Passa il principio di una scuola pensata per gli studenti e non solo per coloro che ci lavorano. Tra le ipotesi anche il ritorno al maestro unico alle elementari. La sciagurata riforma dei tre docenti per i più piccoli, come si è dimostrato, è solo servita ad aumentare i posti in organico. Non certo a migliorare l’educazione elementare.
Nicola Porro
Il GiornaleDavvero si crede che avere una persona che deve spiegare tutto sia meglio di averne 3 su due classi, divise secondo tre aree diverse di competenza (letteraria, tecnico-scientifica e storico geografica)?
"Aver introdotto un team di tre insegnanti non corrispondeva a esigenze pedagogiche e formative. Ho piuttosto l'impressione che sia servito soltanto a far aumentare il numero degli insegnanti. E la cosa mi pare piuttosto illogica visto che il numero dei bambini in classe durante gli anni è diminuito per il calo delle nascite".
Maria Stella Gelmini
La RepubblicaDavvero si liquida il fatto che tre persone lavorino su due classi come una manovra per dare più posti di lavoro ai maestri?
Davvero è una cosa illogica dato che gli alunni oggi sono diminuiti?
Gelmini parla della scuola come fosse una fabbrica, i maestri gli operai e gli alunni le macchine da assemblare della catena di montaggio...
Una scuola che attualmente conta circa un milione e 300 mila dipendenti, un numero sproporzionato di personale, conseguenza anche di scelte come quella del team di insegnanti nel primo ciclo, è una scuola che non ha futuro. Non ha futuro perché spende il 97% del proprio bilancio in stipendi, una spesa 'ingessata' che non consente al settore di rinnovarsi".
Maria Stella Gelmini
La RepubblicaEhm... Aumentare il bilancio no???? E' la scuola, forma i cittadini di domani, cosa c'è di più importante???
«Per la scuola primaria tornare al maestro unico risponde a un'esigenza pedagogica. I bambini hanno bisogno di avere un punto di riferimento preciso anche fuori dalle pareti domestiche», ha affermato Gelmini.
Maria Stella Gelmini
Il Sole24oreNon riconosco al Ministro, laureata in giurisprudenza, specializzata in diritto amministrativo, le necessarie competenze per avvalorare e dar credito alle sue convinzioni. Ad Alberto Campoleoni, esperto di didattica del SIR (l’agenzia dei vescovi), sì:
(...)
Il ministro ha annunciato un altro ritorno: quello del maestro unico nella primaria. L’operazione, così come si presenta, affronta, nei toni e nel metodo, questioni delicate con decisioni che appaiono non tenere conto di quanto avvenuto nella scuola, nella cultura e nella società negli ultimi decenni. Soprattutto per quanto riguarda la questione del maestro unico.(...)
Non si può, infatti, pensare di regolare per le spicce, magari attraverso la Finanziaria, una questione pedagogicamente delicata (...)
sulla quale si discute da tanti anni in diverse sedi, con pareri contrastanti. Una questione, tra l’altro, che va a modificare sostanzialmente il rapporto docente-allievo alla base del processo scolastico. (...)
Ebbene, se ne parli. Ma con toni diversi da quelli usati questa volta e magari coinvolgendo in modo non formale i protagonisti del mondo della scuola. L’impressione è che oggi siano le esigenze di cassa a farla da padrone, trattando il mondo scolastico come un’azienda in perdita. E che il “piano di razionalizzazione” annunciato sia sostanzialmente alla ricerca di tagli.
Leggete
l'intero intervento, nel quale Cammpoleoni ragiona anche su voto in condotta, il ritorno dei voti al posto dei giudizi ed educazione civica.
Più che soddisfatto oggi il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, per il quale “si tratta di un grande risultato che porterà a un risparmio per le famiglie e al ritorno a una scuola che educhi e formi lo studente in tutti gli aspetti, con la filosofia del maestro unico, tanto rimpianto nel periodo post '68'”.
(fonte
Fondazioneitaliani.itDi cosa parla Calderoli non si sa visto che l'introduzione dei tre maestri per due classi è del 1990...
Non potrà esserci nessun rinnovamento della scuola italiana, se il governo non aumenterà in modo considerevole gli stipendi dei maestri elementari e dei professori delle medie e del liceo. Non è possibile insegnare con uno stipendio di 1200 euro al mese. (...)
Come il governo trovi i soldi, non so e non mi importa di sapere. So soltanto che dal 1945, quando qualcuno tocca questo argomento, la risposta è sempre la stessa: "Non c'è danaro". Mentre il danaro c'è, sempre, per le cose più sciocche.
Una di queste cose fu, appunto, quella di moltiplicare gli insegnanti nella scuola elementare: con un costo enorme. Un maestro solo (a parte l'insegnante di lingue straniere) è del tutto sufficiente. Ricordo maestre intelligenti ed eroiche che, nei piccoli paesi, fronteggiavano nello stesso tempo tre classi, alternando italiano e aritmetica, geografia e storia.
Per quanto so, la scuola elementare italiana, negli anni dal 1935 al 1970, era piuttosto buona. Sarebbe sbagliato, invece, aumentare il numero degli scolari nelle classi, in specie nelle scuole elementari e medie. Non si può insegnare l'italiano a quaranta ragazzi contemporaneamente, come facevo negli anni tra il 1954 e il 1959, quando ero professore negli avviamenti. C'è un problema: i maestri e le maestre del 2008 sono ancora capaci di insegnare cinque o sei materie?
Pietro Citati, scrittore (
La repubblicaInsomma Citati, classe 1930, come molte (ma non tutte) persone di una certa età, dice semplicemente che si stava meglio quando si stava peggio.
Il guaio è che, il mondo di oggi è molto più complesso di quello degli anni '70 e un maestro solo oggi non basta per formare un cittadino di domani che non deve solo saper leggere e fare di conto ma muoversi in una complessità dalla quale rischia di essere sopraffatto.
I libri scolastici sono troppi, e spesso sono cattivi. Ricordo una immensa e mostruosa antologia per i ginnasi-licei, che non spiegava i testi, ma cercava di diffondere la terminologia strutturalista ("diegesi", "attante"). Forse sarebbe necessario istituire una specie di concorso statale, con cui stabilire quali libri scolastici sono adatti, e quali no. Capisco che si tratta di una proposta pericolosa, perché non ho fiducia negli eventuali giudici.
(Pietro Citati, ibidem)
Citati sembra ignorare che i libri di testo sono scelti dai professori. E, per quanto riguarda l'antologia, magari è il professore a spiegare i testi e ha scelto un'antologia priva di commenti perché vuole che sia il ragazzo, con il suo aiuto, a commentare...
Ma si sa, Citati ama la scuola fascistissima di Gentile (come rileva in un altro articolo del nostro, Marco campione nel suo
blog, al quale rimando...)
I ragazzi non leggono, o leggono troppo poco. Spesso, i professori non sono in grado di consigliare i libri giusti. Non è possibile far leggere a un quindicenne La coscienza di Zeno (libro per lui noioso e incomprensibile), invece che I ragazzi della via Paal o Delitto e castigo, che egli amerebbe appassionatamente. Forse è ingenuo sperare in una buona lista di libri, proposta dal Ministero dell'Istruzione.
(Pietro Citati, ibidem)
Ecco di nuovo una proposta fascista di Citati, togliere all'insegnate il diritto di scegliere i libri (anche in base alla classe che si trova davanti) e sostituirla con una lista ministeriale calata dall'altro (Eppure citati aveva 15 anni quando Mussolini è stato finalmente ammazzato e messo a testa in giù, possibile che non se lo ricordi?).
Ognuno scelga i libri che vuole. I ragazzi della via Pal è "un libro per ragazzi" una letteratura che io ho sempre disprezzato, Delitto e castigo io personalmente l'ho trovato mortalmente noioso, la Coscienza di Zeno, quando lo lessi a 15 anni lo trovai affascinante. Intendiamoci i miei gusti valgono quanto quelli di Citati. Ma dimostrano la soggettività delle sue affermazioni sui libri (come delle mie) solo che a me non verrebbe mai in mente di imporre una soggettività, per quanto qualificata, a tutti in nome e per conto del ministero...
Intanto a pagare i nostri errori sono alunni e studenti...
(foto dal sito
Toricellapeligna)