Campeggia per le vie della mia città da un po'. Ne vedo un esemplare 3 metri per 4 ogni giorno quando trono a casa. Sto parlando del poster del motor show 2008.
Giocando col detto (volgare e sessista) donne e motori (gioie e dolori) il poster afferma che gli uomini preferiscono i secondi. E i motori prendono il posto delle donne anche a letto. Ecco il senso del ragazzo che abbraccia un motore (mai usato altrimenti sarebbe sporco d'olio) con la faccia contenta come quella di un bambino cui è stato appena regalato un giocattolo (sessista...).
Una pubblicità anni 50 che spreca risorse e immaginazione riproponendo il solito, disgustoso, prevedibile luogo comune.
Feed a questo post (assai migliore del mio) sul blog di Tamara Pangrattato
30 novembre 2008
29 novembre 2008
Contro il razzismo della Lega (dal blog di Snapshot)
riporto integralmente il suo ultimo post.
Io ho già firmato, e voi?
* Luca 10, 36-37 la citazione precisa, secondo l'edizione ELLEDICI-ABU
"Parola di Dio in lingua corrente" della Bibbia: (36)«Secondo te , chi di questi tre si è comportato come prossimo per quell'uomo che aveva incontrato i briganti?». (37)Il Maestro della Legge rispose: «Quello che ha avuto compassione di lui». Gesù allora gli disse: «Va' e comportati allo stesso modo».
La morale promossa dalla Lega pare proprio questa, visto e considerato che alcuni membri del partito secessionista vorrebbero abrogare il comma 5 de l'art. 35 della costituzione, abolendo la gratuità della prestazione urgente ed essenziale agli stranieri non iscritti al SSN e privi di risorse economiche, proponendo inoltre l’obbligo per le autorità sanitarie di segnalarli all’autorità competente.
Il segretario del Prc Paolo Ferrero attacca il Carroccio per le sue proposte sugli immigrati, affermando che le politiche discriminatorie, segregazioniste e di vero e proprio apartheid della Lega le pagheranno tutti i cittadini, italiani ed extracomunitari.
I Pediatri di libera scelta aderenti alla FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) operanti nel SSN, ritengono gravissimo tale emendamento che finirebbe per respingere la popolazione più indigente e ne richiedono il ritiro: esso non è soltanto la negazione di un diritto costituzionalmente sancito, ma costituisce anche un pericolo per la tutela della salute della collettività, per la mancata cura di patologie, anche gravi, con conseguente rischio di diffusione e rappresenta inoltre un pericoloso passo legislativo verso l’abolizione del diritto alla cura.
Ritengono inoltre che la segnalazione all’autorità competente di un paziente indigente sia in aperto contrasto con il codice etico dell'ordine al quale i medici debbono attenersi e di cui affermano il primato.
Denunciano con preoccupazione che tale emendamento priverà della assistenza sanitaria essenziale migliaia di bambini divenuti “per Decreto invisibili e senza diritti” in totale contrasto con la Convezione ONU sui diritti del fanciullo e richiedono che lo Stato Italiano firmatario con L. 176/91 della Convenzione ONU di New York del 20.11. 1989 sui diritti del fanciullo garantisca ad ogni minore straniero il pieno diritto di usufruire delle prestazioni mediche pediatriche a prescindere dalla regolarità del soggiorno.
Curare gli indigenti, soprattutto i bambini, è un dovere deontologico per tutti i medici, ma è un imperativo etico per un paese civile.
Non cancelliamo con un decreto un diritto costituzionale.
….” chi di questi ti sembra stato il prossimo di colui che fu ferito dai briganti ?”
Quello rispose “chi ha avuto compassione e si è preso cura di lui”
ed Egli disse “va e fa anche tu lo stesso”
(Vangelo secondo Luca*)
.
Se siete contrari a questa proposta di Legge, firmate anche voi l'appello online.
Io ho già firmato, e voi?
* Luca 10, 36-37 la citazione precisa, secondo l'edizione ELLEDICI-ABU
"Parola di Dio in lingua corrente" della Bibbia: (36)«Secondo te , chi di questi tre si è comportato come prossimo per quell'uomo che aveva incontrato i briganti?». (37)Il Maestro della Legge rispose: «Quello che ha avuto compassione di lui». Gesù allora gli disse: «Va' e comportati allo stesso modo».
27 novembre 2008
25 novembre 2008
...di quella pira
...possiam bruciare tutti.
E' già cominciata!
Non si limitano più ad attaccare i cinesi, i froci (che, si sa, appartengono ad un'altra razza) ora attaccano i diversi tout court magari quei senza tetto, barboni, clochard... Quelli che si pensa sono lì per sfiga, o perché scansafatiche... Mai che qualcuno pensi che c'è anche,chi, in quel mucchio, ha scelto quella come stile di vita.
Intanto il barbone ha un nome Andrea Severi.
E' italiano, anche se terrone.
Siamo tornati alle origini di un paese campanilista e razzista... E' cominciata ora gli italiani danno fuoco ad altri italiani, basta poco per essere considerati inferiori, diversi, sacrificabili.
Gli inquirenti hanno subito precisato che non si tratta di un gesto con matrice politica. Solito equivoco lessicale. Volevano dire partitica. Perché la matrice politica c'è, eccome. Bruciare un essere umano è un gesto politico. L'enormità del gesto fatto da 4 ragazzi qualunque è talmente incommensurabile che non c'è pena che possa dirsi adeguata, non c'è progetto rieducativo che tenga.
E di fronte a quel gesto io non vedo una vittima e 4 aggressori ma 5 vittime.
Perché quei ragazzi sono vittime quanto il barbone. Sono cellule cancerose di una società che rimane in vita solo per l'accanimento terapeutico dei potenti di turno.
La prossima volta basterà un elemento non conforme ancora più irrilevante per essere bruciati.
Anzi è già successo, sempre al nord, nella fascistizzatissima Verona.
E' cominciata, i normodotati iniziano ad aggredire tutti i reputati diversi. Già il vostro vicino vi guarda strano e voi guardate strano lui...
Ricordate il finale amaro di Un borghese piccolo piccolo?
Cominciate a metter sacchi di sabbia alla finestra...
E' già cominciata!
Non si limitano più ad attaccare i cinesi, i froci (che, si sa, appartengono ad un'altra razza) ora attaccano i diversi tout court magari quei senza tetto, barboni, clochard... Quelli che si pensa sono lì per sfiga, o perché scansafatiche... Mai che qualcuno pensi che c'è anche,chi, in quel mucchio, ha scelto quella come stile di vita.
Intanto il barbone ha un nome Andrea Severi.
E' italiano, anche se terrone.
Siamo tornati alle origini di un paese campanilista e razzista... E' cominciata ora gli italiani danno fuoco ad altri italiani, basta poco per essere considerati inferiori, diversi, sacrificabili.
Gli inquirenti hanno subito precisato che non si tratta di un gesto con matrice politica. Solito equivoco lessicale. Volevano dire partitica. Perché la matrice politica c'è, eccome. Bruciare un essere umano è un gesto politico. L'enormità del gesto fatto da 4 ragazzi qualunque è talmente incommensurabile che non c'è pena che possa dirsi adeguata, non c'è progetto rieducativo che tenga.
E di fronte a quel gesto io non vedo una vittima e 4 aggressori ma 5 vittime.
Perché quei ragazzi sono vittime quanto il barbone. Sono cellule cancerose di una società che rimane in vita solo per l'accanimento terapeutico dei potenti di turno.
La prossima volta basterà un elemento non conforme ancora più irrilevante per essere bruciati.
Anzi è già successo, sempre al nord, nella fascistizzatissima Verona.
E' cominciata, i normodotati iniziano ad aggredire tutti i reputati diversi. Già il vostro vicino vi guarda strano e voi guardate strano lui...
Ricordate il finale amaro di Un borghese piccolo piccolo?
Cominciate a metter sacchi di sabbia alla finestra...
22 novembre 2008
14 novembre 2008
Due sentenze pari e patta
La Corte di Cassazione di Milano dà ragione al padre di Eluana Englaro e ricusa l'ordinanza della Procura che impediva di fatto a Emanuela di morire dopo un coma irreversibile di 16 anni (mentre quei malati di mente dei cattolici disquisiscono sul fatto che quello di Emanuela non è uno stato irreversibile....
Certo, magari passa Cristo e la fa resuscitare...
Il tribunale di Genova ha assolto invece tutti i vertici della carneficina alla scuola Diaz... Pagheranno solo gli esecutori materiali ma non chi quegli ordini pensò, diede e sostenne.
Da un lato una sentenza da pese civile dall'altro la solita sentenza italiana....
Pari e patta!
Lo stato vegetativo non è una malattia terminale e i pazienti in questa condizione, come Eluana, "sono vivi a tutti gli effetti"(fonte Sentinelle del mattino)
Certo, magari passa Cristo e la fa resuscitare...
Il tribunale di Genova ha assolto invece tutti i vertici della carneficina alla scuola Diaz... Pagheranno solo gli esecutori materiali ma non chi quegli ordini pensò, diede e sostenne.
Vengono condannati soltanto i "picchiatori" del Reparto Mobile di Roma, il comandante, il suo vice, i capisquadra.(fonte Repubblica)
Con loro, condannati i due poliziotti che s'inventarono, trasportandole nella scuola, le due bottiglie molotov che avrebbero dovuto giustificare la "perquisizione" diventata massacro di 93 persone sorprese nel sonno. Come per Bolzaneto, questa sentenza avrebbe dovuto spiegare come, perché, con la responsabilità di chi, nasce in una democrazia un "vuoto di diritto" che liquida le regole del diritto penale e le garanzie costituzionali e consegna la nuda vita delle persone, spogliata di ogni dignità e diritto, a una violenza arbitraria, indiscriminata, assassina.
Da un lato una sentenza da pese civile dall'altro la solita sentenza italiana....
Pari e patta!
13 novembre 2008
en attendent Frances...
Lo scandalo delle false cremazioni(fonte Corriere della sera
Ceneri di defunti mischiate insieme e corpi spariti. Una cinquantina le aziende controllate
«Cessate d'uccidere i morti», invocava Giuseppe Ungaretti. Scriveva, il grande poeta, della carneficina della guerra. Ma mai come oggi quei versi sono apparsi attuali. Mai come oggi, infatti, la morte è stata stuprata. «È arrivato questa mattina il corpo di una bambina, che ne facciamo? Deve essere cremata», chiede in un'intercettazione il dipendente al titolare di un'azienda coinvolta in uno degli scandali più sconvolgenti. Risposta: «Mah... Niente cremazione, buttala via, nell'immondizia, tanto è poca roba».
Lo facevano sul serio, di buttare i corpi nel pattume. La cronaca di Nadia Francalacci su Panorama gela il sangue: «Quando le ruspe hanno iniziato a scavare, è spuntato un piede. Era di uno dei sei corpi saponificati abbandonati in un campo di 30 metri quadrati assieme ai resti di amputazioni ospedaliere, a feti abortiti per gravi malformazioni e a decine di sacchi di plastica neri che contenevano le ceneri di centinaia di persone cremate e mai riconsegnate ai familiari».
Non passa giorno, ormai, senza il trauma di una nuova inchiesta della magistratura o di una nuova ispezione dei carabinieri dei Noe, i Nuclei operativi ecologici. I quali, partendo da una indagine sul «riciclaggio» di maniglie di ottone, crocefissi, bare e perfino abiti dei defunti, hanno messo sotto esame una cinquantina di strutture che si occupano di cremazioni scoprendone di tutti i colori. È successo a Roma, dove i giudici indagano da tempo su diverse salme dimenticate nelle loro casse in un deposito anche per due anni mentre già i parenti portavano «mazzi di crisantemi al camposanto di Fiumicino, convinti che le ceneri dei familiari stessero definitivamente lì». È successo a Padova, dove qualche settimana fa sono state sequestrate le ceneri di tre persone buttate tutte insieme nello stesso contenitore dagli addetti alla cremazione di una ditta che si vantava d'avere ottenuto il riconoscimento di controllo di qualità «Iso 9000». È successo a Segrate, dove sono state trovate otto casse che contenevano ceneri mischiate di chissà quanti defunti e ottanta casse zincate con i resti ossei di centinaia di corpi ormai derubati della loro identità. È successo a Mirteto, Prato, Collecchio, Roccastrada, Vignola, Fornovo, Parma, Piacenza e, insomma, un po' in tutte le località in cui la «Euroservizi», una delle aziende più coinvolte, aveva vinto gli appalti per le cremazioni. Per non dire di Fidenza, dove la società aveva ammassato in 60 sacchi neri dell'immondizia una tale quantità di ceneri che, dice una stima, «potrebbero appartenere a circa 2 mila corpi cremati».
Tra i rifiuti, dicono le cronache, c'erano «un tronco umano saponificato e una bara bianca con un bambino al quale era stato tolto il nome». Tutti insieme. Tutti mischiati. Nell'indifferenza totale per l'impegno assunto (in cambio di soldi, tanti soldi) e per il dolore lancinante dei parenti, convinti che «quella» piccola urna con le ceneri loro consegnata contenesse davvero i resti del padre, della madre, del fratello, del figlio... Nella «A livella», la straordinaria poesia di Totò dedicata alla giornata che si celebra oggi («Ogn'anno, il due novembre, c'è l'usanza / per i defunti andare al Cimitero... »), il «nobile marchese signore di Rovigo e di Belluno » lo sputa in faccia al vicino di tomba, il netturbino Esposito Gennaro: «la Vostra salma andava, sì, inumata / ma seppellita nella spazzatura! ». Il senso di quelle rime struggenti, la morte che come una livella mette tutti sullo stesso piano, dal nobile marchese fino a Gennaro «'o muorto puveriello», era però un altro. A mischiare le ceneri, nella sua misericordia, è Dio. Che però distingue una dall'altra ogni singola sua creatura. O se volete, laicamente, a mischiare tutto è la natura. Non l'ingordo padrone di un'impresa funebre che vuole risparmiare sull'accensione del forno, sulle bare, sui vestiti messi addosso ai morti da mogli, sorelle, figlie in lacrime.
Eppure, per millenni, il rispetto per i morti è stato uno dei cardini della cultura umana. In Occidente come in Oriente. Gli egizi cercavano con la mummificazione di conservare i corpi perché sopravvivessero nell'Aldilà e infilavano tra le bende del defunto un rotolo di pergamena col Libro dei Morti, chiamato serenamente il «Libro per uscire al giorno». Gli antichi greci lavavano e profumavano le spoglie mortali dei loro cari e ornavano le case con mirto e alloro e andavano in processione al cimitero accompagnati dalle melodie dei suonatori di flauto e gli adulti venivano seppelliti con i sigilli e i dadi e le donne coi gioielli più preziosi e i bambini coi loro giocattoli. E gli etruschi coprivano le pareti delle tombe con pitture che raffiguravano il defunto seduto a un grande banchetto presieduto da Ade e Persefone. E i romani custodivano in casa, nei «penetralia », le maschere di cera degli antenati che veneravano e invocavano a protezione della famiglia. E Polibio racconta nelle sue Storie pagine indimenticabili sui riti (la salma portata al Foro sui rostri, la Laudatio funebris dalla tribuna, il corteo con i parenti che indossavano le maschere funebri degli avi...) con cui le famiglie patrizie onoravano i loro cari nei giorni dello strazio. Per non dire di culture lontane come quella di Tana Toraja nell'isola indonesiana di Sulawesi, dove il morto non è davvero morto ma solo «addormentato» finché non viene sepolto e i funerali vengono dunque trascinati per mesi e mesi, anni ed anni, e tutti i parenti accorrono e si ritrovano intorno a chi «dorme» per cucinare e mangiare insieme il maiale e i polli e certe focacce fritte che sono una bontà.
Per questo, oggi, è il caso di fermarsi un attimo a riflettere sul senso di queste cronache oscene che ci tolgono il sonno. E di domandarci se, in fondo in fondo, non sia tutto «normale», che una società che troppo spesso non rispetta i vivi non possa poi rispettare i morti. Quanto agli immondi mercanti che trattano le salme fottendosene della loro sacralità e del dolore che dilania le mogli, i mariti, i figli, c'è solo da sperare che (al di là della giustizia nei tribunali degli uomini) avessero ragione gli antichi greci. Secondo i quali i malvagi che non portavano rispetto a un defunto venivano per anni perseguitati dalla sua anima, fino a renderli pazzi.
Gian Antonio Stella
02 novembre 2008
Quel che non viene detto nell'articolo è che la situazione è precipitata da quando la gestione dei forni crematori è stata affidata a privati, come si evince da un post del 13 agosto (ma vuoi mettere dare la notizia il giorno dei morti?) del sito Funerali.org nel quale si legge:
Lucravano sui defunti attraverso l’amministrazione del forno crematorio e dei servizi cimiteriali del Comune di Massa. Tredici persone - 25 quelle differite - sono state arrestate, tra cui l’ex capitano della compagnia di Massa dei Carabinieri in pensione, A. C., all’alba di stamani, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, dopo un’operazione, condotta dai Carabinieri di Massa e dai Nas di Livorno, partita nel febbraio 2007. Le altre accuse, oltre alla truffa, sono reati contro la pubblica amministrazione, contro la pieta’ dei defunti e in materia di falso. Gli arrestati effettuavano false cremazioni e cremazioni multiple per aumentare i profitti e abbattere i costi di gestione dell’impianto e ai parenti dei defunti consegnavano ceneri relative ad altre cremazioni. Nel corso delle indagini sono state rinvenute e sequestrate numerose salme e resti mortali depositati nella cella frigorifera e accatastati in vari locali del cimitero che solo a livello formale - come hanno spiegato i Carabinieri - risultavano gia’ cremati. Gli inquirenti hanno inoltre scoperto una considerevole quantita’ di ceneri umane - secondo il medico legale in una quantita’ pari a circa 500 cremazioni - stoccate in un locale sotterraneo del cimitero di Mirteto. La prima parte delle indagini, condotte dal sostituto procuratore della Repubblica di Massa, Federico Manotti, aveva portato, il 4 maggio del 2007, all’arresto in flagranza di uno degli addetti al forno crematorio e al sequestro dell’impianto. Le indagini non hanno permesso di accertare il numero e l’identità dei cadaveri.
Interessante la risposta di Daniele Fogli uno dei massimi esperti del settore funerario italiano ed europeo (a detta del sito):
Si è una schifezza!
Purtroppo d’ora in poi sarà bene accertarsi delle procedure utilizzate dal crematorio prima di far fare le cremazioni.
Le imprese funebri dovrebbero accertarsi sulle garanzie di correttezza del gestore del crematorio, richiedendo di visionare la carta dei servizi, che specifica le procedure di garanzia per evitare violazioni di legge e sulle modalità di esecuzione del servizio, invece, spesso (ma anche i Comuni, che cercano di risparmiare sui prezzi dei servizi di creazione die resti mortali) badano più al basso costo della cremazione o alla velocità con la quale le ceneri vengono consegnate.
In pratica l’impresa funebre ha tutto l’interesse a fare un trasporto funebre del feretro e tornare dopo poco tempo al luogo di partenza con l’urna cineraria e cerca il gestore che lo fa nel minor tempo possibile, con gli orari più comodi e semmai ai prezzi più bassi.
E allora c’è il rischio che qualcuno tenti di barare, consegnando ceneri di un altro defunto per far vedere che è velocissimo nell’eseguire il servizio.
Nel caso specifico c’è anche il rischio che si nascondessero delle ceneri per far figurare un numero di cremazioni inferiore e quindi pagare meno tasse.
Un caso del genere è successo negli USA (Tri-State crematory) ed è intervenuto l’EPA (agenzia per l’inquinamento americana, sulla base di una segnalazione anonima) per imporre regole ferree per l’identificazione del cadavere e per il rispetto delle procedure.
In realtà in Italia le regole ci sono, ma non c’è chi fa i controlli e quindi le fa rispettare.
Venendo alle sue domande:
- in Italia di norma non si può assistere alla cremazione nei locali tecnici del forno, per ragioni di rispetto della normativa sugli infortuni, però diversi crematori sono attrezzati per far vedere l’immissione della bara attraverso telecamera, con angolo di visuale laterale, in maniera da non rendere troppo forte l’impatto emotivo (visione del fuoco che avvolge il feretro) .
- vi è poi un sistema usato in moltissimi crematori (per cremazione di cadaveri) che consiste nel porre sulla bara prima dell’entrata nel forno un disco - numerato progressivamente - di materiale refrattario e di recuperarlo assieme alle ceneri dopo la cremazione.
In taluni casi il refrattario viene consegnato alla famiglia.
Nelle linee guida per la conduzione degli impianti (Federutility SEFIT le ha emanate su scala nazionale quest’anno e in Lombardia la norma regionale ne impone l’adozione entro il 31.12.2008), vi sono con chiarezza esposte le procedure da seguire e le garanzie da fornire.
La maggior parte dei crematori italiani segue già regole di comportamento che danno ridondanza di controllo (cioé controllo all’arrivo del feretro che la documentazione cartacea corrisponda con il nominativo indicato sulla targhetta metallica su coperchio della bara, identificativo termoresistente prima della entrata nel forno e sua raccolta assieme alle ceneri e collocazione nell’urna, registrazione dettagliata nel registro delle cremazioni, cremazione di un feretro per volta).
In taluni casi si arriva alla identificazione con cartellino riprtante nome e cognome del defunto a lato della bocca del forno per ogni cremazione.
Purtroppo, come in molte altre situazioni della vita, se chi deve svolgere un compito vuole violare le norme, se ne infischia delle buone pratiche e l’unica soluzione è quella di fare controlli a spot, in incognito, da parte degli Organismi preposti. In questo caso i controlli li doveva fare il Comune.
12 novembre 2008
Miriam Makeba Johannesburg, 4 marzo 1932 – Castel Volturno, 9 novembre 2008
oggi...
...e ieri
Un esempio di impegno politico e di grande musica. Insieme. E' possibile! Miriam ha speso tutta la sua vita per onorare questo impegno e io che mi lamento perché il disco di Mina esce a gennaio...
VERGOGNA ALE!
...e ieri
Un esempio di impegno politico e di grande musica. Insieme. E' possibile! Miriam ha speso tutta la sua vita per onorare questo impegno e io che mi lamento perché il disco di Mina esce a gennaio...
VERGOGNA ALE!
Dal sito di Mina...
Ieri mentre mi crogiolavo aspettando l'uscita del nuovo disco di inediti di Mina, in cerca di notizie vado prima sul sito del Mina Fan club dove leggo:
Poi vado sul sito ufficiale di Mina e leggo:
Bell'anno di merda anche questo 2008!!!
Atteso nei prossimi giorni, se Dio vuole, l'annuncio ufficiale dell'Ufficio Stampa della Sony che dovrebbe sciogliere le riserve sul lancio, previsto per venerdì 14, del sospirato, misteriosissimo primo estratto radiofonico dall'imminente album di inediti. Per la cui data di uscita nei negozi,a tutt'oggi fissata per il 28 novembre, si potrebbe anche profilare l'ipotesi di un malaugurato rinvio al venerdì successivo...e già ho l'acquolina.
Poi vado sul sito ufficiale di Mina e leggo:
10 novembre 2008Una scarna, micidiale doccia fredda...
Discografia Mina, il nuovo cd di inediti. Tempi di stampa, variati per esigenze industriali, non ne rendono possibile l'uscita prima di Natale. La sua pubblicazione avverrà perciò nel 2009.
Bell'anno di merda anche questo 2008!!!
7 novembre 2008
6 novembre 2008
Michael Crichton just died
Ho "incontrato" Michael Crichton la prima volta a nove anni. In prima serata insieme a mia madre e mia nonna guardammo Andromeda uno dei capolavori di Robert Wise e ne rimasi profondamente colpito, per i retroscena politici, per la "superiorità" inascoltata degli scienziati, per lo stile di regia (ma esto non era merito di Crichton...).
Poi fu la volta di Wetsworld in italiano banalizzato in "Il mondo dei robot" e rimasi offeso dal nichilismo di fondo, da quegli scienziati chiusi e uccisi dagli sfasci di una tecnologia cui si erano concessi con cieco fideismo. Offeso perché prima ancora che incontrassi Star Trek l'idea che la tecnologia fosse infallibile era già bella che morta.
Agghiacciante fu Coma profondo del quale Crichton fu anche regista. Film dalla trama inquietante quanto probabile e possibile (pazienti mandati appositamente in coma per espiantarne gli organi) con una favolosa Geneviève Bujold...
Non tutto quel che Crichton ha scritto è stato trasposto bene sul grande schermo: Sfera è un film ridicolo ma Crichton rimane l'autore più presente nei film di fantascienza da me preferiti.
Quando ci fu l'ubriacatura mediatica per Jurassic Park e la serie tv E.R. io mi resi conto di quanto provinciali fossero i giornalisti che si "accorgevano" di Michael con tanto ritardo. Per molti lui è l'autore di Jurassic Park (che lessi tutto di un fiato, senza andare a dormire, la notte tra il 14 e il 14 agosto del 1991) ignari di tutti i capolavori che ha scritto prima...
Crichton è morto ieri, a soli 66 anni.
La vera cosa brutta di crescere (e invecchiare) è che tutti quelli più grandi di te che conosci e apprezzi se ne vanno via man mano che passano gli anni.
E poi tocca a te!
5 novembre 2008
Obama
Ha vinto un nero. Nero, ma sempre uomo.
Se avesse vinto Hillary sarebbe stato un vero segno di cambiamento...?
3 novembre 2008
Can You Feel the Force?
E mentre sto preparando la lezione di domani mi è tornata alla mente questa splendida canzone funky dei The Real Thing.
Mi ricordo quando la sentivo alla radio senza sapere chi fossero e senza quindi poter dare loro un nome né comperare il disco. All'epoca poi l'inglese era per me una lingua incomprensibile e sconosciuta...
Per me era importante sapere chi fossero, dare loro un nome, collocarli mentalmente in un posto preciso se non riuscivo a farlo non potevo godere pienamente della loro musica... Per cui questa canzone è stata per me il simbolo dell'estate del 79, libero dalle medie, ancora ignaro della sofferta disperazione che sarebbe stato il liceo, innamorato e sessualmente attivo (ah gli ormoni in circolo quell'estate! Com'è bello essere adolescenti!) eppure con un paio di canzoni (l'altra resta ancora un mistero non so né nome del gruppo né titolo.. so solo che uscì l'estate del 79...) che rimandavano la felicità a un tempo successivo, e la felicità era già nostalgia nostalgia di un presente non legittimato e da rimandare un presente spinto nel futuro ma al quale già guardavo come fosse passato, trascorso, non consumato eppure già finito...
Il nucleo della mia vita delle mie scelte delle mie decisioni è tutto qui.
Ora a questo quadro si è aggiunto un tassello quando, pochi anni fa, Da. cantava la canzone in macchina con me e riusciva a cantare quegli Whoo oo ooo che per me erano troppo alti...
Era una felicità ritornata dopo tanti anni, ed ero legittimato a vivere nel presente...
E la nostalgia allora acquista un altro significato...
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
There's a mood spreading round the world today
Can you feel the force?
It's with you in your work or at your play
Can you feel the force?
They're cleaning up the streets throughout the world
Can you feel the force?
Ghetto folk have had the final furl
Can you feel the force?
You can feel the pressure lifting off your head
People who make war are making love instead
This could be the dawning of another time
Hatred is a stranger we can see the sign
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
Can you feel the force?
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
Can you feel the force?
All you people with your heads on the ground
Can you feel the force?
I can feel the hope spreading all around
Can you feel the force?
I can feel a new beginning in the air
Can you feel the force?
Peace and love forming everywhere
Can you feel the force?
You can see a change in people's attitudes
Looking to the future in much brighter moods
There's a message clearly written in the sky
Time to change and soon we'll all be flying high
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
Can you feel the force?
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
Can you feel the force?
Mi ricordo quando la sentivo alla radio senza sapere chi fossero e senza quindi poter dare loro un nome né comperare il disco. All'epoca poi l'inglese era per me una lingua incomprensibile e sconosciuta...
Per me era importante sapere chi fossero, dare loro un nome, collocarli mentalmente in un posto preciso se non riuscivo a farlo non potevo godere pienamente della loro musica... Per cui questa canzone è stata per me il simbolo dell'estate del 79, libero dalle medie, ancora ignaro della sofferta disperazione che sarebbe stato il liceo, innamorato e sessualmente attivo (ah gli ormoni in circolo quell'estate! Com'è bello essere adolescenti!) eppure con un paio di canzoni (l'altra resta ancora un mistero non so né nome del gruppo né titolo.. so solo che uscì l'estate del 79...) che rimandavano la felicità a un tempo successivo, e la felicità era già nostalgia nostalgia di un presente non legittimato e da rimandare un presente spinto nel futuro ma al quale già guardavo come fosse passato, trascorso, non consumato eppure già finito...
Il nucleo della mia vita delle mie scelte delle mie decisioni è tutto qui.
Ora a questo quadro si è aggiunto un tassello quando, pochi anni fa, Da. cantava la canzone in macchina con me e riusciva a cantare quegli Whoo oo ooo che per me erano troppo alti...
Era una felicità ritornata dopo tanti anni, ed ero legittimato a vivere nel presente...
E la nostalgia allora acquista un altro significato...
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
There's a mood spreading round the world today
Can you feel the force?
It's with you in your work or at your play
Can you feel the force?
They're cleaning up the streets throughout the world
Can you feel the force?
Ghetto folk have had the final furl
Can you feel the force?
You can feel the pressure lifting off your head
People who make war are making love instead
This could be the dawning of another time
Hatred is a stranger we can see the sign
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
Can you feel the force?
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
Can you feel the force?
All you people with your heads on the ground
Can you feel the force?
I can feel the hope spreading all around
Can you feel the force?
I can feel a new beginning in the air
Can you feel the force?
Peace and love forming everywhere
Can you feel the force?
You can see a change in people's attitudes
Looking to the future in much brighter moods
There's a message clearly written in the sky
Time to change and soon we'll all be flying high
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
Can you feel the force?
Whoo oo oo ooo Can you feel the force?
Can you feel the force?
2 novembre 2008
2 novembre 1975
Nella notte tra il primo e il due novembre del 1975 Pier Paolo Pasolini viene assassinato, sul suo corpo ancora vivo passano una ma forse due automobili.
Ci sono anche tracce di pneumatici che dalla porta del campetto arrivano fino a Pasolini. Poi c’è lui, Pier Paolo, è steso in avanti, la tempia e la guancia sinistra appoggiate sul terreno, il braccio destro scostato dal corpo e il sinistro sotto.. Indossa una canottiera sollevata dal dorso, con un solo piccolo strappo, e calzoni abbottonati alla cintola.(fonte sito rifondazione-cinecittà/avvenimenti italiani
Pier Paolo viene voltato sulla schiena, è stato massacrato come difficilmente si può immaginare. E’ coperto di sangue, ha ecchimosi sulla testa, sulle spalle, sul dorso e sull’addome. Ha la mano sinistra fratturata in più parti, dieci costole spezzate, ha profonde ecchimosi al volto e il naso fratturato verso sinistra. Un massacro eseguito con una ferocia inaudita.
Gli inquirenti sanno oramai chi è quell’uomo, tutta l’Italia lo conosce, ma occorre un riconoscimento ufficiale da parte di un parente un amico, uno di questi viene rintracciato, è Giovanni Davoli detto”Ninetto”, di professione attore, grande amico di Pier Paolo.
Dell'omicidio verrà accusato solamente Pino Pelosi condannato nel 79 a 9 anni e sette mesi per omicidio volontario.
A trent'anni dall'omicidio, nel maggio 2005, alla trasmissione televisiva della Rai Ombre sul giallo, in contraddizione con la sua confessione in fase processuale, afferma di non aver partecipato in prima persona all'aggressione di Pasolini, ma che questa fu effettuata da tre persone, a lui sconosciute.(fonte Wikipedia)
A giustificazione della sua reticenza e dell'essersi accollato la responsabilità dell'omicidio, Pelosi afferma di essere stato minacciato di morte assieme ai suoi genitori da parte di uno degli aggressori, e di aver pertanto atteso fino alla morte (per cause naturali) di questi ultimi, prima di iniziare a parlare.
La morte di Pier Paolo mi ha sempre colpito in un modo viscerale, per come l'omertà ha taciuto e sempre tacerà la verità, perché, nonostante l'enorme statura artistica, politica e morale di Pasolini, è morto ammazzato da un pischello al quale ha fatto una pompa, e, come tutti i froci, quella morte se l'è cercata.
Questo modo di pensare mi ferma il cuore, mi fa diventare un fascista, perché ucciderei con le mie mani chi lo pensa e al giudice direi di darmi la pena massima perché non solo non mi pentirei di quel gesto, ma potendo, lo rifarei.
Pagane tradizioni
Sarà stato il 2002 o il 2003. Eravamo andati a Prima Porta. Eravamo partiti da casa di mia sorella, io, Da., mio cugino Andrea, sua sorella Michela e, lentamente (mia sorella incarna il luogo comune che una donna "fa aspettare l'uomo") arrivammo, per una strada di campagna, fino al cimitero di Prima Porta, dove è stata tumulata mia madre. Si occupò mia sorella della tumulazione, della lapide e di tutto il resto, l'unico mio intervento si limitò a correggere l'epitaffio, trasformando un banale "i figli" in un più personale "Alessandro, Silvia e Buio", dove Buio era il nostro gatto nero (morì nel 97) che mamma aveva amato tanto.
Era una giornata fredda e umida, nuvolosa, e noi eravamo tutti lì. Mia sorella lava la lapide, sostituisce i fiori marciti, e io, come ogni volta che vado al cimitero, arretro inorridito appena annuso l'odore di fiori che marciscono ché mi sembra così osceno perché ricorda che in quelle celle di cemento ben altri marcimenti si stanno effettuando...
La visita prevede due tappe. Anche la madre di Andrea e Michela sta a Prima Porta, stroncata a 50 anni da un cancro (mia madre ne aveva 54...) per cui alla nostra pena si aggiunge la loro e viceversa. A un certo punto mia sorella ci chiede di dire una preghiera, siamo tanti, ci mettiamo in circolo, tenendoci per mano. Michela inizia a piangere, senza singhiozzi, è solo che non riesce a trattenere le lacrime. Io penso, non so se proprio durante la preghiera, che da qualche parte, lì, è sepolto anche Fernando, il marito di Frances, ma non so dove e rinuncio a cercarlo prima ancora di provarci.
Dopo il cimitero ci rechiamo in un ristornate. Nella strada di campagna che percorriamo, e che ci allontana inesorabilmente da Roma, ne passiamo diversi che non ci soddisfano, o, meglio, che non soddisfano mia sorella. Io intervengo solo quando sono le tre e temo che nessun ristornate ci faccia più mangiare.
Mangiamo in un posto decente, pasta carne e tanto vino, a un costo modico.
Durante tutto il viaggio di ritorno io sonnecchio mentre digerisco. Mia sorella, dietro di me, parla per tutto il viaggio al cellulare e il suo vocio querulo e sciocco non mi fa addormentare del tutto.
Arrivati a Roma mi metto davanti al pc, a lavorare, come al solito, sin dai tempi dell'università i giorni di festa sono perfetti per lavorare (o studiare) perché c'è silenzio in giro e nelle case e il tempo sembra scorrere più lentamente.
L'anno dopo mia sorella mi propose di ripetere l'esperienza ("ti era piaciuta tanto" mi dice) le rispondo che era stato bello condividere con lei e i nostri cugini un momento di intimo e raccolto dolore ma che non volevo assolutamente che quel momento unico si trasformasse in un rituale. Così mia sorella è tornata per almeno un altro paio di anni a Prima porta coi cugini da sola.
Io trovo quel rituale un inutile orpello e trovo sfacciatamente presuntuoso quell'occupare spazio dei morti. Ingombranti e inutili, non servono a nulla. Chissà, i cristiani, che credono nella risurrezione della carne, forse si aspettano che quando arriverà quel giorno, le bare si scoperchieranno e ne usciranno fuori tutti i defunti, rinnovati nelle loro carni, vero miracolo, ben più di quello dello spirito...
Io non ho bisogno di credere a questo mito pagano, non mi serve andare a trovare mamma al cimitero per ricordarmi di lei, e mia sorella me lo rimprovera spesso, bonariamente: ieri sono andata a trovare mamma mi disse una volta, intendendo al cimitero, e io, serafico Ah si? Come sta?!
Mia madre è in me, ogni volta che le cose che mi capitano mi fanno pensare a lei: chissà cosa ne avrebbe pensato mamma, questo le sarebbe piaciuto, questo no...
La visita al cimitero è una sovrastruttura, un bisogno costruito socialmente di ostentare un sentimento che, per quanto mi riguarda, è privato, intimo, personale.
Meglio la cremazione, e la successiva dispersione delle ceneri, almeno non occupi più spazio e non rimane di te una sopravvivenza ingombrante e oscena...
Certo, se ti hanno disperso le ceneri, come fai a risuscitare nella carne ? Ecco perché i cristiani hanno tanto avversato la cremazione, cercando di obbligare la tumulazione dell'urna... Che rito ipocrita quello della messa funebre, polvere alla polvere un paio di maroni. Dai reliquiari dei santi alle ossa dei benedettini il cristianesimo ha sempre avuto il culto fisico dei morti, la reincarnazione non è quella dell'anima, ma quella delle ossa.
Un'idea ancestrale quella di tornare in vita non nello spirito (come si crede) ma nella carne, d'altronde da una religione che a ogni messa mangia il corpo e beve il sangue del figlio di dio cosa ci si deve aspettare?...
Chissà se penserò a tutto questo quando, fra qualche tempo, disperderò le ceneri della mia amica Frances, seguendo sue precise istruzioni sul come farlo e cosa dire...
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