22 agosto 2008

Vladimiro Guadagno

Non avevo mai visto Vladimir Lussuria su di un palcoscenico, dal vivo intendo. Me lo ricordo con sua madre al Maurizio Costanzo Show, ma cambiai subito canale. Ho sempre pensato che parlare di argomenti seri (ammesso che Vladimir lo abbia fatto), in programmi volgari, involgarisce il discorso e, alla fine, anche te.
Giovedì sera, al Village, con una platea gremita come nessuno dei film che ho visto lì è mai riuscito a fare, Vladimiro Guadagno, alias Vladimir Luxuria, si è proposta in uno spettacolo scarno e sobrio, dove ha cantato, molto, e parlato, poco.

Vladimir è un personaggio unico: non ha la sofisticatezza eccessiva e baraccona delle Drag, quella classe e quel glamour (pompati fino all'eccesso) che quei maschioni (sono sempre alti) vestiti da donna hanno nel loro modo irrispettoso, perchè caricaturale, a tratti ridicolo, a tratti ironico, di reinventare la (loro idea di) femminilità.

Vlad si muoveva per il palco impacciato dallo strascico di un bel vestito arancione, un vestito normale, non l'icona dell'eccesso delle solite Queen, che spostava con movimenti sgraziati e non con l'incedere sicuro di chi sembra che in quel tipo di vestito ci sia nato.
Vladimir non è nemmeno Trans, perché non si è mai operato, e infatti gli manca del tutto la disperazione che rendei i corpi Trans quel simulacro estremo a un corpo sognato e agognato in maniera così distorta che è tanto più ridicolo perché appare quello che non potrà essere mai (essere una donna non significa avere due tette o una vagina, e, in ogni caso, quella delle trans è tutto tranne che una vagina: niente mestruazioni, niente secrezioni, poca sensibilità al piacere, niente contrazioni pelviche. La vagina delle trans è molto più vicina all'idea che ne hanno gli uomini: è un buco).
Vladimir è meno affettata, è meno costume, meno maschera, più umana. Sa essere davvero se stessa sul palco, credibile anche con le tette (per le quali, a inizio spettacolo, ha ringraziato il suo chirurgo plastico) e un elegante vestito da donna.
Nervosa, smemorata (vedeva testo e battute dal leggio, proprio come Loredana), con una voce incredibile, dalla notevole estensione vocale e dalle discrete capacità interpretative Vladimir ha cantato brani napoletani, di Giuni Russo, Patti Pravo, Paolo Conte, Caterina Caselli dedicando una canzone a una delle ennesime Trans morte ammazzate. Una scelta intelligente che non indulge al luogo comune delle cantanti che piacciono ai gay, sostenuta invece da sensibilità e gusto personali, che però non creano nessun percorso storico della canzone italiana, nemmeno della storia personale di Vlad (eppure lo spettacolo era presentato in questi termini, un excursus dei trascorsi di Vladimir attraverso le canzoni). Poco male, Vladimir sa cantare, ed è un piacere starla a sentire.



Dove però la serata ha mancato completamente è dal versante politico, dei contenuti, dell'impegno. Qualche battuta sulle scarpe rosse del papa (presunto gay...), sui propri ruoli sessuali (ho dato molto ma ho avuto anche molto, sono attiva, passiva, riflessiva), sulla sessualità (sono nata da una vagina e non ho mai voluto ritornarci) confermando ancora una volta la più grande contraddizione che questi uomini rappresentano: sono vestiti da donna, ne scimmiottano più o meno il comportamento (o almeno così credono loro) ma non c'è amore, non c'è passione, non c'è ammirazione per le donne, piuttosto una sottile invidia, un odio appena celato, una misoginia strisciante... che mi disgusta e mi innervosisce e mi offende quando qualcuno da un palco ammicca pensando di trovare lo stesso anche in me.
L'unica cosa davvero politica che Vlad di è permessa (oltre alla dedica alla trans uccisa) è una reprimenda al nostro parlamento che dovrebbe scandalizzarsi di avere degli inquisiti tra i suoi membri e non una trans.
Il resto è solo gossip, anche se fatto con classe, sono battute scontate, degne del ghetto nel quale Vlad è nata e nel quale si ostina a rimanere, quello delle froce, dell'omosessualità maschile imbastita prima di tutto dall'antagonismo alle donne (e in questo i gay sono più maschi degli etero...), con una miopia fallocentrica che esclude qualunque discorso che (secondo loro) non riguardi l'omosessualità (maschile). Con la stessa seraficità di sempre, (come le affettatezze effeminate del pubblico, tutte uguali, tutte checche allo stesso modo) come non fossero tempi di emergenza, in cui ogni diritto viene attaccato, figuriamoci quello della diversità e dove ogni diversità viene equiparata e parimenti bandita.
E invece di fare della politica intelligente, colta, sbarazzina ma non disimpegnata, come pure, in passato, i gay hanno saputo fare, Vlad preferisce parlare della sua partecipazione all'Isola dei famosi dove è convinta potrà portare un suo contributo importante e dove dovrà "resistere, resistere, resistere" in un posto senza beauty center e senza cibo.
Se mai c'è stata eversione nell'omosessualità è davvero morta e scomparsa e lo spettacolo di Vladinir ne è un po' il funerale.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

"è tutto tranne che una vagina: niente mestruazioni, niente secrezioni, poca sensibilità al piacere, niente contrazioni pelviche. La vagina delle trans è molto più vicina all'idea che ne hanno gli uomini: è un buco"


è davvero curioso quante stronzate si possano dire non sapendo nulla dell'argomento di cui si parla. davvero curioso.

Anonimo ha detto...

ah, fra le altre cose, dovresti spiegarmi una cosa. siccome io, transessuale, sono più bassa del 60% di giocatrici di basket che giocano in Italia, significa che il 60% delle giocatrici di basket in Italia non sono donne?


ed un'altra domanda. una donna a cui sono stati asportati utero ed ovaie, non è più una donna?


attivare il cervello, prima di dire cagate. grazie.

Alessandro Paesano ha detto...

Se avessi quotato solo una frase prima del mio post all'ultima domanda che mi poni ti avrei già risposto.

Può darsi benissimo che abbia detto stronzate. Non sarebbe la prima volta e nemmeno l'ultima
Io però mi firmo e ho il coraggio delle mie opinioni, cara la mia anonima...
Al di là del nome però se vuoi perchè non apriamo un vero confronto?
Cosa non ti sta bene del mi discorso? perchè?

In quanto allo pseudosillogismo che scrivi forse dovresti ripassare un po' la logica aristotelica...

Cosa volevi dire? Non si capisce davvero...

Sempre disposto a discutere e confrontarmi quando c'è una sostanza (e il coraggio delle proprie idee)

Anonimo ha detto...

ora non posso risponderti, spero di poterlo fare stasera.


madwhisperarty.splinder.com

Alessandro Paesano ha detto...

Sì. Tranquilla. Cerco un confronto non lo scontro...

Solo una cosa voglio dirti. Le mie riserve sul transessualismo sono solo teoriche non ho nulla contro i e le trans "concrete", le persone in carne ed ossa hanno tutto il mio rispetto (anche se credo vivano benissimo anche senza... Intendo dire non hanno certo bisogno del mio rispetto per esistere e vivere felici...).
Continuo a credere però che concettualmente ci sia qualcosa che non va... ma questo non mi accomuna al papa... (spero...)

Anonimo ha detto...

dunque.


a livello di clitoride vengono mantenute tutte le terminazione nervose del glande (in effetti, da esso viene ricavata), quindi la clitoride di una trans sente esattamente come quella di una donna genetica.


in più, non vengo toccati i vasi sanguigni, per cui le pareti della vagina - a grandi linee - hanno una stimolazione simile a quella di una donna genetica.


detto questo, è vero, non ci sono mestruazioni (vabbè ma spero che non sia questo ad identificare una donna, sennò tutte le over 50 dove le mettiamo?) né secrezione di liquido vaginale.


quindi la situazione di una trans è molto simile a quella di una donna a cui sono stati asportati utero ed ovaie...


c'è un qualcosa che non va? a mio avviso, no. sono semplicemente situazioni diverse, che vanno trattate per l'appunto in maniera diversa.


le trans operate non godono? e dove sta scritto? semplicemente, si prendono piaceri diversi dalle donne genetiche. e, nel mio caso, sono molto contenta di prendermi dei piaceri diversi dalle donne genetiche.


io non so quale sia il motivo per cui sei concettualmente contro al transessualismo. non so nemmeno se lo voglio sapere. d'altronde, il transessualismo è una strada che, come tutte le strade a questo mondo, non può essere condivisa da tutti - né compresa da tutti. L'unanimismo non esiste. è pura utopia.


detto questo, il mio corpo non andava bene, non rifletteva per nulla la mia personalità, la mia interiorità, le mie fantasie, le mie aspirazioni, e l'ho cambiato. così come avrei cambiato la mia tinta di capelli se non mi fosse andata bene, così come cambierei Bologna se non m'andasse più bene.


perchè questo alone di grevità e pesantezza sul transessualismo, francamente, m'ha stufata (e pure parecchio).

perchè il transessualismo, se non ci fosse l'opprimente stigma sociale a rompere i coglioni, è un percorso bellissimo, che ti porta, come nessun altro, a conoscere il tuo corpo in ogni suo minimo dettaglio, da quando parti a quando sta cambiando a quando arrivi alla mèta.

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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