Tanta strada è stata fatta da me (e dai miei amici, anche se Frances non è più tra noi il suo insegnamento è sempre prezioso) da quando ci affogavamo di regali alla loro cancellazione totale.
Quest'anno non farò nemmeno un regalo di natale...
I doni sono belli da fare ma non per le ricorrenze, al limite per il compleanno, per l'onomastico.
Ma l'idea (che fu di Frances) è di fare un regalo ogni volta che vedi una cosa e pensi a qualcuno. Poi magari li accumuli per il compleanno... Oppure glieli dai subito se non sai aspettare.
Qualunque sia l'occasione, anche per gli irriducibili di Natale il consiglio p di non fare regali sessisti. Mai. non solo ai bambini, ma nemmeno alla vostra nonna...
Per i bambini, ecco qualche spunto di riflessione tratto dal bell'opuscolo Gioca Jouer prodotto da comunicAttive un'associazione di Bologna che si è liberamente ispirata alla Campagne contre les jouets sexistes realizzata da una rete di associazioni francesi della quale trovate da tempo il banner sul mio blog, grazie al blog Marginalia dal quale ne sono venuto a conoscenza (così come per questo opuscolo d'altronde...).
Gioca Jouer. Guida pratica per salvarti dai giochi sessisti, si legge sul sito di comunicAttive
è un opuscolo per proporre ai genitori alcuni spunti di riflessione sui ruoli, comportamenti, attitudini che i giocattoli attribuiscono a bambini e bambine in base al loro genere, contribuendo a riprodurre l’impostazione sessista della nostra società.Vi propongo qui, trascrivendole dall'opuscolo in pdf che potete consultare e scaricare qui, alcune riflessioni in esso contenute. Leggetelo! Ecco il miglior regalo che potete farvi!
Crediamo che rompere questi schemi che proiettano nelle bambine la cura della casa, la maternità e la bellezza modello unico, e nei bambini l’eroismo e la virilità, possa aprire possibilità di pensiero, di esistenza e di felicità per tutt@
I giochi rappresentano uno dei più famosi e banali luoghi di riproduzione culturale dei soliti ruoli di casalinga, unica persona che cura i figli, madre amorevole, sposa perfetta.
Il ruolo materno e la casalinghitudine si proiettano anche
in ambito professionale: in Italia, le donne sono il 75% degli insegnanti, il 93% degli assistenti sociali, il 77,6% dei collaboratori domestici. Siamo certi che il presunto istinto materno e la propensione alla cura domestica siano davvero così innati?
Le confezioni dei giocattoli scientifici ritraggono molto più spesso bambini che bambine. Ai maschi, infatti, si offrono giochi che fanno appello alla riflessione, alla tecnica e alle scoperte scientifiche del mondo.
Già nella fascia di età fra i 3 e i 5 anni i bambini che amano giocare con videogiochi e computer sono il doppio rispetto alle bambine: 18,7% vs 9,5%.
E’ forse un caso che gli iscritti alle facoltà scientifiche italiane il 77% siano uomini? E che, più in generale, gli uomini continuino a detenere il primato del potere e del sapere?
Oltre alle bambole da accudire e alle cucine per apprendere il mestiere delle brave mamme, alle bimbe vengono proposte le Bratz e le Winx come “amiche da emulare”, che ricalcano un modello di femminilità univoco. Il culto
della bellezza stereotipata rappresenta così per le future donne l’unica alternativa possibile alla gabbia domestica e la chiave per il loro successo.
Possiamo fare molto, noi, padri, madri, zie zie, nonni e nonne, fratelli e sorelle, amici e amiche di queste bambine e bambini.
Ragionare con loro. Chiedere loro se credono davvero che certi giocattoli siano di esclusivo appannaggio per un sesso piuttosto che per un altro.
Naturalmente non criticare se una bambina o un bambino giocano con giocattoli pensati dal luogo comune sessista per il sesso opposto.
sediamo con loro mentre guardiamo la tv e ragioniamo con loro sulle pubblicità che spacciano i luoghi comuni,
Iniziamo a cambiare il nostro comportamento in casa. Noi mamme non atteggiamoci a donnine che non sanno nulla di idraulica (anche se siamo così perché siamo state cresciute così), noi papà non abbiamo paura di prenderci cura del nostro corpo usando le creme come la mamma (lo facciamo, lo facciamo...).
Non giustifichiamo i nostri difetti o le nostre attitudini con la natura di esser uomo o esser donna ma facciamo riferimento alla nostra storia e cultura a come siamo stati cresciute/i ed educate/i.
E non facciamo nemmeno l'errore opposto di regalare bambole ai nostri maschietti le pistole alle nostre femminucce perché le Barbie sono maschiliste e le pistole anche.
Parliamone, scriviamoci, confrontiamoci. L'importante è crescere ed emancipare se non già noi stesse/i almeno le/i nostre/i figli/e.