Si è tanto parlato in questi giorni di un emendamento al decreto 112 relativo alla manovra economica del governo, approvato alla Camera con voto di fiducia e ora in analisi al Senato (fonte L'unità) , che cancellerebbe l'innalzamento dell'obbligo scolastico (da non confondere l'obbligo formativo...) a 16 anni di età, introdotto dal governo Prodi con la precedente Finanziaria (in uno dei pochissimi punti rispettati del suo programma) e attualmente in vigore, facendolo tornare di fatto a 14 anni com'era prima, all'epoca della riforma Moratti. La ministro Gelmini assicura che l'obbligo è rimasto a 16 anni.
L'attuale normativa prevede che lo studente, dopo aver conseguito il diploma di licenza media, debba affrontare un ulteriore biennio, presso una scuola pubblica statale o privata parificata.
L'emendamento prevede che l'assolvimento dell'obbligo possa essere svolto anche presso gli istituti per la formazione professionale regionale (i cosiddetti Cfp), e nei percorsi triennali istituiti dal ministro Moratti, che in tal modo uscirebbero dalla sperimentalità per diventare definitivi. In sostanza la norma attuale prevede e riconosce come agenzia per la formazione del cittadino solo una scuola pubblica statale (o parificata) e non un organismo regionale per la formazione professionale: la formazione professionale cioè non sostituisce né assolve l'obbligo scolastico che resta di esclusiva competenza della scuola.
L'emendamento fa peggio che far tornare l'obbligo d'istruzione a 14 anni, crea una differenza per censo: scuola per chi se la può permettere e formazione professionale per chi non può (o non vuole) studiare (fonte La tecnica della scuola.it).
Appaiono dunque fondate le preoccupazioni della CGL nella persona di Enrico Panini che afferma che "si torna a separare sulla base del reddito, per chi ha mezzi e opportunità sociali la scuola vera, per chi parte da qualche svantaggio sociale, il canale di serie C. Si spacca l'unitarietà del sistema creando per i meno fortunati un canale parallelo discriminatorio, si regionalizza e si privatizza un pezzo di formazione"(fonte La repubblica) e a non strumentalizzazioni politiche di chi si trova all'opposizione. Anzi che il ministro Gelmini possa risolvere così le critiche all'emendamento fanno capire quanto stia a cuore dell'attuale governo l'istruzione (che non è più "pubblica")...
Quel che più mi ha fatto inorridire però sono i commenti dei lettori, nei siti dei quotidiani e sui vari blog.
Bella idea di istruzione che hanno molti italiani: la scuola serve per cercare lavoro e siccome non ci vuole la laurea per fare l'idraulico che si studia a fare? E' ovvio che un'idea del genere viene sostenuta dall'attuale governo.
Devo però dire che l'innalzamento della scuola dell'obbligo a 16 anni mi sembrava una misura demagogica della sinistra, che non condivido affatto. C'è gente che non è fatta per studiare, e che farebbe bene ad andare a lavorare a 14 anni. Meglio pochi diplomati e laureati, ma buoni e competenti, che trovino lavoro, e gli altri a fare lavori non di concetto.
(così manfred_von_richthofen su Panorama.it)
A nessuno viene in mente che, invece, la scuola serve per imparare a pensare e che ci pensa bene vive meglio e che nessuno vieta a uno che fa l'idraulico di leggere Kant se ne ha voglia...
Lo studio permette di muoversi meglio in un mondo sempre più complesso, nonostante le semplificazioni mediatiche in cui siamo immersi ci dicano altro.
Lo studio serve per andare più in profondità nelle cose, nella propria vita, nella proprie relazioni. La preparazione che si raggiunge in terza media non permette di affrontare nessuna delle complessità che bisogna saper conoscere per stare al mondo al giorno d'oggi.
Chi dice che in Italia ci sono troppi laureati e pochi idraulici parla da ignorante, perché anche il mio gatto sa che in Italia il numero di laureati è di gran lunga inferiore alla media europea e che il lavoro non forma la persona.
Poi ci sono quelli che vedono nell'obbligo una restrizione della propria libertà!!!
Se non voglio studiare, perché mi obblighi?".
Essere istruiti, studiare, approfondire conoscenze e competenze non serve solamente per la propria persona ma per la società tutta. Ben vengano gli idraulici ma se pensano (come tanti altri...) che i froci sono malati e la donna deve stare in casa allora è meglio che continuino a studiare...
Fenomeni di bullismo se ne sentono alle medie al liceo di meno perché il liceo apre la mente ti fa studiare materie nuove mette in discussione le credenze radicate di un paese fascista, una famiglia bigotta e ipocrita e delle istituzioni sempre più incapaci di far diventare le persone cittadine e cittadini.
Se c'è chi gioisce che si studi di meno vuol dire che il paese ha un bisogno disperato di cultura e chi ostacola questa crescita è un criminale.
19 luglio 2008
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