Il 7 aprile 1926 Mussolini era appena uscito dal palazzo del Campidoglio, dove aveva inaugurato un congresso di chirurgia, quando la Gibson gli sparò un colpo di pistola, ferendolo di striscio al naso.
Gibson, faticosamente sottratta al linciaggio, fu condotta in questura; interrogata, non rivelò la ragione dell'attentato. Si è supposto che l'attentatrice, allora cinquantenne, fosse pazza all'epoca dei fatti e che potesse essere stata indotta al gesto da qualche istigatore sconosciuto. In tal senso furono sollevati pesanti sospetti all'indirizzo di Giovanni Antonio Colonna di Cesarò. L'attentatrice, comunque, fu espulsa dall'Italia e trasferita in Inghilterra. Rimase per trent'anni in un manicomio vicino a Nottingham, dove morì.
Il giorno dopo l'attentato, Mussolini compì un viaggio in Libia e si mostrò a Tripoli con un vistoso cerotto sul naso, come testimoniano le foto dell'epoca. Prima di recarsi in Libia, aveva commentato: «Le pallottole passano e Mussolini resta»
(fonte Wikipedia)
Premier colpito al viso dopo il comizio[e che è un divo del rock? Magari sostenitori politici era più corretto...]
«Sto bene, sto bene». Ma resta in ospedale
Centrato con una statuetta souvenir mentre incontra i suoi fan. L'aggressore è un uomo con problemi mentali.
Silvio Berlusconi è stato (...) raggiunto al volto da una statuetta usata come oggetto contundente attorno alle 18,20, mentre si attardava nel salutare i fan
che lo avevano raggiunto alla base del palco. Tra questi si era però infiltrato anche un individuo che (...) è riuscito ad eludere la sorveglianza e a mettere in atto il suo proposito. Già durante il comizio Berlusconi era stato contestato da un gruppo di persone che si trovavano sul lato destro del palco. L'autore dell'aggressione non faceva tuttavia parte di quel gruppo e da quanto è stato possibile accertare ha agito da solo[Allora perché cazzo si riferisce ai contestatori con quel già? Contestare e picchiare per il giornalista di Corsera è la stessa cosa, Più che liberi di pensare come sostiene l'ultimo spot del quotidiano milanese direi pensieri in libertà. Ma Vaff...].
Berlusconi ha subito accusato il colpo, si è accasciato con il labbro sanguinante ed è stato fatto sedere all'interno dell'automobile dagli uomini della sua scorta, mentre altri agenti di polizia riuscivano a fermare l'autore dell'aggressione e a sottrarlo alla folla che avrebbe voluto linciarlo. (...) Un testimone, interpellato da SkyTg24, ha raccontato che la persona che ha aggredito il capo del Pdl «non sembrava normale». «L'aggressore - ha poi spiegato Ignazio La Russa che si trovava vicino al capo del governo - l'abbiamo preso immediatamente, grazie alla polizia che l'ha letteralmente sottratto al linciaggio della folla. Se non ci fossero stati loro ne sarebbero rimasti soltanto pezzetti». L'uomo si chiama Massimo Tartaglia, classe 1967, residente nell'hinterland milanese, e non risulta avere precedenti penali. Per lui è stato formalizzato l'arresto con l'accusa di lesioni personali aggravate dalla qualità della persona offesa e dalla premeditazione perché in tasca gli è stata trovata anche una bomboletta di spray al peperoncino. (fonte Corriere della sera
L'attentato a Mussolini. Morte del giovane Anteo Zamboni
Al ritorno dall'inaugurazione del congresso scientifico tenuta all'Archiginnasio l'auto di Mussolini, svoltando in via Indipendenza all'altezza del Canton dé Fiori, è fatta oggetto di alcuni colpi di pistola. Il duce rimane illeso: un colpo di rivoltella gli ha lacerato la fascia del Gran Cordone Mauriziano. Un gruppo di fascisti si avventa sul giovane Anteo Zamboni, studente bolognese di 16 anni, e lo massacra a colpi di pugnale. Saranno successivamente arrestati e condannati il padre, la madre e i fratelli di Anteo, tutti di fede anarchica. Nel 1932 l'avvocato antifascista Roberto Vighi invierà a Mussolini un lungo memoriale a difesa del padre, condannato a 30 anni di carcere con accuse superficiali e incongruenti. Le circostanze dell'attentato rimarranno in gran parte oscure, per ammissione dello stesso Mussolini. Sarà messa in dubbio la paternità del gesto e si ipotizzerà una responsabilità dell'ala radicale del fascismo e dello stesso accompagnatore del duce, Leandro Arpinati.
Proprio a seguito dell'attentato di Bologna saranno emessi una serie di provvedimenti eccezionali che sanciranno in Italia l'avvento di un regime dittatoriale, con la fine della libertà di pensiero e di stampa, lo scioglimento dei partiti antifascisti, l'istituzione di tribunali speciali per gli oppositori del regime e la reintroduzione della pena di morte. Fonte Biblioteca Salaborsa
Incredulità. Soddisfazione. Contentezza.
Poi, oggi, lo sconcerto. L'aggressione a Berlusconi è per lui un grande vantaggio politico.
Chi processerà ora l'aggredito?
Aspettiamo la reazione...
Quanti italiani vorranno leggi fascistissime, magari contro i malati di mente?
Andremo alla guerra civile?
Quanti italiani,che votano Berlusconi nonostante tutto, dovrebbero finire nel manicomio al posto di Massimo Tartaglia?
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