3 maggio 2009

Questo blog è ancora vivo...

...e non perchè sembra che vi abbia ripreso a scrivere (dopo un lunghissimo periodo di disinteresse... Da un lato la morte di Frances che mi fa sembrare tutto questo futile, dall'altra il mio impegno col sito Teatro.org che mi fa già tanto scrivere sulla rete) ma perchè grazie a google e agli altri motori di ricerca la gente incappa nei miei post e lascia commenti. Ma siccome il blog è organizzato in maniera cronologica nella homepage non ve n'è traccia.

Voglio riportare allora i nuovi commenti a miei vecchi (davvero!) post per riaprire riflessioni e discussioni sugli argomenti allora trattati.

Cominciamo dal post che ho scritto sul programma tv Amore criminale nel marzo del 2008 nel quale osservavo come il programma, nato per denunciare le donne uccise per mano di mariti fidanzati e amanti, in realtà fosse solo una scellerata tv del dolore che invece di osservare da un punto di vista distaccato e scientifico il comportamento di questi assassini (maschi) incentrasse tutto sull'immedesimazione disperata. Già all'epoca della sua pubblicazione avevo ricevuto commenti infuriati di chi, immedesimatosi, si sentiva criticato in prima persona dalle mie osservazioni. Beh, la scorsa settimana ho ricevuto dei nuovi commenti, che vi riporto in sintesi. Per leggerli nella loro interezza rifatevi al post originale che ho già linkato.

Questa volta mi si accusa che parlo senza essere a conoscenza dei fatti
Caro il mio alessandro...innanzitutto lasciati dire che è troppo facile giudicare e criticare se non ci sei dentro ad una storia...a mio parere sono anche quei piccoli particolari della vita quotidiana che aiutano alle persone che non conoscono la storia in questione a capire le emozioni e tutto ciò che hanno vissto i diretti interessati...
E senza volerlo la commentatrice, che si firma Simona F., mette il dito nella piaga. Lo scopo del programma non è quello di far capire a livello razionale e distaccato il perchè ci si comporta così e cosa la società può fare per evitare questi comportamenti. L'importante è capire COME SI SENTONO le persone coinvolte in quelle storie dolorose.
Cosa chiedono i giornalisti (sic!) ai terremotati in Abruzzo? Come si sente?
La nostra tv non vuole farci capire vuole stordirci con emozioni preconfezionate.

La cosa grave è che ci sono persone che non solo non si rendono conto di essere manipolate ma sono già così dipendenti da questa immedesimazione da avventarsi con furia contro chi vuole staccarle da tale dipendenza...

Ognuno per sollevare le sue critiche si erge come persona informata dei fatti.
(...) A parlarti è la fidanzata del migliore amico della jenni...un ragazzo che ancora oggi ha le lacrime agli occhi quando anche solo accenna a lei..poi si potrà dire e giudicare magari il come si è impostato il programma ma non certo quello che è stato raccontato...e cioè la pura e semplice verità su una storia così atroce...e mi meraviglia questa tua presunzione nel credere di poter giudicare senza sapere nulla in realtà...nulla oltre quello che viene detto in tv, che è molta poca cosa in confronto con la realtà...fino a quando non ci sei dentro non puoi capire...e spero tu non arrivi mai a capirlo..
Capire ovviamente vale "provare il dolore" non "capire razionalmente comportamenti e dinamiche psicologiche". Perché da quel punto di vista secondo lei non c'è niente da capire. Queste cose succedono e basta e non possiamo fare nulla per cambiarle...

Lo stesso mi dice Michele Lozer:
Salve io letto quella ROBA che lei ha scritto e nn approvo perche lei 1 nn sa comke sono andate le cose 2 e il programma e stato perfetto e nn lo dice una persona che nn sa le cose anzi c'e dentro piu che mai.
Tutti si soffermano sulla veridicità di quanto raccontato nel programma, non colgono proprio che io critico il tono del programma, l'immedesimazione dei sentimenti e non la sua veridicità Non ci arrivano proprio.
Forse sono fuorviati da una mia osservazione sulle ricostruzioni fatte nel programma. Quando in una di queste illustrano l'omicidio. Ma in macchina c'erano solamente la vittima e l'assassino? Come è possibile fare una ricostruzione? Con quali testimonianze? Di chi?
Da quella ricostruzione si dovrebbe capire l'alta improbabilità del programma. Tutti credono invece che io critichi la fedeltà ai fatti in base a conoscenze che avrei e che in realtà non ho (a differenza loro che sono informati dei fatti). Non si rendono conto invece che quel tipo di ricostruzione è impossibile a priori, a prescindere dai fatti. Che è una retorica banale della fiction a guidare la ricostruzione non l a scientificità della ricostruzione da dati sensibili...

Ed ecco una terza commentatrice che si firma Monica
Sono una delle persone che hanno collaborato con la redazione del programma in quanto amica di Jenni. Non so chi lei sia, né mi interessa saperlo, so solo che a me fa orrore leggere il suo pensiero sulla decisione dell'amica di Jennifer di parlare di un braccialetto che conserva con amore, non sapendo quanto quell'amica "amasse" Jenni né tantomeno come si possa sentire ora che lei non c'è più. Lei non sa niente di noi, non sa come ci sentiamo, se abbiamo sensi di colpa per non averla saputa aiutare ad evitare di uscire con lui quella sera; non sa i motivi che ci hanno spinti ad accettare la proposta di registrare quelle interviste; non sa nemmeno con quale cura, attenzione, bontà d'animo, la regista del programma e i tecnici ci hanno approciati. Lei non sa nulla dei retroscena, nulla della vicenda, se non quello che ha letto sui giornali, e si permette di giudicarci. E sopratutto, cosa ancor più spiacevole, è stato il leggerla tra i primi link forniti da google.
Monica si riferisce alla mia critica sullo spettacolo che si è fatto nel programma del sentimento sincero di un'amica di Jenni, che indica alla telecamera il braccialetto che porta al polso, da lei regalatole, e poi , vinta dall'emozione, si mette a piangere. La telecamera indugia sul pianto della ragazza invece di glissare... Come non si può inorridire di tanto sciacallaggio emotivo? Come fa l'amica di Jeni a non pretendere che il pianto non venga mostrato in tv? Constatavo con orrore come i parenti e amici di Jenni contribuissero a questa tv del dolore mostrandosi alle telecamere in lacrime, o ben vestiti come la madre, o che dicessero come il padre che l'assassino deve morire ammazzato... Io giudicavo atteggiamenti e comportamenti ma Monica crede che abbia giudicato le persone.
Non c'è la percezione dello scarto tra privato e pubblico, tra concreto e simbolico per cui se critico il pianto dell'amica non è perchè dubito non sia vero, "autentico" ma perchè messo così in piazza viene banalizzato, sfruttato, reso spettacolo... Capite il danno? L'equivoco?...

Quel che appare in tv è concreto quanto quello che accade tra le mura domestiche e non c'è alcuno scarto, nessuna differenza. Non esiste la distinzione tra pubblico (mostrato a milioni di persone) e privato (mostrato solo ai diretti interessati...).
C'è ancora tanto da fare nell'educare i cittadini di domani e anche quelli che già hanno accesso alla vita adulta.

La tv va combattuta e forse 'unica maniera è quella di spegnerla per sempre...


I luddisti lo avevano capito...

Nessun commento:

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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