Con la divisa ha fatto la sua fortuna, vincendo a New York il concorso gay del "più bello in divisa" e posando in uniforme per la rivista Clubbing. Ma il comportamento Fabrizio Caiazza, vigile milanese 33enne, non deve essere proprio piaciuto ai suoi superiori. Caiazza sarà infatti giudicato dalla commissione disciplinare.Il messaggero..
L'omofobia, però, qui non c'entra nulla. «Nessuna discriminazione perché gay - ha spiegato il vicesindaco Riccardo de Corato commentando la notizia -. L'intervento della commissione è inevitabile anche per l'uso di materiale fotografico del Comando senza permesso».
Poi De Corato ha aggiunto: «Un agente della Polizia Municipale, come qualsiasi altro dipendente comunale che voglia partecipare a una pubblica manifestazione con la divisa deve prima chiedere l'autorizzazione al proprio superiore. Pertanto il comportamento del vigile che ha partecipato in divisa ad un concorso di bellezza senza il permesso del suo superiore sarà valutato in sede di commissione disciplinare comunale».
Fabrizio Caiazza ha comunque ammesso la sua «leggerezza» nel farsi fotografare in divisa senza l'autorizzazione e ha smentito di avere sfilato a New York: «Il concorso non richiedeva la presenza fisica». «Per non creare problemi - ha aggiunto - ho anche rifiutato una partecipazione all'Isola dei Famosi. Il mio lavoro non è fare il modello ma il poliziotto e la mia professione non la metterei a repentaglio per nessun motivo».
Nulla da eccepire. Ma perché, allora, ieri il corsera pubblica inopinatamente l'opinione di una "collega" del vigile
«Ognuno è libero di avere le tendenze sessuali che più gli aggradano — spiega una vigilessa che conosce bene Fabrizio — ma quando si è un pubblico ufficiale non si può andare a un concorso per gay con addosso la divisa. È un modo per screditare l'intero corpo».
senza commentare in alcun modo quelle affermazioni?
E perché oggi su quella testata non c'è traccia della rettifica?
GIORNALISTI VAFFANCULOOOOOO!!!!!
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