E mentre assisto, in una sala piccola ma gremita, alla proiezione di Kill Gil 2 e 1/2 capitolo conclusivo (Gil è morto lo scorso 3 ottobre) delle sue vicissitudini mediche (infettato dallo stafilococco cade in coma per 3 settimane; dato per spacciato, ne riemerge cosciente ma privato dell'uso delle gambe...) mentre il film ci mostra la sua sofferenza e gli innumerevoli interventi cui l'infezione lo ha costretto (senza risparmiarci il dettaglio di carni dilacerate e batterie inserite sotto carne) in sala qualcuno si alza e chiede l'intervento di un dottore. Le persone intorno a lui si alzano, come l'increspamento dell'acqua al lancio di un sasso. Al centro dell'agitazione si intravede qualcuno , accasciato.
La richiesta di un medico vine reiterata per 3-4 volte senza che nessuno dei presenti in, sala non il pubblico ma i vigili del fuoco addetti alla sorveglianza o gli uomini dell'auditorium con i loro walkie-talkie alla 007 , reagisca o intervenga.
La proiezione imperterrita va avanti. Pensiamo che non ci sia nessuno in cabina (il personale della mostra quest'anno è ridotto e gli stessi proiezionisti corrono da una sala all'altra) ma quando mi giro vedo un ragazzo al di là del vetro, la faccia ebete di chi crede di assistere a un film. Se non ci fosse stato il vetro credo che lo avrei potuto anche picchiare, io notoria pappamolla.
Mi sono pensato colto da un malore e morto da solo perché nessuno si prende la responsabilità di interrompere una cazzo di proiezione.
Dopo 5 interminabili minuti si accendono le luci in sala (nemmeno quelle erano state accese) e la proiezione viene finalmente interrotta e dopo il danno la beffa:
il signore che si era sentito male è un idiota che si era semplicemente impressionato a vedere le carni dilacerate di Gill.
Me ne vado prima di decidere di avventarmi contro l'idiota che mi ha spaventato a morte e ha interrotto la proiezione, già iniziata con 15 minuti di ritardo. Me ne vado perché nel gioco di orari ad incastro (pessimi dato che anche quest'anno gli orari delle varie proiezioni sono fatti a a cazzo) rischio di perdere la terza e ultima proiezione del giorno.
Serce na dloni film attesissimo di Krzysztof Zanussi. La sala non gremita (ma più piena della proiezione di Le Plaisir de chanter una folla di giovanissimi per i quali Zanussi è un emerito sconosciuto (un ragazzino vicino a me bellissimo ed effeminatissimo trasecola quando legge sul catalogo che Zanussi ha vinto svariati premi)ma il film non convince, dall'onnipresente musica, come nemmeno nei porno se ne sente a commentare le scene del film (pessima quella "drammatica" quando il giovane protagonista, aspirante sucida, si accomiata dalla sua ragazza) e l'idea di fondo, tratta da una commedia famosa in Polonia, di questo boss della droga cattivo e cinico che aiuta il giovane a suicidarsi per usarne il cuore visto che necessita di un trapianto si stempera nella classica storia cristiana del cattivo che si redime in un film senza spessore politico né sociale dove i barboni espiano sulla terra le proprie colpe.
Insomma i soliti discorso da cattolici che predicano la povertà per gli altri e poi si vestono di oro...
Bello il micione che salva la situazione (taglia la strada a Angel il cattivo scagnozzo del vecchio boss, facendolo andare fuori strada...) ma il film si dimentica subito.. per fortuna! Bella la fotografia belli i movimenti di macchina, buona profusione di mezzi (in una co-produzione ukraino-polacca) ma quanti talenti sprecati per una storia da seminario...
E per ultimo il rimo film visto in giornata El artista una idea semplice (un infermiere espone, presentandoli come suoi, i disegni di un vecchio che vive nell'ospizio dove lavora raggiungendo fama e ricchezza) raccontata con grande rigore visivo e morale, scevro da ogni forma di spettacolarizzazione, dove, più che una indagine sull'arte, come hanno cretto in molti, che resta alquanto in superficie, è un'indagine sulle persone, sull'infermiere che non ha una propria vita oltre al lavoro che fa, al vecchio, che esprime con l'arte quello che non dice parole (l'uomo non parla ma capisce quel che gli si dice) alle persone che circondano l'infermiere (anche l'amore che arriva solo dopo la notorietà).
Un film da vedere (è stato acquistato e uscirà regolarmente in sala)
30 ottobre 2008
27 ottobre 2008
La marchesa Francesca
Non ho visto le mutande
ancora
rovistando tra i cassetti di casa tua
mentre, assieme agli altri, scelgo cosa tenere e cosa buttare.
Un capo di vestiario, per ricordo…
Prendo le mutande ma vorrei Te
ancora
rovistando tra i cassetti di casa tua
mentre, assieme agli altri, scelgo cosa tenere e cosa buttare.
Un capo di vestiario, per ricordo…
Prendo le mutande ma vorrei Te
26 ottobre 2008
Frances, la Marchesa
Il monitor
lo prendo io.
E tu il profumo
lo vuoi?
Quel tagliacarte..
Posso?
È tuo!
Verremo
con gli scatoloni
presi al supermercato
e disfarremo
la casa di Frances
(devo ricordarmi di prendere le piante)
che, sfrontata,
resiste e
grida
che Frances è stata
ma ora non è più!
Ci persuaderemo che
il grido sarà meno acuto
se prima delle ceneri
spargeremo la roba sua
nelle nostre case.
Suonerà meno ipocrita, dopo,
dire
che Frances
è presso ognuno di noi…
lo prendo io.
E tu il profumo
lo vuoi?
Quel tagliacarte..
Posso?
È tuo!
Verremo
con gli scatoloni
presi al supermercato
e disfarremo
la casa di Frances
(devo ricordarmi di prendere le piante)
che, sfrontata,
resiste e
grida
che Frances è stata
ma ora non è più!
Ci persuaderemo che
il grido sarà meno acuto
se prima delle ceneri
spargeremo la roba sua
nelle nostre case.
Suonerà meno ipocrita, dopo,
dire
che Frances
è presso ognuno di noi…
25 ottobre 2008
Festival del cinema (2)
Secondo film visto (del primo, quello di Greenaway vi parlerò sta pomeriggio) di questa mostra pigra e dai pochi titoli interessanti, è stato Giorgio/Giorgia (storia di una voce) di Gianfranco Mingozzi, un documentario su e con Giorgia O'Brian nome d'arte di Giorgio Montana, omosessuale d'altri tempi che confonde l'orientamento sessuale con l'identità di genere (per cui se da piccolo non gli piacevano le pistole ma le bambole è perché è femmina anzi, no, gay, ma poi si opera...
Il solito pasticcio dei gay di una volta (e degli etero distratti di sempre).
Il documentario presenta interviste a diverse attrici (anche Lucia Poli che volle Giorgia al suo fianco per diversi spettacoli alla fine degli anni settanta) anche a vari trans...
I soliti ragazzi delle scuole mandati allo sbaraglio non fanno apprezzamenti e alla fine applaudono.
Giorgia è simpatica, racconta della sua operazione, delle polpette di carne rifiutate per sospetta provenienza, del suo matrimonio con George, insomma siamo a cavallo tra agognata normalità borghese e uno sguardo ai freaks che, poverini, sono figli di dio anche loro.
Troppa vita privata e poca storia del costume e dello spettacolo (Giorgia aveva voce da baritono e da soprano e ha calcato el scene nelle riviste dalla fien degli anni 50) ma si sa siamo in Italia...
Il film serve giusto a presentare Giorgia a chi non la conosce, ma a niente più...
Ciao stronza mia!
Mi ricordo quando,
Fernando era morto da poco,
mi chiamavi,
un filo di voce al telefono,
e ti bastava pronunciare il mio nome
perché io corressi da te.
Non fu sempre che correvo
per stare al tuo fianco.
Ci fu un tempo che non ci vedemmo affatto.
Quando ci ritrovammo
riprendemmo a parlarci
là dove ci eravamo fermati
anni prima
e scoprimmo di non esserci mai perduti.
Ma ora,
mia amica antica,
chi chiamerò
affinché corra al mio fianco,
con un filo di voce,
smarrito, sperduto e impaurito
perché tu non ci sei più?
Ti chiamerò invano
finché il tuo nome diverrà soffio di preghiera
mormorio sommesso
di amore immenso e sempre nuovo
pronto a porgere orecchio
a una risposta anelata e mai soddisfatta.
Tu dormi,
già stanca di aspettare
una morte improvvisa,
che poi così improvvisa non è.
Io ti saluto e
ti passo una mano sulla fronte,
timida carezza rubata.
Tu che al contatto fisico
ti sei sempre concessa poco,
parca di una confidenza che consideravi affettata…
E adesso invece
sorridi soddisfatta
e dici contenta:
Oh yeah!
Come chi,
più annoiato che rassegnato,
aspetta qualcosa
che non può né accelerare né evitare,
attendi
distratta e svogliata,
gli occhi spalancati,
il respiro affannato,
le braccia indolenti
che accennano movimenti stanchi,
il dorso di una mano poggiato mollemente sulla fronte,
attendi
attendi
e io attendo con te.
Non so
quanti sanno
che per te
tutto questo
è solo una recita pagana
che a te diverte, sfacciata, come diverte
uno spettacolo circense,
una farsa sguaiata,
un numero di prestidigitazione…
Non so
quanti sanno
che tu
sai
come so io
che dopo non c’è niente
e che la morte è la fine di tutto.
Ce lo dicemmo, amici di primo pelo,
la sera stessa che perdesti Fernando,
siglando una laica intesa che ci ha uniti per sempre.
Ma la chiesa è piena
in prima fila
ci sono i tossici e i barboni
e il tuo spettacolo è un numero perfetto,
per chi sa,
e per chi non sa.
23 ottobre 2008
22 ottobre 2008
Le Iene - Nobile - Politici e cultura
E questi sono i rappresentanti del popolo italiano?
Vai a scuola cafoncella?!?!
Una volta si gambizzava per molto meno... Una volta!
L’Università incontra la Scuola Primaria
Domenica 26 Ottobre, alle ore 11.00,
I docenti del Dipartimento di Fisica invitano gli insegnanti e i genitori delle scuole elementari di Roma ad un incontro di approfondimento sugli effetti della “riforma Gelmini” sul sistema scolastico pubblico.
Gli studenti e i docenti di Fisica intratterranno gli alunni delle scuole elementari con semplici esperimenti scientifici.
Appuntamento alle ore 11.00, nel cortile del Dipartimento di Fisica, “Sapienza” Università di Roma, Piazza Aldo Moro 2 .
I docenti del Dipartimento di Fisica invitano gli insegnanti e i genitori delle scuole elementari di Roma ad un incontro di approfondimento sugli effetti della “riforma Gelmini” sul sistema scolastico pubblico.
Gli studenti e i docenti di Fisica intratterranno gli alunni delle scuole elementari con semplici esperimenti scientifici.
Appuntamento alle ore 11.00, nel cortile del Dipartimento di Fisica, “Sapienza” Università di Roma, Piazza Aldo Moro 2 .
21 ottobre 2008
19 ottobre 2008
Mina Gli anni Rai
Più di Me Ornella Vanoni
Disco commerciale, voluto dalla casa discografica (che ha scelto anche i cantanti con cui fare il duetto, imponendo a Ornella Giusy Ferreri) il disco è comunque giustificato da una tradizione di Ornella, quella di rivisitare le sue canzoni del passato (chi si ricorda dei dischi Oggi le canto così?).
Il disco è stato prodotto da Celso Valli e curato da Mario Lavezzi.
Non raggiunge la cura del disco precedente di Ornella. Si sente una certa fretta nella produzione e, soprattutto, la pratica scellerata di avere inciso i duetti virtualmente (di solito si grida alo scandalo solo quando lo fa Mina, ma oggi lo fanno tutti..., con la differenza che Mina incide il pezzo tutto di un fiato, in una sola volta, degli altri non ci giurerei) ma alcune cose sono sorprendenti, come la versione incredibile di Senza fine di Lucio Dalla (che avrebbe potuto benissimo curare da solo tutto l'album) ma anche Carmen Consoli è incredibile (e infatti non sembra lei...) mentre pare evidente la differenza di caratura tra Ornella e Fiorella quando cantano Senza Paura, cavallo di battaglia di entrambe. Fiorella incespica, esita, o, proporne un ritmo per la canzone che non convince Ornella è semplicemente perfetta tanto da dare una lezione di classe anche a Mina che avrà inciso il pezzo, come al solito, mentre lavava i piatti, o stirava i vestiti a Massimiliano, distratta, sguaiata, scomposta, irritante. Intendiamoci non che Mina sia così per via dell'età (come scrive ingiustamente Daniele al commento del post precedente) lo fa perché si è svaccata, ha tutto il diritto di farlo e noi di criticarla. Quando vuole Mina sa ancora essere Mina basta sentire Bula Bula e Bau.
18 ottobre 2008
Amiche mai
E' uscito ieri il nuovo disco di Ornella Vanoni con il duetto con Mina.
La canzone non è così eccezionale come lasciavano intendere le due artiste.
Di sicuro nel confronto tra le due grandi chi ne esce a testa alta è Ornella Vanoni, misurata, elegante, con notevoli dote canore, se la cava molto meglio di Mina. Che è sguaiata, strilla (come dice già da tanto il mio amico Markus), ha la voce ingolata, terribile...
Francamente, di un duetto del genere potevamo davvero farne a meno...
La canzone non è così eccezionale come lasciavano intendere le due artiste.
Di sicuro nel confronto tra le due grandi chi ne esce a testa alta è Ornella Vanoni, misurata, elegante, con notevoli dote canore, se la cava molto meglio di Mina. Che è sguaiata, strilla (come dice già da tanto il mio amico Markus), ha la voce ingolata, terribile...
Francamente, di un duetto del genere potevamo davvero farne a meno...
15 ottobre 2008
Blog Action Day: About Poverty
Non ricordo come entrammo in argomento, mi ricordo il suo viso però, sicuro di sé, supponente, cinico, mi fece subito un'immensa pena. Con la faccia di chi sa di avere detto una scomoda verità disse, tutto di un fiato che non potevamo per forza occuparci di chi è più povero di noi perché non è colpa nostra, se noi non siamo poveri come loro è perché siamo più efficienti e se loro non lo erano peggio per loro". Non odiai quel mio studente. Odia forse un po' i suoi genitori, pensai al padre, ma, chissà, magari erano parole della madre, del nonno...
Non era la prima volta che sentivo argomentazioni del genere, fatte allo stesso modo e quello che mi angustiava di più era l'idiozia di quel pensiero la totale mancanza di prospettiva storica.
Presi fiato, e risposi, più pacatamente che potevo (fossimo stati in un film si sarebbe visto un inserto nel quale sbattevo ripetutamente la testa del mio alunno sullo spigolo più acuminato dell'aula...) che la sua posizione non era sostenibile, intanto per un banale principio di solidarietà tra esseri umani (tralascia la questione religiosa...) e poi perché se l'82% del pianeta vive in miseria e povertà E' COLPA NOSTRA che, pur essendo solamente il 28% della popolazione mondiale consumiamo da soli l'80% delle risorse planetarie lasciando agli altri le briciole. E dunque, dissi, se io sono ciccione, se ho a disposizione tanto di quel cibo da diventarne obeso, è perché c'è una fortissima sperequazione del cibo, distribuendolo equamente saremmo tutti meno opulenti, ma vivremmo meglio.
Non tornammo più sull'argomento.
Ogni volta che leggo notizie sulla povertà del mondo mi prende un senso di disincanto e sconforto, perché si parla di qualcosa che sembra lontano, vago remoto, foto di bambini del Biafra, i due milioni di morti di aids in Africa (perché qualcuno dissennatamente insiste a consigliare l'uso dei preservativi in nome del rispetto della vita, che malati di mente!!!), ma qui da noi questi segni di povertà strema non arrivano.
Oh sì certo, abbiamo meno soldi, siamo indebitati, ma viviamo in condizione così diverse da quelle degli altri che non sappiamo nemmeno immaginarci cosa vuol dire essere uno di loro. E non lo sapremo mai.
Non credo che nessuno delle azioni politiche che l'occidente fa posano incidere su l dato di fatto che le ricchezze sono concentrate in una piccola parte del pianeta.
L'unica cosa che può cambiare lo status quo e che loro uccidano tutti noi. Sì, avete letto bene: una rivoluzione totale che spazzi via noi, il vero cancro del pianeta, la vera causa della loro povertà.
Non vedo altre soluzioni. E deve essere una morte dura, crudele, cruenta, perché se un ragazzino di 14 anni può dire quello che ha detto senza che un fulmine lo incenerisca senza che se ne penta non riuscendo pi a dormire la notte vuol dire che abbiamo perso il nostro diritto a stare sul pianeta.
Via l'uomo bianco, la feccia dell'umanità.
Non era la prima volta che sentivo argomentazioni del genere, fatte allo stesso modo e quello che mi angustiava di più era l'idiozia di quel pensiero la totale mancanza di prospettiva storica.
Presi fiato, e risposi, più pacatamente che potevo (fossimo stati in un film si sarebbe visto un inserto nel quale sbattevo ripetutamente la testa del mio alunno sullo spigolo più acuminato dell'aula...) che la sua posizione non era sostenibile, intanto per un banale principio di solidarietà tra esseri umani (tralascia la questione religiosa...) e poi perché se l'82% del pianeta vive in miseria e povertà E' COLPA NOSTRA che, pur essendo solamente il 28% della popolazione mondiale consumiamo da soli l'80% delle risorse planetarie lasciando agli altri le briciole. E dunque, dissi, se io sono ciccione, se ho a disposizione tanto di quel cibo da diventarne obeso, è perché c'è una fortissima sperequazione del cibo, distribuendolo equamente saremmo tutti meno opulenti, ma vivremmo meglio.
Non tornammo più sull'argomento.
Ogni volta che leggo notizie sulla povertà del mondo mi prende un senso di disincanto e sconforto, perché si parla di qualcosa che sembra lontano, vago remoto, foto di bambini del Biafra, i due milioni di morti di aids in Africa (perché qualcuno dissennatamente insiste a consigliare l'uso dei preservativi in nome del rispetto della vita, che malati di mente!!!), ma qui da noi questi segni di povertà strema non arrivano.
Oh sì certo, abbiamo meno soldi, siamo indebitati, ma viviamo in condizione così diverse da quelle degli altri che non sappiamo nemmeno immaginarci cosa vuol dire essere uno di loro. E non lo sapremo mai.
Non credo che nessuno delle azioni politiche che l'occidente fa posano incidere su l dato di fatto che le ricchezze sono concentrate in una piccola parte del pianeta.
L'unica cosa che può cambiare lo status quo e che loro uccidano tutti noi. Sì, avete letto bene: una rivoluzione totale che spazzi via noi, il vero cancro del pianeta, la vera causa della loro povertà.
Non vedo altre soluzioni. E deve essere una morte dura, crudele, cruenta, perché se un ragazzino di 14 anni può dire quello che ha detto senza che un fulmine lo incenerisca senza che se ne penta non riuscendo pi a dormire la notte vuol dire che abbiamo perso il nostro diritto a stare sul pianeta.
Via l'uomo bianco, la feccia dell'umanità.
9 ottobre 2008
Mara Carfagna a Matrix
Ierisera ho visto la prima mezz'ora di Matrix, ospite il ministro Mara Carfagna.
Il ministro era lì presente non per l'incarico che ricopre (Mentana infatti non specifica nemmeno ministro di che cosa) ma per parlare dei pettegolezzi che l'hanno vista coinvolta nei mesi passati.
Magrissima, con dei pantaloni e una camicia a collo alto con tanto di foulard (mentre alla Camera indossa dei più naturali tailleur che lasciano vedere collo e décolleté) con evidenti aloni sotto le ascelle, Mara Carfagna dopo aver giustamente accusato la matrice maschilista delle illazioni che riguardavano la vera ragione per la nomina al dicastero che dirige, si è sentita chiedere da Mentana se lei credeva se, fosse stata meno bella, avrebbe ricevuto l'incarico. Mara sgrana gli occhi e risponde, delusa, "Anche lei crede che se una donna ricopre un incarico importante lo deve alla sua avvenenza e nona alle sue capacità..." Mentana non batte ciglio e insiste, dicendo che "a volte aiuta".
Non ho guardato oltre. Credo solo che Mentana sia un porco esattamente come tutti quegli uomini italioti che hanno il suo stesso pensiero.
Non so se dopo si è entrati nel merito dell'operato del dicastero diretto dal Ministro Carfagna, il dddl sulla prostituzione, le sue affermazioni contro gli omosessuali. Ce ne sono di cose per cui Carfagna va criticata, ma oggi sono al suo fianco, perché ieri sera una donna è stata umiliata, è stata trattata non come essere umano, non come ministro, non come donna, ma come femmina dell'uomo Io non sono d'accordo nemmeno con una delle affermazioni del Ministro ma mi troverà sempre a suo fianco affinché venga ricordato a tutti gli uomini (ma anche alle donne come Sabina Guzzanti), italioti fascisti e sessisti, ignoranti, fallocrati, e merde umane, feccia dell'umanità, qual è il loro posto: la fogna da cui sono emersi e alla quale mi auguro presto torneranno.
E pensare che per molto meno hanno gambizzato Montanelli!!!
Il ministro era lì presente non per l'incarico che ricopre (Mentana infatti non specifica nemmeno ministro di che cosa) ma per parlare dei pettegolezzi che l'hanno vista coinvolta nei mesi passati.
Magrissima, con dei pantaloni e una camicia a collo alto con tanto di foulard (mentre alla Camera indossa dei più naturali tailleur che lasciano vedere collo e décolleté) con evidenti aloni sotto le ascelle, Mara Carfagna dopo aver giustamente accusato la matrice maschilista delle illazioni che riguardavano la vera ragione per la nomina al dicastero che dirige, si è sentita chiedere da Mentana se lei credeva se, fosse stata meno bella, avrebbe ricevuto l'incarico. Mara sgrana gli occhi e risponde, delusa, "Anche lei crede che se una donna ricopre un incarico importante lo deve alla sua avvenenza e nona alle sue capacità..." Mentana non batte ciglio e insiste, dicendo che "a volte aiuta".
Non ho guardato oltre. Credo solo che Mentana sia un porco esattamente come tutti quegli uomini italioti che hanno il suo stesso pensiero.
Non so se dopo si è entrati nel merito dell'operato del dicastero diretto dal Ministro Carfagna, il dddl sulla prostituzione, le sue affermazioni contro gli omosessuali. Ce ne sono di cose per cui Carfagna va criticata, ma oggi sono al suo fianco, perché ieri sera una donna è stata umiliata, è stata trattata non come essere umano, non come ministro, non come donna, ma come femmina dell'uomo Io non sono d'accordo nemmeno con una delle affermazioni del Ministro ma mi troverà sempre a suo fianco affinché venga ricordato a tutti gli uomini (ma anche alle donne come Sabina Guzzanti), italioti fascisti e sessisti, ignoranti, fallocrati, e merde umane, feccia dell'umanità, qual è il loro posto: la fogna da cui sono emersi e alla quale mi auguro presto torneranno.
E pensare che per molto meno hanno gambizzato Montanelli!!!
7 ottobre 2008
Oggi la riforma della somara unica viene votata alla camera...
... a colpi di fiducia, esautorando di fatto il Parlamento alla sua funzione di discutere oltre che promulgare leggi.
Anche io mi unisco al dissenso per questo decreto stupido, sciagurato, incompetente, il cui unico scopo è tagliare fondi alla scuola e pubblico la lettera di Simonetta Salacone, amica e "collega", alla Somara Unica.
No-Gelmini day and night(il manifesto del 30 settembre)
Sono un genitore della scuola Iqbal Masih della periferia sud est di Roma, in mobilitazione permanente dal primo settembre e vi scrivo da queste mura che sono ormai come una seconda casa. Siamo in emergenza, in allarme rosso e non c'è un'ora da perdere perché dobbiamo bloccare il Decreto Legge 137 del ministro Gelmini. Molti capiscono che è una legge dannosa per la scuola pubblica, ma solo chi è dentro questo mondo può già percepire la violenza che si sta abbattendo addosso ai nostri figli. Dietro la formula del «maestro unico» (e la farsa del grembiulino) ci stanno togliendo sotto gli occhi una delle poche cose che funzionano in Italia: la scuola primaria del tempo pieno.
Noi siamo angosciati dalle notizie che arrivano dal ministero e dalla disinformazione in atto, ma anche carichi e determinati a vincere questa battaglia o a vendere cara la pelle. In questi giorni qui all'Iqbal Masih succedono cose incredibili: genitori già gravati da cento impegni e maestre e maestri di tutte le classi si stanno trasformando in leoni che lottano. Il 15 settembre, alla prima campanella, abbiamo deciso di occupare la scuola. E' stata una decisione presa alla maniera classica con alzata di mano durante un'affollata assemblea, ma per il resto tutta questa esperienza è nuova, fresca, totalmente autorganizzata di giorno in giorno. Simonetta Salacone, la direttrice, la chiama presidio permanente ed è felice di aprire la scuola a questa esperienza che ci fa crescere tutti e ci permette di comunicare e spiegare le ragioni della lotta. Nella sala grande del plesso abbiamo fatto la nostra base e c'è un via vai continuo di gente che viene per restare o solo per portare un appoggio o prendere contatti o portare una torta per i bimbi. Arriva il pedagogo Alberto Alberti a raccontare perché fu deciso di introdurre i due maestri e il tempo pieno e fa un discorso chiaro davanti a trecento persone: «Chi dice riduciamo il tempo nella scuola non ce l'ha col tempo pieno, ce l'ha con la scuola! Vogliono che i ragazzi vengano bocciati per mandarli alla scuola privata, vogliono clienti per la scuola privata». Quando scende la sera srotoliamo i sacco a peli e i materassini per dormire tutti insieme, bambini, maestre e noi genitori in un clima di gioia e eccitazione che è difficile da contenere. Questa notte a scuola oggi è speciale e vale più di un giorno di lezione normale. Sono le esperienze formative come queste che fanno la conoscenza e oggi impariamo a lottare per i nostri diritti. Se ci si addormenta a mezzanotte, per questa volta non fa niente. Piano piano scende il silenzio e noi «grandi» facciamo turni di «guardia» ogni due ore, e che sia un'occupazione nuova si vede anche quando arriva la pattuglia della polizia al cancello: ci chiedono se abbiamo bisogno di qualcosa e che possono fare per noi, poi si allontanano dicendo che abbiamo ragione. Sveglia alle 6.30 per pulire tutto, alle 8 comincia la lezione regolare, arrivano gli altri genitori con i loro figli. C'è chiaramente anche chi è scocciato dagli striscioni, dalle magliette, dalle assemblee, dalle foto e gli articoli sui giornali. Mentre volantiniamo si accendono discussioni. Qualcuno minaccia di togliere i propri figli e trasferirli dalle suore (contenti loro...). C'è chi è fatalista e già sconfitto per cui non c'è niente da fare. Chi è confuso e convinto che maestro unico e tempo pieno sono un aumento della qualità come dice la Gelmini. Buonanotte. La maggior parte, però, comincia a comprendere meglio i meccanismi della truffa che ci stanno cucinando. Non c'è nessuna riforma in atto, è Tremonti il pedagogo di riferimento della Gelmini. Bisogna fare cassa? Tagliamo le spese e gli stipendi dei militari! E' venerdì 26 settembre, quando dopo una settimana di occupazione e una di assemblea quasi permanente, usciamo dal cancello dell'Iqbal Masih e attraversiamo il quartiere Centocelle con più di duemila persone. Con 38 scuole al nostro fianco. Dobbiamo resistere. Dobbiamo intensificare le azioni. In questi giorni il decreto arriva in parlamento per l'approvazione alla camera. Abbiamo sentito istituti della Puglia e di Milano, maestri del Veneto, a Bologna la scuola elementare XXI aprile ha occupato e anche a Quartu S. Elena vicino Cagliari (e si chiama anche lei Iqbal Masih). Una scuola di Torre in Pietra ci dice che sono pronti a entrare in occupazione. La situazione è bollente. Dopo un veloce consulto collettivo lanciamo per giovedì 2 ottobre prossimo in tutta Italia un «No Gelmini Day». E' un modo per far parlare insieme queste scuole e le università, per produrre uno sciame di azioni diffuse. Chi può presidiare oltre l'orario scolastico è il momento di farlo. Anche chi si sente isolato può fare qualcosa. E che sia il giorno prima o quello dopo va bene uguale. Attacchiamo striscioni ovunque perchè sia chiaro e visibile il nostro NO! Ricordate le bandiere dell'arcobaleno appese alle finestre? Che ogni scuola abbia il suo striscione. Sarebbe bello che ognuno faccia una foto scrivendo il nome della scuola e la città e la invii a questa mail: nonrubatecilfuturo @ gmail.com . Poi chiederemo a trasmissioni «amiche» come Blob o Striscia o le Jene o la Dandini se possono mandarle tutte con la musica di sottofondo dell'intervallo di un tempo (quando appunto c'era il maestro unico) a rappresentare una rete di scuole in lotta e degne che sono la nostra Repubblica. Come uno spot contro il decreto. Mettiamo sotto pressione la Gelmini. Noi amiamo e difendiamo la nostra scuola.
Non sopporto tutti quelli (e sono tanti,tra i miei amici) quelli che dicono che un maestro solo è più confacente ai bambini perché rappresenta un punto di vista unico. Questa idea che un unico punto di vista è meglio che una pluralità di punti di vista tramite i quali costruirsi un punto di vista proprio è la quintessenza del fascismo, della banalità, della velleità di chi parla senza avere non solo competenza ma nemmeno cognizione di causa.
La prossima volta che sento questa argomentazione peregrina userò le mani e non scherzo.
3 ottobre 2008
un paese che non ha memoria storica non è un paese
Se dei quindicenni del 2008 possono davvero pensare che i cinesi (o qualunque altro straniero) vengano in Italia per rubare lavoro agli italiani, come se la colpa di questo, ammesso e non concesso fosse vero, dipende dai cinesi che sono contenti a esser pagati poco, e non a connazionali che preferiscono i clandestini che non hanno diritti, se nessuno ricorda loro, perché non vuole ricordalo lui stesso, che fino a 40 anni fa gli extracomunitari ERAVAMO NOI vuol dire che l'Italia ha perso la propria memoria. E un paese senza memoria cessa di esistere non è un paese, non è nulla.
La comunità europea deve buttarci a calci fuori dal suo consesso perché noi non siamo cittadini europei, non siamo nemmeno dei semplici cittadini, non siamo nemmeno bestie perché le bestie, tra di loro, si aiutano.
Siamo delle merde, dei fascisti, qualunquisti, schiavisti, razzisti, sessisti, imperialisti, vigliacchi, forti coi deboli e deboli coi forti.
In una parola siamo ITALIANI.
LA MERDA DELL'OCCIDENTE
La comunità europea deve buttarci a calci fuori dal suo consesso perché noi non siamo cittadini europei, non siamo nemmeno dei semplici cittadini, non siamo nemmeno bestie perché le bestie, tra di loro, si aiutano.
Siamo delle merde, dei fascisti, qualunquisti, schiavisti, razzisti, sessisti, imperialisti, vigliacchi, forti coi deboli e deboli coi forti.
In una parola siamo ITALIANI.
LA MERDA DELL'OCCIDENTE
I mie primi imprinting musicali
...dai quali decifrare tutti i miei gusti musicali successivi, furono quattro.
Il primo in assoluto, all'età di 2 anni e mezzo fu A taste of Honey
del quale ho già avuto modo di parlare su queste pagine elettroniche.
Poi fu la volta di Hit the Road Jack di Ray Charles
del quale, pure, ho già parlato. Ritmo, brass, contrappunto, groove, funky,
c'è già tutta la musica che mi piacerà dopo.
Poi, più tardi, alle medie, ci sarà l'incontro con la musica classica, una scoperta sconcertante, le emozioni che provai per La Danse macabre di Camille Saint-Saëns non le proverò per nessun altra musica, intese come un orgasmo, musicale s'intende!
Scritto da Saint-Saëns nel 1874 è un poema sinfonico il cui tema, molto noto, era già stato musicato da altri, tra cui Liszt.
E' mezzanotte. Le tombe si aprono e già scheletri bianchi che ne fuoriescono danzano al suono di un valzer finché all'alba un gallo fa svanire la macabra visione.
Il poema sottolinea i momenti macabri ma anche quelli dolci e romantici.
La composizione è geniale nell'uso del pizzicato e dello xilofono per sottolineare la danza degli scheletri come se questi usassero le proprie ossa per sostenere il ritmo del valzer.
Mi si aprì un mondo ahimè mai dischiuso completamente. Il mio mentore di allora, il professore di musica della prima media, morì quell'estate investito da un'automobile. Fui uno dei pochi della mia classe ad andare al funerale.
Quel po' di conoscenza musicale di classica che ho la devo a lui.
Non potrò dimenticare mai il fratello, grosso e paciocco come il mio prof, che singhiozzava, disperato, al funerale.
L'uso dello xilofono come suono delle ossa percosse verrà ripreso nel cortometraggio di animazione The Skeleton Dance della serie Silly Simphonyes diretto da Ub Iwerks, uscito il 22 agosto1929.
La Danse Macabre ispirò direttamente o indirettamente molti autori di animazione cinema e danza.
D'altronde Saint-Saëns stesso fu uno dei primi a comporre musica per film.
Altro brano che mi colpì con la stessa intensità fu il terzo movimento della quinta di Beethoven,
che il prof ci aveva fatto ascoltare, portando il giradischi in classe...
Beethoven sfondò tutte le cateratte del mio animo e mi sconvolse perché non sapevo che la musica potesse percuotermi con tale intensità. Mi commossi fino alle lacrime e, come un drogato, la mia anima gridava ancora! Ancora! ANCORA!!!.
Giorni dopo mio cugino Giorgio e la sua (allora) fidanzata Rita mi sorprese uscire dall'edicola con due lp della collezione Fabbri storia della musica classica ma, anche con i primi due lp della serie De Agostini della Storia del Jazz.
E rise, divertito, che io, a 12 anni, potessi avere dei gusti così eclettici.
Già da allora, ma probabilmente da un po' prima, avevo capito che il mondo mette degli assurdi confini e che io, essendo portato ad infrangerli ero destinato, per questo, ad essere considerato uno strano...
Poi venne Mina e le altre (Tersa De Sio, Kate Bush) ma la mia iniziazione musicale è in questi quattro punti cardinali.
Mettevi al loro centro e capirete cosa e perché mi piace.
Perché posso rimanere un giorno senza vedere film, sena sentire gli amici, senza fare sesso, senza persino mangiare, ma non posso rimanere un'ora senza la musica!
E' la musica che mi rende libero, che mi fa sentire vivo, che mi permette di respirare.
Il primo in assoluto, all'età di 2 anni e mezzo fu A taste of Honey
del quale ho già avuto modo di parlare su queste pagine elettroniche.
Poi fu la volta di Hit the Road Jack di Ray Charles
del quale, pure, ho già parlato. Ritmo, brass, contrappunto, groove, funky,
c'è già tutta la musica che mi piacerà dopo.
Poi, più tardi, alle medie, ci sarà l'incontro con la musica classica, una scoperta sconcertante, le emozioni che provai per La Danse macabre di Camille Saint-Saëns non le proverò per nessun altra musica, intese come un orgasmo, musicale s'intende!
Scritto da Saint-Saëns nel 1874 è un poema sinfonico il cui tema, molto noto, era già stato musicato da altri, tra cui Liszt.
E' mezzanotte. Le tombe si aprono e già scheletri bianchi che ne fuoriescono danzano al suono di un valzer finché all'alba un gallo fa svanire la macabra visione.
Il poema sottolinea i momenti macabri ma anche quelli dolci e romantici.
La composizione è geniale nell'uso del pizzicato e dello xilofono per sottolineare la danza degli scheletri come se questi usassero le proprie ossa per sostenere il ritmo del valzer.
Mi si aprì un mondo ahimè mai dischiuso completamente. Il mio mentore di allora, il professore di musica della prima media, morì quell'estate investito da un'automobile. Fui uno dei pochi della mia classe ad andare al funerale.
Quel po' di conoscenza musicale di classica che ho la devo a lui.
Non potrò dimenticare mai il fratello, grosso e paciocco come il mio prof, che singhiozzava, disperato, al funerale.
L'uso dello xilofono come suono delle ossa percosse verrà ripreso nel cortometraggio di animazione The Skeleton Dance della serie Silly Simphonyes diretto da Ub Iwerks, uscito il 22 agosto1929.
La Danse Macabre ispirò direttamente o indirettamente molti autori di animazione cinema e danza.
D'altronde Saint-Saëns stesso fu uno dei primi a comporre musica per film.
Altro brano che mi colpì con la stessa intensità fu il terzo movimento della quinta di Beethoven,
che il prof ci aveva fatto ascoltare, portando il giradischi in classe...
Beethoven sfondò tutte le cateratte del mio animo e mi sconvolse perché non sapevo che la musica potesse percuotermi con tale intensità. Mi commossi fino alle lacrime e, come un drogato, la mia anima gridava ancora! Ancora! ANCORA!!!.
Giorni dopo mio cugino Giorgio e la sua (allora) fidanzata Rita mi sorprese uscire dall'edicola con due lp della collezione Fabbri storia della musica classica ma, anche con i primi due lp della serie De Agostini della Storia del Jazz.
E rise, divertito, che io, a 12 anni, potessi avere dei gusti così eclettici.
Già da allora, ma probabilmente da un po' prima, avevo capito che il mondo mette degli assurdi confini e che io, essendo portato ad infrangerli ero destinato, per questo, ad essere considerato uno strano...
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