15 ottobre 2012

Sull'articolo della Stampa di Rosalba Miceli Lo stress del bambino quando la mamma lavora : Quando il titolo insinua un giudizio sessita e maschilista.


Nell'articolo Lo stress del bambino quando la mamma lavora si vuole parlare di John Bowlby (1907 - 1990) uno psicoanalista che credeva la salute mentale e i problemi comportamentali umani fossero da attribuire alla prima infanzia. Bowlby propose la teoria evolutiva dell'attaccamento suggerendo come bambini e bambine nascono biologicamente pre-programmat*  a costituire attaccamento con le altre persone perché questo ne facilita la sopravvivenza.
Bowlby ipotizzò che madre e infanti hanno sviluppato un bisogno biologico si rimanere in contatto una con l'altr* e che la mancanza di questo contatto può far insorgere problemi emotivi e comportamentali bel bambino e nella bambina.

Per parlare (male) delle teorie di  Bowlby Rosalba Miceli la prende alla larga e parte da un gruppo di madri che lavorano - non donne che lavorano e sono anche madri - e quindi hanno lasciato il figlio (o la figlia) in mani altrui.

Poco più della metà dell'articolo infatti racconta (non si sa su quali basi, se di fantasia o di esperienza) il vissuto di alcune donne che, lavorando, non portano i figli con loro per poi introdurre le teorie di Bowlby (che instaurava un diretto collegamento tra comportamenti asociali e separazione prematura dalla madre) facendo tornare indietro l'emancipazione femminile di almeno 60 anni quando le donne cioè erano relegate ai lavori donneschi della cucina, gli unici che le rendevano sempre disponibili in casa con la prole, dimenticando che oggi, nel 2012 i figli e le figlie vanno già dopo i primi mesi di ivta in asilo nido e non perchè le madri, snaturate, lavorano, ma per sviluppare i Campi d'esperienza tramite i quali si delineano diversi saperi:
  • Il sé e l'altro

  • Il corpo in movimento

  • Linguaggi, creatività ed espressione

  • I discorsi e le parole

La famiglia viene oggi affiancata e integrata da una compartecipazione collettiva dove bambini e bambine crescono e si educano al pluralismo e si sottraggono così ai dogmatismi dei singoli genitori in un confronto plurale e open-minded.

Nell'articolo in questione sembra invece che la responsabilità su come crescerà la prole sia di unica pertinenza e responsabilità materne e che il problema principale sia quello ricordato dal titolo:  se la mamma lavora il bambino (mai la bambina) si stressa.

Invece chi legge queste sciocchezze si incazza.

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bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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