3 ottobre 2011

Scusate se parlo male degli internauti... (Sull'ordinanza di Vasco Rossi contro nonciclopedia)



... ma il fatto che in queste ore tutti si siano accaniti, anche con commenti volgari e pesanti fuori misura (c'è chi gli ha augurato la morte...) contro Vasco Rossi perchè si è mosso legalmente contro un sito ottenendo come risultato la sua chiusura mi sembra dia la misura più che della libertà della rete dei suoi poteri da grande fratello.
E' la sindrome di Facebook. Basta cliccare un "mi piace" per sentirsi partecipativi e democratici, restandosene in casa, senza informarsi, senza approfondire, dando una autorevolezza alla rete (dove tutti possono scrivere tutto) che ci sogneremmo di dare anche al più affidabile dei quotidiani (come se ne fossero rimasti).

I fatti sono lì davanti a tutti. O no?

Tutti titolano che Vasco Rossi ha fatto chiudere il sito nonciclopedia:

In realtà il sito è ancora online, infatti all'indirizzo http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Nonciclopedia:Sospensione_del_servizio si può leggere che:

  • 3 febbraio 2010: l'avvocato manda una mail a Nonciclopedia ed una raccomandata A/R a Wikia, chiedendo di cancellare la pagina poiché gravemente diffamatoria e di fornire i dati degli utenti per procedere alla loro identificazione.
  • 4 febbraio 2010: Nonciclopedia risponde all'avvocato, spiegandogli brevemente cos'è Nonciclopedia, che non è in grado di fornire i dati degli utenti, mostrandosi infine disponibile a eliminare dalla pagina le parti diffamatorie che saranno indicate dallo stesso avvocato, come già successo in passato con altri personaggi che hanno segnalato la loro pagina.
Per tutta risposta, l'avvocato non risponde, nonostante Nonciclopedia conservi la notifica di lettura. Nessuna traccia nemmeno della fantomatica raccomandata spedita in California, al nostro host Wikia, come indicato nella mail dell'avvocato. Così, pensando che si tratti di una finta mail come spesso capita, Nonciclopedia lascia correre, non avendo avuto nessun riscontro della veridicità della comunicazione.
  • 18 agosto 2011: un admin di Nonciclopedia viene convocato dalla polizia postale per spiegare il funzionamento del sito. I poliziotti gli chiedono un autografo. Sul verbale.
    La comunità decide di cancellare la pagina di Vasco Rossi in attesa di ulteriori sviluppi, comunicando la nostra decisione all'avvocato e spiegandogli che attendevamo una sua risposta. L'avvocato continua ad ignorarci nonostante la notifica di lettura.
  • settembre 2011: altri tre admin sono stati convocati dalla polizia postale per spiegare il funzionamento del sito.
A seguito di questi fatti, gli amministratori hanno deciso di chiudere il sito a tempo indeterminato.
Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a questo meraviglioso e speciale sito, ma ancora di più ringraziamo tutti i nostri lettori per averci dedicato anche un solo minuto.
Nonciclopedia chiude.
Dunque la decisione non è stata presa da un giudice, né dalla polizia postale né tantomeno da Vasco Rossi che non si è rivolto alla magistratura, né alla polzia postale, ma a un avvocato.
Non sappiamo nemmeno esattamente cosa ha dato fastidio a Blasco tanto da farlo rivolgere a un avvocato. Dobbiamo accontentarci di quanto riportato sul sito (che non è stato oscurato...), ma che ha deciso di auto-sospendersi in segno di protesta.

Care lettrici, cari lettori, cari creditori
Nonciclopedia chiude a causa di una denuncia
Denuncia?  Se si viene denunciati non ci scrive un avvocato...
che Vasco Rossi ha sporto contro il sito.
Vasco Rossi si è sentito diffamato dalla pagina che lo riguardava.
Probabilmente si terrà un processo, al termine del quale quel brufoloso ragazzino quindicenne che ha scritto la pagina dopo essere stato picchiato dai suoi compagni di classe, adesso dovrà anche pagare gli alimenti al nullatenente Vasco Rossi.
Un uomo che ha vissuto l'esperienza della droga, l'esperienza del carcere, l'esperienza di stadi e folle che lo acclamavano, non poteva proprio sopportare l'idea di essere oggetto di satira su Nonciclopedia.

Ma ripercorriamo tutta la storia per spiegare meglio la vicenda:
  • 6000 a.C.: l'uomo forgia i metalli.
  • 3200 a.C.: l'uomo inventa la scrittura.
  • 7 febbraio 1952: nasce Vasco Rossi.
  • 20 aprile 1984: Vasco Rossi viene arrestato al Variety, una discoteca di Bologna. Vasco Rossi consegna spontaneamente 26 grammi di cocaina alle forze dell'ordine e trascorre 22 giorni di prigione[1].
  • Dopo: Vasco fa altre cagate che ci scocciamo di elencare, sono troppe[2]!
  • Gennaio 2010: l'avvocato di Vasco Rossi, o chi per lui, legge la relativa pagina su Nonciclopedia e si rende conto che quel cumulo di stronzate potrebbe segnare la fine della carriera della rock star.
ATTENZIONE: quanto scritto in questo box è una plausibile ricostruzione degli avvenimenti... ma ricordate che la realtà potrebbe superare la fantasia.
  • 1 febbraio 2010, ore 12:00: l'avvocato avvisa Vasco dell'esistenza della pagina su Nonciclopedia.
  • 1 febbraio 2010, ore 12:03: l'avvocato spiega a Vasco cos'è Nonciclopedia.
  • 1 febbraio 2010, ore 12:07: l'avvocato spiega a Vasco cos'è internet.
  • 1 febbraio 2010, ore 12:12: l'avvocato risponde a Vasco che "no, non ho da accendere".
  • 1 febbraio 2010, ore 12:13: l'avvocato spiega a Vasco cos'è un computer.
  • 1 febbraio 2010, ore 12:15: l'avvocato la prende alla lontana e comincia da:
    • 4 000 a.C.: l'uomo inventa la scrittura.
  • 1 febbraio 2010, ore 19:00: Vasco e l'avvocato sono ancora al telefono.
  • 1 febbraio 2010, ore 19:02: l'avvocato, stanco della situazione, chiude la conversazione dicendo che sa le vede lui.
Una faccenda poco trasparente tra privati cittadini senza coinvolgimento della magistratura, né della polizia che, stando a noncicplopedia, hanno chiesto agli admnin lumi sul funzionamento del sito non informazioni sulla pagina diffamante


Eppure sulla rete si può leggere:

Nonciclopedia ha chiuso, su ordinanza, pare, di Vasco Rossi. (il sussidiario)
Certo perchè ora Vasco è un magistrato...
Vasco Rossi fa chiudere il sito parodistico Nonciclopedia (GQ.COM)
dove addirittura si dice che Vasco abbia sporto denuncia, cosa che non trova riscontro nei fatti raccontati da nonciclopedia, che parla di avvocato, non di magistratura... 


C'è addirittura chi usa questo fatto come bau bau per l'ennesimo tentativo del governo di mettere un bavaglio alla rete per decreto legge:
La piccola case history di Nonciclopedia è una perfetta anticipazione di quello che accadrà molto più diffusamente e facilmente se il nuovo regolamento Agcom e il comma 29 del primo articolo del disegno di legge sulle intercettazioni (il cosiddetto Ammazzablog) diventeranno realtà (Alessandro Gilioli sul suo blog ospitato dall'Espresso Repubblica  online.
Quello che mi spaventa in tutta questa faccenda è l'adesione acritica di TUTTI  che non si son fatti scrupolo di decidere, senza giudice, senza processo, senza sapere come si sono svolti davvero i fatti, che Blasco (che è notoriamente un uomo di potere come scrive Elfobruno sul suo blog) sia colpevole e nonciclopedia la vittima.

Che sia un questione di principio e che in ballo ci sia la libertà della rete che non si deve fermare dinanzi nulla.
Senza rendersi conto che questo manicheismo, questa crociata contro le regole  che Blasco non abbia diritto di denunciare (cosa che non ha fatto se a scrivere al sito è stato un avvocato) è figlia del berlusconismo.


Io non so come si sono svolti i fatti, ma mi chiedo, quanti hanno recepito la notizia riportata da terzi in maniera critica? Quanto si sono documentati?
Quanti hanno cercato di vederci più in profondità?

Io vedo solo gente che crede che la libertà sia dire se è a favore o contro questo o quell'argomento, in maniera acritica, dogmatica, niente affatto laica.

Come la fede, quella calcistica.

Perchè si sa, Blasco è un drogato, è stato in galera è un sessantenne che si comporta ancora come un ragazzino e dunque è un poco di buono.

Il ludibrio è tale anche se si spaccia per novità telematica.

Io ho paura di questo flusso di adesioni acritiche dove tutto vale il contrario di tutto e dove ognuno si sente libero perchè parla di quello che qualcun altro ha deciso per lui sia l'argomento del giorno.

Senza approfondimenti, senza competenze (Vasco che emette  ordinanze, gli avvocati che si sostituiscono alla magistratura), senza VAGLIO CRITICO.

E' questa la rete che garantisce liberà, infromazione, trasparenza etica?

Siamo nelle mani di qualche ignorante, naïf, cripticamente reazionario che non parla inglese ma usa odiosi termini da casta (Trend Topic, hushtag MA PARLATE COME MAGNATE PERDIO che poi tanto l'inglese in Italia non lo sa parlare nessuno)  che fanno figo e giovane.




Il berlusconismo è come cristo: dopo tre gionri risorge.

Nella rete.

 




3 commenti:

Alberto ha detto...

Il problema di fondo non e' che Vasco abbia denunciato/diffidato il sito in questione, cosa peraltro alquanto bizzarra se non addirittura schizofrenica visto l'inneggiare alla liberta' "difendendola ad ogni costo" come piu' volte propagandato dal personaggio in questione sulla sua pagina Facebook, ma ha radici ancora piu' profonde: il fatto che l'autorita' competente giudichi censurabile (per tua informazione i portavoci di Vasco hanno dichiarato sulla sua pagina Facebook che il magistrato ha giudicato la pagina incriminata come tale) un pensiero/opinione pubblica giudicando "diffamatorio" un documento dal contenuto comico-satirico-grottesco.
Diffamare, ovvero privare qualcuno della propria reputazione attribuendogli false colpe o manchevolezze, non e' assolutamente cio' che e' stato fatto in quella pagina (facilmente reperibile e leggibile sul web). Allusioni satiriche e comiche ai trascorsi da fuori legge o amante di certe "pratiche" da parte del personaggio in questione documentate dai fatti e di dominio pubblico non sono in alcun modo motivi di censura. In un Paese civile e realmente democratico non sono nemmeno motivo di indagine. Ma tale pratica e' alquanto diffusa e comune in Italia, Paese notoriamente e tristemente relegato nei fondi delle classifiche delle nazioni con piu' liberta' di opinione, pensiero e stampa e dalle menti intorpidite e infestate dal degrado ad ogni livello.
Informarsi, studiare e non rimanere vittima del corrotto pensiero dominante.

Saluti.

Alessandro Paesano ha detto...

Il tuo commento mi dà molto da pensare.
Come ho detto non sono a conoscenza dei fatti e non reputo Facebook fonte sicura (come nessun altro blog della rete, i miei compresi beninteso) per informarmi ed esprimere un giudizio.

Il punto del mio post è comunque un altro.

Non mi esprimevo sulla legittimità o meno di Vasco Rossi di denunciare il sito per diffamazione, né mi pronunciavo sul diritto o meno del sito nonenciclopedia di pubblicare ciò che ha pubblicato (i cui contenuti precisi, il tono, gli aggettivi, etc. ignoro).

Sono questioni delicate che meritano una riflessione competente ed documentata più di quanto sono in grado di fare io in questo momento.

Io nel post mi preoccupavo d'altro.

Constatavo la facilità con cui moltissimi internauti, basandosi solo su quanto letto da qualche parte (magari direttamente su facebook), senza informarsi ulteriormente, senza nemmeno confrontarsi, senza insomma un confronto partecipato, si sono subito schierati a favore o contro Vasco (o nonenciclopedia) con superficialità e semplificazione.

Notavo con angoscia il comportamento da gregge. Tutti pro o contro, come si fa col tifo, senza una argomentazione più corposa, come quelle che fai tu per esempio.

C'è gente che, addirittura, ha scritto a Vasco, sulla pagina di Noneciciclopedia creata ad hoc per commentare il fatto, "muori".

Al di là dell'opportunità o meno di usare certi termini se Vasco per quello che ha fatto deve morire Berlusconi allora cosa dovrebbe fare?

Mi sembra tutto spropositato, sproporzionato. Mi sembra che Vasco sia un gladiatore dato in pasto al pubblico che si ammanta di libertà nel fare pollice verso, credendosi libero ed essendo invece libero di esprimersi in toni così altisonanti su cose tutto sommato meno gravi di quelle che stanno massacrando il paese in questi ultimi tempi...


(continua)

Alessandro Paesano ha detto...

E ora veniamo a quanto dici.

Non entro in merito alla decisione di Vasco Rossi, ma credo che in una democrazia ci sia anche lo spazio per una reazione, come quella sua, che, tu giudichi, ti cito, cosa peraltro alquanto bizzarra se non addirittura schizofrenica visto l'inneggiare alla liberta' "difendendola ad ogni costo" come piu' volte propagandato dal personaggio in questione sulla sua pagina Facebook.

In uno stato democratico ho il diritto di difendermi se reputo,a torto o a ragione, che mi stiano diffamando. La mia sprovvedutezza, la mia incoerenza, nell'avvalermi di questo diritto non intacca il diritto stesso. Nè il mio diritto non vale perchè qualcun altro, che non è un magistrato, Tu, reputa la cosa insensata.
Un diritto o c'è o non c'è. Non è che c'è solo se suona giusto a terze persone...

Insomma detto altrimenti la libertà non è quella di scrivere quello che ci pare sulla rete senza che nessuno se ne prenda le responsabilità.

La chiusura del sito non è tale visto che non è stato oscurato, è stata una decisione dei gestori del sito.
Eppure tutti a dire che Vasco ha chiuso il sito...

Tu parli di censura. Ma non sai cosa sia la censura. La censura vuol dire che di questo argomento non se ne parlava proprio. La censura avrebbe cancellato anche la pagina di protesta di nonenciclopedia.


E' vero che in Italia c'è poca democrazia. Ma non solo da parte di chi ci governa, ma anche da parte di noi "governati" che confondiamo per libertà il fare quello che cazzo ci pare, senza doverne rispondere a nessuno, mentre, come diceva il grande Gaber La libertà è partecipazione.

Sono d'accordo con te quando dici che bisogna Informarsi, studiare e non rimanere vittima del corrotto pensiero dominante.

Però il pensiero corrotto e dominante non è solo quello dei magistrati che hanno reputato il sito in questione diffamante.

Io ho massimo rispetto per la magistratura e, non conoscendo la pagina del sito considerata diffamante né avendo letto la sentenza del giudice, se sentenza c'è giù stata, non ho gli strumenti per poter affermare come fai tu che le cose scritte da nonencilopedia In un Paese civile e realmente democratico non sono nemmeno motivo di indagine. Non ne ho gli strumenti e dunque non ne ho diritto.
Le opinioni per avere diritto morale, non legale, di cittadinanza devono essere informate, non basate sul snetito dire, o su un non meglio definito diritto alla libertà. E' facile citare i diritti quando però non si rispettano gli strumenti della democrazia mantenendosi informati e rispettosi delle istituzioni che la democrazia esercitano.

Una critica fatta come quella di queste ore sulla rete non è segno di democrazia, ma è segno di paese i cui cittadini sono soggiogati e mossi da sentimenti di simpatia o antipatia che col diritto con la democrazia hanno poco a che fare.


Tu critichi i magistrati ai quali ti senti in diritto di sostituirti esprimendo un giudizio che, in nome della libertà, pretendi valga quanto il loro. a non è così. Tu non sei informato quanto loro e il tuo giudizio non è oggettivo, nè informato sui fatti. E' ideologico.

Perchè un conto è protestare se i magistrati cancellano una pagina da internet, un conto è protestare perchè, in seguito a una indagine che si reputa ingiusta, per protesta sci si auto sospende e si accusa la parte avversa dia vere causato la chiusura.

Ricorda molto qualcuno non credi?

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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