27 settembre 2009

Mark Frechette




Il 27 settembre del 1975 moriva Mark Frechette, il giovane di Boston  che Antonioni aveva scelto, nel 1969, su segnalazione della direttrice del casting Sally Dennison, come protagonista maschile del suo film americano Zabriskie Point (USA, 1969).
Di origini franco-canadesi, un dropout di Fairfield, Connecticut, Frechette era arrivat a Boston da  New York nel 1966 con la moglie e suo figlio lavorando come carpentiere. Lì conobbe Mel Lyman un musicista della Jim Kweskin Jug Band che era il leader di una comune di 100 membri di Fort Hill alla quale, con qualche fatica, si unì.
Mark aveva 22 anni quando fu ingaggiato da Antonioni, nonostante non avesse alcuna esperienza come attore. Grazie al film, nonostante fosse troppo raffinato per essere apprezzato dalla critica e dal pubblico statunitense (ancora oggi anonimi e ignoranti commentatori americani criticano il film sulla rete con argomentazioni discutibili), Frechette godette di una certa notorietà e nel marzo del 1970 comparve sulla copertina delle riviste Rolling Stone e Look Magazine.
Dopo le riprese Frechette tornò nella comune guidata dal musicista Mel Lyman portando con sé Daria Halprin, la co-protagonista del film (che lasciò la comune per sposare Dennis Hopper) devolvendo alla comune i 60.000 dollari che aveva guadagnato col film.

Frechette interpretò altri due film, di produzione italiana, Uomini contro (Italia, 1970) di Francesco Rosi e La grande scrofa nera (Italia, 1972) di Filippo Ottoni prima di finire arrestato il 29 agosto 1973, quando, insieme ad altri due membri della comune di cui faceva parte, tentò una rapina alla filiale della New England Merchant's Bank di Fort Hill. Uno dei due complici venne ucciso dalla polizia, mentre Frechette, nonostante la sua pistola fosse scarica, venne condannato a 15 anni e rinchiuso nel Massachusetts Correctional Institution di Norfolk. 
Frechette morì in carcere, all'età di 27 anni, in circostanze sospette in seguito ad un incidente in palestra: mentre stava facendo sollevamento pesi la sbarra che reggeva un peso di circa 70 gli cadde sul collo, uccidendolo per soffocamento. Gli inquirenti non sospettarono nulla di strano, tuttavia sono stati sollevati dei dubbi sulla versione ufficiale dell'accaduto in quanto sulla barra di sollevamento pesi che dovrebbe averlo ucciso non furono trovate tracce epiteliali del collo dell'attore. Frechette soffriva di depressione aveva quasi smesso di mangiare e aveva perso molto peso proprio in coincidenza del secondo anniversario della rapina cui uno dei suoi amici aveva perso la vita. E le raccomandazioni di uno psicologo che consigliava un'altra destinazione piuttosto che il carcere per Frechette, rimase inascoltata. Ma queste prove indiziare non convinsero gli inquirenti che conclusero che Frechette era stato incauto a fare sollevamento pesi, da solo, nelle sue condizioni fisiche.
Nel 2008 il regista Michael Yaroshevsky ha presentato un documentario di 27 minuti sulla vita di Frechette intitolato Death Valley Superstar.

Bellissimo, malinconico, introspettivo, Mark ha dato molto di sè al personaggio di Adam che interpreta nel film. Una storia apparentemente semplice che, a detta dei sui detrattori, parla poco della contestazione.




Ma Antonioni era un regista non uno storico né un politico, e ha restituito col suo sguardo da regista europeo le sue impressioni dell'America ai tempi della contestazione studentesca citando la musica (dai Pink Floyd ai ) la pop art i manifesti pubblicitari, raccontando una storia che è politica, nella quale mentre Adam, il giovane interpretato da Mark, viene ucciso dalla polizia quando sta restituendo un aeroplano biposto che aveva precedentemente rubato, Daria dopo aver assistito inerme a un consesso di plutocrati atti  a sfruttare commercialmente le bellezze del deserto, mentre gli americani autoctoni sono impiegati come servitù, immagina che la villa esploda in una delle più famose scene de cienma, vero maggio visivo alla psichedelia di quei tempi.
Non male per un borghese di 57 anni...



Questo post vuole essere un timido tributo a Mark Frechette e alla sua breve vita. Ci sarebbe piaciuto vedere quel suo bellissimo volto invecchiare, ma se davvero Mark ha scelto di togliersi la vita questa sua decisione, per quanto incomprensibile o non condivisibile, va rispettata ed è anch'essa espressione della sua tormentata personalità.
In una intervista concessa dopo il suo arresto Mark dichiarò: Non c'era modo di fermare quel che stava per succedere (...) Abbiamo raggiunto il punto in cui quel che noi tre volevamo veramente fare era di prendere il controllo di una banca. Un attacco diretto a tutto quello che sta strozzando il paese fino alla morte 1.

Una banca che ha soffocato di sicuro anche Frechette...

1) There was no way to stop what was going to happen.(...) We just reached the point where all that the three of us really wanted to do was hold up a bank. It would be like a direct attack on everything that is choking this country to death

(le splendide foto in b/n sono del robinsonarchive)
Fonti consultate per questo post:

Wikipedia
Rolling Stones Magazine

3 commenti:

Unknown ha detto...

I Love Mark Frechette....

Alessandro Paesano ha detto...

Me Too!!!

Unknown ha detto...

Un Grande gia nei pochi film che ha fatto si vedeva che era diverso, l'aver sacrificato la sua vita per un ideale lo dimostra.
Aveva capito gia' 40 anni fa che le banche sono enti criminali.

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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