Due ottimi documentari uno su wikipedia Wiki's Waarheid The Truth According to Wikipedia Olandese, di IJsbrand van Veelen, Marijntje Denters, Martijn Kieft, e uno sul pear to pear, Steal This Film II, Svezia, di Jamie King, (lo potete scaricare dalla rete, dal sito ufficiale, cliccando
qui) che non solo sono ottimi esempi di come si possono (devono?) fare dei documentari, a differenza dei discutibili esempi italiani di cui abbiano già parlato, ma offrono spunti interessantissimi per fare il punto della situazione sul web 2.0 e sulla pirateria internet.
Che Wikipedia sia risultando inattendibile lo abbiamo scoperto un po' tutti. Ricordo l'entusiasmo di Beppe Grillo, quando lo vidi, al Palasport, tre anni fa. Ma oggi è chiaro a tutti che molti dei contenuti di Wikipedia (Come del resto della rete) sono del tutto inattendibili.
Diverse posizioni vengono confrontate.
C'è chi come Andrew Keen non solo osteggia Wikipedia, ma mal sopporta i blogger perché dice che questa possibilità di comunicare sviluppa una società incentrata sul sè. Chi come Jimmi Whales, uno dei due co-fondatori di Kikipedia, è insofferente nei confronti di qualunque auctoritas.
Gli spunti di riflessione sono tantissimi.
1) Internet è sicuramente una rete che favorisce la democratizzazione, ma nei paesi autoritari e con regimi non democratici. Altrove internet è una immensa fonte di informazioni, ma bisogna saperle filtrare. Per molti internet costituisce un corto-circuito una scorciatoia per non lavorare, cioè per non leggere diverse fonti e documenti, e poi farsi una propria opinione. Si legge quel che c'è su wiki e quella diventa la tua opinione.
Altra faccia della stessa medaglia visto che chiunque su wiki e non solo può scriver quel che vuole, ogni idea, per quanto standardizzata e luogocomunista (fatta di luoghi comuni non "di sinistra") ha diritto di cittadinanza. Il rischio è inevitabile. Per garantire un accesso libero a tutti bisogna anche leggere cretinate. Il problema è che le nuove generazioni non conoscono la scientificità del metodo di ricerca, o della pubblicazione di saggi, articoli e credono che l'auctoritas sia data da loro stessi, dal fatto che esistono hanno diritto di parola ed esercitano questo diritto.
Credo che accanto al diritto di parola bisognerebbe coltivare il diritto di critica, a quanto diciamo, prima di pubblicarlo. E' anche vero che la rete, soprattutto nei paesi non democratici, ma non solo, contribuisce a rivedere anche il concetto di auctoritas, comprendendo non solo professori o professionisti di oggi ma anche altri saggi.
Il problema è che di fonte alle idee non è immediatamente verificabile chi sa fare un buon lavoro e chi no. Invece un falegname o un costruttore di palazzi sono bravi o le lor opere fanno schifo e nessuno gliele commissiona più. I palazzi mal costruiti crollano, le cazzate scritte sulla rete restano lì per sempre....
Le nuove generazioni non hanno la minima idea di come si fa una ricerca seria (che deve necessariamente passare ancora per una biblioteca regolare) e si limitano a copiare quello scritto male da qualcun altro. Yahoo answer da questo punto di vista è più attendibile di Wiki perché lì sai sempre chi è l'autore. Un saggio senza autore (perché magari modificato da 100 persone diverse) non ha alcun valore... a prescindere dalla sua attendibilità oggettiva.
Però questo non vuol dire che la blogosfera non abbia valore...
Steal This Film II invece rendiconta del tentativo degli Usa di influenzare la Svezia per un sito hostato nel suo territorio. Mentre documenta resistenze di varie lobby per invenzioni passate (dal disco fonografico al vhs) dall'altro sottolinea come i giovanissimi "pirati" che scaricano musica non si limitano a scaricarla, ma la manipolano, la mixano, la scrivono (magari con programmi che non richiedono che loro sappiano leggere le note). Da un lato una industria che vuole tenere i propri consumatori e fare in modo che restano tali dall'altro una tecnologica che sviluppa le vocazioni produttive e non meramente di consumo delle singole persone la producono e che la guerra in corso non è solo economica ma di potere.
Tra una élite che produce contro una base che potrebbe usare la rete per distribuire le proprie produzioni scavalcando le Major...
ossigeno per il cervello stamane. In sala, per entrambe le proiezioni (che erano anteprime stampa) due persone... compreso chi scrive...
8 luglio 2009
Internet wikipedia e il peer to peer (cronache da fictionlandia 3)
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2 commenti:
Caro Ale,
hai cambiato la grafica del tuo blog! Ora è più ariosa - mi piace il tuo doppio ritratto sulla testata - e più accattivante ! Solo, - scusa se ti rompo sempre le scatole su questo punto - si dovrebbe parlare di "peer-to-peer", altrimenti fai pensare a uno scambio di pere (Williams contro Spadone?)!
Personalmente non prendo Wikipedia per oro colato, ma anche le cosiddette "enciclopedie" cartacee che hanno allietato la nostra vita nel 20° secolo presentavano diverse pecche, a leggerle bene...Quanta gente ha copiato a penna quello che c'era scritto e basta (il copia-e-incolla non c'era, solo il crampo al metacarpo e la BIC che si esauriva)
Ops solo ora ho notato l'errore nel titolo del blog.
Evidentemente avevo fame mentre ho scritto il post!
Grazie per la tua puntuale correzione!
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