22 luglio 2008

Amore Criminale su Raitre: lo sciacallaggio perbenista

Mi è capitato di assistere per caso alla prima puntata della terza serie di trasmissioni del programma Amore Criminale di Matilde D’errico, Maurizio Ianelli e Luciano Palmerino, condotto da Camilla Raznovich in onda in prima serata su Raitre.
Il programma riprende, per ogni puntata, la storia di una donna, uccisa dall'uomo che l'amava (sic!). Ricostruzioni fatte da attori, alternate a interviste ai familiari e agli amici della vittima, raccontano, con dovizia di particolari, le vicissitudini che hanno portato al delitto, mentre Camilla in studio fa da trait- d'union tra i vari filmati.
Il caso di stasera riguardava Jennifer Zacconi, la ragazza di venti anni (ma durante il programma vengono anche date età diverse, 19 e 21 anni) uccisa il 29 aprile 2006 a Maerne di Martellago (VE) da Lucio Niero, l'uomo col quale aveva una relazione e del quale era rimasta incinta, 9 giorni prima di finire il periodo di gestazione.
Il tono del racconto è quello finto-obbiettivo, tipico delle ricostruzioni cui ci ha abituato Chi l'ha visto (già messo alla berlina, illo tempore, da Avanzi di Serena Dandini e Linda Brunetta) in realtà carico di pregiudizi. Camilla si chiede, per esempio, "che tipo di uomo sia" Lucio, l'assassino, "che aveva una moglie e due figli ma poi aveva instaurato una relazione con una ragazza molto più giovane di lui". Capite? Quell'uomo ha preso la sua ex (avevano smesso di vedersi qualche mese dopo che lei era rimasta incinta) prima a calci, sul pube, per farla abortire, 9 giorni prima del parto, poi ha cercato di strangolarla (ma la corda si era impigliata nella mandibola incalza il racconto...) e infine la soffoca spingendole la faccia contro il terreno (una fanghiglia che l'ha soffocata). l'ha dunque lasciata agonizzante in una buca nel terreno, e Camilla si chiede che razza di uomo sia Lucio perché è un adultero (la parola non viene usata ma il ludibrio evocato si aggira intorno a quei valori), perché frequenta una ragazza molto più giovane di lui. CAmilla è ovviamente solo una esecutrice, il testo le è statos critto dai tre autori, ma, ognuno con le sue responsabilità, c'è da ridire per tutti, sia chi il moralismo lo scrive, sia chi lo riporta senza battere ciglio. Lucio viene descritto prima come un violento cocainomane che ogni sera ci prova con una ragazza diversa e poi come un innamorato tenero che frequentava la famiglia di Jennifer come un genero (parole della madre della vittima). Non siamo lontani dal gossip quotidiano di tanti programmi spazzatura...
La ricostruzione è di fantasia perché descrive comportamenti e pensieri dell'assassino senza che ci sia un riscontro oggettivo con le sue dichiarazioni che sono comunque ben altra cosa rispetto sapere come sono andate davvero le cose. Eppure il tono è quello della ricostruzione precisa, corroborata dalle affermazioni di persone che sono a conoscenza dei fatti (madre, padre, sorella, amiche e avvocato di famiglia).
Terribili poi le semplificazioni sul perché Jennifer si sia innamorata di un uomo molto più grande di lei. Indovinate quale? Lei cercava un padre visto che i suoi si erano separati!!! Siamo davvero al parere dato dal parrucchiere da quella signora che, Verissimo alla mano, sa tutto di tutti e sa dare spiegazioni ignorando competenze di discipline diverse (psicologia, medicina, sociologia) banalizzandole in una vulgata da Selezione del Readers Digest...
Mi fa orrore vedere la madre agghindata e truccatissima (mentre la sua controparte enlla ricostruzione non porta mai un filo di trucco...) che parla come se niente fosse dei fatti che hanno portato alla morte della figlia dando in pasto agli spettatori guardoni la storia d'amore di una ragazza di vent'anni che ha deciso caparbiamente di tenere il bambino (comperava vestitini per il bambino, li lavava e li stirava. Sembrava una bambina che mette a posto i vestiti delle bambole di nuovo parole della madre).
Mi fa orrore veder una delle amiche confessare, in lacrime, che tiene con sé un braccialetto che aveva regalato a Jennifer, è un dettaglio personale, banale agli occhi di un estraneo, significativo solo per chi lo vive e che ha valore solamente se rimane nell'intimità pudica del privato, che può essere raccontato anche a uno sconosciuto incontrato in treno, se si vuole, ma non dato in pasto alla tv, perchè non è più un racconto personale, ma divneta pubblico, non è più una confessione tra anime sconosciute in un eccezionale contatto empatico, ma uno spettacolo, mercificato, prostituito.
Stasera Jennifer è stata assassinata una seconda volta dai parenti e amici che si sono prestati dissennatamente allo sfacelo del privato e al cinismo degli autori del programma che si sono comportati esattamente come fanno i pappa con le prostitute.
Poi in studio Camilla interviene con due ospiti, una criminologa dei mie stivali e Dacia Maraini e lì emergono dettagli inquietanti sul caso (la madre di Jennifer ha fatto pubblicare su un giornale locale la foto del nipotino morto...) e tutte e tre le donne in studio concionano se sia stato o no un gesto condivisibile: l'opinione pubblica si divise a metà, ricorda Camilla, Io non so com'era la foto dice Dacia (allora perché parli?) e Camilla a quanto pare sembrava che dormisse e Dacia "Allora non era una foto oscena, niente da ridire...) per poi intrattenersi sul fatto che all'assassino siano stati dati solo 30 anni di carcere, perché non è stato acusato di doppio omicidio non avendo il bambino una sua autonomia giuridica. E, di nuovo, tutte e tre aparlare di legge senza averne competenza alcuna...
Poi dopo, confesso, non ce l'ho fatta più e ho girato canale...
Questo programma era nato per denunciare le violenze degli uomini contro le donne,
dei mariti, amanti, fidanzati, fratelli, padri, contro le donne. Poteva essere un'occasione per rifletere su una pratica che, come dice il ocmunicato stampa della trasmissione, avviene nela maggior parte dei casi in famiglia (Carfagna dovrà pentirsi ogni giorno della sua vita per aver scritto a Repubblica, come avevo già riportato in un precedente post, che
Nessuno nega - e non sarò certamente io la prima - il fatto che non di rado è la stessa famiglia a trasformarsi in luogo di commissione di reati ai danni delle donne (...) Ma è una trasformazione, non è la regola. Le analisi statistiche da voi riportate e da noi conosciute e studiate, sottolineano anche un altro aspetto: divorzi, separazioni ed affidamento dei figli causano gran parte delle tensioni e dei reati realizzati all’interno della famiglia

Jeniffer è stata ammazzata proprio perché voleva tenersi il suo bambino.)
Invece il programma è solamente un banchetto di luoghi comuni, frasi fatte, moralismi mediatici da quattro soldi, dove ognuno si veste bene per apparire in tv e fare commercio di fatti orrendi che andrebbero denunciati, non raccontati, analizzati, non ricostruiti, che dovrebbero diventare memento per tutti, non casi eccezionali da raccontare in tv come in una fiction.

Sono rimasto disgustato del programma e di chiunque vi abbia partecipato, dai parenti e amici di Jennifer (Vergogna!!!) a Dacia Maraini (ma che cavolo ci va a fare in programmi così?)

E tutto questo sui Raitre non su Retequattro o Italia uno.

Sono scandalizzato, infuriato, nauseato. Vorrei essere paesanini per fermare il programma e arrestare i suoi autori.

Invece me ne vado a letto con un senso di frustrazione maggiore, che cresce giorno dopo giorno, mentre il mondo va sempre più a rotoli e io non posso farci nulla...

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Nausea, scandalo, disgusto, Vergogna, arrestateli!!!
Invece di tranciare giudizi su fatti, umanità e professionalità di persone che neppure conosci sparando a zero su tutto e tutti, perchè non dici chiaramente come avresti improntato tu il programma?? Anche perchè dal poco "contenuto" espresso non proponi proprio un bel nulla mentre dal tuo livore si capisce solo che avresti tanto, tanto voluto fare (come ce ne sono già tanti a SAXA RUBRA) il regista, senza arte ne parte ma rigorosamente con tessera di partito in tasca, di qualsiasi inguardabile cosa(della serie: "vuoto a perdere" tanto strapaga il C....anoneRAI)!

Alessandro Paesano ha detto...

Sono uno spettatore critico e da spettatore e non da "regista" mi sento in diritto di sollevare questioni critiche. Nel post tra l'altro mi sembra che spiego i motivi del mio livore, e i giudizi espressi non sono mai sulle persone, che, come mi ricordi giustamente, non conosco, ma sul loro lavoro esclusivamente nella puntata di ieri.

Quelli che critico sono comunque gli autori (e la conduttrice) e non i registi del programma. Non credo d'altronde che per sollevare critiche ci sia bisogno di competenze in regia.

Non capisco poi cosa c'entrino le tessere di partito col discorso che faccio nel mio post.
Almeno che, come Berlusconi insegna, ogni pensiero che si discosti dal mainstream sia automaticamente etichettato come "comunista".

Credo di avere spiegato il come e il perché delle mie critiche. Invece di darmi del regista senza arte né parte dimmi tu cosa ti è piaciuto del programma, o entra nello specifico delle mie osservazioni e dimmi cosa non ti sta bene, altrimenti mi induci a credere che quel che ti dà fastidio è solo il fatto che io, a torto o a ragione, ho una testa pensante.

Io il coraggio per le mie opinioni ce l'ho e ci metto la faccia e le firmo col mio nome, mentre tu no.

Anonimo ha detto...

Cominciamo dalla fine, il mio cognome e nome ti potrebbe indurre a pensare davvero ad una presa in giro non foss'altro per una incredibile omonimia con persona a te vicina quale l'ex vicedirettore del Manifesto ed ora del quotidiano Europa, solo per questo te l'ho risparmiato. Proseguendo nel ragionamento, dal tuo discorso non traspare assolutamente come tu al posto di autori o registi che siano, avresti diversamente sviluppato il programma.
Punto terzo se i tuoi riferimenti di critici pertinenti e autorevoli sono la Dandini, bè allora...molto si spiega da solo. Infatti quanto poi al giudicare scrittrici, psicologhe-criminologhe, avvocati, familiari e staff, mi sembra per usare un garbato eufemismo, tu non sia andato molto per il sottile, entrando anche in competenze affettive, umane e di circostanze dibattimentali che hai affrontato con tale ingiustificabile arroganza e superficialità verso fatti di così grave delicatezza e drammaticità, che si qualificano da soli. Vedi poi che per chi come molti noi per i motivi più diversi, ha seguito la vicenda molto più da vicino di quanto tu possa immaginare, non può che confermare l'assolutà fedeltà nella ricomposizione oggettiva dei fatti accaduti e dei sentimenti che come testimoniano inequivocabilmente, riprese audio e video, restano immutati e più che mai vivi a distanza di un anno e mezzo dalla tragedia, negli stessi protagonisti.
Se poi avessi avuto la pazienza di attendere la fine del programma, capiresti che la scrittrice e la criminologa (dei miei stivali come tu hai definito) con la conduttrice nonostante il poco tempo a disposizione siano state in grado con la conduttrice di affrontare in qualche modo costruttivo argomenti di carattere sociale e culturale sicuramente più utili delle tue sterili critiche.
Ciò nonostante rispetto sempre il pensiero altrui anche se non condiviso ma....resto sempre incuriosito di sapere come avresti impostato la trasmissione.....Ciao SM

Anonimo ha detto...

ero entrato in questo sito perche' mi interessava sapere il nome della psicologa e criminiloga che ha partecipato alla puntata su jennifer zacconi..se invece di chiamarla criminologa dei miei stivali ne dicevi il nome mi sarebbe stato molto piu' utile.vedi,anch'io sono comunista,da sempre,e come semplice fruitore anche contro certa tv,ma effettivamente mi tocca essere d'accordo col signore che ti ha dato contro..condivido in pieno e mi pare davvero che le tue critiche siano abbastanza gratuite,fatte tanto per fare,tanto per criticare ad ogni costo e anche un po' offensive.se i genitori.le amiche.i parenti leggessero cio' che hai scritto forse non penserebbero che sei un libero pensatore,ma solo una banale testa di cazzo,posso anche sbagliarmi,ma questo e' il mio libero pensiero.l'effetto che ha avuto il programma su di me:la violenza mi ha fatto ribrezzo,l'assassino mi ha fatto ribrezzo,la psicologa mi e' stata utile a livello personale(per questo mi serviva il nome),la giustizia mi ha fatto ribrezzo(tanto per cambiare)..quindi credo che alcuni obiettivi positivi siano stati raggiunti e anche se in tv si spettacolarizza tutto evidentemente c'e' modo e modo,come c'e' modo e modo di criticare e di essere contro..in pratica hai dato l'impressione di sparare con un bazooka contro un passeggino e se hai un senso di frustrazione con un programma cosi'..insomma un consiglio spassionato:contatta la psicologa anche tu come me..alessandro filippi..grazie dello spazio e dell'attenzione

Alessandro Paesano ha detto...

Per SM
Cominciamo dalla fine, il mio cognome e nome ti potrebbe indurre a pensare davvero ad una presa in giro non foss'altro per una incredibile omonimia con persona a te vicina quale l'ex vicedirettore del Manifesto ed ora del quotidiano Europa, solo per questo te l'ho risparmiato.
Beh già uno pseudonimo, un soprannome, sarebbe stato meglio di "anonimo"...

Proseguendo nel ragionamento, dal tuo discorso non traspare assolutamente come tu al posto di autori o registi che siano, avresti diversamente sviluppato il programma.

Infatti io non sono né un autore né un regista e non voglio fare programmi. Il fatto che critichi le modalità e i contenuti di un programma come spettatore non implica necessariamente che io sappia come "deve essere" un programma o che voglia dire come lo farei io.

D'altronde, se pensi alle critiche che ho sollevato è facile capire le linee guida di come dovrebbe essere un programma secondo me...

Punto terzo se i tuoi riferimenti di critici pertinenti e autorevoli sono la Dandini, bè allora...molto si spiega da solo.

Serena Dandini fa satira. Se l'ho citata è semplicemente per dire che il modo finto oggettivo di ricostruire i delitti impiegato in "Chi l'ha visto" era già preso in giro ai tempi di "Avanzi" e che, insomma, non sono il solo a trovarlo ridicolo.

Infatti quanto poi al giudicare scrittrici, psicologhe-criminologhe, avvocati, familiari e staff, mi sembra per usare un garbato eufemismo, tu non sia andato molto per il sottile, entrando anche in competenze affettive, umane e di circostanze dibattimentali che hai affrontato con tale ingiustificabile arroganza e superficialità verso fatti di così grave delicatezza e drammaticità, che si qualificano da soli.

Perché arroganza? Io mi sono scandalizzato dell'atteggiamento della madre (e altri parenti e amici) la cui figlia è morta ammazzata nemmeno due anni fa che va in tv e racconta della figlia con un atteggiamento disinvolto, il sorriso sulle labbra. Ho parlato di pudore di non raccontare fatti personali in tv. A chi serve? A Jennifer? Alla causa? O a fare audience? Non si sono forse prestati tutti indirettamente a trasformare la morte di Jennifer in uno spettacolo con tanto di suspense su fatti che, ahimè, erano altrimenti ben noti?>

Vedi poi che per chi come molti noi per i motivi più diversi, ha seguito la vicenda molto più da vicino di quanto tu possa immaginare,

Guarda che io non ho mai detto né pensato che quello che è capitato a Jennifer non sia grave o non possa colpire molte persone.

Critico solo che un fatto così tragico venga spettacolarizzato in tv...

Vedi poi che per chi come molti noi per i motivi più diversi, ha seguito la vicenda molto più da vicino di quanto tu possa immaginare, non può che confermare l'assolutà fedeltà nella ricomposizione oggettiva dei fatti accaduti e dei sentimenti che come testimoniano inequivocabilmente, riprese audio e video, restano immutati e più che mai vivi a distanza di un anno e mezzo dalla tragedia, negli stessi protagonisti.

Vedi? e' proprio questo il punto.
Tu avrai seguito il caso dalla stampa e altri mezzi di informazione e ti senti "esperto" del caso e garantisci che il programma ha raccontato i fatti in maniera oggettiva.
Questo non è vero.

Tu non sei un esperto del caso. A meno che tu non faccia parte delle forze dell'ordine che hanno indagato, o sia stato direttamente coinvolto dalla vicenda, non sei informato direttamente dei fatti ma solo dai mezzi di comunicazione. E questo non fa di te un esperto del caso!!!
Il fatto che tu ti senta esperto è proprio quello che ha me dà fastidio come "effetto collaterale" quando si riportano fatti drammatici in tutti i loro particolari.

testimoniano inequivocabilmente, riprese audio e video
A quali riprese audio e video ti riferisci? Non certo a quelle del programma che sono o interviste o ricostruzioni e dunque non testimoniano un bel niente... (rispetto i fatti accaduti la sera dela morte, visto che nessuno degli intervistati era presenete).

Non credo ci siano riprese video della notte dell'omicidio... Forse confondi docu-fiction con la realtà (o parli di audio evideo a me ignoti che non sono stati utilizzati nel programma).

2) Io non ho seguito il caso, mi ricordo della notizia ma non sono mai andato a leggere dettagli né ho seguito gli "aggiornamenti".
Però ti posso dire che mostrare Lucio che si accovaccia vicino al cadavere, o che in macchina si dispera, sono fatti messi lì da chi ha fatto la ricostruzione ma nessuno può sapere come sono andate davvero le cose, perché Lucio era da solo, oltre a Jennifer che è morta e non può raccontarci come sono andate le cose. Al limite sappiamo ciò che ha detto Lucio e di nuovo non è una conoscenza oggettiva (come ho detto nel mio post) perché Lucio potrebbe mentire e, come saprai meglio di me, lo ha già fatto.
Di nuovo il fatto che non ti accorga (o non dia importanza) alle license "artistiche" della ricostruzione, che invece si prende sul serio, è quello che mi dà fastidio: il programma punta sull'emotività degli spettatori e li induce a credere all'oggettività di quanto, a priori, non può essere oggettivo...

Se poi avessi avuto la pazienza di attendere la fine del programma, capiresti che la scrittrice e la criminologa (dei miei stivali come tu hai definito) con la conduttrice nonostante il poco tempo a disposizione siano state in grado con la conduttrice di affrontare in qualche modo costruttivo argomenti di carattere sociale e culturale sicuramente più utili delle tue sterili critiche.

Chiedo scusa dell'epiteto che però era giustificato. Camilla, Dacia e la criminologa ahnno parlato della legge che non riconosce autonomia giuridica a un feto ancora non nato anche se prossimo alla nascita e l'hanno criticata perché in questo modo Lucio si è preso 30 anni e non l'ergastolo.
A parte il discorso punitivo nei confronti di Lucio (il carcere secondo la nostra Costituzione è rieducativo e non punitivo...) non riconosco a nessuna delle tre donne competenza alcuna per poter parlare di legge. Dacia almeno ha avuto l'onestà di dire "io non so di giurisprudenza" al che viene da chiedersi perché allora ne parla. La criminologa invece ne parlava come se avesse voce in
capitolo, ma lei è laureata in psicologia ed è criminologa, non è né giudice né avvocato né docente di diritto. Ecco perché mi sono permesso di dire criminologa dei miei stivali perché lei parlava come una che avesse voce in capitolo mentre le sue competenze erano irrilevanti rispetto quello di cui si stava discutendo...

Grazie di avere letto il mio post e di averlo "criticato". Però ancora non sei entrato in merito alle mie critiche. Che ne pensi della spettacolarizzazione del dolore? Del trasformare eventi di cronaca in docu-fiction? Non credi sia immorale? Che cosa induce i parenti delle vittime a parlare in tv delle loro tragedie ? Dopo tutto è di questo che parlavo...

Anonimo ha detto...

Anch'io vorrei sapere il nome della psicologa che era presente in trasmissione.
Tutto qui.
Qualcuno me lo può dire?
Grazie

Alessandro Paesano ha detto...

Per Alessandro Filippi

Ho capito che hai cercato su internet il nome della psicologa (che non sono riuscito a trovare...) e ti sei ritrovato a leggere un post critico e acido su un programma tv che a te, invece, era piaciuto molto. Però non credo di meritare le tue critiche.

mi pare davvero che le tue critiche siano abbastanza gratuite,fatte tanto per fare,tanto per criticare ad ogni costo e anche un po' offensive.

Sul fatto che possano essere offensive hai ragione, faccio accuse precise e pesanti agli autori del programma e anche a chi vi ha partecipato, ma mi sembra di avere spiegato il perché ho argomentato le mie accuse, le mie "offese".
Anche tu, come SM, il signore col quale ti trovi d'accordo, non entri nel merito delle mie osservazioni critiche, giuste o sbagliate che siano, per cui ti rigiro le stesse domande che ho già posto a lui:
Che ne pensi della spettacolarizzazione del dolore?
Del trasformare eventi di cronaca in docu-fiction?
Non credi sia immorale?
Non ti sembra che il programma celi dei giudizi impliciti molto piccolo borghesi?
Che cosa induce i parenti delle vittime a parlare in tv delle loro tragedie ? Non è una offesa alla memoria delle vittime tutto quel privato messo in piazza?
E' questo che mi ha fatto indignare e mi indotto a usare toni forti (ma è il mio blog il cui sottotitolo recita dove Alessandro Paesano, alias Alessandrito Paesanini, può liberamente dare sfogo ai suoi eccessi di ira, e di gioia, senza timore di esagerare...).

Se i genitori.le amiche.i parenti leggessero cio' che hai scritto forse non penserebbero che sei un libero pensatore,ma solo una banale testa di cazzo,posso anche sbagliarmi,ma questo e' il mio libero pensiero.

Vedi la libertà di pensiero non dovrebbe arrivare a permettere di insultare le persone. Ma se mi insulti è perché evidentemente ho colto nel segno, ti ha dato fastidio qualcosa, ma invece di contro argomentare le mie considerazioni (che possono essere sbagliatissime ma non mi spieghi il perché) ti limiti all'insulto e, di solito, chi è ha corto di argomenti, offende.
Le mie critiche tranchant invece erano sempre rivolte ai comportamenti delle persone mai su loro stesse, come fai tu con me.
Ma poco importa, mi prendo il testa di cazzo tranquillamente.

l'effetto che ha avuto il programma su di me:la violenza mi ha fatto ribrezzo,l'assassino mi ha fatto ribrezzo,la psicologa mi e' stata utile a livello personale(per questo mi serviva il nome),la giustizia mi ha fatto ribrezzo(tanto per cambiare)..

Ecco vedi? Il programma parla di violenza sulle donne ma poi la vera questione (se ti fai un giro sui forum di internet) è la mancanza di giustizia, "30 anni per l'assassino sono pochi, ci vuole l'ergastolo, la sedia elettrica, Lucio è un mostro".
E' proprio questo che non mi piace del programma. Fare critiche sul sistema giudiziario senza averne le competenze per farlo...
Io non credo che il carcere sia punitivo. Non lo è per la nostra Costituzione, anche se poi, di fatto, è così.
Comprendo le parole dure del padre di Jennifer, anche io al suo posto avrei detto di Lucio le stesse cose (infatti di lui non ho fatto menzione nel post). Ma un uomo la cui figlia è morta ammazzata non può dettare una legge morale valida per tutti... E' troppo coinvolto, di parte. Se un senso questa trasmissione ce l'ha è trarre una regola generale da una storia particolare. Invece mi sembra che serva solo per indurre gli spettatori a esprimersi in giudizi forcaioli sugli assassini...

quindi credo che alcuni obiettivi positivi siano stati raggiunti e anche se in tv si spettacolarizza tutto evidentemente c'e' modo e modo,come c'e' modo e modo di criticare e di essere contro..in pratica hai dato l'impressione di sparare con un bazooka contro un passeggino e se hai un senso di frustrazione con un programma cosi'..insomma un consiglio spassionato:contatta la psicologa anche tu come me.

Ecco su questo non siamo proprio d'accordo. Non entri nel merito delle mie critiche ma ti limiti adirmi di andare dallo psicologo. Altra tecnica di chi è a corto di argomentazioni: invece di criticare le affermazioni altrui si mette in discussione la sua sanità mentale. Se credi di offendermi dandomi del matto (o comunque di uno che ha bisogno di andare dallo psicologo) ti sbagli. Non ho vergogna della malattia mentale, i "matti" non mi mettono a disagio. Né credo che chi va dallo psicologo sia un matto. Ho grande rispetto per chi affronta un percorso psicoterapeutico, come credo vorresti fare tu. Non userei mai la psicoterapia come argomento dialettico...

A me sembra di avere sollevato questioni precise sulle quali non ti sei espresso...
Mi piace il confronto, quando però è vero, concreto, sulle cose che penso e che dico non se si ferma in generale sulla mia persona o sul mio modo di fare critica.
Quindi se ti va spiegami perché non sei d'accordo con quello che ho scritto nel post.
Un'ultima cosa. Essere comunisti, o di sinistra, lo si dimostra nei fatti e non a parole, e certo l'insulto alla persona, al posto di un confronto dialettico, o posizioni forcaiole nei confronti degli assassini non sono certo una carta da visita "di sinistra".

Scrivimi ancora.

Anonimo ha detto...

SONO RIENTRATO PERCHE' ERO CURIOSO DELLA RISPOSTA DELLA QUALE RINGRAZIO E DEVO DIRE CHE ADESSO MI TROVA ANCHE D'ACCORDO IN MOLTI PUNTI,ANCHE QUELLI CHE RIGUARDANO I MIEI SACRSI ARGOMENTI E OFFESE,MA IN TOSCANA TERRA MIA SI FA USO DEL TURPILOQUIO IN TERMINE RIASSUNTIVO,MA PURTROPPO NON ESAUSTIVO.MI AVEVA DATO FASTIDIO L'ECCESSIVO LIVORE COME LO HA CHIAMATO SM..MA,IN EFFETTI L'ASPETTO FORCAIOLO DI CERTI PROGRAMMI ED ANCHE DI QUESTO E' REALE.DA GENITORE CHE ASPETTEREI L'USCITA DELL'ASSASSINO DI MIA FIGLIA E VIVREI SOLO PER QUELLO,INSOMMA VORREI VENDETTA.PER FORTUNA NON SONO LE VITTIME A FARE LE LEGGI ALTRIMENTI I CIMITERI TRABOCCHEREBBERO,PERO' E' ANCHE VERO CHE LE VITTIME STESSE HANNO BISOGNO DI RIEDUCAZIONE,DI RIAPPROPRIAZIONE DI UN MINIMO DI TRANQUILLITA',DI SERENITA'..SAPERE CHE CHI UCCIDE INTENZIONALMENTE NON VIENE ADEGUATAMENTE NE' PUNITO NE' RIEDUCATO NON AIUTA A RECUPERARE NE' SERENITA' NE' TRANQUILLITA',NON SOLO AI GENITORI MA NEMMENO A ME...
A ME SERVIVA IL NOME DELLA PSICOLOGA PERCHE'CERTI TRATTI PSICOLOGICI DA LEI ESPOSTI SONO COMUNI A MOLTI E A VOLTE E' SOLO UN CASO CHE NON SFOCINO IN VIOLENZA E TRAGEDIE COME PER LUCIO.QUESTO PERO' NON TOGLIE CHE LUCIO DEBBA ESSERE PUNITO,CHE LUI PER PRIMO RICONOSCA IL SUO ERRORE INVECE DI MENTIRE E CERCARE DI SALVARE IL SALVABILE.HA UCCISO SUO FIGLIO PRENDENDO A CALCI LA PANCIA DELLA SUA AMANTE,CHE E' MORTA PURE LEI.BISOGNA AIUTARE LUI A CAPIRE PERCHE' LO HA FATTO,MA NON SI PUO' PRETENDERE DI SCUSARLO O DI CHIAMARE FORCAIOLI CHI VORREBBE CHE ALMENO 30 ANNI DENTRO CI RIMANGA DAVVERO.
O GENTE COME I BRIGATISTI...CHE CHIAMARLI COMUNISTI MI RIPUGNA,FUORI DOPO POCHI ANNI NONOSTANTE IL DOLORE CHE HANNO CREATO.LA REGOLA E' CHE CHI SBAGLIA PAGA.O DOBBIAMO ESSERE SEMPRE I SOLITI CHE CERCANO DI VIVERE SENZA FARE GROSSI DANNI E CERCANDO DI RISPETTARE LA LIBERTA' PROPRIA ED ALTRUI A PAGARE PER GLI ALTRI?QUESTO IN SENSO LATO PERCHE' NON SOLO LUCIO FARA' SI E NO 12 ANNI,MA MILLE ALTRI SONO LIBERI E SE LA RIDONO DELLA LEGGE,DELLE REGOLE E DI NOI CHE CERCHIAMO DI RISPETTARLE.
DELLA TV PENSO CHE HAI RAGIONE,FA CAGARE,MA SCIENTIFICAMENTE.DICO CHE LA SANNO USARE MOLTO BENE PER ADDORMENTARE LA GENTE,PER NON FARCI PENSARE,PER MENTIRE,PER PILOTARE..E AL MOMENTO,NON ME NE INTENDO MOLTO,MA IL GIORNALISMO MI PARE MORTO E SEPOLTO,INESISTENTE..ANCHE QUELLO DI SINISTRA PURTROPPO..BE' POI SENZA NE' GIORNALI NE' TELEVISIONI E' DURA..
AH..TERMINI COME PICCOLO BORGHESE CREDO SIANO SUPERATI IN UN PAESE DOVE SI SENTONO TUTTI PICCOLI IMPRENDITORI ANCHE SE DIPENDENTI A 1000EURO AL MESE.POI GENTE TIPO DILIBERTO BERTINOTTI E COMPAGNI CREDO SI ANNOVERINO TRA I BORGHESI..I COMUNISTI AL MOMENTO SON TERMINATI,IL COMUNISMO INVECE SAREBBE PIU' NECESSARIO CHE MAI,SECONDO ME,O COMUNQUE UNA BELLA REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA E UN BEL CAMBIO DI PROGRAMMA DI SVILUPPO NON PIU' BASATO SOLO SUL PROFITTO..MA QUESTA E' UN ALTRA STORIA

Alessandro Paesano ha detto...

Per Alessandro
Hai ragione su molte cose, e sono d'accordo su molto di quello che dici (a cominciare dal piccolo borghese ormai desueto). Solo su una cosa non so cosa pensare. Sul carcere e sulle pene.
Credo che tutti noi italiani siamo abituati a non rispettare le regole quotidiane, quelle stupide per cui non si va in galera se le infrangi, diventi solo una persona maleducata (tipo parlare al cinema, usare il cellulare dappertutto, non rispettare la fila. etc.). Per noi è normale comportarci così e non ce ne rendiamo conto, però quando la regola violata è di maggiore caratura siamo tutti (lo faccio anche io preso dall'incazzatura...) paladini della giustizia immacolati. Io non voglio difendere Lucio o giustificarlo, non voglio nemmeno aiutarlo. Credo solo che non sia un mostro, uno diverso da noi è solo uno che ha superato il confine un po' più di noi. Lucio è il prodotto della nostra società e quindi mi sento responsabile dei suoi comportamenti.

La galera non risolve il probelma lo tiene solo fuori dalla circolazione e se è ancora pericoloso è meglio così.
Ma la galera non risolve il problema. Se c'è bisogno della galera è già troppo tardi. Le persone vanno educate prima e io non ho la più pallida idea di come si possa fare.

Sono contento che ci siamo chiariti.
Mi dispiace solo di non aver trovato il nome della psicologa (ho cercato su internet ma non l'ho trovato) se mi capitasse di scoprire il nome lo metterò subito nel mio blog.
Grazie per avermi scritto, torna a leggere il mio blog e sentiti libero di farmi tutte le critiche che vuoi. Nessuno ha la verità in tasca e io meno di tutti. Ciao!

Anonimo ha detto...

Allora non sono il solo a cui non piace. Anzi a me fa proprio ribrezzo...
Oltre al giustizialismo forcaiolo già citato, a sottolineare bene la dimensione "securitaria" del fenomeno e non già i suoi chiari risvolti sociali, vi è una neanche troppo velata criminalizzazione d'ogni forma seduttiva, insinuando paralleli tra chi lancia sguardi furtivi e psicopatici che brandiscono mannaie. Siamo al delirio.
Sulle mille Medee che rimbalzano agli onori della cronaca innumerevoli i distinguo fino a negare l'evidenza (caso Cogne), il maschio invece è violento per natura. La realtà sono invece i rapporti sadomasochisti che si instaurano a valle d'una educazione distorta e inutilmente repressiva dove i più deboli soccombono e non parlo soltanto delle vittime.

Ps: già il titolo è un ossimoro :-)))

Cico

Alessandro Paesano ha detto...

Sulle mille Medee che rimbalzano agli onori della cronaca innumerevoli i distinguo fino a negare l'evidenza (caso Cogne), il maschio invece è violento per natura.

Il maschio è violento per cultura. Finché sentiremo mamme redarguire i propri figli dicendo che un maschietto non piange, finché a destra e sinistra l'antifascismo non è più una questione che riguarda la contemporaneità, finché la donna non è partner ma spalla di una società a misura di maschio nulla matterà i discussione questo fatto

La realtà sono invece i rapporti sadomasochisti che si instaurano a valle d'una educazione distorta e inutilmente repressiva dove i più deboli soccombono e non parlo soltanto delle vittime

Perfettamente d'accordo ma ricorda che ancora oggi un uomo che ha 10 partner è uno fico e una donna che ha 10 partner è una puttana. Agli occhi della nostra società catto-reazionaria (e fascista) la donna è sempre più colpevole 8Tneta l'uomo, è strumento del diavolo...) e dunque va difesa e protetta più del maschio picchiatore.
E' vero che anche l'uomo è vittima di un sistema di valori e di una certa società ma quando un uomo uccide o picchia una donna in lui non riesco proprio a vedere una vittima...
So che intendevi altro, questa precisazione è per quanti possono fraintendere le tue parole e capovolgerne il senso.

Scrivimi ancora e, se hai un sito, segnala l'indirizzo, se ti va.

Anonimo ha detto...

Wow! Sto ancora tentando di capire come si sia passato da un programma sulla violenza sulle donne a parlare di comunismo. Non sono una piccola borghese,ho un contratto a progetto con relativo stipendio da fame e nessun diritto.Ho una cultura media, anche se leggo almeno 16-18 libri l'anno.Io il programma lo guardo.Ridicolo?Patetico?Forse.Utile? Certo.Cosa spinge una mamma a parlare, a raccontare la sofferenza, l'agonia di una figlia? Voi forse pensate alla voglia di apparire. Io penso invece all'amore. La voglia di non lasciare che queste tragedie finiscano nel dimenticatoio.Pensate alla storia di Luca Delfino.Della prima vittima non si sapeva praticamente niente. L'avevano quasi fatta passare per una poco di buono.Perché non aveva nessuno che gridasse.Poi è arrivata la seconda vittima con qualcuno che ha deciso di non chinare la testa di fronte alla in-giustizia.Voi pensate che qualcuno si sarebbe interessato a questo caso se la mamma di quella ragazza non fosse stata in tv ovunque qualcuno la ospitasse?Parlare di giustizia.Io non ho fatto giurisprudenza eppure so capire quando una pena è adeguata al crimine che si è effettuato.Siamo tutti bravi a parlare quando non muore un nostro caro.Bisogna perdonare.Aiutare.Io preferisco aiutare chi si aiuta da sè.Chi si comporta bene.Chi non uccide.Qualcuno ha paragonato il parlare al cinema all'uccidere una ragazziana col figlio in grembo.Complimenti.Io sono dell'idea che chi rompe paga e i cocci sono suoi.Servono pene adeguate e soprattutto certe.Perché chi ha sbagliato deve pagare in proporzione a ciò che ha commesso.E se qualcosa serve a far discutere, ad alzare un polverone su storie di violenza rimaste impunite, benvenga.Anche se si tratta di un programma del genere.Per di più,le ricostruzioni,per quanto ridicole servono a far immedesimare il pubblico con quello che è successo in modo da capire la paura,il dolore morale e fisico che hanno provato le vittime.E comunque ricordate sempre..ieri è successo a loro,domani potrebbe succedere a vostra sorella,vostra madre o una vostra amica..E allora anche voi griderete per avere giustizia.Roberta M.

Alessandro Paesano ha detto...

Guarda che parti da un presupposto sbagliato.
Io non penso né ho mai detto che parlare della violenza alle donne in tv non serve a niente.
Se leggi i post del mio blog sai quanto sia sensibile a questo argomento.
Quello che mi chiedo nel post è perché affrontare un argomento così serio in questo modo "spettacolare". Io credo che la spettacolarizzazione banalizza tutto, anche un argomento serio come quello della violenza sulle donne.
Perché quel che conta, alla fine, è il modo in cui vengono dette le cose, e il fatto che si tratti di un fatto vero non serve a far indignare, ma a far partecipare di più gli spettatori perché "cavolo! E' tratto da un fatto vero".

Ma partecipare non vuol dire informarsi, ragionare, chiedersi perché queste violenze accadono. Il programma ci fa solo indignare e ci lascia frustrati nella nostra impotenza, pronti a sfogarci contro l'esecutore materiale del delitto ma senza mettere in discussione nemmeno un po' la cultura (il maschilismo, il sessismo) che lo ha portato a comportarsi come ha fatto.

Certo se l'alternativa fosse il silenzio assoluto allora ben vengano programmi come questo, ma ci sono altri modi di affrontare l'argomento, anche in tv. Non la ricostruzione romanzata ma un tono più distaccato, con ospiti in studio esperti che ci spieghino dai punti di vista che ho detto prima (più tanti altri che a me ora non vengono in mente) come succede, perché, e soprattutto,c osa può fare la società per evitare che accada di nuovo.

Su una cosa non sono d'accordo con te, quando dici:

er di più,le ricostruzioni,per quanto ridicole servono a far immedesimare il pubblico con quello che è successo in modo da capire la paura,il dolore morale e fisico che hanno provato le vittime.E comunque ricordate sempre..

Ecco, io credo che il pubblico non si debba immedesimare ma debba guardare a questi eventi in maniera critica, storica, sociale, psicologica, economica, politica, etica, morale, giuridica.
Invece, se si immedesima, dà d'istinto i giudizi che danno i familiari coinvolti e che dai anche tu.

Non serve immedesimarsi questi fatti ce li dobbiamo ricordare non perché ci siamo immedesimati ma perché ci hanno fatto indignare.

Io sono dell'idea che chi rompe paga e i cocci sono suoi.Servono pene adeguate e soprattutto certe.Perché chi ha sbagliato deve pagare in proporzione a ciò che ha commesso.E se qualcosa serve a far discutere, ad alzare un polverone su storie di violenza rimaste impunite, benvenga.

Beh la nostra Costituzione parla di rieducazione e non di "pagare" una pena (questo pagare che risolve tutto)... Il motto chi rompe paga e i cocci sono suoi può valere per i reati civili non per quelli penali.

Comunque l'assassino di Jennifer è stato punito, forse non quanto volevano i familiari della vittima, ma è sotto processo. Allora perché parli di delitto "impunito"?

Io non ho fatto giurisprudenza eppure so capire quando una pena è adeguata al crimine che si è effettuato

Beh la questione affrontata dal programma non era sugli anni di pena, ma sullo statuto giuridico del feto: è persona oppure no? l'assassino ha commesso uno do due omicidi?
le conseguenze sul modificare questa norma sono enormi.
Se si considerasse il feto persona ti rendi conto che la legge sull'aborto verrebbe abrogata? Non ti pare sospetto che non lo si sia fatto in un'epoca in cui questo diritto fondamentale della donna è seriamente minacciato? non è stata ricordata questo "effetto collaterale"

E allora anche voi griderete per avere giustizia

Nel mio blog io grido sempre per avere giustizia ma non per questo faccio spettacolo di quel che racconto, di quel che denuncio.

Credo che siamo d'accordo su tutto tranne sul caso che il programma in questione serva o no alla causa di sensibilizzare il pubblico sul problema della violenza sulle donne, che si svolge sempre in ambito familiare.
Io credo di no, che serva solo a banalizzare il problema, che bisognerebbe rifletterci con ben altri strumenti, e credo di avere spiegato il perché. Tu invece, per difendere un programma che ti piace, cosa che ti mette in imbarazzo se qualcuno lo critica, ti barrichi dietro motivazioni generali sull'importanza che ha denunciare le vittime della violenza femminile. Ma questo non è in discussione, io sento il problema quanto lo senti tu.

Grazie per il tuo bell'intervento, torna a scrivere e se hai un tuo blog dammi l'indirizzo così lo linko.

Anonimo ha detto...

Come vedi sono tornata.
Non hai capito una cosa, io non difendo il programma, difendo l'intenzione. E' il primo a farlo..e a quel che mi risulta l'unico. Spero magari che ne arrivi uno meglio ma per ora... ci sta facendo discutere. E quindi un obbiettivo l'ha già raggiunto no?
Dico che l'assassino di Jennifer è rimasto impunito perché non l'ha uccisa in un impeto di ira.Che ne so,gli ha messo le mani al collo e l'ha uccisa.L'ha presa a calci sulla pancia!Cercato di strangolarla,trascinata,spinta,soffocata nel fango e lasciata lì a morire.Questo secondo me è una enorme aggravante!Per quel che riguarda il feto credo che la legge abbia già deciso. Non puoi abortire dopo il terzo mese. Non è un riconoscimento? O meglio. Se ci sono problemi non puoi abortire dopo il sesto mese. Non è un riconoscimento giuridico? Io sono favorevole all'aborto ma dopo il sesto mese o come in questo caso una settimana prima di nascere non è aborto è omicidio.Riconoscere questo secondo me (ma poi è un'opinione)nulla ha a che vedere con la legge sull'aborto.La costituzione dice che la pena non ha scopo punitivo ma riabilitativo. Ma il fatto che lo dice la costituzione non mi fa sentire meglio.. nè tantomeno vuol dire che sia giusto.Se prendi una decisione devi assumertene le conseguenze senza scappatoie. Questo voleva dire il discorso sui cocci. Da quì inizia la "riabilitazione".Commetti un delitto?Bene,..no cioè male, ti assumi le tue responsabilità, ti sconti i tuoi begli anni di carcere, intanto rifletti su quello che hai fatto senza riduzioni della pena,buona condotta,libera uscita, indulto...La certezza della pena secondo me è molto più educativa di tanti discorsi. Non voglio guardare alle cose con razionalità, freddezza e da "storica" perché si può fare con il passato,non con il presente.E poi forse non è giusto.Il presente è un posto dove se uccidi puoi anche cavartela con qualche mese di carcere,dove puoi stuprare una donna e startene beato a casa tua,dove puoi uccidere guidando ubriaco ed andare in vacanza al residence.La giustizia dovrebbe essere giusta.Se pensa solo ai diritti di chi commette il reato si dimentica della vittima.La vittima era una persona.Con sogni desideri e potenzialità.E chi ha deciso di porre fine a tutto questo deve (so che non ti piace la parola)pagare.Non so se ho risposto a tutto.Spero di essere stata un pò più chiara. Roberta

Alessandro Paesano ha detto...

Per Roberta.

Come vedi sono tornata.
Non hai capito una cosa, io non difendo il programma, difendo l'intenzione.

Diciamo che io concordo con l'intenzione nominale del programma che è quello di denunciare la violenza sulle donne.
In realtà il programma finisce col fare di questo argomento triste e serio uno spettacolo.
Se difendi l'intenzione (nominale) non puoi non indignarti dello spettacolo che il programma tira fuori dalle storie dolorose che racconta, banalizzandole.

E' il primo a farlo..e a quel che mi risulta l'unico. Spero magari che ne arrivi uno meglio ma per ora... ci sta facendo discutere. E quindi un obbiettivo l'ha già raggiunto no?

Beh bisogna vedere in che termini se ne discute...
Comunque come ho già scritto meglio questo programma che il silenzio sull'argomento. Su questo siamo d'accordo.

Dico che l'assassino di Jennifer è rimasto impunito perché non l'ha uccisa in un impeto di ira.Che ne so,gli ha messo le mani al collo e l'ha uccisa.L'ha presa a calci sulla pancia!Cercato di strangolarla,trascinata,spinta,soffocata nel fango e lasciata lì a morire.Questo secondo me è una enorme aggravante!


Credo che di questo i giudici abbiano tenuto conto, no?

Per quel che riguarda il feto credo che la legge abbia già deciso. Non puoi abortire dopo il terzo mese. Non è un riconoscimento? O meglio. Se ci sono problemi non puoi abortire dopo il sesto mese. Non è un riconoscimento giuridico? Io sono favorevole all'aborto ma dopo il sesto mese o come in questo caso una settimana prima di nascere non è aborto è omicidio.Riconoscere questo secondo me (ma poi è un'opinione)nulla ha a che vedere con la legge sull'aborto.

Non dico che ha a che fare ma può essere usato, strumentalizzato dagli antiabortisti. E' solo un rischio che pavento, non una conseguenza certa...

La costituzione dice che la pena non ha scopo punitivo ma riabilitativo. Ma il fatto che lo dice la costituzione non mi fa sentire meglio.. né tanto meno vuol dire che sia giusto.


Beh, qui permettimi di dissentire.

Non tanto e non solo perché la Costituzione è la legge fondamentale alla quale tutti dobbiamo rifarci e ottemperare, ma perché non credo la Costituzione sbagli.
Come scrivevo nel post, anche se non ho mai torto un capello a nessuno mi sento co-responsabile dell'assassinino di Jennifer. Credo che lui si è comportato in maniera così brutale non perché sia un mostro, un delinquente, ma perché è un "normale" "maschio", cresciuto ed educato secondo i principi fascisti dell'essere "maschio"; secondo una cultura (sic!) che ancora oggi divide il lavoro a seconda dei sessi, considera le donne con tanti partner puttane e gli uomini superfighi, uccide gay etc etc...

Non dico questo per giustificare in alcun modo l'assassino di Jennifer.
Dico solo che l'assassino di Jennifer è figlio della nostra società e quindi siamo tutti responsabili.
Chiuderlo in una galera e fargli pagare la pena e basta vuol dire non considerarci colpevoli e dare a lui tutta la responsabilità. Quella penale ce l'ha lui ma io credo che quella morale ce l'abbiamo un po' tutte e tutti.

Ecco perché non credo nella funzione punitiva del carcere.

Il discorso che fai con la giustizia esula dallo scopo (che tu presumi) abbia il programma cioè denunciare la violenza subita dalle donne per mano di uomini ma conferma le derive forcaiole che il programma incita in chi lo guarda, legittimando, in nome di una presunta compassione perché ci hanno raccontato le cose in maniera umorale e non razionale, la voglia di giustizia a tutti i costi che poi non risolve niente.
Possiamo anche uccidere l'assassino di Jennifer ma la sua morte non contribuirà di una virgola a estirpare la cultura della violenza, la stessa che ha fatto trattare Jennifer come un oggetto, la stessa che fa venire voglia a te che il suo assassino resti in galera per tanto tempo.

Non mi importa solo di punire l'assassino di Jennifer. Io vorrei che queste morti non avvenissero più. E la pena certa, è stato storicamente dimostrato, non risolve nulla.
Allora questo programma con le sue penose ricostruzioni come fosse una fiction, cioè intrattenimento, forse non servono a denunciare le violenze e a farcene discutere ma servono a normalizzarle, a rendere fruibili come un racconto qualsiasi.
Almeno io di questo sono convito ed è per questo che mi sono tanto arrabbiato nel veder trattare il caso di Jennifer come una fiction qualunque.
Solo che alla fine delle riprese l'attrice si rialza Jennifer non si rialzerà mai più... Ma non credo che a molti spettatori questo importi veramente
Aspettano alacremente il racconto della settimana successiva...

Anonimo ha detto...

Caro il mio alessandro...innanzitutto lasciati dire che è troppo facile giudicare e criticare se non ci sei dentro ad una storia...a mio parere sono anche quei piccoli particolari della vita quotidiana che aiutano alle persone che non conoscono la storia in questione a capire le emozioni e tutto ciò che hanno vissto i diretti interessati...e a parlarti è la fidanzata del migliore amico della jenni...un ragazzo che ancora oggi ha le lacrime agli occhi quando anche solo accenna a lei..poi si potrà dire e giudicare magari il come si è impostato il programma ma non certo quello che è stato raccontato...e cioè la pura e semplice verità su una storia così atroce...e mi meraviglia questa tua presunzione nel credere di poter giudicare senza sapere nulla in realtà...nulla oltre quello che viene detto in tv, che è molta poca cosa in confronto con la realtà...fino a quando non ci sei dentro non puoi capire...e spero tu non arrivi mai a capirlo..

Simona F.

Alessandro Paesano ha detto...

Ciao Simona.
Scusami ma non ho capito che cosa vuoi dire nel tuo intervento. Se hai qualcosa da criticarmi o da rimproverarmi.
Io ho fatto precise accuse di spettacolarizzazione agli autori del programma, ma tu di questo non parli, almeno mi sembra.
Ti limiti a dirmi che: ...innanzitutto lasciati dire che è troppo facile giudicare e criticare se non ci sei dentro ad una storia...Giudicare e criticare cosa? Non il programma vero? Ti riferisci alle critiche che ho fatto ai familiari e amici di Jenni.

a mio parere sono anche quei piccoli particolari della vita quotidiana che aiutano alle persone che non conoscono la storia in questione a capire le emozioni e tutto ciò che hanno vissto i diretti interessati...Però ecco che subito parli delle persone che hanno visto il programma quindi non capisco: chi stai "difendendo"? gli amici di Jenni che hanno raccontato cose intime in tv o il programma che ha fatto spettacolo su quei dettagli intimi ?

E poi secondo te nel raccontare la fine di Jenni sia importante capire COSA SI PROVA?

Che senso ha chiedere ai terremotati in Abruzzo COSA PROVANO?
Che cosa vuoi che provi una madre la cui figlia si a stata ammazzata in maniera così brutale?

Vedi è proprio questo impianto emozionale che critico al programma, perchè mentre per Te e tutte le persone coinvolte in questa brutta storia, il dolore è indicibile, unico, assoluto, detto in tv diventa uguale a quello di migliaia di storie simili e si banalizza, diventa numero, racconto, serie, fiction.
Le lacrime del tuo ragazzo se vanno in tv (o anche dette in un blog piccolo come il mio) vengono un po' banalizzate, non credi? Non perchè lo siano di per sé, tutt'altro, ma perchè è banale fare spettacolo del dolore... Almeno io la penso così.

Poi ti qualifichi come la fidanzata del migliore amico della jenni...Beh sicuramente tu sei molto più informata dei fatti di me. Io prima del programma nemmeno sapevo dell'esistenza di Jenni.

MA io ho giudicato un programma e quello che nel programma viene detto non perchè so qualcosa di più ma per come il programma è fatto. Quindi la tua posizione non è una credenziale maggiore della mia per criticare (o difendere) quel programma.
E, scusami se insisto su questo punto, ancora non ho capito di cosa mi rimproveri.
Io dico che il programma ha strumentalizzato parenti e amici che se volevano ricordare Jenni o denunciare la sua orrenda fine avrebbero fatto meglio a intervenire in tv in un'altra maniera.

Ma è la tua chiusa che mi lascia perplesso, che non mi fa capire cosa hai da ridire:
poi si potrà dire e giudicare magari il come si è impostato il programma ma non certo quello che è stato raccontato... e cioè la pura e semplice verità su una storia così atroce...Verità è una parola grossa e tu sai bene che anche i testimoni oculari raccontano cose diverse sullo stesso evento.
Quindi o tu eri in macchina con Jenni e il suo carnefice oppure la ricostruzione che abbiamo visto nel filmato sull'omicidio non è vera ma è una ricostruzione romanzata...

Io non so nulla di più su quel caso di quanto mi abbia detto la tv ma io non faccio una critica sulla verità del programma perchè so qualcosa di più. Critico come il programma racconta i fatti presentandoli come un film, come se esistesse davvero una ripresa video dell'omicidio...

e mi meraviglia questa tua presunzione nel credere di poter giudicare senza sapere nulla in realtà...Io giudico il programma e il programma l'ho visto.
Se tu affermi che solo chi è direttamente informato dei fatti
può parlare (affermazione che restringerebbe molto le possibilità di fare Storia ...) allora nemmeno la trasmissione tv non avrebbe dovuto essere fatta...
Ribadisco. La ricostruzione dell'omicidio con quei dettagli NON E' VERITA'. Nessuno era presente e quindi...

nulla oltre quello che viene detto in tv, che è molta poca cosa in confronto con la realtà...fino a quando non ci sei dentro non puoi capire...Sì è vero, se non sono stato in un campo di concentramento nazista non posso capire cosa si prova. MA è proprio questo il punto. NON BASTA SAPERE COSA SI PROVA. La partecipazione emotiva non serve. E anche se non so cosa si prova questo non mi impedisce di indignarmi e di lottare affinché certi crimini non si ripetano.
Tu continui a insistere sul lato emotivo. Io ne faccio una questione di partecipazione civile.
E anche dal tuo intervento sono sempre più convinto che programmi tv tipo questo siano deleteri e non servano alla causa. A Jenni sicuramente no.


Ti ringrazio per avermi scritto

Anonimo ha detto...

Salve io letto quella ROBA che lei ha scritto e nn approvo perche lei 1 nn sa comke sono andate le cose 2 e il programma e stato perfetto e nn lo dice una persona che nn sa le cose anzi c'e dentro piu che mai. MICHELE LOZER

Anonimo ha detto...

Sono una delle persone che hanno collaborato con la redazione del programma in quanto amica di Jenni. Non so chi lei sia, né mi interessa saperlo, so solo che a me fa orrore leggere il suo pensiero sulla decisione dell'amica di Jennifer di parlare di un braccialetto che conserva con amore, non sapendo quanto quell'amica "amasse" Jenni né tantomeno come si possa sentire ora che lei non c'è più. Lei non sa niente di noi, non sa come ci sentiamo, se abbiamo sensi di colpa per non averla saputa aiutare ad evitare di uscire con lui quella sera; non sa i motivi che ci hanno spinti ad accettare la proposta di registrare quelle interviste; non sa nemmeno con quale cura, attenzione, bontà d'animo, la regista del programma e i tecnici ci hanno approciati. Lei non sa nulla dei retroscena, nulla della vicenda, se non quello che ha letto sui giornali, e si permette di giudicarci. E sopratutto, cosa ancor più spiacevole, è stato il leggerla tra i primi link forniti da google. Le auguro che non le capiti mai qualcosa di simile perché non so, se in cuor suo, vorrebbe, come noi, utilizzare un programma televisivo per far capire al mondo che TROPPO SPESSO, gli occhi dell'amore non vedono oltre. MONICA.

Alessandro Paesano ha detto...

Per Michele Lozr

Salve io letto quella ROBA che lei ha scritto e nn approvo perche lei 1 nn sa comke sono andate le cose Io non critico il programma perchè non dice la verità. Dico che spettacolarizza quei fatti drammatici. Quindi il fatto di cui lei mi accusa (che io non conosco la verità) è irrilevante...


2 e il programma e stato perfetto e nn lo dice una persona che nn sa le cose anzi c'e dentro piu che mai. Quindi siccome lei sa le cose più di me questo dovrebbe bastarmi? Io ho mosso precise critiche al programma sul modo in cui fa informazioni anzi spettacolo.
Sfido chiunque a dirmi che la ricostruzione dell'omicidio (le scene in macchina) sono davvero andate così. Ma con questo non voglio sollevare allo spettacolo critiche di veridicità. Critico la spettacolarizzazione del dolore. E per fare questa critica mi basta sapere quel che dice il programma su quei fatti...

Alessandro Paesano ha detto...

Per Monica.

Lei parte da un presupposto sbagliato. Io credo nella sincerità delle lacrime dell'amica di Jenni. Mi rincresce solo che le abbia date in pasto al pubblico televisivo. Quella testimonianza non serve certo a evitare che altri fatti come l'omicidio di Jenni accadono. Serve solo a fare audience a raitre.

Ha ragione che non conosco i retroscena del programma. Non sono tenuto a conoscerli. Io giudico quello che il programma mi fa vedere e come cittadino ho tutto il dovere (sì ha letto bene) di denunciare le speculazioni sui sentimenti altrui.

Già il fatto che lei mi augura di non provare mai certe cose è un approccio irrazionale. Per capire, darsi da fare, cercare di evitare che certi fatti si ripetano non è necessario immedesimarsi nel dolore... Anzi.
E poi chi glielo ha detto che anche io non abbia provato un dolore simile? Solo perchè non lo spiattello ai quattro venti come fanno certe persone non vuol dire che anche io, come purtroppo sempre più persone, non abbia avuto dei familiari uccisi da uomini assassini in nome dell'amore...

Mi spiace solo che lei ancora cade nell'equivoco che per parlare bisogna "avere provato" o "conosciuto". Provato cosa? conosciuto cosa?
Il braccialetto di Jenni portato gelosamente dall'amica è un fatto tenerissimo e struggente che deve rimanere intimo non spettacolarizzato come è stato fatto...
Almeno questo è il mio pensiero e non credo che per difenderlo debba presentare credenziali di alcun genere né di persona a conoscenza dei fatti né di persona che ha provato quelle emozioni...

vedo che non entrate nel merito delle mie osservazioni critiche vi limitate a dirmi che in nome di qualche principio non posso dire quello che ho detto... Ma, nel merito, ancora non sono stato contraddetto...

Attendo fiducioso un intervento più pertinente.


Grazie per avermi scritto

Anonimo ha detto...

Devo dirle per forza che ha ragione a criticare RaiTre ed il programma? Ognuno è libero di pensarla come vuole, a me ha dato fastidio la frase di cui parlavo prima e mi ha urtato il fatto che lei consideri spettacolarizzazione il fatto di aver raccontato all'Italia (noi come altri protagonisti di altre storie) com'erano le persone che sono state loro malgrado protagoniste di atroci fatti di cronaca. Che poi, a lei il programma non piaccia è un altro discorso. Io trovo molto più disgustosi i programmi di Vespa o Brachino o peggio ancora telegiornali come Studio Aperto che affiancano alla cronaca nera le chiappe di Melita o le tette di Belen.

Alessandro Paesano ha detto...

Devo dirle per forza che ha ragione a criticare RaiTre ed il programma? Assolutamente no, naturalmente. Però mi avrebbe fatto piacere che fosse entrata nel merito delle mie critiche e non che avesse manifestato un generico dissenso oppure adducendo motivazioni che non erano pertinenti con le osservazioni che facevo io.
E mi dispiace che alle osservazioni che faccio sulle sue considerazioni non reputa necessario commentare...

a me ha dato fastidio la frase di cui parlavo prima e mi ha urtato il fatto che lei consideri spettacolarizzazione il fatto di aver raccontato all'Italia (noi come altri protagonisti di altre storie) com'erano le persone che sono state loro malgrado protagoniste di atroci fatti di cronaca.No, mi scusi non è spettacolarizzazione il racconto ma mostrare il dolore del racconto. Un po' di pudore su sentimenti privati è anche un modo di rispettare i morti... O no?

Che poi, a lei il programma non piaccia è un altro discorso. Ma come è un altro discorso??? DFi cosa parlo? qual è il titolo del post, scusi!?!?

Io trovo molto più disgustosi i programmi di Vespa o Brachino o peggio ancora telegiornali come Studio Aperto che affiancano alla cronaca nera le chiappe di Melita o le tette di Belen.Siamo perfettamente d'accordo.
Ma questo cosa c'entra? Siccome c'è qualcosa di peggiore allora quel che è meno peggio non va criticato?
Anche Berlusconi paragonato a Hitler è una mammoletta...

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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