2 aprile 2009
La legge 40 un po' meno patriarcale
La consulta si è pronunciata finalmente sull'articolo 14, comma 2, della legge 40 sulla procreazione assistita dichiarandola incostituzionale. L'articolo prevedeva che Le tecniche di produzione degli embrioni, tenuto conto dell'evoluzione tecnico-scientifica e di quanto previsto dall'articolo 7, comma 3, non devono creare un numero di embrioni (sic!) superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre..
La legge è dogmatica fin nell'impiego dei termini.
L'embrione infatti è un organismo pluricellulare ottenuto dal processo di divisione cellulare di uno zigote animale(1), laddove lo zigote è la cellula con nucleo diploide originata dalla fusione del gamete maschile con quello femminile 2). (fonti 1 wikipedia e 2 Dizionario della linugua italiana Garzanti).
Ora come ricorda Giovanna Paglialonga sul sito progetto Galileo per favore,almeno noi “laici” non chiamiamoli embrioni; si tratta di cumuli di 2-4 cellule e il termine tecnico è “zigote”; l’abbozzo embrionale,se avrà fortuna, ci sarà verso il 14°giorno.
Insomma l'embrione non è uno zigote e viceversa.
La legge 40 indica con nome non suo qualcosa esprimendo così un giudizio surrettizio e ideologico, un po' come quei pazzi del sito della Gnosi che chiamano il feto bambino di cui mi sono occupato su queste pagine il 4 gennaio del 1008 (vi ricordate?).
Comunque sia la Consulta ha spuntato alcune assurdità della legge che però è rimasta in piedi in tutto il suo scempio ideologico e contro le donne.
Per esempio la Consulta ha dichiarato inammissibili, per difetto di rilevanza nei giudizi principali, la questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 6, inerente l'irrevocabilità del consenso della donna, e dei commi 1 e 4 dell'articolo 14 (fonte Repubblica 1 aprile 2009).
Per cui quello sfregio maschilista, patriarcale, fascista del vuoi un figlio nella panza? Non puoi più cambiare idea... è rimasto in piedi. Ora io posso in qualunque momento anche un secondo prima che i medici inizino ad operarmi cambiare idea e non farmi più operare ma nel caso della fecondazione assistita la donna no ha diritto a cambiare idea. Eppure quei signori che dovrebbero tutelare la nostra Costituzione e la sua applicazione (guarda caso tutti maschi) considerano irrilevante questo questo articolo della legge.
Intanto quel fascista di Fini continua a costruirsi la verginità da bravo ragazzo mentre Rutelli (e quindi il PD) continua a leccare il culo (sporchissimo) di Papa Bendetto XVI.
Non mi soffermo sui dettagli della vicenda burocratico-legale che ha portato la consulta ad esprimersi (se volete leggere degli approfondimenti vi sconsiglio il blog Legge 40 toccala di una coppia che ha vissuto l'iniquità della legge 40 sulla propria pelle).Riporto solamente la dichiarazione di una sadica malata dimente (con tutto rispetto per i matti..), tale Isabella Loiodice, avvocato del Comitato per la tutela della salute della donna. Secondo il legale, questa pratica "non è conforme alla Costituzione, che conferisce il diritto a un figlio, ma non per forza un figlio sano" (fonte adn kronos salute del 31 marzo).
Capito?
Si ha diritto ad avere un figlio, non un figlio sano, come si è sentita rispondere una coppia di Cagliari che, volendoavere un figlio, ama essendo entrambi talassemici (e quindi avendo una possibilità su tre che il figlio nasca malato di anemia mediterranea) si sono visti rifiutare l'analisi pre-impianto.
Poi, se vuole, la donna, DOPO, può abortire.
Ma che legge è?
Una legge per la tutela dell'embrione (cioè dello zigote)?!
Insomma non mi sembra che ci sia molto da gioire e non dimentichiamoci che quando ci fu il referendum il 74,5% degli italiani se ne fregò...
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