31 ottobre 2009

Facile: illustri precedenti (2)/ Una Mina al giorno

Sapete che mi piace tirare fuori improbabili somiglianze...
Stavolta credo di avere superato me stesso....

Che ne dite?



Non ti voglio più (D. Dileo "Boosta")



Lord of the Reedy River side b del 45 giri di Sat in Your Lap 1981

Facile: illustri precedenti




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If Frances were still among us I'd have known it immediately...

La scuola si apre al cinema



Cinema Nuovo Olimpia

5/6 novembre 2009

Via in Lucina, 16G

Convegno.
Ingresso libero, 
compresa la proiezione del film 
Fratelli d'Italia, (Italia, 2009) 
di Claudio Giovannesi  

(giovedì 5, ore 16.00)



La scuola si apre al cinema                                                                                                                                             

Con il Convegno Internazionale IL CINEMA COME LINGUAGGIO TRA SCUOLA E TERRITORIO (Casa del Cinema, 28 maggio 2008) il Progetto
EDUCINEMA è entrato in una nuova fase di attività, dopo l’intensa sperimentazione degli anni precedenti.

D’intesa con l’Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio, che segue con grande attenzione questa originale esperienza di didattica del cinema e dell’audiovisivo, l’Associazione “Il Labirinto” ha deciso di intraprendere la promozione e lo scambio delle esperienze realizzate dalle scuole che partecipano alla rete di EDUCINEMA con analoghe iniziative europee. Dal 2008 il Progetto EDUCINEMA partecipa a Le Cinéma, cent ans de jeunesse, un progetto nato in Francia nel 1985, in occasione del Centenario
del cinema per comprendere meglio come si pensa e come si sperimenta il cinema in situazione pedagogica.
Nato per iniziativa della Cinémathèque française, dei Rencontres nationales di Havre, della Cinémathèque di Tolosa e dell’Institut Lumière di Lione, animato
dal Service pédagogique de la Cinémathèque française e fortemente sostenuto da Costa-Gavras, cineasta e Presidente della Cinémathèque, questo progetto ha successivamente aggregato nuovi partner sul territorio nazionale e si è recentemente aperto all’Europa, con la partecipazione di Spagna, Portogallo, Italia e Gran Bretagna.
Le Cinéma, cent ans de jeunesse riafferma l’importanza di legare l’analisi alla pratica, la formazione dello sguardo alla sperimentazione.
Alain Bergala, critico, saggista e cineasta, già consigliere di Jack Lang nell’elaborazione del piano quinquennale d’introduzione delle arti tra gli insegnamenti scolastici fondamentali, ne è il consigliere artistico.
Partecipano alla rete di EDUCINEMA gli Istituti: ITC Toscanelli di Ostia, IIS C. Urbani di Acilia (RM), ISARTE Calcagnadoro di Rieti, ISARTE di  Pomezia (RM), ISARTE Roma 2 (RM).
Sono previste inoltre adesioni da parte di Istituti scolastici e Istituzioni culturali a livello regionale e nazionale.

Un giorno in pretura su Federico Aldrovandi

Dal blog Federico Aldrovandi
Da sabato 31 ottobre 2009, alle 23,45, “Un giorno in Pretura” dedica 4 puntate al processo che ha giudicato e condannato i responsabili della morte di Federico.
Mi sembra che la presentazione migliore siano le parole che il Giudice Caruso ha usato nella motivazione della sentenza.
“Tanti giovani studenti, ben educati, di buona famiglia, incensurati e di regolare condotta, con i problemi esistenziali che caratterizzano i diciottenni di tutte le epoche, possono morire a quell’età. Pochissimi, o forse nessuno, muore nelle circostanze nelle quali muore Federico Aldrovandi: all’alba, in un parco cittadino, dopo uno scontro fisico violento con quattro agenti di polizia, senza alcuna effettiva ragione.
Quando un affare del genere si verifica in una città civile come Ferrara, dotata di opinione pubblica e società civile reattive, di un sistema d informazione diffuso e disposto a diffondere notizie e spiegazioni e a non subire condizionamenti (gli interessi in gioco non sono tali da indurre cautele ), il fatto di cronaca, una morte di  immediato rilievo giudiziario, diventa un caso. Non un qualsiasi procedimento giudiziario ma un affare pubblico (tutti gli affari giudiziari hanno rilievo pubblico ma nonostante la cronaca giudiziaria costituisca una sezione di primo piano nel sistema dell informazione, la stragrande maggioranza dei processi, di fatto, resta materia riservata agli addetti).
Il processo come affare pubblico rende accessibili i meccanismi che governano e regolano la giustizia, inverando l’astratta nozione di Stato di diritto; permette al popolo di assuefarsi alle procedure, di condividerne le logiche, di controllare il mantenimento delle promesse, in modo da rafforzare il patto costituzionale.
In questo processo si è consentito al pubblico, aprendo l’aula ai mezzi di comunicazione radiotelevisivi, di avere piena cognizione del modo in cui si amministra giustizia nel Paese, nel bene e nel male, e si è dato modo al pubblico di formarsi un’opinione, fondata sull'esperienza diretta delle prove e del contraddittorio. Ogni persona di buona volontà ed in buona fede può, se vuole, esprimere un’opinione informata.”

In onda sabato 31 ottobre 2009 alle 23.50 RAITRE

Stefano Cucchi: un doppio mistero

Non c'è solamente il mistero sulle circostanze della morte, non accidentale, se, a quanto pare, la procura sta indagando per omicidio preterintenzionale.

Oggi voglio parlare di una altro mistero, che riguarda i nostri quotidiani, e i giornalisti che li scrivono, riempiendoli dei loro pregiudizi, della loro arroganza, della loro ignoranza.

Ma, tant'è, io non sono in grado di giudicare perché non conosco i fatti.
I fatti perdio.

1) perché Stefano Cucchi è così dannatamente magro?
La foto che ho pubblicato ieri come foto recente, probabilmente tanto recente non lo è. Nello stesso filmato da me pubblicato si (intra)vedono foto recenti in cui si nota la magrezza di Stefano.
Magrezza dovuta a cosa?
I genitori parlano di ragazzo normale riferendosi evidentemente alle ferite che ne hanno causato il decesso che non c'erano prima che il ragazzo venisse arrestato.
Ma perché, prima di essere arrestato, Stefano era  così magro?

Per Il Fatto Quotidiano era esile, disarticolato, quasi scheletrito, perché Stefano era un tossico.

Allora tanto normale non era. Un tossicodipendente nel 2009 è un anacronismo. Se Stefano si faceva di ero (o chissà quale altra droga) aveva qualche problema di salute, con la giustizia, coi genitori, con la società. Non sto giudicando voglio solo informarmi.

Non sto parlando di quel che è successo dopo l'arresto. Sto parlando della vita di Stefano prima dell'arresto. Era tossico o lo era stato? Perché aveva cominciato? Aveva smesso? Se era così magro non era una tossicodipendenza leggera (presumo)...

2) Perché è stato arrestato?
Qui siamo al delirio.

Per il Corriere spac­ciava droga: ecstasy, cocaina e marijuana. Cucchi, piccoli pre­cedenti alle spalle...


Se fosse vero alla faccia del ragazzo normale!

Per il manifesto, però, Stefano è stato fermato la notte tra il 15 e il 16 ottobre nella periferia est di Roma. Addosso gli hanno trovato 20 grammi di hashish

Insomma spacciava o aveva solamente del fumo con sé?

Ecco perché mi incazzo quando un giornalista usa la parola droga, perché è generica. Da un lato non fa capire chi è stato arrestato cosa aveva con sé (du' canne o cocaina? Dell'erba o dell'ero?) dall'altro equipara tutte le droghe per cui un pischello che si fa una canna è come un eroinomane incallito. Ma fatemi il piacere!!!

Molti hanno parlato della perquisizione in casa ma nessuno riporta l'esito della perquisizione. Solo i familiari, sul blog di Grillo, dicono che in casa non è stato trovato nulla. Ma allora di nuovo Stefano spacciava o no? Era tossico o no? Oppure si faceva solo qualche canna?

MISTERO

A leggere i quotidiani si parla di arresto per detenzione e non per spaccio ma vai a sapere qual è la verità, a come si sono davvero svolti i fatti.
Il guaio è che come comuni cittadini siamo talmente soffocati dai luoghi comuni che per molti queste mie domande parranno prive di senso.
Uno che si fa una canna e uno spacciatore per molti sono la stessa cosa.
Ma se posso comprendere, ma non giustificare, questa ignoranza in un cittadino qualsiasi non posso tollerarla in un giornalista.
E' un crimine nel riportare le notizie filtrarle attraverso il proprio occhiale culturale senza nemmeno rendersene conto, peggio, senza pensare che sia una cosa importante non farlo, senza distinguere i fatti dalla notizia.

Se qualcuno, informato dei fatti, mi vuole evincere gliene sarò eternamente grato.

E veniamo al secondo mistero, quello della sua morte.

Ministri e sindacalisti di categoria hanno iniziato a parlare trattando l'argomento come viene trattato di solito, e parlano tutti all'unisono: sono mele marce. Così Luigi De Magistris, europarlamentare dell'Idv, sostiene che Lo Stato non può temere di individuare e punire quei corpi estranei e parassitari che pure ci sono al suo interno, tra le forze dell'ordine che svolgono un lavoro prezioso per il Paese.
Siamo alle solite, da un lato ogni forma di violenza perpetrata da un uomo o una donna in divisa ai danni di un privato cittadino viene afferita solamente a chi ha concretamente commesso il crimine, scagionando la catena di comando che dalle più alte cariche dello Stato arriva fino a loro, dall'altro si ribadisce l'estraneità di questi figuri dalle forze dell'ordine.
Menzogna. Ipocrisia.
E' come dire che le violenze in famiglia ai danni delle donne sono frutto di menti malate, di mostri, sono eccezioni. Lì come qui invece si tratta di una mentalità diffusa e accettata, da tutti, dai cittadini in primis.
Ha ragione Alberto Biuso quando dice, nel suo blog,
Vari benpensanti ritengono che in fondo lui [stefano Cucchi] (...) se la siano cercata; che se non vai in giro con la droga queste cose non ti succedono. Sono sempre d’accordo con le persone per bene e quindi propongo di riservare lo stesso trattamento ai numerosi deputati, senatori, ministri o sottosegretari della Repubblica, amministratori pubblici, agiati e noti imprenditori privati, uomini e donne di spettacolo che utilizzano, comprano, cercano ogni giorno cocaina e analoghe sostanze, in questo modo alimentando il crimine. Pestiamoli, pestiamoli duro, pestiamoli sino a cavare loro il sangue. Se le cercano, no? E se poi vanno pure a puttane (“escort” o “trans” che siano), eviriamoli, così imparano.
Non sono soltanto servi e ladri, gli italiani, ma anche un popolo di ipocriti, ammirando nei potenti le stesse azioni che ai deboli costano la morte.
Questa mentalità è alimentata da chi addestra le forze dell'ordine. E sostenuta da un governo di destra pericoloso e antidemocratico. Da un popolo pericoloso e antidemocratico.
Quel che è successo a Stefano succede tutti i giorni. Da sempre, con governi di destra e di sinistra. Solo che stavolta è sfuggita la mano e lo schiaffo e il pugno sono diventati mortali.
Tanto le forze dell'ordine sono una casta intoccabile, come i 4 poliziotti (di merda) che hanno ucciso Federico Aldrovandi e sono tuttora in servizio nonostante la condanna...

Mi auguro che le cose cambino per gli assassini di Stefano e che non ci si fermi, stavolta, ai soli esecutori materiali.

Ma finché non scenderemo in milioni a chiedere le dimissioni in blocco di questo governo di merda, colpevoli della morte di Stefano siamo tutti noi ITALIANI DI MERDA.


AGGIORNAMENTI

sempre per il corriere
«Sono epilettico, tossicodipenden­te e sieropositivo».

Oltre alla tossicodipendenza anche la sieropositività?
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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