8 settembre 2008

Lezioni di Storia


Per lei il fascismo fu il male assoluto?
«Non lo penso e non l'ho mai pensato: il fascismo fu un fenomeno più complesso. Molte persone vi aderirono in buona fede e non mi sento di etichettarle con quella definizione. Il male assoluto sono le leggi razziali volute dal fascismo e che ne determinarono la fine politica e culturale».

In che senso?
«Fu un cedimento al nazismo e al razzismo biologico, che non era nelle corde iniziali del fascismo».
(...)

Fini parlò anche di epoca del male assoluto. Su questo è d'accordo?
«Sì. È un periodo che comprende comunismo, fascismo e nazismo. Con il totalitarismo di destra che fu una risposta a quello di sinistra. Però ci sono stati due pesi e due misure: per quello di sinistra c'è stata l'assoluzione».
(Gianni Alemanno sul Corriere della sera del 7 settembre)

Questa è l'idea che del fascismo hanno i miei giovani studenti, che di Storia ancora non ne sanno nulla, o i miei connazionali più dissennati, che di Storia dovrebbero saperne invece ne ignorano l'abc.

Ma che così cerchino di metterla anche chi (e sono molti oggi) è fascista (storia vecchia) senza vergognarsene più (storia nuova) è inammissibile.
Trovo assurdo che questi fascisti non vengano zittiti da chiunque abbia a cuore la Storia, la verità,la decenza.

Per tacer del fascismo e nazismo come "reazione" al comunismo!
Solo che il comunismo è stato assolto!

Di cosa parla Alemanno?
Chi è entrato a Berlino? Chi ha combattuto contro Germania, Giappone e Italia? Ci sono due regimi che hanno caratteristiche nazionali (e nazionaliste) Fascismo e Nazismo e c'è un regime che è stato un punto di riferimento internazionale per milioni di proletari, di pariti rivoluzionari, vittime non solo dei governi fascisti, ma anche di quelli borghesi-liberali.

Dire che il nazifascismo è come il comunismo solo perché sono dei regimi è come dire che fare l'amore con un uomo con una donna è la stessa cosa, tanto si tratta sempre di sesso...
E quel vaffanculato del giornalista che non batte ciglio e non interviene, non controbatte*...

Trovo poi davvero inefficaci le risposte e le osservazioni degli unici che hanno preso le distanze da queste affermazioni FALSE (almeno va loro riconosciuto di essersela presa).

Veltroni si limita a dire:
"Vorrei ricordare a chi la storia non la conosce perché l'ha letta sulla base di una considerazione parziale, che prima delle leggi razziali il fascismo aveva cancellato la libertà dei cittadini che non la pensavano allo stesso modo, al Parlamento c'era un solo partito, erano stati cancellati i sindacati, sono stati uccisi Antonio Gramsci e Giacomo Matteotti".
(La repubblica del 7 settembre)

Tutto qua?

Possibile che Veltroni pensi di rivolgersi a dei cittadini civili ai quali basta ricordare che il fascismo aveva cancellato la libertà? O citi Matteotti e Gramsci (sai che gliene frega agli italiani...)
Ma Veltroni sa con chi ha a che fare?

Ad Alemanno bisogna rispondere, e ai cittadini ricordare, che durante il fascismo non si poteva andare all'estero, il passaporto rosso veniva dato solo in rare occasioni.
Che durante il fascismo nei locali quali bar e ristoranti c'erano cartelli con scritto "in questo locale non si parla di politica". Durante il fascismo infatti chi aveva idee diverse da quelle del regime veniva arrestato, picchiato, ucciso e, più tardi, negli anni trenta, una volta consolidato il potere e divenuto da fascismo delle squadracce a quello in doppiopetto, mandati al confino. Bastava poco per essere considerati antifascisti bastava avere un pensiero critico proprio. Il fascismo ti diceva che non dovevi pensare proprio, altro che idee politiche, non dovevi avere idee su nulla ché tanto ci pensava il governo a pensare per te.

Durante il fascismo gli scapoli pagavano una tassa (come oggi i single che non possono permettersi di pagare da soli un affitto le bollette o sostenere le spese per il vitto), le donne non potevano andare all'università e alle superiori pagavano una retta maggiore di quella degli uomini.
Il posto in cui la società fascista relegava la donna (non molto dissimile da quello che vorrebbero molti italiani di oggi, fascisti e non, la donna occupasse ancora) è una delle più grandi vergogne della cultura (sic!) di allora.
Ancora, durante il ventennio, il sempre più fanatico nazionalismo portò a una chiusura culturale con l'estero che si costituì come vero e proprio gap culturale in tutti campi (non venivano tradotti saggi né romanzi e non c'erano scambi culturali con l'estero) che venne recuperato solo nel dopoguerra.

Checché ne dica Alemanno il fascismo era razzista già da prima dell'avvicinamento alla Germania, basta vedere come abbiamo trattato i neri durante la guerra d'Abissinia.

Insomma non c'è un fascismo buono, come ricorda purtroppo solo Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma.

Ma Il fascismo dei nostro nuovi governanti non si ferma qui.

A Marco Pomarici, presidente del Consiglio comunale capitolino che ha avuto la faccia come il culo di affermare:
«Nel fascismo ci sono stati anche diversi elementi positivi, e dunque le affermazioni di Gianni Alemanno sono frutto di una riflessione oggettiva e condivisa da da molti storici»
(corsera>)

vorrei chiedere che cosa di buono ci sia stato nel fascismo e su quali libri di storia abbia studiato, mentre a Ignazio la Russa,che nel corso del suo intervento durante la cerimonia per il 65esimo anniversario della difesa di Roma, dal'8 al 12 settembre 1943 ha ricordato anche i militari della Repubblica di Salò, dicendo:
"Farei un torto alla mia coscienza se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettivita' alla storia d'Italia"
(Corsera dell'8 sett.)
vorrei chiedere di quale patria sta parlando. I repubblichini, per quanto giovani, per quanti ignari (che non è mai una giustificazione) hanno combattuto e sono morti per un'idea sbagliata di patria fascista la stessa che aveva condotto l'Italia ad allearsi con la Germania e il Giappone (cazzo! ERAVAMO NOI I CATTIVI!!!), e hanno continuato a insistere con quel disastro quando anche il Gran Consiglio del fascismo aveva destituito Mussolini ricrescendolo responsabile della guerra.
In una democrazia La Russa sarebbe già in carcere per attentato alla Costituzione.
Io come singolo cittadino non ho nessun mezzo per impedrigli di agire (perché chi dice bugie deve essere fermato, sopratutto quando riveste una carica istituzionale), posso solo mostrare a lui e a tutti quelli che si sentono legittimati a una riabilitazione del fascismo la fine che gli Italiani, i partigiani, i liberatori dell'Italia dall'invasore tedesco, e dai repubblichini che a loro erano rimasti schierati, hanno fatto fare a Mussolini.
Stiano sicuri che ci sono molti pronti a fare altrettanto con i tanti, troppi, Mussolini di oggi.
Già non sopportai che quegli inetti degli Israeliani permisero a Fini di costruirsi una verginità filo sionista (ma come?!?! L'erede dell'MSI, l'erede politico di chi firmò le leggi razziali in Italia?!?!).
Ma che adesso quella stessa ricreata verginità serva per traghettare nel dna democratico di questa nazione quei fascisti dei repubblichini è un'idea che mi fa vomitare, capace da sola a far risorgere dalle tombe i tanti partigiani che, come zombie, spazzeranno via questi fascisti furbetti e vigliacchi. Solo che stavolta spazzeranno via anche noi visto che ce ne stiamo con le mani in mano indifferenti a tanto scempio della storia della giustizia, della verità.

Non mi sono mai vergognato quanto oggi di essere italiano.
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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