18 agosto 2009

E Alemanno mise mano alla neve...

Ne avevo sempre sentito parlare. Ho un rado ricordo di mia madre che me ne parla. Ma non sono mai riuscito a assistervi. Tra l'altro non sapevo bene il come ma solo il cosa: un qualche giorno di Agosto, non meglio specificato, a Roma si celebra la festa della neve a Santa Maria Maggiore, in ricordo di una miracolosa nevicata d'Agosto voluta dalla madonna.


Poi mia madre morì e mi
dimenticai della "festa".
Solo quando ripresi a vedere Frances mi ricordai della miracolosa nevicata, e essendo lei a roman tour godness, mi ci portò.
Nel 2006. Il 5 di Agosto.
Ci eravamo dati appuntamento lì e Frances, mentre io ero in ritardo perché il 714 aveva deviato la corsa (piazza S. Maria Maggiore era chiusa al traffico, la festa svolgendosi lì), aveva preso un tavolino in uno dei bar della piazza.
Il tavolino a dire il vero era già preso,da un uomo sulla cinquantina, biondo teutonico, al quale Frances aveva chiesto se lei e un suo amico (io) potevamo sedersi per vedere la festa. Il teutonico cadeva dalle nuvole e mentre Frances si sedeva al tavolo gli spiegava tutto sulla cerimonia.

Nel 358*, quando era papa Liberio, il nobile e ricco patrizio romano Giovanni e sua moglie, non avendo avuto figli, decidono di investire i loro beni per costruire una chiesa dedicata a Maria, la madre di Gesù.
La Madonna apparve in sogno ai coniugi, la notte fra il 4 e il 5 agosto, dicendo loro di far costruire la chiesa là dove avrebbe lasciato un segno.
La mattina dopo i coniugi si recarono da papa Liberio a raccontare il loro sogno fatto** e, guarda un po', anche il papa aveva fatto lo stesso sogno. La notte aveva nevicato solo sull'Esquilino e sulla sommità innevata Liberio tracciò il perimetro della nuova chiesa, fche venne poi costruita a spese dei nobili coniugi.
Anche se questa storia non è comprovata da nessun documento, la chiesa fu detta ‘Liberiana’ dal nome del pontefice, ma il popolo la indicò come ad Nives, "della Neve".
La chiesa fu abbattuta al tempo di Sisto III (432-440) sostituita da una sontuosa basilica per ricordare la maternità divina di Maria, come sancito del Concilio di Efeso (431), utilizzando anche il materiale della chiesa di Liberio.
Nei secoli successivi la basilica ebbe vari interventi di restauro strutturali e artistici, fino a giungere, nel 1750, alle forme architettoniche che oggi ammiriamo.

Da secoli il 5 si celebra questa ricorrenza facendo cadere dalla Cappella Paolina dei petali bianchi...
Dal 1982 invece la cerimonia si svolge all'esterno, sulla piazza con tanto di nevicata artificiale.
*altre date sono disponibili
** secondo altre versioni i coniugi e il papa si incontrarono all'Esquilinom tutti e tre portati dallo stesso sogno.
Fu una serata magica e non solo perché il ...teutonico si rivelò un ospite divertente e galante, per giunta professore di cinema, ma perché la cerimonia fu davvero interessante colta e popolare, sacra e pagana insieme.
Sulla parete della Basilica vennero proiettate immagini di pace, le effigi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (e io e Frances fischiammo) più una pletora di affreschi e quadri a sfondo religioso, mentre una voce solenne leggeva frasi celebri di papi, santi e affini... La gente rimaneva in piedi imbambolata dalle luminarie e dalla musica diffusa dagli altoparlanti (Haendel), fin quando una macchina della neve, quelle usate nei set cinematografici, non riempì il cielo di neve finta...
Frances, al suo quinto gin tonic si alzò in piedi applaudendo, io e il ...teutonico applaudimmo da seduti.
Rimanemmo lì a bere e scherzare finché la piazza si svuotò. Pagammo allora il conto (un paio di bicchieri ci furono offerti dal teutonico...) e Frances, drunk out of her mind, fermò un taxi correndo in mezzo alla piazza ormai riaperta al traffico (ma ce la fa da sola? mi chiese il teutonico preoccupato, io risposi la accompagno io, e lui se ne andò più tranquillo).

Il giorno dopo Frances non ricordava nemmeno di essere rientrata a casa... (vi risparmio le libertà che si prese col tassista...).

Divenne una nostra tradizione. Anche l'anno dopo tornammo, senza il teutonico, ma, in più, c'era la banda dei Carabinieri e le belle immagini suggestive che coloravano la facciata della basilica, e dopo la festa, che finiva a metà serata, subito dopo le 22, ce ne andammo al ristorante cinese lì vicino, quello buono che cucina il riso nero...

Anche l'anno scorso ci siamo andati. E' venuto anche Rob. Dopo la neve siamo andati a un altro ristorante (quello cinese era chiuso stavolta...).
Una cena a base di pesce, al caldo, e tardi. Verso le 23 e 30 Frances all'improvviso dice "I go", e mentre io e Rob siamo ancora seduti ,ferma un taxi. Ho ancora scolpita nella memoria il ricordo della portiera destra del taxi aperta e da dentro la voce di Frances che mi chiede Tesoruccio? Hai bisogno di un passaggio?.

Anche quest'anno ci sono tornato. Senza Frances, che non c'è più, accompagnato dal mio amico Antonio. Abbiamo preso un gin tonic, brindando a Lei e abbiamo aspettato l'inizio della festa...
Intanto notavo che c'erano più macchine della neve, sono arrivato a contarne 5, contro la sola degli anni passati.
Sulla facciata della basilica solo luci colorate, niente immagini come gli anni precedenti (verranno proiettate su un piccolo schermo, issato da timide cordicelle, ridicola vela mossa da procella). Poi verso le 21 e 45 un tipo biondochiomato e una tipa scollata, gelati (microfoni) in mano, salgono su un palco improvvisato e poco rialzato dando il benvenuto alla serata, salutando il magnifico pubblico e ringraziando il comune di Roma che ci ospita sciorinando il solito bla bla da fiera paesana mentre sul palco si avvicendano: due ragazze che cantano canzoni religiose; tre ragazze dalla voce lirica (sic!) che intonano un Nessun dorma con un arrangiamento con batteria e chitarra.... Gianni Nazzari (si quel Gianni Nazzari) che dopo una canzone religiosa canta un suo cavallo di battaglia mentre un fantomatico amico del biondochiomato (ci inseguiamo sempre di spettacolo in spettacolo) Erasmo de Niro (nome indimenticabile!) canta Il Mondo (sì, quella di Jimmy Fontana).
Capite?
Quel che dovrebbe essere una cerimonia religiosa, anche se a sfondo pagano, celebrata in passato con gusto e sobrietà, si è trasformata in una brutta copia di programma tv, volgare e presenziata da celebri ignoti (Gianni Nazzaro a parte che non è certo simbolo di religiosa sacralità).
E pensare che, forte delle tre edizioni precedenti, avevo detto ad Antonio che la festa sarebbe stata come la signora Luisa, inizia presto e finisce presto...
Invece alle 22 e 30 ci sono ancora le sciamannate che cantano e io tra un pezzo e l'altro chiedo con voce infantile A neve! A vojo! facendo ridere quelli più vicini a me...

Poi finalmente la neve arriva ed è un profluvio di schiuma che inneva il palco (definito dal biondochiomato open space...) e gli astanti, Antonio e me compresi...

Poi sono già le 23, io vado a dar da mangiare alle gatte (e una signora, mentre vado via, mi dice, ha visto? c'è stata la neve come voleva...) e anche Antonio torna a casa...

Il sindaco Alemanno (o chi per lui) ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che destra e cultura sono proprio come l'olio con l'acqua, non amalgamano!

La gente è sembrata gradire anche se le risa alle mie richieste lasciavano intendere forse un altro umore...


Per finirla con il senso cupo della morte

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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