3 maggio 2009

Transessualismo?

Il 22 agosto del 2008 pubblicavo un post su Vladimir Luxuria nel quale, tra le altre cose, facevo delle considerazioni davvero tranchant (ehm...) sul transessualismo:
Vladimir non è nemmeno Trans, perché non si è mai operato, e infatti gli manca del tutto la disperazione che rendei i corpi Trans quel simulacro estremo a un corpo sognato e agognato in maniera così distorta che è tanto più ridicolo perché appare quello che non potrà essere mai (essere una donna non significa avere due tette o una vagina, e, in ogni caso, quella delle trans è tutto tranne che una vagina: niente mestruazioni, niente secrezioni, poca sensibilità al piacere, niente contrazioni pelviche. La vagina delle trans è molto più vicina all'idea che ne hanno gli uomini: è un buco).
Tempo dopo ricevo un commento giustamente incazzato di una trans di Bologna. Nasce un veloce scambio di battute nel quale preciso che le mie sono riserve teoriche ma che, naturalmente, ognuno è libero di fare quel che vuole del proprio corpo... Ma quando lei mi spiega, in un successivo commento, a gennaio di quest'anno, io non le rispondo e lascio cadere la cosa.
Le rispondo adesso, sempre che legga ancora il mio blog, sempre che ne abbia voglia. Ma l'argomento è importante e voglio il parere anche di voi lurker...

Ecco il commento al quale non ho risposto:
dunque.

a livello di clitoride vengono mantenute tutte le terminazione nervose del glande (in effetti, da esso viene ricavata), quindi la clitoride di una trans sente esattamente come quella di una donna genetica.

in più, non vengo toccati i vasi sanguigni, per cui le pareti della vagina - a grandi linee - hanno una stimolazione simile a quella di una donna genetica.

detto questo, è vero, non ci sono mestruazioni (vabbè ma spero che non sia questo ad identificare una donna, sennò tutte le over 50 dove le mettiamo?) né secrezione di liquido vaginale.

quindi la situazione di una trans è molto simile a quella di una donna a cui sono stati asportati utero ed ovaie...

c'è un qualcosa che non va? a mio avviso, no. sono semplicemente situazioni diverse, che vanno trattate per l'appunto in maniera diversa.

le trans operate non godono? e dove sta scritto? semplicemente, si prendono piaceri diversi dalle donne genetiche. e, nel mio caso, sono molto contenta di prendermi dei piaceri diversi dalle donne genetiche.

io non so quale sia il motivo per cui sei concettualmente contro al transessualismo. non so nemmeno se lo voglio sapere. d'altronde, il transessualismo è una strada che, come tutte le strade a questo mondo, non può essere condivisa da tutti - né compresa da tutti. L'unanimismo non esiste. è pura utopia.

detto questo, il mio corpo non andava bene, non rifletteva per nulla la mia personalità, la mia interiorità, le mie fantasie, le mie aspirazioni, e l'ho cambiato. così come avrei cambiato la mia tinta di capelli se non mi fosse andata bene, così come cambierei Bologna se non m'andasse più bene.

perchè questo alone di grevità e pesantezza sul transessualismo, francamente, m'ha stufata (e pure parecchio).

perchè il transessualismo, se non ci fosse l'opprimente stigma sociale a rompere i coglioni, è un percorso bellissimo, che ti porta, come nessun altro, a conoscere il tuo corpo in ogni suo minimo dettaglio, da quando parti a quando sta cambiando a quando arrivi alla mèta.
Le sue argomentazioni, al di là di quel che mi informano e di cui non sapevo, non cambiano la mia perplessità.

Lei afferma che
il mio corpo non andava bene, non rifletteva per nulla la mia personalità, la mia interiorità, le mie fantasie, le mie aspirazioni, e l'ho cambiato.
Ok. Lo capisco. Se sono grasso dimagrisco, se ho le rughe mi opero. Però un conto è cambiarsi il colore dei capelli, cosa reversibile, basta aspettare che ricrescano, un conto è tagliarsi il cazzo o mettersene uno (finto) al posto della fica. Uso cazzo e fica non per essere volgare ma per sottolineare che sono gli unici organi sessuali davvero funzionati (va beh non sempre...) di cui siamo dotati. Il cambio di sesso è per sempre. Invece chi mi scrive percepisce il cambio di sesso come un accessorio quale il cambio di capelli o di città.
Ma al di là di questa superficialità quel che non mi convince è l'assunto centrale del transessualismo.
Io non mi riconosco nel corpo che ho, sento che la mia essenza appartiene all'altro sesso. Già qui ci sarebbe da chiedersi: in che modo? Cosa vuol dire sentirsi dell'altro sesso? Le mie sensazioni, emozioni, non passano anche (anche, non solamente) attraverso il mio corpo sessuato?
Ma diamo per buono che abbia senso dire la mia essenza è dell'altro sesso. Il mio corpo sessuato non mi esprime, non mi rappresenta, quindi lo cambio. Ora se fosse possibile trasferirsi in un corpo geneticamente dell'altro sesso capirei chi non sentendo proprio il corpo nel quale sono nati lo cambino completamente. Ma il cambio di sesso che compiono le (i) trans non ti permette mai di diventare davvero dell'altro sesso ma semplicemente di averne l'aspetto esteriore come dice la mia commentatrice per sua stessa ammissione:
detto questo, è vero, non ci sono mestruazioni (vabbè ma spero che non sia questo ad identificare una donna, sennò tutte le over 50 dove le mettiamo?) né secrezione di liquido vaginale. quindi la situazione di una trans è molto simile a quella di una donna a cui sono stati asportati utero ed ovaie...
La mia commentatrice scorda che le 50enni sono state donne anche prima della perdita delle mestruazioni che, per loro, è il normale percorso biologico di quel corpo. Nessun trans operato potrà conoscere davvero lo specifico del sesso di destinazione. Per cui le (i) Trans arrivano dopo il cambiamento a un corpo che è sempre mutilato, non completo. Ma allora, mi chiedo, non rimane lo stesso uno scollamento tra quel che sentono dentro, tra la loro essenza, e il corpo che riescono ad avere? E il risultato finale non è piuttosto il segno di un odio per il sesso genetico del proprio corpo a tal punto da volerlo mutilare? E non è un'offesa al corpo genetico femminile e maschile equipararlo al corpo operato cui si devono contentare ?
Volgarmente tra un corpo originale (cioè perfettamente funzionale) anche se non di mio gradimento e un corpo mutilato anche se nominalmente più vicino a quello che vorrei non è meglio quello originale? Cosa è meglio una fica che non se ne viene o un cazzo che lo fa? E, viceversa, una fica che se ne viene o un cazzo che non lo fa?

Tra l'altro la maggior parte dei trans (ma non tutti) hanno gusti etero, cambiano il loro corpo in quello di donne o uomini per avere storie con persone del sesso opposto. Sono cioè donne in partenza uomini o viceversa uomini in partenza donne che col corpo nativo sarebbero stati costretti(e) a una scelta omosessuale. Allora il transessualismo non è il disperato tentativo di normalizzazione attraverso una radicale manipolazione del proprio corpo di un'idea distorta di rapporti intersessuali? Che cioè sia il copro, la sua appartenenza genetica-sessuale a decidere del mio orientamento?
Chi mi dice che non sia il disperato tentativo di chi non sopportando la propria omosessualità (vista in maniera distorta) si convince così di normalizzarsi?

I miei sono solo dubbi, non certezze. Ma certo l'affermazione della mia commentatrice
il mio corpo non andava bene, non rifletteva per nulla la mia personalità, la mia interiorità, le mie fantasie, le mie aspirazioni, e l'ho cambiato. così come avrei cambiato la mia tinta di capelli se non mi fosse andata bene
fa tremare i polsi anche a chi, come me, crede sempre nell'autodeterminazione di tutti. Basta che ci sia onestà intellettuale in quel che si dice e non si adducano giustificazioni false nascondendo le vere esigenze che inducono a un gesto così radicale...

Questo blog è ancora vivo...

...e non perchè sembra che vi abbia ripreso a scrivere (dopo un lunghissimo periodo di disinteresse... Da un lato la morte di Frances che mi fa sembrare tutto questo futile, dall'altra il mio impegno col sito Teatro.org che mi fa già tanto scrivere sulla rete) ma perchè grazie a google e agli altri motori di ricerca la gente incappa nei miei post e lascia commenti. Ma siccome il blog è organizzato in maniera cronologica nella homepage non ve n'è traccia.

Voglio riportare allora i nuovi commenti a miei vecchi (davvero!) post per riaprire riflessioni e discussioni sugli argomenti allora trattati.

Cominciamo dal post che ho scritto sul programma tv Amore criminale nel marzo del 2008 nel quale osservavo come il programma, nato per denunciare le donne uccise per mano di mariti fidanzati e amanti, in realtà fosse solo una scellerata tv del dolore che invece di osservare da un punto di vista distaccato e scientifico il comportamento di questi assassini (maschi) incentrasse tutto sull'immedesimazione disperata. Già all'epoca della sua pubblicazione avevo ricevuto commenti infuriati di chi, immedesimatosi, si sentiva criticato in prima persona dalle mie osservazioni. Beh, la scorsa settimana ho ricevuto dei nuovi commenti, che vi riporto in sintesi. Per leggerli nella loro interezza rifatevi al post originale che ho già linkato.

Questa volta mi si accusa che parlo senza essere a conoscenza dei fatti
Caro il mio alessandro...innanzitutto lasciati dire che è troppo facile giudicare e criticare se non ci sei dentro ad una storia...a mio parere sono anche quei piccoli particolari della vita quotidiana che aiutano alle persone che non conoscono la storia in questione a capire le emozioni e tutto ciò che hanno vissto i diretti interessati...
E senza volerlo la commentatrice, che si firma Simona F., mette il dito nella piaga. Lo scopo del programma non è quello di far capire a livello razionale e distaccato il perchè ci si comporta così e cosa la società può fare per evitare questi comportamenti. L'importante è capire COME SI SENTONO le persone coinvolte in quelle storie dolorose.
Cosa chiedono i giornalisti (sic!) ai terremotati in Abruzzo? Come si sente?
La nostra tv non vuole farci capire vuole stordirci con emozioni preconfezionate.

La cosa grave è che ci sono persone che non solo non si rendono conto di essere manipolate ma sono già così dipendenti da questa immedesimazione da avventarsi con furia contro chi vuole staccarle da tale dipendenza...

Ognuno per sollevare le sue critiche si erge come persona informata dei fatti.
(...) A parlarti è la fidanzata del migliore amico della jenni...un ragazzo che ancora oggi ha le lacrime agli occhi quando anche solo accenna a lei..poi si potrà dire e giudicare magari il come si è impostato il programma ma non certo quello che è stato raccontato...e cioè la pura e semplice verità su una storia così atroce...e mi meraviglia questa tua presunzione nel credere di poter giudicare senza sapere nulla in realtà...nulla oltre quello che viene detto in tv, che è molta poca cosa in confronto con la realtà...fino a quando non ci sei dentro non puoi capire...e spero tu non arrivi mai a capirlo..
Capire ovviamente vale "provare il dolore" non "capire razionalmente comportamenti e dinamiche psicologiche". Perché da quel punto di vista secondo lei non c'è niente da capire. Queste cose succedono e basta e non possiamo fare nulla per cambiarle...

Lo stesso mi dice Michele Lozer:
Salve io letto quella ROBA che lei ha scritto e nn approvo perche lei 1 nn sa comke sono andate le cose 2 e il programma e stato perfetto e nn lo dice una persona che nn sa le cose anzi c'e dentro piu che mai.
Tutti si soffermano sulla veridicità di quanto raccontato nel programma, non colgono proprio che io critico il tono del programma, l'immedesimazione dei sentimenti e non la sua veridicità Non ci arrivano proprio.
Forse sono fuorviati da una mia osservazione sulle ricostruzioni fatte nel programma. Quando in una di queste illustrano l'omicidio. Ma in macchina c'erano solamente la vittima e l'assassino? Come è possibile fare una ricostruzione? Con quali testimonianze? Di chi?
Da quella ricostruzione si dovrebbe capire l'alta improbabilità del programma. Tutti credono invece che io critichi la fedeltà ai fatti in base a conoscenze che avrei e che in realtà non ho (a differenza loro che sono informati dei fatti). Non si rendono conto invece che quel tipo di ricostruzione è impossibile a priori, a prescindere dai fatti. Che è una retorica banale della fiction a guidare la ricostruzione non l a scientificità della ricostruzione da dati sensibili...

Ed ecco una terza commentatrice che si firma Monica
Sono una delle persone che hanno collaborato con la redazione del programma in quanto amica di Jenni. Non so chi lei sia, né mi interessa saperlo, so solo che a me fa orrore leggere il suo pensiero sulla decisione dell'amica di Jennifer di parlare di un braccialetto che conserva con amore, non sapendo quanto quell'amica "amasse" Jenni né tantomeno come si possa sentire ora che lei non c'è più. Lei non sa niente di noi, non sa come ci sentiamo, se abbiamo sensi di colpa per non averla saputa aiutare ad evitare di uscire con lui quella sera; non sa i motivi che ci hanno spinti ad accettare la proposta di registrare quelle interviste; non sa nemmeno con quale cura, attenzione, bontà d'animo, la regista del programma e i tecnici ci hanno approciati. Lei non sa nulla dei retroscena, nulla della vicenda, se non quello che ha letto sui giornali, e si permette di giudicarci. E sopratutto, cosa ancor più spiacevole, è stato il leggerla tra i primi link forniti da google.
Monica si riferisce alla mia critica sullo spettacolo che si è fatto nel programma del sentimento sincero di un'amica di Jenni, che indica alla telecamera il braccialetto che porta al polso, da lei regalatole, e poi , vinta dall'emozione, si mette a piangere. La telecamera indugia sul pianto della ragazza invece di glissare... Come non si può inorridire di tanto sciacallaggio emotivo? Come fa l'amica di Jeni a non pretendere che il pianto non venga mostrato in tv? Constatavo con orrore come i parenti e amici di Jenni contribuissero a questa tv del dolore mostrandosi alle telecamere in lacrime, o ben vestiti come la madre, o che dicessero come il padre che l'assassino deve morire ammazzato... Io giudicavo atteggiamenti e comportamenti ma Monica crede che abbia giudicato le persone.
Non c'è la percezione dello scarto tra privato e pubblico, tra concreto e simbolico per cui se critico il pianto dell'amica non è perchè dubito non sia vero, "autentico" ma perchè messo così in piazza viene banalizzato, sfruttato, reso spettacolo... Capite il danno? L'equivoco?...

Quel che appare in tv è concreto quanto quello che accade tra le mura domestiche e non c'è alcuno scarto, nessuna differenza. Non esiste la distinzione tra pubblico (mostrato a milioni di persone) e privato (mostrato solo ai diretti interessati...).
C'è ancora tanto da fare nell'educare i cittadini di domani e anche quelli che già hanno accesso alla vita adulta.

La tv va combattuta e forse 'unica maniera è quella di spegnerla per sempre...


I luddisti lo avevano capito...
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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