Una immagine giunta dalla sonda
Lanciata il 4 agosto del 2007 la sonda Phoenix è atterrata nei pressi del polo nord del pianete Marte. E' la prima sonda che attera sulla superficie del pianeta rosso senza l'ausilio di airbag dai tempi del Viking 2 (1976).
Phoenix andrà alla ricerca di tracce di forme di vita unicellulari che si pensa possano esistere od essere esistite nel ghiaccio, sotto la superficie del pianeta.
Phoenix si chiama così perché, come la mitologica fenice, è rinata dopo la cancellazione dalla missione Mars Polar Lander del 1999, fallita a causa della perdita della sonda durante l'atterraggio.
Non sono previste altre sonde verso Marte per il prossimo futuro.
Intanto godiamoci le prime immagini mandate dalla sonda.
16 Maggio 2008. IN questa foto si vede la bandiera americana e un mini dvd sulla Phoenix a 3 piedi dalla superficie marziana. Il mini dvd contiene un messaggio ai futuri esploratori del pianeta, storie di fantascienza ispirate dal pianeta rosso e il nome di più di 250 mila abitanti del pianeta Terra. (foto della NASA/JPL-Caltech/University of Arizona)
Intanto, come sempre quando l'uomo esce dal proprio pianeta ecco apparso su internet un video "misterioso"...
26 maggio 2008
Errata Corrige
Doveva capitare anche a me prima o poi.
Il post del 22 maggio u.s. contiene una poesia, attribuita a Bertold Brecht.
Ma non si tratta esattamente di una poesia.
E non è di Bertold Brecht.
Avevo controllato su internet e mi doveva insospettire che solamente i siti blog riportassero della poesia. Poi un anonimo ha scritto in fondo a quel post sei sicuro che sia una poesia e che sia di Brecht.
E un altro controllo 8sepre con le stesse parole di ricerca, almeno così credo...) ha subito svelato l'arcano.
Dunque:
1) la poesia non è di Brecht ma del pastore tedesco Martin Niemöller che fu prima sostenitore e poi avverso oppositore al regime nazista.
2) ci sono diverse versioni di questa poesia a lui attribuita.
Quella scolpita all'ingresso del >The New England Holocaust Memorial di Boston recita così:
Tuttavia le parole precise rimangono controverse
Altre categorie e altri ordini in cui vengono enunciate sono rintracciabili nella rete (come quella citata dal mio blog).
Certo la diversa paternità non cambia di una virgola il senso di denuncia della poesia però la dice lunga sulla retorica di chi si accoda, sottoscritto compreso, ai conformismi della blogosfera.
Chiedo scusa per questo svarione.
Anche se sono in buona compagnia
Liberazione del 23 maggio riporta la stessa poesia, in prima pagina, in taglio basso.
Mal comune, fessi in due.
Il post del 22 maggio u.s. contiene una poesia, attribuita a Bertold Brecht.
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Bertold Brecht- Berlino, 1932.
Ma non si tratta esattamente di una poesia.
E non è di Bertold Brecht.
Avevo controllato su internet e mi doveva insospettire che solamente i siti blog riportassero della poesia. Poi un anonimo ha scritto in fondo a quel post sei sicuro che sia una poesia e che sia di Brecht.
E un altro controllo 8sepre con le stesse parole di ricerca, almeno così credo...) ha subito svelato l'arcano.
Dunque:
1) la poesia non è di Brecht ma del pastore tedesco Martin Niemöller che fu prima sostenitore e poi avverso oppositore al regime nazista.
2) ci sono diverse versioni di questa poesia a lui attribuita.
Quella scolpita all'ingresso del >The New England Holocaust Memorial di Boston recita così:
Trad. lett:
Prima vennero per i comunisti
e non protestai perché non ero comunista
Poi vennero per gli ebrei
e io non protestai perché non ero ebreo
Poi vennero per i sindacalisti
e io non protestai perché non ero un sindacalista
Poi vennero per i Cattolici
e io non protestai perché ero un Protestante
Poi vennero per me
e a quel tempo non era rimasto nessuno per protestare
Tuttavia le parole precise rimangono controverse
Altre categorie e altri ordini in cui vengono enunciate sono rintracciabili nella rete (come quella citata dal mio blog).
Certo la diversa paternità non cambia di una virgola il senso di denuncia della poesia però la dice lunga sulla retorica di chi si accoda, sottoscritto compreso, ai conformismi della blogosfera.
Chiedo scusa per questo svarione.
Anche se sono in buona compagnia
Liberazione del 23 maggio riporta la stessa poesia, in prima pagina, in taglio basso.
Mal comune, fessi in due.
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