30 agosto 2010

I filtri per fare il caffè americano

E' dal 1987 che bevo caffè americano.
Anche adesso, mentre scrivo questo post.
L'aggettivo non si riferisce alla qualità del caffè, ma alla modalità di preparazione.
Niente caffè ottenuto per pressione (l'acqua passa attraverso il caffè dopo aver raggiunto una determinata pressione), ma per infusione.

Con una speciale macchina, o manualmente, versando lentamente l'acqua nell'apposito filtro.
Ne viene un caffè molto meno denso (più liquido) di quello italiano, con molta più caffeina, nonostante la diversa consistenza faccia pensare il contrario (l'acqua rimane a contatto con il caffè per più tempo e cede più caffeina...).
Quindi dal 1987, quando scopri il caffè americano a Parigi, oltre a cercare le macchine che lo fanno (durano in media sui 5 anni, se tua sorella non ti rompe la caraffa di vetro prima) dovevo trovare anche gli indispensabili filtri di carta.
Per anni li ho comperati dalle Sorelle Adamoli, un negozio a via del Plebiscito, angolo via della gatta/palazzo Grazioli. Mitico Sorelle Adamoli!  Fu una scoperta personale, non ricordo più fatta come, ma ci vado sin dai tempi del liceo.
Il nome risale alle prime proprietarie le tre sorelle Adamoli che aprirono il negozio nel 1886 a Piazza Venezia. Nel 1901 il nipote Pietro Tortima lo sposta nell'attuale sede. Nel 1964 dalla famiglia Rappini di Casteldelfino e, dal 1986 da Mario Andrea e sua moglie Roberta. Il nome  (e l'insegna) Sorelle Adamoli rimane. Poi all'incirca una decina d'anni fa il negozio si rinnova, cambia nome, diviene un idiota House & Kitchen. Continuo ad andarci ma adesso il posto è l'ombra di quello che fu.
Quelli delle Sorelle Adamoli (negozio non proprio a buon mercato, ma dove trovasvi TUTTI i complementi d'arredo per la cucina) erano filtri della Melitta, casa tedesca famosa in tutta Europa. Carissimi. Bianchi (quindi passati in un bagno di cloro per toglierli il colore marrone originario). Da House & Kitchen costano sui 5 euro le confezioni da 40 filtri (mi ricordo quando andai in vacanza in Val Pusteria e li trovai, identici, sia bianchi che quelli ecologici senza sbianca tura al cloro a 1.50!!!). Non sempre li trovavo. A volte le Sorelle Adamoli ne erano sprovviste. rimediavo con un foglio di Scottex Casa arrotolato, ma il risultato non era lo stesso. Spesso il caffè fuoriusciva e... insomma, un disastro!   Ci sono anche dei filtri in plastica che però devi lavare ogni volta (ah! al pigrizia) e poi il grasso del caffè si accumula sulla retina del filtro rendendolo filthy!
Poi qualche anno fa ho scoperto dei filtri anonimi, in un negozio di ricambi per aspirapolvere, 100 pezzi, non sbiancati, a 3 euro! Mi bastava contemperarne 34 confezioni per stare a posto per un intero anno... Nel 2009 il prezzo è aumentato del 50% passando da 3 a 4 euro e cinquanta centesimi! Ancora più convenienti dei Melitta (che sono comunque di qualità superiore...) ma un po' meno.
Stamane ho aperto la seconda scatola da 100 pezzi, vuol dire che sono apssati già tre mesi da uando ho aperto la prima dell'ultimo stock di acqusto.
Il tempo passa anche di caffè in caffè...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

scusi cosa intende con "idiota House&Kitchen"?
come si permette a dire una cosa simile?

Alessandro Paesano ha detto...

se mi dice "come mi permetto" vuol dire che lo ha capito bene quello che intendo. Allora perchè me lo chiede?

trovo il nome "casa e cucina" per giunta in inglese, a Roma, al posto dello storico "sorelle Adamoli" una scelta idiota.

L'aggettivo si riferisce al nome e alla scelta di quel nome.

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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