",un improvvisato terrazzo nella zona industriale di Portonaccio,grazie all'intuizione di "Morpurgo Benerecetti" che da quell'anno ogni estate ha organizzato un appuntamento, la domenica pomeriggio, che ha visto alternarsi numerosi musicisti di varia estrazione, rigorosamente dal vivo!
Su faccialibro si leggono queste brevi, semplici e condivisibili regole
- non è un party, non è un aperitivo, è un festival di musica, se non siete interessati non venite
- è gradita la prenotazione via e mail
- non parcheggiare e non entrare con macchine e motorini dentro il vicolo di Porta Furba
- non fare schiamazzi e non dare fastidio al vicinato già di per se tollerante
- portare qualcosa da bere e un cuscino salva ustioni sulle chiappe
- rispettare gli orari e osservare un religioso silenzio durante lo svolgimento della performance live
- no scarpe aperte
- Venite con chi vi pare pur che sia edotto delle regole.

Mi prenoto per un primo concerto ma poi non posso andare. Intanto sono nella mailing list e scopri che il 1 c'è Isabelle Antena?!? Quella Isabelle? Ma sì! E' proprio lei.
Decido di andare forzandomi paurosamente per strane resistenze (non conosco nessuno, sono timido, non mi va) ed entro in un mondo per me sconosciuto. INtanto nessuno mi rompe! Non mi chiedono chi sono perchè sono lì se ho portato da bere. Mi fanno entrare e basta. Mi siedo sul mio cuscino salvachiappe (il pavimento terrazzo resterà bollente fin dopo le 21...) e mi metto a leggere il Manifesto, mentre il sole mi inebria e Isabelle è già lì a fare un sound check.

Il terrazzo è bellissimo posizionato di modo che da fondo fa l'acqueodtto romano, una scenografia che nemmeno a pagarla...
Io ho portato una bottiglia di vino e un the freddo, pensando che il bere sia per tutti. Scopro che, in realtà, ognuno beve per sè così mi accontento dell'acqua che ho portato per me. Intanto Isabelle sparisce...

...mentre un (bel) ragazzo fa il suo sound chek. E' lui l'altra novità della sera! Si chiama Cascao e si presenta con in repertorio alcuni brani di un suo disco da solista. Sulla rete è presnete come partner di Lady Maru presnete al terrazzo anche se non ha cantato) dei quali in rete si trova un fantastico video




Ecco altri pezzi di questo duo incredibile.



Cascao suona una minitastiera Casio utilizzando solo i suoni campionati in essa contenuti eppure riesce a tirare fuori dei pezzi dal sound personalissimo e accattivante. Di bella presenza (e due!9 con una vece notevolmente alta che usa con coerenza e sicurezza, ci intrattiene per quasi un'ora concludendo il concerto con un salto dallo stativo che regge la mini tastiera (io penso che lui, magro com'è se lo può permettere a me lo stativonon reggerebbe mai).

E' poi la volta di Isabelle, che anta e suona per piò di un'ora, attingendo al repertorio più recente di bossa nova e musica elettrica, un incrocio tra dj e cantante, manovra loop e microfoni e beve birra di tanto in tanto. Suona una musica che fa ballare anche i paralitici. (dopo il ocncerto comprerò ben sette cd sette...).

Intanto penso a dove mi trovo e non mi sembra di stare in Italia. All'estero queste cose avvengono spesso (beh certo qualceh taarro cafone che, nonostante le regole, parla per tutto il tempo del concerto a ricordarmi che lo stivale non l'ho mai lasciato, c'è...), l'unico fastidio sono le sigarette che quasi tutti fumano di continuo (e dunque io con loro).
Ma l'atmosfera è speciale (sigarette a parte) la musica perfetta, il pubblico (italiota) sollecito a suo modo e io ho deciso di tornarci anche domenica prossima!

Intanto ripenso ad Isabelle alle emozioni che mi ha dato illo tempore alla musica che fa oggi e mi coglie un sospiro che mi fa mancare l'aria...






bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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